“Io sono Samantha, ma puoi chiamarmi Sam.”
“Io sono Liam.” Alzò lo sguardo. Stava piangendo.
“Che succede?”
“Il mio ragazzo mi ha lasciato, proprio 5 minuti fa.”
“Cosa?!”
“Sono gay.”
“Sì, l’avevo capito. Comunque mi dispiace davvero tanto. C’è qualcosa che possa fare per te?”
“No, non ti preoccupare.”
Vidi il suo sguardo spostarsi velocemente su un ragazzo di carnagione scura, capelli scuri e statura imponente, che ballava con un altro ragazzo.
Iniziò a singhiozzare.
Cazzo.
Lo abbracciai.
“Grazie.” Disse lui asciugandosi le lacrime con la manica del giubbotto.
“Vuoi che andiamo fuori a parlare?” Dissi cercando di farmi sentire.
“Si.”
Presi il giubbotto e uscimmo. Quella sera faceva un po’ freddo, anche se era in piena estate.
“Allora, raccontami.”
“Sono gay da un mese. Ma per lui non ero pronto. E mi ha lasciato.”
“Molto breve, ma comunque efficace.”
Lo vidi sorridere per la prima volta.
“Stai tranquillo, evidentemente non ti merita.”
“No, sono io che ho sbagliato.”
“Ehi Liam, non siamo sempre noi che sbagliamo.”
“Tu credi?”
“Si. Ne sono sicura, anzi.”
Si appoggiò al muro esterno del pub. Incrociò le braccia, e iniziò a guardare le macchine che passavano nella stradina di fronte.
“Mi prometti che non piangerai più per lui?” Gli chiesi.
Lui fece un cenno con la testa, abbassando subito dopo lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime.
Mi alzai dalla sedia sulla quale mi ero seduta, e lo abbracciai.
“Scusami.” Disse.
“Non preoccuparti, sono appena uscita anch’io da una storia del genere.”
Passarono 3 ore, tra chiacchiere e risate. Finalmente si calmò.
Ci scambiammo i numeri di telefono e decidemmo di vederci nei giorni successivi.
Ma ad un certo punto della serata..
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