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Autore: SlytherinPrincess    29/05/2008    2 recensioni
“Smettila, Cissy, sono tutte cavolate, l’amore non esiste!” “Bellatrix, finiscila, lasciale credere in quel che vuole!” “Non è più una bambina, Andromeda, ormai ha sedici anni è il momento che smetta di sognare! L’amore non esiste è solo un contratto stipulato per mantenere il sangue puro!” Tre sorelle Una cinica e calcolatrice, una romantica e ribelle e una dolce e determinata... Eppure tanto fragli; così diverse eppure tanto fragili e simili nella loro diversita...
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorelle Black | Coppie: Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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1° Capitolo

 

I Believe In A Thing that Called Love

 

Tre bambine… Ragazzine… Erano sedute all’ombra di un grande salice che con i suoi rami, sembrava voler proteggere le loro pelli alabastrine dai caldi raggi del sole estivo che accarezzava leggero i fili d’erba vergine dell’immenso giardino, il vento soffiava caldo e leggero fra le foglie color giada dell’albero.

 

La maggiore delle tre era distesa a fissare il cielo con sguardo perso; i suoi occhi color pece vacui e inespressivi come il suo volto dai lineamenti forti e aristocratici, contornato dai suoi lunghi capelli corvini, ricci e morbidi, in contrasto con il carattere forte e schietto. Non aveva più di venti anni a quel tempo, bella e rispettosa, talmente diversa dalle due sorelle minori.

 

La seconda delle ragazze aveva all’incirca diciotto anni e era seduta con le spalle al tronco secolare del salice e stava leggendo con voce paziente e dolce una storia alle sorelle; con tenerezza si sistemava i capelli cremisi dietro l’orecchio sinistro per facilitarsi la lettura, piccole e delicate lentiggini  affioravano sul suo nasino dalla curva leggera e sinuosa come il resto del suo volto sempre allegro e sorridente, come i suoi occhi azzurri spensierati e felici, l’esatto contrario della mora che ogni tanto sbuffava annoiata dalla storia sdolcinata che stava leggendo, mentre la minore con il viso rilassato dai lineamenti angelici, appoggiato alla spalla della rossa ascoltava assorta la storia della sorella.

 

La più piccola aveva dei morbidi boccoli, biondo chiarissimo che le scendevano ordinati fino a metà schiena incorniciandole il viso e mettendole in risalto gli occhi color della tempesta, lucenti come due stelle e forti come il suo carattere, tanto in contrasto con il suo aspetto delicato come un fiore primaverile.

 

“Andromeda, finiscila con queste baggianate!” sibilò stanca la maggiore mettendosi a sedere, stufa di quella stupida storia d’amore.

 

“Bellatrix, smettila! Dai, Andy, continua… Mi piace un sacco!” replicò la minore, supplicando Andromeda.

 

“Narcissa, per oggi basta leggere, va bene?” sussurrò dolce la rossa chiudendo il grosso libro che teneva fra le mani.

 

“Uffa! Bella sei una rompiscatole!”  sibilò arrabbiata la bionda incrociando stizzita le esili braccia sotto il seno.

 

“Smettila, Cissy, sono tutte cavolate, l’amore non esiste!” sibilò contrariata la mora guardando con cattiveria la rossa.

 

“Bellatrix, finiscila, lasciale credere in quel che vuole!” affermò contrariata Andromeda fulminando con lo sguardo la maggiore; sembravano identiche, in quel momento, se Andy non avesse avuto occhi e capelli di un colore diverso di Bella sarebbero potute benissimo essere scambiate per gemelle.

 

“Non è più una bambina, Andromeda, ormai ha sedici anni è il momento che smetta di sognare! L’amore non esiste è solo un contratto stipulato per mantenere il sangue puro!” sibilò acida la donna, ghignando alla faccia stordita della rossa.

 

“Non è vero! Smettila, l’amore esiste, Bella, solo perché tu devi sposare Rodolphus non vuol dire che non lo devi amare!” sussurrò con voce tagliente Andromeda.

 

“Sciocchezze! E poi chi sarebbe il tuo innamorato, eh Andromeda? Perché se parli così ci deve essere qualcuno!” affermò con cattiveria la mora alla mezzana, sapendo che non aveva mai avuto un uomo e i suoi genitori faticavano a trovargliene uno per colpa del suo carattere ribelle, si stupì molto nel notare il rossore virgineo accenderle le candide e immacolate guance, mentre ella annuiva silenziosamente.

 

“Che bello, Andy! Chi è voglio sapere tutto!” strillò eccitata la più piccola ignorando lo sguardo confuso della maggiore, la rossa abbasso lo sguardo accoccolandosi le ginocchia al petto, immergendovi il volto completamente rosso.

 

“Sì, Andy, sputa il rospo…” disse malefica la mora avvicinandosi alle sorelline come un avvoltoio.

 

“I-Io… Beh, ecco…” balbettò Andromeda, di solito era molto sicura di sé, e fredda come tutti i Black, ma di fronte alla sua famiglia diventava un agnellino.

 

“Sei una bugiarda, Andromeda!” affermò scandendo con cattiveria le parole, Bellatrix.

 

“Non è vero, ma so che lui non vi piacerà…” sussurrò più a sé stessa che a altri.

 

“Andy, ti prego!” disse la minore con aria angelica.

 

“E’… E’… Ted… Ted Tonks…” disse con voce flebile, quasi in udibile.

 

“Cosa!” urlò la mora facendo spaventare le sorelline.

 

“Mah, Andromeda, è un Mezzosangue!” constatò la biondina allontanandosi come scottata dalla sorella.

 

“Io… Io lo amo!” affermò la rossa con convinzione.

 

Bellatrix si alzò di scatto e iniziò a ridere gelidamente.

 

“Ah sì? Povera piccola, stupida sognatrice! Chi sa cosa ne penseranno nostra madre e nostro padre per non parlare dei parenti!” sibilò cattiva ghignando con aria di superiorità.

 

“Non gli devi dire niente! Lo devo fare io!” urlò la rossa alzandosi anche lei per arrivare all’altezza della mora.

 

“Troppo tardi… Traditrice!” affermò Bella tirandole un poderoso schiaffo sul tenero volto, mentre calde lacrime cercavano di scendere dai suoi bellissimi occhi, ma celate per orgoglio; Andromeda cadde come un sacco di farina, inerme e senza vita al suolo mentre la mora iniziava a correre verso la villa dei Black.

 

La minore delle tre si avvicinò a Andromeda accarezzandole il volto; i suoi occhi erano vuoti e spaventati, spenti della gioia che l’avevano sempre accompagnata.

 

“Andy… Non fare così… Vedrai che tutto si sistema, Bellatrix è solo gelosa vedrai che non lo dirà ver…” cercò di consolarla senza successo; un urlo disumano ruppe l’austero silenzio della villa.

 

Andromeda guardo la sorellina e le sorrise tristemente.

 

“Tesoro, dovrai leggere da sola la fine del nostro libro d’amore…” Le sussurrò abbracciandola, per poi sfiorarle la fronte con un candido e dolce bacio, carico di mille parole che mai sarebbero dette e mai erano lo erano state.

 

“Andy, non…” singhiozzò la ragazzina, cercando di trattenere la maggiore.

 

“No, Cissy, io devo andare… Non dimenticare l’amore, non dimenticarmi…” disse la rossa divincolandosi dal tenero abbraccio della sedicenne per scappare oltre i confini del giardino di Black’s Manor, lontana dalla famiglia, lontana dai pregiudizi… Libera d’amare… (CONTINUA...)

  
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