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Autore: Laila    10/01/2014    8 recensioni
Akane sembra sparita nel nulla. Per scoprire cos'è accaduto Ranma and Co. dovranno intraprendere un viaggio molto particolare e vedersela con le loro fantasie interiori, nulla sarà davvero ciò che sembra e più si avvicineranno alla metà, più saranno consapevoli di dover restare uniti perché stavolta il rischio da scongiurare è enorme.
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Akari Unryu, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ranma, the World can wait



"Più dolce sarebbe la morte

se il mio ultimo sguardo avesse come orizzonte il tuo volto.

E se così fosse, mille volte vorrei nascere

per mille volte ancor morire."

(William Shakespeare)

***



Procedevano verso la cima con le gambe immerse nella nebbia fino al ginocchio.

Quanto manca ancora?

Nonostante la temperatura fosse decisamente bassa, Ranma si sentiva accaldato e il cuore gli batteva forte per l'emozione. Pochi metri ancora e sarebbero giunti a destinazione.

L'immensa bocca del cratere a ferro di cavallo e il ponte che attraversava da una parte all'altra il vulcano Komagatake apparvero di fronte ai suoi occhi. Intanto Akane sembrava farsi sempre più leggera, assicurata al suo addome dentro al marsupio.

Strano.

Si chinò a guardarla e gli sfuggì un grido di terrore. Di Akane non era rimasto che uno scheletrino inerme su cui delle mosche svolazzavano attorno. Un grosso verme usciva da una delle orbite oculari.

-È un avvertimento ragazzo, se ti avvicini ancora non garantisco per la tua incolumità o quella dei tuoi amici!- tuonò l'Hōkō frapponendosi tra lui e i pochi metri che lo separavano dal ponte. -Questo luogo non è per voi! – scandì le parole una ad una.

Le lingue di fuoco che scoppiettavano da una delle code caddero su di loro e segnarono una specie di linea di demarcazione che divise il gruppo in due parti. Da un lato c'erano lui, Shampoo e Ryoga, dall'altra parte Konatsu, Mousse e Ucchan.

-Me ne infischio se non sono gradito a sua maestà il re leone! - replicò cercando di trattenere un fremito di rabbia. -Siamo venuti da molto lontano per parlare con la tua amica Yuriko e non ce ne andremo se prima non ci avrà ascoltato!

Akane lo afferrò per uno dei bottoni della casacca, ora riusciva a vederla in carne ed ossa. L'Hōkō aveva smesso di suggestionarlo.

Un brivido alla schiena lo colse all'improvviso.

Il cane albino ringhiò scoprendo i denti. Dietro di lui avvistò il fantasma della miko intento a camminare a piedi nudi lungo il corrimano sinistro del ponte, quasi al centro del cratere. Essendo priva di corpo il suo movimento non sbilanciava per nulla il ponte, ciò nonostante ad ogni suo passo sulla corda la struttura emetteva un surreale scricchiolio.

La ragazzina cantava un motivetto: -Due elefanti si dondolavano sopra il filo di una ragnatela e reputando la cosa interessante andarono a chiamare un altro elefante.- poi ricominciava la strofa da capo e ogni volta aumentava progressivamente il numero degli elefanti.

La sua calma lo irritò. Scattò deciso a percorrere il ponte e massacrarla di botte: per quanto quel pensiero sembrasse inutile, sul momento non gli importava. Doveva però aspettarsi che l'inugami l'avrebbe ostacolato.

Quando la bestia balzò, li coprì immediatamente col suo peso, Akane strillò paonazza. Udì le voci dei compagni gridare il suo nome e le loro aure farsi agguerrite.

L'Hōkō l'aveva fatto cadere, era riuscito a girarsi sulla schiena ma, per quanto ci provasse, non riusciva a scrollarselo di dosso. Sentiva il fiato putrido del cagnaccio sopra il viso. Quasi senza rendersene conto, estrasse il pugnale della sacerdotessa dalla cintola e mirò agli arti. Lo colpì una volta sola, l'inugami infatti schivò il secondo affondo, arretrando incerto sulle zampe.

Sfidando lo spirito del cane albino con la sua spatola roteante, Ucchan lo difese, frapponendosi tra loro. Ora Yuriko aveva interrotto il suo canto.

Ranma alzò la mano con il pugnale insanguinato. -Lo riconosci questo?- urlò nella sua direzione.

-Il mio pugnale... come hai osato! - i capelli neri della ragazza presero a sollevarsi in modo innaturale mentre levitava a mezz'aria. -Molti yamahoshi prima di voi hanno tentato d'impossessarsi del mio inugami. Sono tutti morti o fuggiti da questa foresta a gambe levate e voi non siete migliori, né più forti di loro, quindi preparatevi a morire!

Mentre parlava, una pioggia di hira shuriken si scagliò contro l'Hōkō: Konatsu era intervenuto a spalleggiare Ucchan nella lotta.

Approfittando della distrazione di Yuriko, Ranma canalizzò il suo spirito e dimezzò la distanza che li separava. Le tavole di legno del ponte parevano solide, ma il vuoto sotto di esse era vertiginoso. La sua tecnica dell'invisibilità impressionò indubbiamente la miko.

Raggiuntala, le porse il pugnale appena usato. -I tuoi discendenti me l'hanno offerto in dono al vostro santuario come segno di benevolenza.

Avvertì una presenza sopra di sé. Era l'Hōkō che era balzato dietro lo spettro. Poi il ponte tremò alle sue spalle e quando si voltò vide Konatsu e Ryoga che lo raggiungevano seguiti dalle ragazze.

-Non l'avete rubata? Non siete venuti qui per portar via il mio cucciolo? - rispose ingenuamente Yuriko. D'improvviso capì il perché del suo tremendo atteggiamento, tutti gli attacchi e le illusioni subite erano stati architettati per impedire che la sua missione di inugami-mochi fallisse. Per proteggere il suo Hōkō.

Scosse la testa. Yuriko sgranò gli occhi, colpita, ed indicò la piccola Akane che aveva emesso gli ultimi singhiozzi del pianto: -Allora come mi spiegate il sacro cerchio al suo polso? Che avete fatto?!

-Ti abbiamo detto e ripetuto che noi non siamo dei ladri, vogliamo solo liberare questa nostra coetanea dal cerchio... - pazientemente, Ryoga le spiegò ogni cosa. Quando ebbe finito di raccontare aggiunse: -Quindi sta a te, miko dei boschi. Ci aiuterai?

Yuriko levitò sopra di loro, poi scese osservando il polso di Akane da vicino. L'infante la guardava a sua volta con fare interrogatorio, ma per nulla spaventata dallo spettro.

-È pericoloso, non ho mai visto il cerchio ridotto in queste condizioni... forse c'è un modo, ma io non posso... comunque è un rischio anche solo pensare di provarci! - concluse ammutolendosi di nuovo.

Il cuore prese a battergli all'impazzata. -Che modo? Avanti, parla!

-Il cerchio è un tramite tra questo mondo e il Nirvana, io sono in grado di purificarlo... ma per salvare la vostra amica occorre anche il sacrificio di qualcuno tra i vivi, perché il cerchio si è già preso gli anni di questa ragazza... - la sua mano attraversò la testa di Akane come volesse farle una carezza. -E per ritornare alla dimensione originaria deve risucchiare l'energia dall'età di qualcuno dei viventi, il che significa accorciare la vita di questa persona. Per questo è impossibile pensare che...

-Lo farò! - era così strano udire quelle parole uscire dalla propria bocca. Sentiva gli sguardi sconcertati di Shampoo, Ukyo, Konatsu, Ryoga e Mousse su di sé.

Ma recriminassero ciò che volevano, lui non avrebbe lasciato la sua fidanzata in quello stato. Non avrebbe sopportato di vederla crescere schiava del cerchio che portava al polso. O di domandarsi ogni stramaledetto giorno che passava perché non fosse stato in grado di salvarla!

Come uno spiffero di vento, Yuriko gli si fece vicina. -Ne sei sicuro? Lei è così importante per te?

Chinò la testa, non riuscendo ad articolare alcunché.

-Non farlo, Ranma!

-Ucchan...

-Diciassette anni! E se non ti bastassero? Se... se qualcosa andasse storto?- l'espressione di rimprovero sul viso della sua amica d'infanzia non lo colse impreparato. E Akane scoppiò a piangere mettendolo ancor più in imbarazzo.

-Posso farlo anch'io! Questa storia va avanti da troppo tempo. - si propose Ryoga. Shampoo scosse la testa, incrociando le braccia indispettita, ma Mousse le impose di stare zitta con un cenno.

La miko tese una mano come per arrestare Ryoga. -Può bastare il ragazzo col codino, non vorrei sovraccaricare il cerchio sacro, sarebbe un errore, è già molto danneggiato e temo che si verifichino delle anomalie...- quindi fissò Ranma: -Sei pronto? Afferra il sacro cerchio.

Lo fece. La sacerdotessa si introdusse all'interno del braccialetto scomparendo in un battito di ciglia. Un minuto dopo, la pelle di Akane sembrava brillare come una perla.

A poco a poco il bracciale levitò, scivolando via da lei e Akane riprese gradualmente la sua vera età. Il metallo del cerchio bruciava e si contorceva così tanto che sfuggì dalle dita di Ranma, schizzando verso il cielo, dove si frantumò in mille pezzi.

Sentì una violenta fitta al braccio. Automaticamente si portò l'altra mano a massaggiare il muscolo contratto, respirando con affanno. Chiamò Akane, la fidanzata non rispose ma il suo corpo nudo ebbe un fremito. Ranma allora la fece coprire con uno degli yukata che Konatsu portava sempre con sé.

Dopo l'esplosione del bracciale, una spirale di nubi scure e minacciose si stava formando sopra le loro teste. Dall'occhio del vortice uscì Yuriko, mentre il fenomeno atmosferico s'ingrossava sempre di più.

-Presto! Dissolviamolo! - gridò: -Il rituale è fallito, il cerchio spezzandosi ha aperto il varco! Se non interveniamo, la terra verrà inghiottita dal Nirvana e questo è male! - mentre gridava alcune assi di legno del ponte vennero risucchiate dal vortice.

Vide l'Hōkō saltare e venire trasportato verso l'alto assieme a vari detriti informi, insensibile alle urla contrarie della miko. Il ponte traballava e sotto di loro la lava ardeva, placida. Sopra di loro cresceva invece il buco nero.

-Ranma... che sta succedendo? - Akane, paonazza si aggrappò al suo collo.

-Ti spiegherò tutto a casa, prima dobbiamo salvare il mondo!

Lo guardò confusa, ma non obbiettò. Ranma si alzò voltandosi a fronteggiare l'eterno disperso. -Tu! Avevi detto che avresti aggiustato tutto! Ma sei il solito idiota! - Lo colpì in mezzo agli occhi così forte che si fece male alle nocche. Ryoga barcollò all'indietro mentre il sangue gli colava dal naso; il ragazzo provò inutilmente a bloccarlo con la pressione delle mani.

Una delle corde del corrimano venne via come un elastico troppo tirato e intorno a loro tutto vibrò terribilmente. Lanciando le sue catene verso un gruppo di alberi, Mousse cercò di rallentare il crollo imminente e di salvare le ragazze.

Il girovago si guardò i palmi pieni di sangue, allibito.-Che diavolo ti dice il cervello?

Scusami Ryoga, è necessario. Sganciò un altro pugno su di lui. Il coetaneo stavolta fu più preparato e si scansò.

Furioso, Ranma indicò Akane. -Hai visto cosa le hai fatto, P-chan? E ad Akari? Credevi di avere il diritto di usarle come e quando ti pareva?

-No, Akari... lei...- Ryoga cadde sulle ginocchia, il volto paonazzo. Mancava solo il colpo di grazia. Gli piombò a piedi pari sulla testa. -Le spezzerai il cuore! Vuoi che ti lasci?

Si sentiva davvero meglio, ora che si era sfogato. Con sua grande soddisfazione, l'aura negativa di Ryoga aumentò di colpo.

-Brutto bastaaaardo! - il suo avversario esplose facendo partire uno shishi hoko-dan con i fiocchi.

Si gettò di lato appena in tempo per schivare il contraccolpo, prima del collasso del ponte.

***

I piedi le scottavano. Sotto di loro c'era una cortina di fumo e un mare di lava incandescente. Erano appesi ad una fune che si stava lacerando e chissà se avrebbe retto abbastanza a lungo.

Per di più, non si sentiva per niente comoda in quello yukata rosa antico. Si strinse a Ranma mentre udì la voce di Mousse che li chiamava.

-Akane, come ti senti?

-Sono di nuovo nel mio corpo, quindi direi bene, anche se siamo appesi e tutto il resto...

Ranma la guardò con gli occhi fuori dalle orbite. Cercò d'informarlo: -Ero cosciente per tutto il tempo in cui sono stata una lattante.

-Tu... – cominciò il fidanzato rabbrividendo. -Ricordi tutto?

Akane sorrise. -Ho visto e sentito tutto, sì! - scandì quel “tutto” in modo eloquente. Ranma rimase senza parole per alcuni istanti, elaborando il concetto nella sua testa. -Tutto, cosa?

-Non farmi domande ora, anche perché, Ranma Saotome, sarai pure riuscito a salvare il mondo, ma ti ricordo che noi siamo ancora in pericolo...

-Lo so bene. – replicò il ragazzo facendo il grugno. -Non preoccuparti, ti tirerò fuori da qui! -Doveva ammettere che la presenza del fidanzato riusciva a calmare la sua apprensione.

-E se provassimo ad arrampicarci? - Non era una domanda, perciò Akane prese la fune con ambo le mani e provò ad issarsi di qualche passo.

Gruppi di sassolini franarono giù e la colsero di sorpresa. Vista la scena Ranma la trattenne per la vita.

-Buona. Non muoverti. È troppo rischioso!

-Mi bruciano gli occhi... - si lamentò, sbattendo ripetutamente le palpebre per calmare il fastidio. Senza badarle troppo, il ragazzo replicò: -La vedi quella rientranza? Se ci dondoliamo fin là e ci saltiamo dentro prima che la cima si spezzi, saremo al sicuro.

Akane strizzò gli occhi, la vide ed infine annuì. Cominciarono a dondolare, ma non si avvicinarono abbastanza per il salto e tornarono al punto di partenza, con Ranma che subì il colpo alla parete per entrambi.

-Ti... ti sei fatto molto male?

Il ragazzo sorrise. -Non è che sei ingrassata? Perché se tu fossi stata ancora una poppante saremmo già saltati dentro quella nicchia!

-Baka!

-Io sarei il baka? Hai rischiato di fare un viaggio di sola andata per il Nirvana e non ti...

-Tanto con tutte le fidanzate che hai, una sostituta l'avresti trovata benissimo... - lo interruppe, simulando indifferenza.

Ranma si rabbuiò: -Pensi davvero che la mia vita potrebbe... essere la stessa... senza... - deglutì un groppo che gli si era formato alla gola.-...di te?

Akane si sentì stringere il petto. Lui aveva davvero pensando di perderla? Stava vivendo ancora l'incubo di Jusendo, tormentandosi in remote fantasie?

-Ranma... io sono qui adesso, non mi hai perso.

-Non mi sembra ancora vero...- sussurrò poggiando la fronte sulla sua.

Lei gli accarezzò la nuca. -Ranma, ce l'hai fatta, sono qui accanto a te e non ti lascio... Io ti amo Ranma.

Non sopportava che la vedesse arrossire, così Akane chiuse gli occhi per un attimo. Ranma le mostrò come potesse essere appassionato e tenero insieme con un bacio.

D'un tratto sentì uno strano rumore ed ebbe la sgradevole sensazione che la corda stesse cedendo di un centimetro.

A conferma di ciò Ranma interruppe il contatto fisico e accennando alla nicchia con la testa sussurrò: -Sei pronta a riprovarci?

Ricominciarono a dondolarsi. Ma la corda si stava logorando persino mentre il fidanzato le dava il via.

-Al mio tre.

Accompagnò il movimento di Ranma col suo corpo e dondolarono insieme per un paio di volte.

-Uno...

-Due...

L'aria le frustò il viso, mentre percepì un vuoto spaventoso, come infinito.

-Ranma! - urlò contro al fidanzato che aveva barato, lasciando andare la fune prima del tre. Sentì il sibilo della corda che precipitava alle loro spalle e il suo corpo tendersi per la paura di non raggiungere la cavità rocciosa tanto agognata. Poi una catena li afferrò e con un colpo di frusta li trascinò all'indietro.

***



Finalmente afferrò la mano di Ranma, che con un ultimo sforzo spinse Akane tra le sue braccia. Proprio mentre ciò accadeva, Shampoo si aggrappò a Saotome, spezzandogli il fiato in gola.

Quante volte aveva visto scene come quella? Eppure Mousse sentiva che il dolore non era affatto diminuito dall'ultima volta che li aveva visti tanto vicini. Per lui era come vivere in un incubo.

-Shampoo felice che futulo malito essele salvo! - esclamò l'amazzone. Scosse la testa, cercando di non pensarci.

-Akane, stai bene? - Le chiese cingendola per le spalle.

-Sì, grazie Mousse... dove sono gli altri? Non c'erano anche Ryoga e Konatsu sul ponte?

Repentinamente Shampoo si voltò verso di lei, fulminandolo con gli occhi.

-Lyoga avele piccolo ploblema al naso, spatolona e suo selvo stanno calmando emollagia...

Mousse tolse immediatamente le mani dalle spalle di Akane ed aggiunse: -Non potevamo lasciare Ryoga da solo, o si sarebbe di nuovo perso.

Dopo averlo ascoltato Akane tirò Ranma per la treccia sussurrandogli qualcosa nell'orecchio. A giudicare dall'espressione del giovane, doveva avergli detto qualcosa di veramente sconvolgente.

***



Dobbiamo parlare di Ryoga, anzi di P-chan.”

Per poco non gli venne un colpo.

Akane aveva scoperto il segreto di Ryoga. Quello che lui voleva portarsi nella tomba.

Scoppiando a ridere per celare il suo umore fin troppo serio, Ranma chiese a Mousse di lasciarli soli, lui e Akane dovevano parlare e sarebbero rimasti lì per qualche minuto, prima di tornare dagli altri. A malincuore, le si leggeva in viso, persino Shampoo comprese che non era il momento di gironzolargli attorno e raggiunse il cinese miope.

Quando se ne fu andata, Akane cominciò a fargli il terzo grado: -Perché mi hai nascosto l'identità di P-chan? Tu lo sapevi!

Provò a difendersi articolando le prime parole che gli vennero in mente.

- Io ho pro... provato a dirt...

La fidanzata, colpendolo alla nuca a mano tesa, bloccò sul nascere le sue scuse. -Dovevi provarci di più, non sei stato affatto convincente!
-Sei la solita testona! Quando ho provato ad essere convincente, mi hai scambiato per un pervertito!

Akane arrossì. -Sei venuto di nascosto, di notte, in camera mia! - commentò furibonda a due soli passi da lui.

-Perché ero geloso! - sbuffò. -L'hai capito o no, razza di stupida?

Akane fece finta di scacciare una mosca dal naso. -Ma in tutto ciò, Ryoga si è fatto un idea irreale di me, malsana direi. Tutte quelle notti che l'ho fatto dormire con me, se ci penso... che vergogna! - nascose il viso tra le mani.

-Cosa intendi fare con Ryoga, ora che sai la verità?

La fidanzata riprese la propria compostezza. -Credo che adotterò la tecnica segreta della scuola di lotta Tendo.

-Cos'è? Una tecnica con colpi di martello da cento chili?

-Niente del genere. Me l'ha insegnata mia madre. Non si infierisce su qualcuno che è già a terra, tutto qui. Mi diceva sempre che non c'era nulla di bello, o di nobile, nell'infierire. Se Akari poi venisse a sapere di questa vecchia storia di me e P-chan...- sospirò.

Ranma si grattò sotto al mento. -Già Akari è così insicura, ti ricordi quando pensava che Ryoga fosse innamorato di me?

Akane lo tirò per un braccio. -Ryoga non vuole che io sappia il suo segreto, se ne vergogna, anche tu ti vergogni di trasformarti in una donna...

-Sì, ma è diverso... anche se hai ragione a voler rispettare la sua decisione. Però... non sei arrabbiata con lui?

-Arrabbiata? - ripeté Akane. -No, Ranma, non sono arrabbiata, sono delusa perché porcellino-chan, il mio P-chan non è mai esistito. O almeno non come credevo io. - sorrise amaramente prima di aggiungere: -Richiamiamo Mousse e Shampoo, che dici?

Annuì e con un fischio attirò l'attenzione dei due cinesi, che aspettavano a pochi metri di distanza.

-Siamo pronti, andiamo! - gridò, alzando un braccio.

***



Akari. Dolce Akari.

Desiderava tanto riabbracciarla. Chissà come l'avrebbe accolto una volta che fosse tornato a casa. Avrebbe dovuto spiegarle molte cose, e inventarne delle altre.

Non voleva farla preoccupare inutilmente per il coinvolgimento di Akane. Tuttavia avrebbe fatto in modo che errori simili non si ripetessero in futuro, non dovevano ripetersi. Voleva diventare un uomo migliore.

I suoi compagni stavano riprendendo le forze, chi disteso sull'erba, chi rimettendo a posto le proprie cose dentro allo zaino.

Dovevano riposare e prima di tornare al santuario la strada era lunga. Ukyo lo sapeva bene e stava preparando un picnic con degli avanzi, aiutata da Ranma, che in realtà aveva trovato un modo per assaggiare le pietanze per primo.

Da quando erano tornati Mousse, Akane, Ranma e Shampoo, lui era l'unico che non si era ancora avvicinato ad Akane per chiederle come stava. Aveva in corpo una strana ritrosia. Doveva assolutamente rompere ogni indugio o non sarebbe più riuscito a guardare la ragazza negli occhi.

Lei stava parlando con Konatsu e non poteva vederlo arrivare, perché era di spalle. Le toccò la spalla con un dito e Akane si girò verso di lui.

-Akane!

Lei lo scrutò senza proferire una parola, accennando un sorriso. Meglio così. Era più facile vincere la timidezza se lei non parlava.

-Sono così felice di vederti e... ti chiedo scusa, mi dispiace così tanto... se non fosse stato per me, tu... - abbassò lo sguardo mordendosi un labbro tra i canini.

-Ryoga... - cominciò Akane prendendogli la mano. -Io non ricordo quello che è successo negli ultimi giorni, ma tu sei così gentile a preoccuparti tanto per me... E poi sei venuto fin qui per soccorrermi, no? Sei l'amico al quale scrivo di più, anche se nelle tue lettere descrivi che cosa trovi nei ripostigli, o altre mille curiosità domestiche e non parli mai di Akari. Non capisco perché! Akari non è un segreto per nessuno.

Sentì il cuore in gola pompare con ritmo furioso. -Hai ragione. Akari mi odierà se continuo a trascurarla... e non potrei darle torto... sono un disastro!- contemplò i fili d'erba tra i suoi piedi.

-Questo no. Akari ti ama, si nota benissimo. E sarebbe in grado di fare i salti mortali per te. Sai una cosa? Vorrei uscire con lei per conoscerla meglio... Credo che diventeremo due ottime amiche. Del resto gli argomenti comuni non ci mancano, i maiali piacciono ad entrambe!

Quasi gli venne un infarto. Cos'aveva detto Akane sui maiali?

Facendosi forza, Ryoga sollevò lo sguardo sui suoi occhi castani così sereni.

-I ma-maiali amano stare con chi li coccola, in effetti... Sono immensamente grato di sapere che mi hai perdonato, ma ribadisco il concetto... hai rischiato grosso per una mia assurda leggerezza, io ti ho regalato quel cerchio e se c'è qualcuno che devi ringraziare quello è proprio il tuo fidanzato, senza il suo intervento io non sarei nemmeno qui adesso... è stato un vero amico e poi lui ti ama davvero, e non è un codardo come il sottoscritto.

Lasciò andare la sua mano sottile, mentre Akane arrossiva: -Ryoga, non commiserarti ora, sei un ragazzo d'oro, credimi. E comunque stai sopravvalutando Ranma, non ti è affatto superiore. A volte è impossibile, barbaro e tagliente come una katana. - Akane sorrise nel momento in cui finì l'elenco, come se tutti quei famosi difetti potessero metterla a dura prova, ma mai annientare la sua forza d'animo e la sua capacità di perdonarlo. In questo lei e Akari si somigliavano.

O forse tutte le donne innamorate passano attraverso gli stessi tormenti.

Inspirò sonoramente:-C'è un'ultima cosa che dovresti sapere, forse, io... io ora sto con Akari perché lei mi fa sentire necessario ed è una fidanzata così paziente... non potrei mai lasciarla senza rimpiangerla come un perfetto idiota, ma c'è una cosa ancora che non ti ho mai detto e... riguarda la prima donna che abbia mai...

-Aiuto! Aiutatemi!- Riconobbe all'istante le grida angosciate di Yuriko.

Qualcosa fece sibilare le chiome degli alberi, infine lo spirito apparve tra di loro. Il suo volto era sfigurato dalla più lugubre tristezza. -Che succede, sacerdotessa? - Le chiese sbrigativo Mousse.

-Aiutatemi! Il mio Inugami è andato via e non tornerà... -cominciò a rivelare il fantasma. -Ma so perfettamente che non mi ha tradito, mi è sempre stato fedele, mi era affezionato e... se ha preferito entrare nel Nirvana è stato solo per lasciarmi libera dal mio servizio... perché sentiva che a volte facevo fatica a fare questa esistenza. - si compianse apertamente. -Senza di lui non mi resta che tornare nella mitamaya. So che lui aveva scavato una fossa sotto ad un albero, per nasconderla. Dovete scavare dove vi indicherò, o continuerò ad assillarvi per tutta la durata della vostra esistenza!

Si fecero condurre dal fantasma e scavarono di un braccio il terreno prima di trovare lo scrigno. Ranma lo prese e lo aprì.

Dentro, una luce sfolgorante lo indusse subito a richiuderlo.

Lo spettro lo avvisò: -Non avere paura, ragazzo. Un'ultima cosa prima di salutarvi. Come saprai il cerchio sacro non esiste più, ma il suo potere non ha assorbito i tuoi anni di vita, perché la crepa che lo sfregiava l'ha reso incontrollabile, con gli effetti devastanti a cui tutti voi avete assistito.- si fermò per un istante.

Colse lo sguardo di Akane saettare sul volto del fidanzato, che girò il capo, arrossendo.

-Grazie a voi dopo tanti secoli posso finalmente riprendere la via del samsara. Non lo dimenticherò, statene certi. Aprite il mio scrigno, poi una volta che me ne sarò andata sotterratelo qui, dove l'avete trovato, con la mia benedizione.

Le tavole di legno si aprirono di nuovo. Una luce scaldò il profilo di Yuriko e dalla mitamaya udirono un abbaiare familiare.

- È lui, il mio inugami. Allora mi stava aspettando! - esclamò la miko sorpresa, ritrovando il buonumore giusto un istante prima di venire assorbita dalla luce. La sua figura esile si perse nel candido splendore che tutti osservavano in assoluto raccoglimento.

-Siete un gruppo affiatato. Se fossi vissuta più a lungo, avrei tanto voluto avere degli amici come voi! - sentirono ancora la voce di Yuriko sfumare lontana.

Prima di saperlo si ritrovò a gridare.-Buona fortuna!

Mentre gli altri la salutarono con molti: -Arrivederci! - e -Buon viaggio!

Dopo il commiato, Akane gli si fece di nuovo vicina.

-Cosa mi stavi dicendo, Ryoga? Riguardo la prima donna che tu abbia mai... amato?

Prontamente Ranma si mise in mezzo a loro.-Già. Di chi stavi parlando, è una ragazza che hai incontrato in qualche viaggio dei tuoi? - domandò, mentre aspettava il momento buono per colpirlo alle spalle.

Colto dal panico, Ryoga sventolò una mano davanti al viso. -Ehm... di una ragazza che non conosci e che non scorderò mai, ma lei è sempre stata innamorata di un altro uomo, uno zotico arrogante e presuntuoso...

Akane sorrise, mentre Ranma gli mise un braccio intorno al collo, sussurrandogli a mezza bocca nell'orecchio: -E sarà bene che quello zotico non te lo scordi mai... capito, P-chan?



Fine

***



Yamahoshi: gruppi (o individui) isolati di eremiti, asceti e "santoni" delle montagne, che seguivano la via dello Shugendō, una ricerca di poteri spirituali, mistici o soprannaturali ottenuti mediante l'ascetismo. Abili nell'uso di un'ampia varietà di armamento.

Hira shuriken: dardi ninja di varie dimensioni e fogge. Dette anche comunemente stelle ninja.

Yukata: kimono estivo, indossato anche durante le feste.

Bento: pranzo al sacco, misto di verdure carne, pesce e riso.



Voglio ringraziare ancora il mio beta-reader Kuno e Moira per essermi stati vicini durante la stesura della ff e avermi aiutato ad evitare gli errori più grossolani, o semplicemente d'avermi consigliato pur lasciando a me l'ardua scelta, ma sopratutto per aver sopportato i miei scleri da fanwritten, vi voglio bene! ;) Ciauzzz!


   
 
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