Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Asuka_Asami    11/01/2014    9 recensioni
Storia in revisione;presenza di errori di battitura come TOMILINSON o robacce del genere, scusate. Provvederò a correggere al più presto ogni singolo errore. 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
C'è un lato di me che cade a pezzi ed è la parte che tu non vedi.
-Fabri Fibra
Le parole gli morirono in gola, mentre cercava di rispondere a tono. Sussultò non appena sentì le mani possenti e maledettamente grandi di Harry, accarezzargli il ginocchio, per poi risalire lungo la coscia soda che Harry già adorava. Sorrise, vedendo il suo professore rimanere immobile.
“Vieni con me, Louis. Lo vedo che mi desideri, che vorresti baciarmi, torturarmi, farmi gemere, godere …”
“Taci, cazzo.” Sbottò, irritato da quelle parole che avevano un sapore amaro, troppo proibito per essere assaporate. Lui, contrariamente a ciò che lo spingeva ad accettare qualsiasi assurda richiesta di Harry, apparteneva a Zayn. A lui soltanto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


6 Capitolo


E ci sembra di essere soli, completamente inutili, ma, in realtà, siamo noi a cercare la solitudine, perché è lei la migliore compagnia che crediamo di poterci permettere.  
 

“Vaffanculo”  Sbraitò Zayn, sedendosi sul letto con la testa fra le mani. Louis non era ritornato per pranzo.  La tavola era apparecchiata, il suo stufato di manzo era ancora fumante  sopra il tavolo perfettamente sistemato. Zayn non aveva il coraggio di scendere in cucina e osservare il   pranzo che voleva condividere con Louis; Ma lui non sarebbe tornato. Si pentiva amaramente di aver deluso ogni aspettativa di suo marito.  
Ieri, dopo averlo cullato per ore, mentre piangeva sul suo petto  coperto da un velo di sudore, aveva creduto che l’avesse perdonato, che tutto fosse risolto. Invece, in quel momento, si ritrovava da solo, ad urlare e pensare una sola spiegazione che potesse giustificare l’assurda assenza di suo marito, che aveva deciso di lasciarlo solo. Zayn aveva bisogno di lui, della sua pelle, del suo respiro che era la ragione che lo spingeva a credere a qualcosa di meraviglioso. Louis era il   carburante  che alimentava il suo corpo, rendendolo forte. Senza lui nulla aveva senso. Tutto era buio, come prima che lui arrivasse a scombussolare la sua vita.
Dove sei, Louis?
 
 
 
La panchina su cui Louis era seduto, era circondata da un’immensa distesa di foglie secche e alberi spogli, testimoni di quell’inverno imminente, che si prospettava uno dei più freddi. Il suo pensiero era rivolto a Zayn, il quale, certamente, lo stava spettando ansioso. Ricordava che  la sera precedente  si erano amati di nuovo, ritrovandosi, bramando l’unione dei loro corpi che sembravano plasmati per appartenersi, come su uno fossero l’uno il pezzo mancante dell’altro.
Un principio di sorriso si dipinse sulle labbra, subito spento, però, dal pensiero del suo imminente tradimento. Louis non riusciva a resistere a quel corpo pallido, macchiato da segni indelebili che raccontavano la sua storia. Louis era attratto da ogni forma di dolore, forse perché cercava qualcuno con cui condividere il proprio; e quel qualcuno non era Zayn. Louis lo amava, indubbiamente. Era stato il suo primo amore, il suo primo bacio, la sua prima volta, il suo primo sorriso dopo un periodo orribile. Ricordava, a distanza di anni, ogni singolo dettaglio del loro primo incontro. Ricordava la  paura di Zayn, che non gli permise nemmeno di presentarsi. I suoi occhi velati da un rossore, segno del suo dolore, della sua dipendenza da sostanze che lo stavano distruggendo  solo fisicamente erano un ricordo indelebile, incredibilmente vivido. Perché, purtroppo, Zayn era già totalmente distrutto dentro. Non c’era possibilità di peggiorare, ma, grazie all’aiuto di Louis, era riuscito a mettere insieme pezzi di una vita frenetica, dolorosa. Louis invece, era ancora integro, ma, i demoni che erano gli eventi orribili che aveva vissuto, avevano modellato il suo carattere, rendendolo buono, altruista, insicuro. Quei maledetti ricordi, purtroppo, non solo lo avevano cambiato, ma lo stavano annientando morso dopo morso.

I suoi occhi cristallini, slittarono verso destra, dove la nebbia era più fitta, focalizzandosi sulla figura possente ed attraente di Harry che lo osserva con interesse. Harry trovò Louis dannatamente eccitante con gli occhi lucidi, il naso arrossato dal freddo e le labbra screpolate che lo invitavano a baciarlo con voracità. Erano soli. Due anime in pena che cercavano la felicità, seppur in modo diversi. Due anime piene di segreti che non avrebbero mai rivelato perché troppo vigliacchi per affrontarli e perdere.
Harry, avvolto nel suo giubbotto nero e pesante, lo osservò in silenzio, cercando di cogliere l’ombra di un possibile pentimento per esserli lì, in quel luogo appartato, con quel ragazzo che voleva solo fargli del male.
“Sei venuto, alla fine.” Disse retorico, mentre la voce roca accarezzava sensualmente la pelle gelida di Louis, il quale si irrigidì.
“Anche tu.” Rispose, con gli occhi rivolti verso il basso e le guance che sembravano voler andare al fuoco per quella vicinanza invadente, anche se non nuova.
“Oh, sì. Ho voglia di venire anche più tardi.” Louis si voltò di scatto, imbarazzato dalla piega della discussione, mentre il rimorso di aver lasciato Zayn solo, si insinuava nella sua mente. Perché il marito era un pensiero costante, permanente, come i tatuaggi che decoravano  quella distesa di pelle diafana che apparteneva ad Harry.

Le parole gli morirono in gola, mentre cercava di rispondere a tono. Sussultò non appena sentì le mani possenti e maledettamente grandi di Harry, accarezzargli il ginocchio, per poi risalire lungo la coscia soda che Harry già adorava. Sorrise, vedendo il suo professore rimanere immobile.
“Vieni con me, Louis. Lo vedo che mi desideri, che vorresti baciarmi, torturarmi, farmi gemere, godere …”
“Taci, cazzo.” Sbottò, irritato da quelle parole che avevano un sapore amaro, troppo proibito per essere assaporate. Lui, contrariamente a ciò che lo spingeva ad accettare qualsiasi assurda richiesta di Harry, apparteneva a Zayn. A lui soltanto.
Chiuse gli occhi, mentre un vento gelido, prepotente, si scagliò contro i loro visi, facendoli tremare.
“Questo parco è uno dei più belli che io abbia mai visto.” La sua voce roca sfiorò i lineamenti delicati e femminili del volto di Louis, il quale  si irrigidì, cercando di focalizzarsi sul dolore che era contenuto nella voce calda e bassa di Harry.

Louis si guardò intorno, cercando di cogliere un minimo di quella bellezza che quel parco, avvolto nella nebbia fitta e pieno di silenzio, emanava, ma nulla era comparabile alla meraviglia che era il volto pallido di Harry.
Harry si voltò, catturando lo sguardo meravigliato e celestiale di Louis, che in quel momento lo osservava curioso e silenzioso, senza respirare  quasi, per non infrangere con il suo respiro quel silenzio che alleggiava dolce e melodioso intorno a loro.
“Vieni con me, Louis.”
“Cosa?” La sua era solo una domanda retorica, per assicurarsi che avesse sentito bene, perché, ormai, era sicuro che il suo cuore avrebbe seguito l’oscurità di Harry per perdersi in un vortice di sentimenti così bello e conosciuto, quanto inquietante e pericolo.
“Vieni con me. Lasciati andare. Dimentica tutto.” Disse, avvicinandosi al suo orecchio, per sussurrargli le parole più allettanti e vere.
“Vieni con me, Louis. Dimenticati di tutto solo per una notte.” Louis non doveva dimenticare. Doveva, invece, cercare di ricordare, facendo riemergere i ricordi  dolorosi della peggiore adolescenza che un ragazzo potesse avere, per non ripetere l’errore di far soffrire ancora un uomo; In quel caso, il suo uomo, suo marito, la ragione per cui aveva deciso di abbandonare   Doncaster e lasciarsi tutto alle spalle.
“Non devo dimenticare nulla, Harry.” Disse freddo. Harry sorrise sghembo, mostrando la fossetta sulla guancia sinistra. Harry voleva averlo, possederlo, fargli del male per stare bene, per non sentirsi più solo. Se avesse sofferto anche Louis, seppur solo fisicamente, si sarebbe sentito compreso, magari compatito. In qualsiasi caso, il dolore che avrebbe fatto provare a Louis, avrebbe riempito, in parte, quella stanza silenziosa, che avrebbe ospitato i loro atti di passione, se solo   avesse accettato. Ma, Harry non sapeva che anche Louis soffriva tanto quanto lui.
“Sì, invece. Dimentica tutti i sentimenti. Annullati con me, dentro di me.” Sussurrò, in maniera sensuale, come una promessa incredibilmente bellissima e unica; Una promessa che avrebbe soddisfatto entrambi, ma che li avrebbe distrutti.
Louis abbassò lo sguardo, allontanandosi dal volto  troppo vicino di Harry. Il pensiero di Zayn, del suo sguardo luminoso, profondo, paradisiaco lo tormentava, impedendogli di prendere la decisione più sbagliata. Zayn bloccava la sua mente, impedendogli di ragionare; Bloccava il suo cuore, impedendogli di battere. Lui era la sua prima scelta, ma non era l’unica. La notte che avevano condiviso la sera precedente era, forse, una delle più belle e amare che avessero mai passato. L’amore, i sensi di colpa, la rabbia erano gli unici sentimenti che incorniciavano il loro  talamo, mentre cercavano di chiedersi scusa e di perdonarsi.
“No, Harry. Mi dispiace.” Si alzò, cercando di scrollarsi di dosso tutti i brividi che lo stavano attraversando.
In un attimo, la sua bocca venne riempita dal dolce e delicato sapore di Harry, il quale aveva bloccato i suoi polsi, per impedirgli un altro rifiuto. Harry necessitava di sentire, per l’ennesima volta, la morbidezza delle sue labbra, la delicatezza della sua lingua che inseguiva la sua dolcemente, in un modo che non credeva possibile, che non aveva mai provato. Harry conosceva solo la violenza. L’amore, la spontaneità era morta quel giorno, nel lago, insieme ad Alice.
Le loro labbra si muovevano sinuose, voraci, come se uno dei due potesse sgretolarsi e diventare cenere. Louis aveva paura di cadere in quella trappola che erano le labbra di Harry, ma, ormai, ogni singola paura, convinzione era sparita, lasciando spazio alla passione totalizzante che li aveva catturati.
 
 
 
Le mani di Harry tastavano con cura ogni centimetro della pelle di Louis, che ansimava sotto di lui, mentre le spinte del più piccolo erano violente, frenetiche.
La piccola stanza di Harry era riempita dai loro gemiti, dalle loro urla, dai loro nomi che venivano sussurrati, mentre si perdevano nel godimento più puro e magico. Il volto di Louis era rigato dalle lacrime salate. I sensi di colpa lo torturavano, il dolore lancinante al fondoschiena e alla schiena lo rendeva ancora più vulnerabile sotto il tocco poco delicato e feroce di Harry, che sembrava volesse solamente distruggerlo, per poi lasciarlo solo, in una stanza che aveva ospitato uno degli atti più orribili, ma al tempo stesso più bello che Louis avesse mai potuto commettere.
Aveva ceduto alle sue richieste, era ricaduto di nuovo tra le sue braccia, senza pensare a ciò che stava accadendo realmente. Non riusciva a credere che fosse lì, sotto Harry, mentre tradiva suo marito. Ma mai una scelta gli era parsa più naturale. Mentre si baciavano sul quel prato ricoperto di foglie secche, si era segretamente concesso ad Harry, che aveva capito di averlo in pugno. Il tragitto verso casa di Harry era stato così veloce che Louis non ebbe nemmeno il tempo di   concretizzare l’idea di diventare di un altro uomo. Tutto gli era sembrato naturale, come se il suo corpo gli appartenesse.
 
Harry si muoveva con una velocità sempre maggiore, mentre sentiva che le ultime barriere di Louis cedevano sotto le sue mani esperte, rudi, fredde. La sua mente non vedeva l’ora di vederlo solo, distrutto, amareggiato. Non sarebbe mai più stato solo.
 
Louis si sentiva sporco, vuoto, dolorante mentre si rivestiva con fatica. Harry, sdraiato con le braccia sotto la testa lo osservava divertito, mentre Louis si asciugava le lacrime che non smettevano di macchiare la sua pelle rosea, di una carnagione che Harry poteva solo invidiare, tanto era perfetta.
“Mi d- dispiace Harry.” Louis era a corto di parole. La sofferenza in quel momento era indescrivibile. Non sapeva cosa dire, come scusarsi, come fargli capire che  quell’errore madornale non doveva mai più ripetersi. Ne avrebbe risentito la sua sanità mentale, altrimenti.
“Non dire nulla, Louis. Ormai mi appartieni.” Il tono di Harry lo mandò in tilt, mentre le lacrime non volevano fermarsi.
“No, Harry. Io appartengo a Zayn. A lui soltanto, ricordalo.” Ma Harry non lo ascoltava più, semplicemente pensava a ciò che in futuro gli avrebbe causato. Nella sua mente, ormai, Louis era suo; Nessuno lo avrebbe portato via, perché nessuno poteva provare i brividi che solo Louis poteva causare. Le sensazioni che gli  aveva provocato mentre lo scopava potevano e dovevano essere solo sue. Sue e di nessun altro.
Si alzò dal suo letto scricchiolante, avvicinandosi a Louis che stava per uscire da quella camera, da quella casa che aveva profanato il suo corpo.
“Louis, adesso sei mio. Capito?” Harry si sarebbe riempito delle magnifiche sensazioni che Louis gli avrebbe donato, senza pensarci due volte, lasciandolo poi bruciare senza freno. Voleva essere egoisticamente felice, senza  condividere quella felicità che tanto cercava; Una felicità che, purtroppo, si ricavava dalla sofferenza che avrebbe causato a Louis. Era un circolo vizioso, terribile. Louis era triste, Harry era felice. Ma, in qualsiasi caso, entrambi erano indispensabili per completarsi.  
Louis senza Harry bruciava lentamente, ma con Harry la sua corsa verso l’auto distruzione era più veloce, tutta in discesa e ciò gli avrebbe permesso di non soffrire mai più. Ma Louis non aveva ancora deciso il tipo di tortura che lo avrebbe ucciso.
In quel momento voleva solo abbandonare Harry, per rifugiarsi con Zayn, permettendo ai demoni di torturarlo con lentezza, amplificando il dolore, così da fargli pagare l’errore che aveva commesso.
“Non rinuncerò a te. Ricordalo.”
 
 
 
 
 

AbigayleWood

Eccomi:D Questo capitolo è uno dei più brutti, ma è stato davvero difficile per me scriverlo.  Sembra molto affrettato, ma vi assicuro che non è così, poiché la storia è concentrata sul rapporto già sviluppato, ovvero, la storia entrerà nel vivo dal prossimo capitolo in poi. Abbiamo capitolo che tra Louis ed Harry c’è un’affinità alchemica che li porta l’uno nelle braccia dell’altro.
Onestamente non so se continuare …
Purtroppo, ragazze, è un periodo abbastanza orribile, dunque vi prego capirmi, di farmi sapere se vi piace. Sono molto insicura e non so mai se continuare o meno anche se le vostre recensioni mi danno la carica e ne approfitto per ringraziare Flox_93 che è dolcissima e carinissima con me. Detto questo, vi prego recensite, ho voglia di conoscere le mie lettrici e ci rimango male quando non recensite, magari anche per timidezza. Presentatevi e fatemi sapere se vi piace. Spero di continuare presto se ci sarà riscontro.
Bacioxx
 
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Asuka_Asami