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Autore: rekichan    31/05/2008    0 recensioni
[Seconda parte de: "Double Face"] Eiji Inuzuka prese rapidamente la parola, ultimando in pochi secondi la rapida, ma efficace, presentazione di se stesso, ostentata con tale sicurezza da lasciar trasparire molto più di quanto avesse realmente detto.
Quando il secondo gemello ebbe finito di presentarsi, tutti gli occhi si puntarono su Kyuubi.
La ragazza li squadrò ad uno, ad uno con gli occhi scarlatti, facendo calare un silenzio glaciale.
«Uchiha Kyuubi.» si presentò, scostando una ciocca dalla punta vermiglia.
I suoi compagni attesero che finisse di parlare, ma la giovane non sembrava voler procedere oltre.
A conferma di questo, la sua espressione stupita quando si rese conto che aspettavano un seguito.
«Ehm…io avrei finito.»
[MPREG]
Genere: Dark, Sovrannaturale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Itachi, Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Salve a tutti

Salve a tutti.

Come promesso, vi porto i primi capitoli de: “I sigilli del fuoco”, il seguito di “Double Face”.

Ringrazio in primis tutte le ragazze che hanno seguito la prima parte della trilogia, con la speranza che anche questa soddisfi le loro aspettative.

Vi avviso subito, però, che questa parte, ahimè e ahivoi!, non è conclusa.

Quindi, arrivata al capitolo 9 circa, vedrete gli aggiornamenti rallentare drasticamente.

Altra notiziola piccola, piccola ma che, forse, potrebbe interessare qualche cosplayer vagante.

Stiamo tentando, da un anno circa, di metter su il cosplay della trilogia.

A questo proposito, cerco qualche folle volontaria, disposta a partecipare.

Alla fine della pubblicazione dei capitoli, metterò la lista dei personaggi da portare.

In specie, si ricercano i personaggi maschili ç__ç. Se qualcuna di voi conosce due ragazzi che assomigliano almeno vagamente a Raijuu (sì, quello apparso in Double face =ç=) o a Ota (che conoscerete tra poco XD), me lo faccia sapere ç__ç!

Ora vi lascio alla fanfiction.

Ps: stiamo tentando di organizzare anche il cosplay delle bestie con le code da portare al romics 2008. Se siete interessate, fatevi vive. Il mio indirizzo è nel profilo autore.

Un ciuffo di capelli castani svettava sulla nuca del ninja, che si avvicinava furtivo al bersaglio.

La vena pulsava sulla tempia sinistra; segno d’evidente irritazione.

Raramente si arrabbiava, ma in quel momento Nara Shikamaru, trentasei anni, grado jonin e maestro all’accademia ninja di Konoha, era infuriato.

Prese fiato, prima di richiamare all’ordine la fonte della sua disperazione da quanto? Cinque anni?

«UCHIHA!»

La dodicenne aprì gli occhi di colpo, sgranando spaventata le iridi rosso sangue.

Un bordo azzurro lo evidenziava, rimarcando maggiormente la pupilla felina di un altrettanto intenso cielo.

La chioma, un tempo interamente bionda, aveva cominciato a sfumare su un tenue arancione, fino a diventare carminio.

Una fiamma che sfumava dal dorato della nuca fino al sangue delle punte, in un circolo di colori caldi che contrastavano col candore etereo della pelle.

Nessuno, guardandola, avrebbe potuto sospettare che quell’infuocata ragazzina potesse essere l’ultimo membro del prestigioso clan Uchiha, di cui gli appartenenti erano caratterizzati tutti da colori notturni.

Ma Kyuubi Uchiha non era mai stata una bambina normale, a cominciare dal fatto di essere figlia di Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki.

Fin qui tutto normale, considerando che il Rokudaime e il suo compagno erano il maggior concentrato di stranezze mai visto a Konoha e dintorni, ma c’era un piccolo, irrilevante particolare a cui ho dimenticato di accennarvi.

Kyuubi Uchiha era un demone.

Un demone mortale, inconsapevole di esserlo, ma un demone.

Nonostante tutto, neanche questa sua natura poco umana l’avrebbe salvata dall’ira del padre, appena convocato da Nara-sensei.

Calò il silenzio nella classe, quando Uchiha Sasuke, Anbu di 1° livello e comandante di una squadra speciale, fece la sua improvvisa comparsa, in una raffica di vento.

Con i suoi trentasei anni d’età, l’ormai non più ultimo membro del casato Uchiha non poteva più dirsi un ragazzo, ma di certo era rimasto un bell’uomo.

I capelli corvini erano stretti in una piccola coda, con alcune ciocche ribelli che, sfuggendovi, andavano a sottolineare i bei lineamenti marcati del volto. I severi occhi a mandorla, dello stesso taglio della figlia, scrutavano con pacata attenzione l’aula; le emozioni nascoste all’interno di quei pozzi neri.

A deturpare la bellezza di quel visto dietro cui aveva sospirato, e sospirava tutt’ora, più di una ragazza, una cicatrice che si notava appena sulla pelle candida e che pareva espandersi a tutto il corpo.

«Konnichiwa, Shikamaru.» salutò, con voce bassa e pacata.

«Konnichiwa, Sasuke. Non c’era bisogno che venissi subito.» si scusò il manipolatore di ombre, notando che l’Uchiha teneva ancora in mano la maschera felina con cui si copriva il volto durante le missioni.

«Nessun problema. Stavo andando a consegnare il rapporto giornaliero al Rokudaime. Non credo se la prenderà se non lo faccio di persona.»

Fischiò.

Un ragazzo dai capelli neri e grandi occhi verdi apparve nella stanza.

Il fisico sottile era fasciato dalla divisa Anbu e il tono reverenziale con cui si rivolgeva a Sasuke, lasciava intuire che fosse uno dei suoi sottoposti.

«Ota, consegna il rapporto al Rokudaime.» ordinò, lanciandogli un rotolo.

Il ragazzo lo afferrò al volo, arrossendo vistosamente, prima di sparire.

Gli occhi neri tornarono a posarsi su Shikamaru, ormai era consapevole che l’Uchiha non se ne sarebbe andato senza sapere cosa aveva combinato la sua figlioletta.

«Sasuke, andiamo a parlare fuori.» propose.

Sebbene insegnante severo, il Nara conosceva il carattere orgoglioso della sua alunna e risparmiarle una strigliata pubblica era il meno che potesse concederle.

Ma Sasuke fu irremovibile.

«Spiacente, ma se Kyuubi ha sgarrato qualche regola è giusto che me lo dici di fronte a tutti i suoi compagni.» decretò.

Gli occhi neri scrutarono la scolaresca, alla ricerca della testolina color fuoco che tentava invano d’inabissarsi sotto il banco.

Quando la trovò, le fece cenno di raggiungere lui e il sensei.

Con un sospiro rassegnato, la dodicenne si alzò.

Fisico minuto e acerbo, con il piccolo seno appena accennato sotto la maglia bianca che aveva indosso. La stoffa candida lasciava morbidamente scoperta la spalla destra e ricadeva lungo il corpo, arrivando appena più su dei corti pantaloncini scarlatti a mezza coscia.

Le dita sottili scostarono con noncuranza una ciocca ribelle, mentre i piccoli piedi calpestavano felpati il suolo.

Percorse lo spazio che la separava dalla cattedra con passo altero, dal portamento impeccabile, conscia che, se avesse voluto, avrebbe potuto schiacciare i suoi compagni come miserabili insetti.

Ma, ciò nonostante, quando si trovò di fronte al padre, si fece piccola come una bambina.

«Kyuubi…- sospirò Shikamaru -…si è addormentata di nuovo in classe. È la terza volta questa settimana. Ha, inoltre, avuto quattro richiami disciplinari per risse con i compagni e…»

Sasuke spostò lo sguardo freddo e impassibile dalla figlia al Nara.

«…e come mai io e Naruto non siamo stati avvisati?»

Inflessibile.

Una perfetta maschera d’indifferenza e controllo, ma Kyuubi poteva avvertire la delusione che aleggiava in lui.

«Ho mandato le note direttamente al Rokudaime.»

Silenzio.

Poi, nella calma glaciale dell’aula, l’impercettibile rumore dei nervi di Sasuke che si spezzavano prima che il ninja, con un gesto di saluto verso Shikamaru, sparisse.

Naruto Uzumaki era tranquillamente seduto alla propria scrivania.

Diventato Hokage una volta ventitreenne, tredici anni dopo il ragazzino svogliato non c’era più.

Al suo posto, si trovava un uomo fatto, dai bei capelli d’oro scompigliati.

Gli occhi azzurri sempre molto grandi e limpidi, come due specchi in cui si potevano leggere tutte le sue emozioni.

Il viso paffuto si era snellito e i lineamenti si erano fatti più marcati, sebbene risultassero sempre abbastanza morbidi, affatto segnati dagli anni trascorsi.

La pelle abbronzata presentava qualche cicatrice in più, ma la lunga tunica da Hokage rivestiva tutt’ora un corpo tonico e scattante, dalle forme sode che erano in grado di far impazzire il compagno.

Ma in quel momento, a nulla sarebbe valso lo sfoggio totale del suo sex appeal per salvarlo dalla furia del suddetto.

«Naruto!» con molto poco riguardo per il ruolo di Rokudaime che l’amante rivestiva e privo della sua rinomata calma, Sasuke Uchiha piombò nell’ufficio del biondo, con grande costernazione di un disperato Konohamaru che non era riuscito a bloccarlo e che, ora, si proferiva in profonde scuse.

Con un sorriso, Naruto lo congedò, prima di dedicarsi a Sasuke.

«Successo qualcosa, Sasuke-kun?» chiese, sorridendo sornione e ammirando il corpo ben modellato del compagno che si fletteva sotto la divisa da Anbu.

«Perché non sapevo nulla delle note disciplinari di nostra figlia?»

Poco incline a lasciarsi andare a fantasie sessuali quando si trattava di Kyuubi, Sasuke ignorò deliberatamente lo sguardo lascivo e provocante del biondo, andando subito al sodo.

Naruto sbuffò, alzandosi e mettendo alcune pratiche nello schedario.

«Sei troppo severo. È solo una ragazzina. E poi in accademia si annoia.»

«Ha picchiato dei compagni.»

«E’ solo un po’ vivace!»

«Poteva ucciderli, Naruto!»

Il Rokudaime si voltò verso il compagno; gli occhi cerulei che sprizzavano rabbia.

«E noi potevamo farle fare subito l’esame per genin!»

«Aveva sette anni!»

«E adesso ne ha dodici! È la persona con più chakra nel villaggio. Si sente bloccata, impedita! Le sembra che non la stimiamo abbastanza!»

L’atmosfera si stava facendo incandescente.

L’educazione ninja della figlia era sempre stato terreno di scontro tra i due, ma l’aveva avuta sempre vinta Sasuke.

L’Uchiha si era battuto strenuamente per mandare Kyuubi in accademia il più tardi possibile, rifiutandole il permesso di sostenere l’esame genin prima dei dodici anni, nonostante le proteste della diretta interessata, di Naruto e degli insegnanti che non riuscivano più a gestire l’immensa quantità di chakra della bambina.

Forse l’aveva frenata, ma era importante che trovasse un gruppo di coetanei con cui condividere le proprie esperienze.

«Gradirei essere messo al corrente del comportamento scolastico di mia figlia.» sibilò con evidente irritazione.

Naruto sospirò, accarezzando le braccia di Sasuke, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla, crogiolandosi nell’abbraccio che non tardò a giungere.

«Dai, Sasuke. Domani diventerà genin…lasciala respirare un po’.»

La stretta si fece più forte attorno alla vita del biondino, mentre il volto dell’Anbu affondava nei suoi capelli.

Dodici anni…quanto tempo era passato da quando quello scricciolo era venuto al mondo.

Nella sua mente si riaffacciavano i ricordi della bambina. I suoi primi vagiti; i primi passi…il primo dentino aguzzo che aveva lasciato Sasuke abbastanza perplesso su quella che sarebbe potuta diventare l’alimentazione della figlia, facendolo perfino esclamare preoccupato: «Speriamo sia vegetariana!»…

«Hai già scelto il suo maestro jonin?» domandò, posando un bacio sulle labbra del compagno.

Naruto annuì, soddisfatto, mentre indietreggiava fin sopra la scrivania.

Afferrò Sasuke per il collo della maglia da Anbu, ma prima del bacio che gli fece dimenticare qualsiasi cosa esistesse fuori da quella stanza, l’Uchiha riuscì a mormorare un flebile:

«Chi è?»

   
 
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