Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SlytherinPrincess    31/05/2008    1 recensioni
“Smettila, Cissy, sono tutte cavolate, l’amore non esiste!” “Bellatrix, finiscila, lasciale credere in quel che vuole!” “Non è più una bambina, Andromeda, ormai ha sedici anni è il momento che smetta di sognare! L’amore non esiste è solo un contratto stipulato per mantenere il sangue puro!” Tre sorelle Una cinica e calcolatrice, una romantica e ribelle e una dolce e determinata... Eppure tanto fragli; così diverse eppure tanto fragili e simili nella loro diversita...
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorelle Black | Coppie: Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2

2° Capitolo

 

I Hate You But I Love You

 

Erano passati due anni da quel giorno e in casa Black era vietato pronunciare il nome della secondogenito. Nessuno si preoccupava più per lei; tutti si erano dimenticati di Andromeda, e un libro vecchio e rovinato giaceva sotto il grande letto a baldacchino di una ragazza di circa diciotto anni dai lunghi capelli biondi e il viso angelico, si stava preparando con minuzia e cura, quel giorno, era il matrimonio della sorella maggiore e tutto doveva essere impeccabile, lei doveva essere impeccabile o Bellatrix e sua madre non glielo avrebbero perdonato.

 

Narcissa si guardò allo specchio, sì poteva andare, i capelli raccolti in uno chignon leggerissimo che lasciava libere alcune dolci ciocche sulle sue spalle nude e perfette come lei; il vestito verde pallido le scendeva leggiadro sulla sua figura elegante e fragile di una donna dell’alta società, non volgare o appariscente come quella della sorella, semplice e genuina; ghignò divertita era bella e lo sapeva, molti uomini erano andati dai suoi genitori a chiedere la sua mano, erano tutti sotto “giudizio” del padre. Si truccò leggermente e si specchiò con più interesse di prima sciogliendo il ghigno di auto derisione: chi voleva prendere in giro? Sì, era bella ma non le importava niente… Si sentiva incompleta e sola… La donna si voltò e guardò l’orologio con disinteresse, era in anticipo di dieci minuti, sospirò più rilassata e si sedette sul letto tirando fuori da sotto di esso il libro di Andromeda; se lo strinse al petto come tutte le volte che si sentiva sola, chi sa cosa stava facendo… Chi sa se era felice, almeno lei… Sentì gli occhi riempirsi di lacrime di nuovo; le ricacciò indietro con rabbia nascondendo il tomo sotto il letto e uscì velocemente dalla stanza.

 

*****

 

Una donna sui vent’anni dai lunghi capelli castani stava preparando il pranzo della domenica, febbrilmente, nella sua piccola cucina di un appartamento fuori Londra; con rabbia tagliava la verdura e metteva sul fuoco l’acqua per bollire il primo.

 

Con un colpo di bacchetta apparecchiò la tavola per lei e suo marito, per terra giaceva un giornale dalle figure animate che, con cura cercava di ignorare, ma inutilmente; si arrese e lo prese fra le mani affusolate e raffinate, dal fascino delicato e misterioso, pericoloso… La strega si sedette in una sedia aspettando che l’acqua fosse pronta e iniziò a leggere a malavoglia il giornale. Sentì le lacrime pizzicarle negli occhi azzurri e maturi, da donna, nonostante la sua giovane età.  Le mancò il respiro nel leggere i caratteri cubitali della prima pagina…

 

Grande matrimonio per la famiglia Black:

 

La primogenito di questa importante famiglia, oggi alle 15.30 convolerà a nozze con il figlio maggiore della famiglia Lestrange

 

I dettagli a pagina 7…

 

Andromeda si alzò pallida e con le lacrime agli occhi e gettò il giornale nel camino acceso; lo guardò prendere fuoco lentamente, mentre lacrime silenziose le scendevano sul volto, si passò una mano sul ventre arrotondato, sorrise fra le lacrime mentre tornava a preparare il pranzo per il suo Ted; non aveva bisogno di quella famiglia, falsa dagli ideali sporchi in contrasto con il loro sangue puro; inutile sangue, inutile dinastia… Inutile… Inutile pensare che stesse bene anche senza di loro: gli mancavano, ma lei aveva fatto una scelta e non voleva tornare indietro, amava Ted e il figlio che tanto pazientemente portava in grembo da sei mesi. Sì, poteva essere felice lo stesso… Inutile crederlo…

 

 

*****

 

Alla cerimonia furono invitati i maghi più importanti del interno mondo magico. Bellatrix e Rodolphus si sposarono nella villa dei Lestrange che era stata addobbata a dovere dalle madri dei due futuri sposi, i preparativi erano durati mesi e il risultato era da togliere il fiato.

 

Bellatrix nel suo abito candido sembrava un angelo maledetto, i suoi capelli ricci raccolti in una complicata pettinatura impreziosita da piccole perle e candidi nastri, odiati dalla sposa, ma adorati dalla madre che l’aveva costretta a indossarli. La donna procedeva con lentezza lungo la navata della cappella adiacente alla villa, accompagnata dal padre. Lo sposo era in piedi dinnanzi all’altare, bello e dannato, i capelli bronzei precisi e ben pettinati, stupendo nel suo smoking confezionato su misura per lui, guardava la sposa avanzare con aria di sufficienza, quasi annoiato.

 

Quando la maggiore delle Black arrivò dinnanzi al fidanzato gli ghigno a mo’ di sfida, lui ricambiò con uno sguardo truce e freddo.

 

Non si odiavano ma neanche si amavano, si trovavano indifferenti, ma Rodolphus dovette ammettere che, Bellatrix era davvero bella…

 

Il sole era alto nel cielo filtrava dalle finestre della cappella e accarezzava leggero le austere e infelici figure degli sposi nel momento in cui si scambiarono i voti nuziali tra gli applausi di  tutti.

 

Narcissa era alla destra della sorella, le faceva da damigella e da testimone, li guardò con uno sguardo quasi schifato, come potevano sposarsi se non provavano niente?

 

La cerimonia finì e tutti si diressero nel giardino appositamente preparato per ospitare tutti gli invitati ricorsi per quel matrimonio. Una moltitudine di tavoli imbanditi e imbellettati erano disposti in cerchio ai lati di una pista da ballo, quando tutti ebbero preso posto una musica lenta e dolce iniziò a suonare per magia.

 

A malavoglia i due neosposi aprirono le danze, volteggiando leggiadri nel centro della pista.

Pochi attimi e molte altre coppie li raggiunsero, mente la signora Black e Lestrange si sorridevano compiaciute.

 

“Beh, mia cara adesso manca solo Narcissa…” affermò la signora Lestrange sorridendo alla ragazza che era di fianco alla madre.

 

“Sì, ma sai, ha già molti pretendenti…” replicò Durella fiera della figlia minore, la quale sorrise leggermente alla madre del cognato.

 

“Narcissa cara, quanti anni hai adesso?” chiese la donna.

 

“Diciotto”  replicò svogliatamente la ragazze fissando le coppie che danzavano.

 

“Sai, cara Durella, mio figlio Rabastan ha più o meno la sua età…” disse vaga la neo suocera.

 

“Non penso che a mia figlia le interessi…” sibilò cattiva Durella.

 

Narcissa scosse la testa e si diresse lontano dalle due donne, andando a sedersi al suo tavolo continuando a fissare svogliatamente gli invitati ballare e ridere felici. La sua attenzione fu attirata da un gruppo di ragazzi che riconobbe come dei suoi vecchi compagni di scuola, si alzò per andare a salutarli e con passo leggero, molto simile a quello di una cerbiatta impaurita si diresse verso il gruppo di ragazzi, ma fu bloccata da il fratello di Rodolphus che le sorrideva gentilmente. La donna lo guardò con sufficienza molto simile a come, in precedenza Bellatrix aveva guardato Rodolphus.

 

“Ciao, Narcissa, sei bella questa sera…” le disse

 

Lei lo guadò dall’alto in basso annoiata; Rabastan era molto simile al fratello l’unica differenza era che il minore aveva un aria ingenua e stranamente gentile.

 

“Ciao…” affermò seccata.

 

“Ti va di ballare?” chiese spavaldo, sicuro di una risposta positiva.

 

La minore delle Black lo guardò con cattiveria, pronta a rispondere con malignità quando un uomo dai capelli biondissimi e un aria nobile e fredda come i suoi occhi colore dell’acciaio fuso li interruppe.

 

“Buona sera, Rabastan, Narcissa… Mi dispiace deluderti, caro amico ma la signorina deve ballare prima con me…” disse ghignando. Narcissa rimase interdetta per qualche secondo, era cambiato in quasi tre anni che non lo vedeva, ma la sua voce, vellutata e agghiacciante allo stesso tempo non l’avrebbe mai dimenticata: Lucius Malfoy era dinnanzi a lei, in tutta la sua bellezza dannata e la sua eleganza.

 

Rabastan fulminò l’uomo, ma saggiamente decise di farsi da parte, mai mettere i bastoni fra le ruote a un Malfoy… 

 

Narcissa guardò malissimo Lucius, non l’aveva mai sopportato troppo spavaldo; si credeva il padrone del mondo, a scuola tutte le ragazzine gli cadevano ai piedi, bastava che le guardasse… tutte tranne lei, e ne era felice, molto, lei non era stata e mai sarebbe stata una sua pedina, un suo oggetto… No, lei era Narcissa Black e lei non poteva essere una persona qualunque.

 

“Allora, balliamo?” disse con un tono che non ammetteva un no come risposta.

 

“Puoi benissimo scordartelo, Malfoy…” affermò fiera la ragazza immergendo i suoi occhi mercurio in quelli d’acciaio di lui.

 

“Non penso proprio…” replicò lui sorridendole.

 

“Ho detto di no, e ora, me ne vado” ribadì la donna dando le spalle al giovane Malfoy, il quale iniziò a ridere mentre lei, rossa in volto per la rabbia si dirigeva il più lontano da quel ragazzo che tanto aveva odiato ai tempi di scuola.

 

Con passo incerto Narcissa arrivò fino al cancello della enorme villa, con il fiato corto e il cuore che le batteva a mille si appoggiò al muro portante della casa e chiuse gli occhi; perché le aveva fatto quell’effetto? L’aveva sempre odiato e adesso?

 

“Eh no, Black, non devi scappare!” sussurrò malevolo Lucius apparendo davanti a lei facendola sobbalzare.

 

“Cosa vuoi? Perché non te ne vai? Voglio stare da sola!” urlò stizzita la donna.

 

“Ma è impossibile… Una tale bellezza non può rimanere a lungo sola…” disse con voce roca avvicinandosi ancora di più alla ragazza la quale lo fulminò con lo sguardo.

 

“Stammi lontano, io ti odio!” sibilò cattiva la ragazza mentre i suoi occhi lo stavano scrutando con cattiveria.

 

“No che non mi odi, Black, non dire baggianate…” esclamò l’uomo sorridendole dolcemente.

 

“Oh sì invece che ti odio, ti odio perché sei un bastardo, perché fai soffrire tutte le persone a te intorno, ti odio perché ti credi di essere il padrone del mondo e invece non sei nessuno se non un ragazzino viziato!” disse con voce tagliente la bionda ghignando cattiva.

 

“Oh no, Narcissa, tu non mi odi, puoi mentire a te stessa, ma i tuoi occhi non possono mentire…” le sussurrò avvicinandosi ancora di più.

 

“No, io… Io… Ti odio!” sibilò lei, facendo per andarsene, ma Lucius la prese per un braccio e se la portò vicino, Narcissa poteva sentire il respiro caldo e regolare dell’uomo sul suo volto.

                                                                                                     

“Narcissa, tu mi piaci da una vita, da quando eri una bambina tutt’ossa, mi piace il tuo carattere, mi piaci tu… Le altre le usavo solo per attirare la tua attenzione… Sono un idiota e lo devo riconoscere ma amami… Ti prego, ne ho bisogno, ho bisogno di te…” le disse in un sussurro sulle labbra simili a delicati petali di rosa, rosse e morbide… Invitanti e peccaminose…

 

“Io ti odio…” replicò con voce vellutata la ragazza, poco convinta di quel che stava dicendo.

 

“Narcissa, per una sera, una soltanto, amami, e poi domani torna a odiarmi con tutta te stessa ma sappi che io ti amerò per sempre e ti aspetterò dovessero passare mille anni…” affermò lui con voce dolce.

 

La donna spalancò gli occhi sorpresa e si passò la punta della lingua sulle labbra carnose, facendo così scattare qualcosa nel ragazzo dinanzi a lei che annullò le distanze fra loro, da prima sfiorando leggermente le labbra della ragazza invitandole dolcemente a schiudersi come un bocciolo di rosa in fiore, chiedendo il permesso di danzare con lui una danza proibita e perfetta, secolare quanto pericolosa… Narcissa da prima restia a rispondere cedette come una bambola di porcellana alle suppliche del giovane, tanto bramato da ragazzina, ma troppo orgogliosa per ammetterlo…

 

Quando si allontanarono, bisognosi di aria Narcissa guardò il ragazzo davanti a sé e… Gli tirò un ceffone in pieno volto, iniziando a ridere davanti alla faccia sconcertata di lui, evidentemente non se lo aspettava…

 

“Senti un po’, Malfoy, non ti ho dato il permesso di baciarmi! Mai… Mai fare a una Black ciò che non vuole! Né pagherai amare conseguenze!” sibilò con finta dolcezza la donna avviandosi verso il ricevimento a testa alta, fiera e elegante come sempre… Come una Black…

 

*****

Bellatrix era seduta composta al suo tavolo con il neosposo di fianco, con fare annoiato fissava tutte quelle persone sparlare e ridere. Odiava le feste… Odiava le persone felici, che cosa c’è da essere felici in un mondo come il loro? Sospirò sonoramente e si voltò a studiare il marito; era davvero un bel uomo doveva ammetterlo a sé stessa, ma non lo conosceva molto per poter giudicare più affondo, a scuola si parlavano a mala pena e adesso erano sposati… Gettò distrattamente lo sguardo sopra la sua fede e le sue parole dure nei confronti di Andromeda le risuonarono nella mente come un martello… L’amore non esiste è solo un contratto stipulato per mantenere il sangue puro ma lei ci credeva veramente? O era solo un idea inculcata a forza dai suoi genitori? Arrossì leggermente nell’incontrare lo sguardo pervinca del marito, certo che ci credeva… Era solo un contratto… Vero?

 

“Bellatrix, c’è qualcosa che non va?” chiese Rodolphus con la sua voce soave e calda prendendo una mano affusolata della moglie.

 

“No, non essere sciocco!” sibilò lei ritraendo la mano come se ne fosse stata scottata; il cuore al tocco del marito, aveva incominciato a batterle all’impazzata e non accennava a voler smettere, cosa era quella sensazione strana che le stava inondano l’anima?

 

Sospirò ancora una volta doveva smetterla di comportarsi come se fosse Narcissa o Andromeda, lei era più forte… Lei era immune a quel sentimento che faceva piangere le donne e faceva rammollire gli uomini… Stupido sentimento romanzato, l’amore… Una stupidaggine inventata dai poeti per fare rima con cuore e dagli scrittori per narrare di un sentimento devastante quanto inutile, come la compassione o la dolcezza… Lei era vissuta nell’indifferenza totale, cresciuta in un mondo austero e privo di sogni eppure era viva… Ma era sul serio viva o esisteva e basta? Lei chi era in realtà? Chiuse gli occhi e si vide… Una bimba sola che chiama la mamma dalle segrete dove è stata rinchiusa perché era stata cattiva… E piangeva… No! Quella non era lei! Lei non piangeva, lei non rideva di felicità… Lei non amava… Lei era Bellatrix Black in Lestrange… Per lei non c’era posto per l’amore e compassione…  

 

My Space

 

Grazie tante  a tt quelli che hanno letto il primo capitolo e sopratutto a baci e abbracci, per la recensione e - Lily261
 Lily_Snape per avere e aggiunto la Ff tra i preferiti^_^ Mi lasciate un commento?XD Non mordoLolXD

 

Kiss A presto Debby

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SlytherinPrincess