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Autore: Silvie_Marie    12/01/2014    1 recensioni
Segreti...
Una dinastia molto potente in grado di distruggere i vampiri e i licantropi...
Una sola specie sopravviverà...
Un giorno, la sedicenne Aria si trova davanti a una verità scomoda. La sua stirpe è la più potente. Solo lei è in grado di far sopravvivere i vampiri… e se lei fosse la chiave per un mondo di ombre?
Riuscirà Aria a vincere le proprie paure e a salvare la Terra?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sedicenne Aria White stava aspettando davanti alla discoteca con il suo migliore amico, Ian Smith. 
Era la discoteca più famosa di New Orleans. 
Quando entrarono, dopo aver fatto 
una lunga fila, Aria non si sentiva a suo agio.
 Sperava di divertirsi, era andata per quello. 
Ian, dopo un discorso sulla possibilità di prendere malattie 
da cui era ossessionato, la distrasse dai suoi pensieri.
«Allora, che ne pensi di questa discoteca?» chiese Ian continuando a muoversi 
sulla pista illuminata dalle luci blu e viola e con la musica che picchiava la canzone di Martin Garrix "Animals".
«Sì.. è carina!» rispose soltanto lei. 
«Come è solo carina?? E’ fenomenale!!» esclamò. 
«Ma se a te non è mai piaciuta!» brontolò Aria.
«Sì, è vero. Era solo per tirarti su un po’ il morale. 
Stai bene? Ti trovo un po’… triste!» chiese Ian volteggiando la camicia a righe gialle e nere di lino, mentre i suoi pantaloni erano neri come la notte. 
Indossava delle scarpe da ginnastica verdi e gialle firmate. 
«Sì, sto bene. Ho bisogno solo di un po’ d’aria!» rispose dirigendosi verso l’uscita. 
Dopo aver passato una folla accanita di ragazzi sulla pista da ballo ed intorno, riuscì a trovare l’uscita posteriore della discoteca.
L’aria era pulita, fresca e dolce.
Aria si appoggiò al muro freddo e bianco dell’esterno. 
Una brezza la colpì; prese la borsa e tirò fuori l’Iphone intenta a chiamare la sua amica Shey -che si era trasferita da poco a Milano-, quando le cadde il suo taccuino rosso per terra, vicino alla porta. 
Dovette raccoglierlo in fretta, per non essere investita dalle persone che uscivano dalla discoteca, intente ad ubriacarsi. Quando ebbe il taccuino nelle sue mani, continuò a camminare guardando le persone uscire dalla discoteca, quando si scontrò con una persona.
Si girò e trovò un ragazzo alto, con i capelli biondi e degli occhi verdi, che erano in contrasto con l’oscurità della notte.
«Scusa, è stata colpa mia!» esclamò Aria mortificata.
«Non fa niente. Comunque questo è tuo?» chiese il ragazzo, porgendole il taccuino.
«Sì, grazie mille! Io sono Aria!» rispose afferrando velocemente il taccuino e sistemandolo nella borsa nera di cuoio.
«Io mi chiamo Duke Trison!» esclamò con un sorriso.
Dopo si diresse verso l’entrata della discoteca. 
Aria lo restò a guardare finché non sparì dietro l'angolo, poi fu attratta da una luce nel parcheggio vicino alla discoteca.
Chissà, pensò Aria, cosa succede?
Dopo essere arrivata al parcheggio, restò esterrefatta. 
Ai suoi piedi c’era una ragazza stesa, priva di vita e con il sangue su tutta la faccia. Le scappò un grido e i ragazzi che stavano passeggiando per il viale, si precipitarono subito da lei.
Uno di loro, dopo aver visto il corpo esclamò 
«Ryan, chiama immediatamente la polizia!» poi si rivolse ad Aria e disse «Tesoro, tu vai a casa. A questo ci penserà la polizia!»
«Ma sono stata io a trovare il corpo.. la polizia mi farà delle domande… non posso andare a casa…» ansimò lei cercando l’Iphone nella borsa.
 
«E’ vero. Stai tranquilla si risolverà tutto, vedrai!» esclamò il ragazzo.
 
Quando ebbe il telefono tra le mani, chiamò Ian, che era nella discoteca. Ma dovette mandargli un messaggio, perché c’era la segreteria telefonica.
Dopo che la polizia ebbe prelevato il corpo e fatto centinaia di domande ad Aria, arrivò correndo Ian.
«Ho ricevuto il tuo messaggio. Scusa la discoteca non è fatta per le chiamate. Comunque che è successo?» 
«C’era una luce e ho voluto controllare. 
Quando sono venuta qui, ho visto una ragazza stesa per terra con tutto il sangue sulla faccia e la polizia mi ha detto che era Katy. 
La scientifica crede che l’arma del delitto sia stata un corpo appuntito. 
Però io ho visto che c’erano due fori vicino il collo e non ho mai visto un’arma così in vita mia!» sussurrò spaventata.
«Davvero? Non ci posso credere che Katy sia morta. 
Era una delle studentesse più brave del corso di chimica!» esclamò incredulo Ian.
«Già!» 
«Vuoi che ti accompagno a casa?» chiese lui.
«Sì, mi piacerebbe molto!» rispose Aria con un sorriso.
Mentre si dirigevano verso la macchina di Ian dall'altra parte del parcheggio, 
il ragazzo che aveva detto a Aria di andare a casa la fermò, interrompendo le domande del poliziotto.
«Comunque io mi chiamo Jason Parrish, se vuoi saperlo!» esclamò.
«Oh. Io sono Aria!» sussurrò.
Era troppo scioccata per rendersi conto a pieno della situazione. 
Saliti in macchina, Ian accese la Jeep. 
«Aria, cerca di dimenticare questa storia okay?» consigliò lui mentre guidava verso la casa di Aria.
«Sì, ma sarà molto difficile che andrò in un’altra discoteca!» ridacchiò, con un sorriso.
«Già, anche io!» 
La sedicenne Aria White stava aspettando davanti alla discoteca con il suo migliore amico, Ian Smith. 
Era la discoteca più famosa di New Orleans. 
Quando entrarono, dopo aver fatto 
una lunga fila, Aria non si sentiva a suo agio.
 Sperava di divertirsi, era andata per quello. 
Ian, dopo un discorso sulla possibilità di prendere malattie 
da cui era ossessionato, la distrasse dai suoi pensieri.
«Allora, che ne pensi di questa discoteca?» chiese Ian continuando a muoversi 
sulla pista illuminata dalle luci blu e viola e con la musica che picchiava la canzone di Martin Garrix "Animals".
«Sì.. è carina!» rispose soltanto lei. 
«Come è solo carina?? E’ fenomenale!!» esclamò. 
«Ma se a te non è mai piaciuta!» brontolò Aria.
«Sì, è vero. Era solo per tirarti su un po’ il morale. 
Stai bene? Ti trovo un po’… triste!» chiese Ian volteggiando la camicia a righe gialle e nere di lino, mentre i suoi pantaloni erano neri come la notte. 
Indossava delle scarpe da ginnastica verdi e gialle firmate. 
«Sì, sto bene. Ho bisogno solo di un po’ d’aria!» rispose dirigendosi verso l’uscita. 
Dopo aver passato una folla accanita di ragazzi sulla pista da ballo ed intorno, riuscì a trovare l’uscita posteriore della discoteca.
L’aria era pulita, fresca e dolce.
Aria si appoggiò al muro freddo e bianco dell’esterno. 
Una brezza la colpì; prese la borsa e tirò fuori l’Iphone intenta a chiamare la sua amica Shey -che si era trasferita da poco a Milano-, quando le cadde il suo taccuino rosso per terra, vicino alla porta. 
Dovette raccoglierlo in fretta, per non essere investita dalle persone che uscivano dalla discoteca, intente ad ubriacarsi. Quando ebbe il taccuino nelle sue mani, continuò a camminare guardando le persone uscire dalla discoteca, quando si scontrò con una persona.
Si girò e trovò un ragazzo alto, con i capelli biondi e degli occhi verdi, che erano in contrasto con l’oscurità della notte.
«Scusa, è stata colpa mia!» esclamò Aria mortificata.
«Non fa niente. Comunque questo è tuo?» chiese il ragazzo, porgendole il taccuino.
«Sì, grazie mille! Io sono Aria!» rispose afferrando velocemente il taccuino e sistemandolo nella borsa nera di cuoio.
«Io mi chiamo Duke Trison!» esclamò con un sorriso.
Dopo si diresse verso l’entrata della discoteca. 
Aria lo restò a guardare finché non sparì dietro l'angolo, poi fu attratta da una luce nel parcheggio vicino alla discoteca.
Chissà, pensò Aria, cosa succede?
Dopo essere arrivata al parcheggio, restò esterrefatta. 
Ai suoi piedi c’era una ragazza stesa, priva di vita e con il sangue su tutta la faccia. Le scappò un grido e i ragazzi che stavano passeggiando per il viale, si precipitarono subito da lei.
Uno di loro, dopo aver visto il corpo esclamò 
«Ryan, chiama immediatamente la polizia!» poi si rivolse ad Aria e disse «Tesoro, tu vai a casa. A questo ci penserà la polizia!»
«Ma sono stata io a trovare il corpo.. la polizia mi farà delle domande… non posso andare a casa…» ansimò lei cercando l’Iphone nella borsa.
 
«E’ vero. Stai tranquilla si risolverà tutto, vedrai!» esclamò il ragazzo.
 
Quando ebbe il telefono tra le mani, chiamò Ian, che era nella discoteca. Ma dovette mandargli un messaggio, perché c’era la segreteria telefonica.
Dopo che la polizia ebbe prelevato il corpo e fatto centinaia di domande ad Aria, arrivò correndo Ian.
«Ho ricevuto il tuo messaggio. Scusa la discoteca non è fatta per le chiamate. Comunque che è successo?» 
«C’era una luce e ho voluto controllare. 
Quando sono venuta qui, ho visto una ragazza stesa per terra con tutto il sangue sulla faccia e la polizia mi ha detto che era Katy. 
La scientifica crede che l’arma del delitto sia stata un corpo appuntito. 
Però io ho visto che c’erano due fori vicino il collo e non ho mai visto un’arma così in vita mia!» sussurrò spaventata.
«Davvero? Non ci posso credere che Katy sia morta. 
Era una delle studentesse più brave del corso di chimica!» esclamò incredulo Ian.
«Già!» 
«Vuoi che ti accompagno a casa?» chiese lui.
«Sì, mi piacerebbe molto!» rispose Aria con un sorriso.
Mentre si dirigevano verso la macchina di Ian dall'altra parte del parcheggio, 
il ragazzo che aveva detto a Aria di andare a casa la fermò, interrompendo le domande del poliziotto.
«Comunque io mi chiamo Jason Parrish, se vuoi saperlo!» esclamò.
«Oh. Io sono Aria!» sussurrò.
Era troppo scioccata per rendersi conto a pieno della situazione. 
Saliti in macchina, Ian accese la Jeep. 
«Aria, cerca di dimenticare questa storia okay?» consigliò lui mentre guidava verso la casa di Aria.
«Sì, ma sarà molto difficile che andrò in un’altra discoteca!» ridacchiò, con un sorriso.
«Già, anche io!» 
   
 
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