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Autore: Nezuchan Sketch    12/01/2014    5 recensioni
Da sempre, draghi e umani si sono dati guerra per decidere la sopravvivenza di una delle due razze, e ormai la guerra è in stallo, in una situazione dove anche una creatura può fare la differenza, soprattutto quando le si offre la cosa più preziosa al mondo: la propria libertà.
Genere: Fantasy, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'La guerra dei draghi'
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Erathiel pov

Guardai la luna, alta nel cielo sopra di me: aveva assistito in silenzio al macabro spettacolo che le avevo offerto, illuminandolo con la sua tenue luce. Attorno a me, a terra, c’erano i cadaveri delle loro care guardie, che volevano attirarmi in una trappola sfruttando il mio abituale territorio di caccia. Leccai il sangue dai miei artigli, pensando che erano degli stupidi a presentarsi così, belli e pronti per essere massacrati.

Almeno, mi avevano offerto un buon spuntino. Il loro sangue era buono e la loro carne acquietava la mia fame. Aprii le ali, felice di averle ancora. Se avessi aspettato, come mi avevano ordinato di fare, ora le avrei perse. Invece, mi ero buttata in mezzo ai maghi, uccidendone uno e rompendo il loro cerchio. Invece di ringraziarmi del fatto che avevamo ancora i nostri poteri, mi guardavano male e avevano dato il potere a Lyran, che aveva firmato il patto con i metallici.

Ringhiai mentre pensavo a lei. Probabilmente, lei era in uno dei loro laboratori a liberare le loro creature. A lei non avrebbero detto nulla, rivolgendo le critiche verso di me. “Idioti!” dissi, dando un calcio alla testa di un soldato. Solo perché i Draghi blu un tempo erano inferiori, pensavano di poterci trattare da stupidi. Ma non era affatto così…

Ruggii, innervosita, e diedi un calcio ad un albero, mentre scintille di elettricità si sperdevano nell’aria attorno a me. Con un calcio, scaricai quell’elettricità su un cadavere, facendolo muovere e poi passai una mano tra i miei capelli blu. Mi avevano scelta per essere il loro capo, coloro che li doveva guidare verso un futuro migliore, ed invece loro mi trattavano come una bambina, per non parlare dei Metallici…

Avrei voluto ucciderli tutti, a partire da quelli di Ottone, che mi davano sui nervi, ma sapevo che, da sola, non sarei andata molto avanti.

Risi, una risata molto simile ad un crepitio elettrico, che a molti faceva venire i brividi. Per mia fortuna, ne ai verdi e ne ai bianchi piaceva l'atteggiamento degli altri draghi ed eventualmente avrei avuto il loro appoggio. Il vero problema, era Lyran, capo dei rossi e anche colei che comandava noi Cromatici. Si era dimenticata del fatto che, in passato, i Metallici ci volevano morti e che eravamo in continua guerra con loro. Si era dimenticata che noi Cromatici non ci piegavamo mai a nessuno.

Quando iniziò ad albeggiare mi alzai in volo, dirigendomi verso la nostra città. Una volta nei pressi, mi abbassai a terra, continuando a piedi. Le guardie mi fecero passare, storcendo il naso all'odore di sangue e di morte che proveniva da me. I Metallici odiavano quell'odore, ma non gli dispiaceva che li salvassi in battaglia. Ipocriti del cazzo. Iniziai a dirigermi verso i miei appartamenti, quando notai delle guardie andare alla porta nord. Fermai una di loro, chiedendo: "Cosa sta succedendo?"

"A quanto sembra una chimera ha seguito la grande Lyran fin qui" disse quello, prima di andarsene.

Li seguii e guardai la Rossa discutere con il capitano del turno di notte, che sfortunatamente era un drago d'oro, la razza più potente dei Draghi Metallici.
"Non capisci... Se la lasciavo lì, sarebbe cresciuta fino ad ucciderci!"

"E tu, saggiamente, hai portato una delle loro creature da noi!" La statura del capitano era più grande della sua, ma in forma di drago Lyran lo avrebbe superato facilmente. Mi feci strada tra le guardie ed alcuni curiosi e guardai entrambi. "Smettetela. Capitano, non avete il potere per contestare la decisione del capo degli Ignis. Ne discuteremo come prima cosa nell'assemblea di questa mattina con gli altri capi. - il metallico mi guardò con odio, ma non osò discutere i miei ordini - Portate la chimera nelle segrete e assicuratevi che non dia problemi." Guardai la chimera con sguardo divertito, chiedendomi come sarebbe stato ucciderla.

- Cosa sei? Perché li spaventi senza fare nulla?

Per un attimo rimasero tutti in silenzio, sorpresi che quella creatura potesse parlare, poi risi, facendo venire i brividi alla chimera, che abbassò la testa. Mi avvicinai, prendendole il mento tra le mani in modo da poterla guardare negli occhi. "Spera solo di non scoprirlo mai." mormorai, trasmettendole una piccola scossa elettrica, prima di lasciarla, sorridendo sadicamente.

'oh, piccola bambina, non piangere... probabilmente i tuoi problemi non vedranno un domani'

 


Ecco il secondo capitolo di Libertà, che avevo già pronto da un po'. Ogni capitolo sarà narrato da un diverso narratore, come per altre mie storie. Spero che vi piaccia e le recensioni sono gradite.
   
 
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