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Autore: alaskha    13/01/2014    6 recensioni
In quel preciso istante sentii un bracco avvolgermi le spalle: il profumo era inconfondibile, ed il tono di voce suadente al naturale, lo era ancora di più.
“Malik, che diavolo vuoi?” ringhiai, sottovoce.
“Fingi entusiasmo – sussurrò lui tra i denti, mentre sorrideva falsamente – adesso sorridi e saluta con la mano”
Seguii il suo consiglio, stretta dalla morsa del diavolo.
“Ciao amore, ci vediamo presto” disse Perrie al suo dannatissimo baby Zayn.
“Ciao piccola” lui le mandò un bacio volante, ed io faticai a reprimere quei fastidiosi conati di vomito che mi colpivano ogni qual volta manifestassero il loro amore.
“Restate vivi!” urlò Perrie, mentre l’autobus si allontanava.
Io e Zayn continuammo a salutare con la mano, sorridendo come due idioti, abbracciati.
“Ok, adesso togliti”
Lottai contro di lui, cercando di divincolarmi dalla sua presa, ma lui premette ancora di più con il braccio sulla mia spalla.
“Tu non vai da nessuna parte” sussurrò lui, sulle mie labbra.
“Malik, levati, invadi il mio spazio vitale”
“Adesso ascoltami attentamente – non aveva intenzione di allontanarsi – ho giurato a Perrie che ci avrei provato, ad andare d’accordo con te”
“D’accordo, provaci” dissi stringendomi nelle spalle.
“Certo, ma tu dovrai collaborare”
“Costringimi”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Long live all the magic we made
Chapter one - Let's start with the nightmare


 
Avevamo fatto di nuovo tardi, ed i ricordi della serata precedente erano leggermente sfocati. Ricordavo solo che mi ero addormentata nel loro camerino, aspettando ansiosamente che la performance di ‘Wings’ terminasse. All’inizio amavo quella canzone: adesso era perennemente nella mia testa, e non ne potevo più.
“Zafira, devi alzarti, ora” ero felicemente rannicchiata nel mio caldo piumone azzurro, quando un elefante dai capelli biondi mi piombò addosso.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile perfino a me stessa, per poi girarmi dall’altro lato ed ignorarla al meglio.
“No, non hai capito: se non ti alzi immediatamente io ti malmeno”
Brutta bionda rompi palle.
“Sei una brutta bionda rompi palle, ecco cosa sei” diedi voce ai miei simpatici pensieri.
“Molto furbo insultarmi, sul serio. Sono io che giaccio sul tuo corpo inerme: potrei farti qualsiasi cosa” Perrie si era fatta una canna, gliel’avevo detto che non avrebbe dovuto, ma quella biondina non mi ascoltava mai.
“Perché non provi mai a svegliarmi dolcemente?”
Perrie mi fece il verso “Aw, piccola Zafira, vuoi essere svegliata dolcemente? D’accordo”.
Mi aspettavo una carezza, un bacio sulla guancia, anche una semplice pacca sulla spalla.. Ma non quello, dannazione.
Mi ritrovai distesa sul pavimento freddo, senza il mio piumone e con un solo calzino di lana.
“Perrie Louise Edwards, io ti ammazzo” la minacciai.
Perrie lanciò uno sguardo all’orologio della cucina.
“Non credo avrai anche il tempo di uccidermi”
“Ma che dici? Oggi è domenica” dissi grattandomi bellamente la testa, e cercando di ripulirmi i residui di eye liner che non avevo rimosso prima di affondare la testa nel cuscino.
Perrie rise di me, penso.
“Come al solito non sai che giorno è”
La guardai male.
“Certo che lo so”
“No tesoro, oggi è lunedì, e tu, mia cara, sei tremendamente in ritardo”
Balzai in piedi, incredula e sorpresa per non essermi ricordata una data così importante, ok è una cazzata: non distinguevo mai il lunedì dalla domenica.
Corsi in bagno per rendermi quel minimo presentabile che dovevo alle persone che mi avrebbero vista per strada, giusto per non spaventarle.
“Peffie?” le urlai dal bagno con la bocca piena di dentifricio.
“Sì?” mi rispose lei.
Sputai rumorosamente nel lavandino, prima di risponderle nuovamente.
“Me lo fai un favore?”.
 
Avere una migliore amica famosa non era niente male: programmi TV, buffet gratis, celebrità, comparire su giornali e siti internet di gossip.. Insomma, un gran bel mondo, certo.. Fino a che non ti stanchi.
“..your words don’t mean a thing”  
Avrò sentito quella frase minimo mille volte, tra concerti e vari live e, seriamente, non ne potevo più. ‘Wings’ era una gran canzone, senza ombra di dubbio, ma avrei dato un braccio, per non ascoltarla mai più.
Per il resto, Perrie Edwards la conoscevo da quando eravamo bambine. Chi l’avrebbe mai detto che io, Zafira Lopez, una sciatta valenciana come tante, sarei finita a vivere in uno splendido appartamento proprio di fronte a Tower Bridge, nel centro di Londra, con una delle quattro cantanti delle Little Mix?
Amavo Jesy, Jade e Leigh – Anne, ma soprattutto, amavo mia madre: era lei che mi aveva permesso di conoscere Perrie. Debbie Edwards, sua madre, era la migliore amica di mamma, così, dopo il divorzio con papà (triste storia, davvero) io, lei e le mie sorelle, venimmo a stare a Londra, da lei.
Io e Perrie diventammo grandi amiche, nonché sorelle. Eravamo cresciute insieme, non avevamo passato neanche un attimo della nostra vita separate ed avevamo superato tutto l’una accanto all’altra: il primo bacio, i primi brufoli, la prima mestruazione e la prima volta.
Avevamo condiviso qualsiasi cosa, anche la casa da un anno a questa parte. Era sempre stata la nostra grande promessa, fin da piccole: una volta che tutte e due avremmo compiuto i fatidici diciotto anni saremmo andate a vivere insieme, lontano da tutte le preoccupazioni.
..tranne il lussuoso appartamento nel centro di Londra, proprio di fronte a Tower Bridge: amavo l’essere famosa di Perrie.
Così unite, ma anche così diverse: Perrie famosa, io una comune mortale.
Era tutto programmato, certo.. tranne il fatto che quella ragazza, la mia presunta migliore amica, aveva deciso di uscire con il ragazzo più convinto, idiota, presuntuoso ed arrogante di tutta Londra.
Forse perché filava tutto talmente liscio che le sembrava troppo strano, così aveva deciso di complicarci la vita.
Anche lui era un cantante famoso, e la sua arroganza mi aveva portato a pensare che la notorietà gli avesse dato alla testa. Anche se resta il dubbio che fosse nato così, io prima non lo conoscevo.
E credetemi, avrei preferito non conoscere mai nessuno come lui.
Zayn Malik: noto cantante dei One Direction, o altrimenti conosciuto come noto bastardo senz’anima.
Era dannatamente bello, il che gli faceva acquistare 10 punti, ma non di più. Ok era molto più bello di 10 miseri punti, ma la sua idiotaggine mi faceva puntualmente cambiare idea.
Anche se lo ammetto, era uno dei ragazzi più scopabili che avessi mai visto, se non quello in testa alla classifica. Ok, stop.
Oltre ad odiare lui, odiavo anche me stessa. Perché mi piaceva molto la loro musica. Ma d'altronde io non facevo molto testo, amavo la musica in generale.
Per me però i One Direction continuavano ad essere formati da quattro ragazzi,più un cretino.
La loro musica mi faceva sentire viva e mi faceva sognare,ed io amavo sognare.
In più: Louis, Liam, Niall ed Harry erano anche degli ottimi amici per me. Adoravo i loro occhi,le loro voci ed i loro sorrisi. Ovvio, i loro quattro sorrisi.
“Questa è l’ultima volta che ti do un passaggio”
Torna al presente, grazie alla sua voce irritata.
Raccolsi la mia tracolla nera dalla sua macchina e la guardai “Direi di sì, non sopporto tutte queste occhiate alla tua Maserati nera fiammante”
Perrie esibì un’espressione orgogliosa “Amo la mia bimba, lo sai”.
Aprii la portiera “Perrie, curati, te ne prego”.
Le lanciai un bacio volante, chiusi la portiera e feci per incamminarmi nel vialetto della scuola. Ma sentii qualcosa picchiettare: o era un segno divino, o Perrie che richiamava la mia attenzione.
Esclusi il segno divino, di lunedì mattina credo che neanche l’onnipotente avesse voglia di svegliarsi così presto.
Perrie abbassò il finestrino, e dalla sua espressione capii che non era molto felice la cosa che stava per riferirmi “Eh, Zafi..”
“Zafi? Zafi tua mamma, Edwards – quando iniziava con ‘Zafi’ non era mai nulla di buono - cosa devo fare oggi? Andare in lavanderia? Da Kiko a prendere quello smalto che la commessa ti aveva messo da parte? A prendere Hatchi? No, questo lo faccio volentieri!”
Ti prego fa che sia questo: amo quel cagnolino. 
“No, non esattamente” rispose lei alle mie preghiere.
‘Uffa, cos’è che devo ritirare in lavanderia? La giacca di pelle? Va bene, ma poi mi offri un frullato da Starbucks” dissi sconsolata.
“Il frullato te lo offro, ma non è in lavanderia che devi andare” beh, l’alternativa non c’era certo delle migliori “Ah, ok..quindi da Kiko?”.
Perrie non rispose.
“Perrie, ti decidi a parlare? Tra cinque minuti ho lezione, devo passare da Layla a prendere il libro di filosofia e devo andare in presidenza a firmare il ritardo del 22 dicembre! Non ho tempo per bionde interdette!”
“Oggi ti passa a prendere Zayn, io ho un’intervista con le ragazze e me ne libererò solo stasera, passate un bel pomeriggio”.
Quella codarda sfrecciò via con la sua Maserati, ed io rimasi lì davanti alla mia scuola, mentre la campanella suonava.
Diamo inizio all’incubo.








 
And we danced all night to the best song ever
buondì :)
so che ho tipo un migliaio di storie in sospeso maaaa è arrivata l'ora di Long live all the magic we made
per cui, sorbitevela jfgdsfjgsdfhhgs
è da una vita che ce l'ho in archivio e adesso voglio renderla pubblica anche a voi.
quindi, fatemi sapere cosa ne pensate.
sì c'è anche Perrie e sì, sono una mixer.
chiarito questo punto, adieu mis amores <3
p.s: vi lascio una foto di Zafira :)

 



 
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