Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Water_wolf    14/01/2014    5 recensioni
[STORIA IN FASE DI RISCRITTURA]
Sintesi della mia vita: sfida mortale.
Dopo aver attraversato un fr-- portale magico anticonformista, la lista di persone che mi vogliono morta si sta allungando parecchio.
Perché? Perché sono l'Ereditaria del Segno del Sagittario, e non solo. Oppure perché ho sfiga.
***
Lo colpii prima con un calcio, poi lo affrontai con il cuscino. [...] Pride si sbilanciò e mi cadde sopra. Mi ritrovai schiacciata sul fondo del divano, con un solo misero cuscino a dividermi dalle labbra di Pride. [...] -Quella mossa era spudoratamente sleale- mormorò, ansimando un poco.
***
-No, è una sfida lanciata secondo le regole di Marte e fatta in suo nome e quello di Giove, non c'è modo di annullarla se non vincendola.
-O perdendola- aggiunsi io.
***
–Ma non è un sogno, vero? Sono finita nel Paese delle Meraviglie del ventunesimo secolo, giusto? Con cavalli parlanti, spade magiche e gatti stregati?
-Veramente i gatti stregati non ce li abbiamo- precisai. –Per il resto, sì, hai centrato più o meno il bersaglio.
***
Tante coppie shippose e peripezie alla 'Rick Riordan' (non che io sia minimamente brava come lui, che è un colosso çwç)
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

13. Perché gli adolescenti parlano per “bro” e ormoni

Eltanin strinse la benda attorno alla ferita del nuovo arrivato, facendolo sobbalzare lievemente sulla sedia.
–Immagino che le Piccole Marmotte non ti abbiano insegnato a essere delicata al corso di pronto soccorso- commentò.
La bionda lo ignorò, completò la fasciatura e rassettò il materiale nella scatola delle medicazioni prima di riporlo dietro un’anta della dispensa. Pride era appoggiato con la spalla sana al muro, Fatima si era stravaccata sul divano, mentre io ed Eltanin ci stavamo occupando di Scott in cucina.
Scott o’Brian. Il Traditore.
Lo osservai, studiandone i lineamenti del viso: linee morbide, la mascella leggermente spigolosa, naso sottile.
Dovevo essere rimasta lì impalata a guardarlo per più di qualche istante, perché Eltanin mi schioccò le dita davanti agli occhi e mi sussurrò divertita, all’orecchio:- Smettila di fissarlo, non devi mica trovare il momento giusto per stuprarlo.
Sentii la faccia diventare rosso fuoco per quella battuta pervertita.
Solleticai il mento di Eltanin, avvicinandola di più a me e mormorai:-Non essere gelosa, sai che ci sei solo tu nei miei pensieri.
Le scoccai un bacetto sulla guancia come tocco di classe. La bionda mi squadrò con aria di sfida, ma la sua serietà svanì in fretta, mentre gli angoli della bocca si allargavano per diventare un sorriso tirato, prima che scoppiasse a ridere. La voce di Fatima arrivò ovattata dal divano.
–El, hai appena combattuto con gli arieti e ricucito una ferita, non sei stanca per divertirti a fare del sesso a tre con Tori e Scott?
L’Ereditaria dell’Aquario si appoggiò al tavolo della cucina con una mano per trovare stabilità e non cadere. Presa un po’ alla sprovvista da quell’intervento, non seppi se strozzare Fatima o ridere per l’assurdità di quella frase.
Optai per la seconda scelta, esplodendo in una risata così forte che superò persino il volume di quella di Eltanin. La bionda aveva abbandonato il suo appiglio ed era accasciata a terra. Quando il riso si trasformò, all’improvviso, in un grugnito, a Pride sfuggì una risatina tra lo scherno e il divertito.
Mi riportai indietro i capelli, che mi erano finiti davanti al viso, e mi imposi la calma. Offrii una mano alla bionda che, nonostante il contegno, scoppiava in attacchi di riso occasionali. Fatima, rotolata giù dal divano, si rimise su e sistemò un po’ i cuscini.
Scott lanciò uno sguardo significativo a Pride, l’unico ancora ben saldo sui suoi piedi e quello dalla parvenza più normale.
–Siete tutti così pazzi, voi yankee?- domandò.
–Naaah, è che qui abbiamo raccolto dei casi clinici particolari.
Voi yankee. Mi accorsi solo in quel momento che il ragazzo aveva una pronuncia diversa dalla nostra, più simile all’inglese, anche se non abbastanza da risultare evidente appena sentita. Cercai di capire la sua provenienza, così mi ricordai del cognome, o’Brian, che era tipicamente irlandese. Quindi voleva dire che…
Eltanin interruppe le mie considerazioni, dicendo:- Certamente, perché saresti qui, altrimenti? Abbiamo proprio bisogno di particolari modelli di bellezza, in questa casa!
Scott si lasciò andare in una breve risata.
–Lo prendo come un complimento- replicò.
Eltanin fece un gesto vago con la mano, portandosela poi al fianco.
–E che cos’altro doveva essere? Non hai mai considerato il tuo bel faccino, mh?
Fatima tossicchiò, stroncando i tentativi di seduzione della bionda.
–Bene- esordii, decisa a scoprire qualcosa sul conto di quel ragazzo, più che a nascondermi in uno sgabuzzino con lui. –Non sei di qui, vero?
Alzò le spalle.
–Beccato- ammise. –Sono a New York da… - usò le dita per contare. –…quasi tre anni. Prima vivevo a Dublino.
Fatima balzò seduta sul divano, sporgendo la testa verso la cucina; anche Pride si fece più attento. A Eltanin brillavano letteralmente gli occhi. –Irlandese!- strillò. –Io adoro gli irlandesi!
-Per me, ti sono iniziati a piacere solo qualche minuto fa- si intromise il ragazzo-leone.
La bionda incrociò le braccia, socchiudendo gli occhia fessura.
–Ti sbagli- lo rimbrottò. –Tutti amano gli irlandesi. Sono verdi, accoglienti e simpatici. A pensarci su…- si interruppe per assumere una teatrale posizione riflessiva, le dita che le solleticavano il mento, -dovrebbero piacere anche a te, dicono ci siano tante patate lì…- lasciò la frase sospesa, finse di essere colta da un’illuminazione e continuò:- O forse preferisci Bruxelles e i suoi finocchi?
-Veramente, Bruxelles è famosa per i cavoletti, El- puntualizzò Pride.
Fatima si sporse dal divano, scoccò un’occhiataccia al ragazzo e poi a Eltanin.
Puntò il dito contro il primo e lo apostrofò:- Tu, smettila di mettere il becco in ogni questione, e non provare a ribattere che i leoni non hanno il becco; decido io- si rivolse alla ragazza, lanciandole uno sguardo che avrebbe potuto corrodere diamanti, -tu, invece, finiscila di sfumare tutti i discorsi sul sesso. Se hai problemi ormonali, ti posso dare il numero del mio ginecologo. Okay?
-Okay- sbuffò Pride, sollevando col fiato un riccio biondo.
–Okay- brontolò Eltanin, che aveva incrociato le braccia e aveva sporto il labbro inferiore in fuori per formare un musone da cucciolo da salvare.
L’aria di battaglia sfumò, lasciando che un silenzio imbarazzato calasse sui presenti. Di nuovo, puntai gli occhi su Scott. Aveva qualcosa di magnetico nella figura che mi impediva di stargli lontano troppo a lungo, anche se i suoi occhi, spesso assenti, sembravano suggerire il pensiero di voler essere da tutt’altra parte.
Lui si disinteressò agli altri, dedicandosi a me, che alzai un sopracciglio e assunsi un’aria decisa. “Che cosa mi nascondi?” avrei voluti chiedergli. Mi regalò un sorriso affascinante. Sentii il sangue ribollire nelle vene.
Guardò Pride ed esordì:- Vorrei proporvi un accordo.
Il ragazzo-leone si scostò dalla parete, avanzando nel soggiorno.
–Andando a logica, dovresti essere tu ad accettare le nostre condizioni. Non sappiamo nemmeno perché hai tradito, Scott.
-Posso risponderti subito- replicò l’altro. –La mia famiglia non è decisamente a posto e l’unico membro di cui mi importa è mio fratello. Mi ha trovato Gemelli e si è offerto di proteggerlo e vegliare su di lui, ma non ha mantenuto fede ai patti. Perciò, me ne sono andato. Soddisfatto?
-Che genere di problemi?- intervenni, bloccando Pride, che emise un basso ringhio.
–Del genere che non interessa- ribatté, troppo bruscamente, perché dopo si scusò.
No, non erano per niente poco importanti.
Fatima liquidò l’argomento con “tutti hanno problemi con la famiglia”, prima di domandare:- Quindi, se noi proteggiamo il tuo fratellino, starai con noi, giusto?
-Sarò fedele come un border collie- assicurò Scott.
–Non ne dubito- fece Eltanin, ammiccando. –Non ti preoccupare, andrà bene per il “capo supremo”. Mentre Tori va a chiamare Pholos per dirgli che sei qui, io ti mostro la tua camera.
-Basta che gliela mostri soltanto, non ha bisogno della prova letto- la stuzzicai, avviandomi verso la porta.
Fatima mi batté il cinque mentre passavo. Pride alzò gli occhi su di me, e nella mia mente rimbombò la frase “Dopo dobbiamo parlare”.
Lasciai scorrere attraverso il legame lo stupore, la mano alla maniglia. Il ragazzo-leone non rispose, rivolgendo la sua attenzione a Scott. Uscii di casa con la mente soprappensiero.
L’Ereditario del Capricorno non mi convinceva. Tutti noi, a quello che sapevo, avevamo una situazione complicata e problematica in famiglia: Eltanin e i suoi genitori divorziati, Fatima e la sua doppia identità di studentessa modello e ragazza verde, io che avevo incontrato mio padre poco tempo fa, dopo anni alla Brighton.
Ma cosa poteva spingere un fratello a proteggere il minore? Mi vennero in mente parecchie ipotesi, non particolarmente felici: un padre alcolista, che si drogava, capo di gang malavitose… Per quanto il Sagittario fosse un segno caratterizzato dalla sensibilità, non riuscivo a spiegarmi la riluttanza di Scott a parlare di sé.
Fu Pholos a riportarmi alla realtà, posandomi una mano sulla spalla.
–Ho sentito della confusione, ma non sono riuscito ad arrivare prima. Cos’è successo?
La preoccupazione gli si leggeva negli occhi. Era diventato molto più apprensivo, rispetto a quello che gli altri mi dicevano, da quando Hayley era quasi riuscita a fare fuori me e Pride. Gli raccontai di Scott, senza tralasciare il particolare dell’accordo.
Mi ascoltò attentamente, pendendo dalle mie labbra, e, alla fine, concluse:- Manderò Pride a prendere il fratello. Abbiamo parecchie stanze vuote e ho la sensazione che quel ragazzo potrebbe perdere la testa, se lo tengo ancora al guinzaglio.
-E’ persino troppo orgoglioso per ammettere di aver bisogno di riposo, come tutti gli altri- ridacchiai.
Mio padre sospirò, stringendomi a sé.
–Già… è il suo peccato capitale, ma non possiamo dargli la colpa, è il Leone.
Non potei che concordare. Presto, la facciata bianca dell’edificio fu in vista. Pholos chiamò a raccolta il gruppo, soprattutto per osservare coi propri occhi il nuovo arrivato.
–Dov’è ora tuo fratello?- domandò, dopo un altro breve resoconto.
–Uscirà da scuola tra poco- rispose, spiegando poi dove si trovava. –Si chiama Thomas, ma è Tommy per tutti.
-Gli dirò che vengo da parte di suo fratello- lo rassicurò Pride.
Mio padre gli scoccò un’occhiataccia, dopodiché rilassò le labbra e addolcì lo sguardo.
–Oh sì!- esultò il ragazzo-leone.
Spalancò la porta, si fermò sulla soglia ed esclamò:- Ci vediamo alla fine del mondo, comuni mortali!
-E’ fuori- commentai, facendo una smorfia, provocando l’ilarità generale.
Pholos richiuse l’ingresso, facendosi sfuggire un sospiro. Ci fece capire con lo sguardo di lasciarlo solo con Scott, cui si dedicò interamente. Con Eltanin e Fatima, salii le scale e ci fermammo a chiacchierare nel mezzo del corridoio, costruendo una trincea coi nostri corpi. Dove io appoggiavo i piedi, poco dopo c’era la chioma bionda di Eltanin, che faceva il solletico al polpaccio di Fatima, sdraiata nel mio stesso senso.
–Be’, finalmente la scelta maschile si allarga- considerò, fissando gli occhi al soffitto.
–Sempre a caccia, rawr- scherzai, facendo finta di essere una gattina.
Ridacchiammo. Fatima giocherellò con una ciocca di capelli, pensierosa. Ipotizzai stesse riflettendo sulla stranezza di Scott. Se Eltanin non aveva dubbi sul suo conto, noi altre ci stavamo facendo qualche domanda. Inevitabilmente, il discorso finì sui quei lidi, con qualche siparietto divertente riguardo ai due bei ragazzi con cui convivevamo.
Non sapevo quanto tempo fosse passato, quando un improvviso trambusto animò il piano di sotto. Quasi ci catapultammo in salotto, dove un Pride che sprizzava gioia da tutti i pori batteva il cinque a quello che doveva essere il fratello minore di Scott.
Thomas era un bambino smilzo, con il volto da furetto e le fossette, e due vispi occhi azzurri. Si spiaccicò tra le braccia del maggiore, che affondò la faccia nella sua corta chioma castano-ramata. Eltanin emise un versetto che assomigliava alle fusa di un gatto. Quando il ragazzino si accorse di noi, ci rivolse un sorrisone aperto e sventolò la mano.
–Sono Tommy!- si presentò, esultante.
Rimasi impalata, mentre Eltanin correva ad abbracciarlo. Gli fece fare una ruota in aria, facendolo ridere e supplicare di scendere al tempo stesso, minacciandola però di fargliela pagare.
Lo sfidò:- Scommetto che non riusciresti neanche a prendermi.
Tommy lanciò un’occhiata a Scott. –Posso, fratellone?
-Vai- concesse lui, con un sorriso.
Thomas fuggì con Eltanin a giocare nel bosco. Mi chiesi come potesse ancora così piena di energia, ma sospettai sarebbe rimasto per sempre un mistero.
–Il piccoletto è una forza- commentò Pride, umettandosi le labbra.
–Ti consiglio di non chiamarlo “piccoletto” in pubblico, è molto orgoglioso per quanto riguarda l’età- consigliò Scott.
–A occhio e croce, direi undici anni- si inserì Fatima.
Il ragazzo assunse un cipiglio grave, gonfiando il petto.
–Dodici a Settembre- lo imitò.
Ridemmo tutti, e potei osservare come Scott fosse molto più rilassato ora che suo fratello era con lui. Intercettai un’occhiata diretta a me, cui risposi con un sorriso che voleva dire “per il momento sei salvo, o’Brian”.

Fu una cena allegra, che terminò con canzoni cantate tutti insieme e un Tommy troppo divertito per potersi anche solo reggere in piedi. La seconda a crollare fu Eltanin, che Fatima semi-trascinò nella sua stanza. Le sue batterie si era definitivamente scaricate. Pride scomparì nella sua camera, dopo che mio padre abbandonò la tavolata.
Da ultima, aiutai Scott a salire le scale, dato che zoppicava. Il contatto con la sua pelle mi impediva di rilassarmi, era come se fossi percorsa da una scarica elettrica. La sua maglietta si appiccicava alle mie dita, umidicce per via del sudore che continuava a ricoprirle.
Lo accompagnai fino alla sua porta, storcendo il naso alla vista della X rossa che contrassegnava chi era passato dall’altra parte. Mi sentii in dovere di scusarmi.
–Mi dispiace, ci aiuta solo a tenere il conto.
-Non importa- mi rassicurò, scrollando le spalle. –Per me e Tommy va benissimo.
Annuii. –Presto porteremo un altro letto, così sarete più comodi, se lui non vuole dormire da solo.
Scott schiuse delicatamente la porta, scrutando all’interno; proveniva un leggero rumore, il ragazzino che russava. Sorrisi.
–Buona notte- salutai, voltando le spalle.
Ero arrivata alla mia camera, quado lui mi richiamò con un “ehm” impacciato.
–Sì?- feci io.
Scott si passò una mano tra i capelli e si risucchiò l’interno delle guance.
–Tutti qui ti chiamano Tori, ma non ho ancora capito quale sia il tuo vero nome.
-Oh- esclamai, a voce un po’ troppo alta. –E’ il soprannome che mi ha dato Pride. Comunque, io sono Victoria- risposi, controllando il tremito delle mie parole.
–Victoria- ripeté.
Scott considerò il mio nome a lungo.
–Ti dispiace se ti chiamo così? Lo preferisco.
-Certo, nessun problema.
Alzai il pollice per sembrare convincente. Calò un silenzio imbarazzato, che ruppi con un nuovo saluto, prima di infilarmi nella mia stanza.
Chiusi la porta alle mie spalle, appoggiandomici con la schiena. Riuscivo e vedere, grazie ai freddi raggi della Luna che filtravano dalla finestra, le mie mani tremare.
Perché?, mi domandai, confusa. Ero sicura che questo non sarebbe successo alla vecchia Tori, quella che non aveva perso la memoria. La nuova doveva ancora ingranare la marcia giusta, perché un banalissimo ragazzo non poteva farmi provare tali sensazioni.
Mi portai un palmo al cuore, sentendolo correre all’impazzata contro le mie costole. I miei sensi schizzavano alla massima allerta quando Scott si rivolgeva solo a me. Mi imposi la calma, pregando che le gambe mi reggessero fino ad arrivare a letto, visto che le sentivo di gelatina.
Mi svestii in fretta, gettando gli abiti a casaccio nell’armadio. Rabbrividii per il freddo e mi affrettai a indossare il pigiama. Mi infilai sotto le coperte, sotterrandomi sotto di loro.
–Vi supplico, aiutatemi- le pregai in un sussurro.
Una risatina riecheggiò nella stanza. Cacciai fuori la testa, cercando contemporaneamente un’arma con cui difendermi, quando mi accorsi che si trattava di Pride. Solo lui poteva intrufolarsi così nella mia stanza a quell’ora. I suoi occhi scintillavano, e potevo intravedere l’ombra del suo sorriso.
–Che c’è?- sibilai.
–Dobbiamo parlare. Posso?- chiese, ma non attese risposta, accomodandosi sul mio letto.
Mi ritrovai mezzo lenzuolo in meno, il cuscino storto sotto la schiena. Pride si appoggiò per bene al muro e si massaggiò la spalla lussata.
–Prego- borbottai, sistemandomi meglio.
Ne contemplai, per quanto possibile, la figura: avvolta dal manto dell’oscurità, sembrava agile e snello come un gatto.
–Fa male?- sussurrai, ammiccando alla spalla.
Pride grugnì un “no” per nulla convincente. Mi intrufolai a forza dentro di lui, sfruttando il legame, e trasportai un po’ del suo dolore nel mio corpo, che si intorpidì. Mi fulminò con lo sguardo.
–Non fare Superman, non sei indistruttibile. Alla fine, sei solo un ragazzo- sbuffai.
Il ragazzo-leone mugugnò qualcosa di incomprensibile, prima di passare all’argomento che più gli premeva.
–Che ne pensi di o’Brian?
-Vorrei tanto saperlo- ammisi. –Sembra completamente a suo agio solo con suo fratello, altrimenti si perde tra sé. Ho come la sensazione che quella che ci mostra sia una facciata per nascondere qualcosa. Senza contare la questione “famiglia”. Si è richiuso a riccio, quando gliene ho chiesto di più.
-Mh-mh- confermò Pride. –Ha tradito Gemelli e, a quanto ne sappiamo, lui non si lascia sfuggire adepti tanto facilmente. Prima o poi, ci svelerà i suoi segreti.
-Non saprei- obiettai. –Sembra molto deciso a tenerli per sé.
-I segreti sono pericolosi, Tori- replicò, dolcemente. –Sa che se vuole ottenere il nostro completo appoggio, o per assicurarsi che suo fratello stia bene, dovrà parlarcene.
Soppesai quelle parole, constatando che Pride era più intelligente e acuto di quello che poteva sembrare in apparenza.
–Non fidarti di lui- mi mise in guardia, a sorpresa.
–Perché?- domandai, scoccandogli un’occhiata perplessa
. Il ragazzo-leone fece scrocchiare il collo.
–Se coviamo una serpe in seno, è meglio saperlo in anticipo. Non vorrei dovermi lussare anche l’altra spalla per salvarti- scherzò.
Mi si dipinse un sorrisetto malizioso sul volto.
–Non vuoi salvarmi di nuovo o non vuoi preoccuparti per me?- lo stuzzicai.
Lo sentii ridere sia con la voce che col corpo, che vibrava accanto al mio. Si scostò da me, avviandosi verso la porta con aria disinvolta.
–Io sono già molto preoccupato- mormorò. –Pensa a tutte le povere ragazze che cadono ai miei piedi e che non posso accontentare.
Feci segno di lanciarli contro il cuscino, facendolo sgusciare via dalla camera.
–Pallone gonfiato- borbottai, rassettando il letto.
Mi raggomitolai in posizione fetale, cercando di catturare calore, e chiusi gli occhi. Le parole di Scott e Pride occuparono i miei sogni.
 
 
***
.:::Angolino dell'autrice
Ok, ok, direi che sono parecchio in ritardo. Ho finito per la prima volta una long, ho concluso qualche altro progetto e, per il momento, sto scrivendo una long a due mani, quindi dovrei essere abbastanza libera. Scuola permettendo, voglio far tornare gli aggiornamenti regolari^u^
Piccolo recapitolo: Su dodici segni zodiacali, dalla parte del Bene troviamo Sagittario, Leone, Aquario, Toro e, adesso, Capricorno; per il Male, ci sono Gemelli, Ariete, Pesci, Scorpione e Cancro. Quindi, mancano solamente Bilancia e Vergine all'appello. Nei capitoli precedenti, Tori è stata colta di sorpresa da sola da Hayley Becker, che l'avrebbe uccisa, se non fosse intervenuto Pride - ferendosi alla spalla; dopodiché, Tori ha perso la memoria per via di un veleno iniettatole da Scorpione, e l'ha recuperata grazie ai suoi amici. Alla fine di quello precedente, Eltanin e Fatima avevano salvato Scott dal nemico, che però lo ha ferito alla gamba.
Siamo arrivati qui. Sono conscia che questo tredicesimo appuntamento possa sembrare alquanto infantile, o pervertito, ma ehi, sono un gruppo di adolescenti in una casa unica, che cosa vi aspettavate? Chi mi conosce, sa quante cavolate possa sparare in meno di mezzora, figuriamoci loro c: E, be', le patate, i cavoletti e tutto il resto... ho una mente molto malata, e il rating previene un po', giusto?
Alone di mistero attorno a Scott, che non convince del tutto quasi nessuno. Che cosa nasconderà e perché Tori si sente così quando ci parla? come se vi rispondessi subito Uhmm, le verità possono essere tante^^ Quello che è certo, è che il bell'irlandese non ce la racconta giusta. E, davvero, l'Irlanda è famosa per le patate-tuberi, c'è stata persino la Potato Famine che l'aveva mandata sul lastrico, in passato.
Questo angolino si sta allungando troppo, sarà meglio che taglio. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che non vi siete dimenticata della vecchia Water e dei suoi personaggi, un bacio! :*

Water_wolf


 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Water_wolf