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Autore: M a r t    14/01/2014    4 recensioni
[MinaKura is the way] [raiting giallo -provvisorio(?)] [amateli come li amo io, perché solo grazie a questo grande amore per loro sto scrivendo questa long -o almeno ci provo]
Sicuramente Angela era la cosa migliore che gli fosse capitata e magari avrebbe ‘abusato’ della sua situazione economica e sociale per qualche altro anno, almeno prima di andare al college.
[...] Eppure quando la ragazza si staccò da lui indicando un ragazzino bassino, con la carnagione scura e i capelli azzurri che gli coprivano un occhio, spiegandogli che quello era suo cugino e che sarebbe rimasto a vivere da lei per qualche settimana, Minamisawa dovette trattenersi dal mostrare una smorfia contrariata.

Ci si becca dentro magari ^^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kurama Norihito, Minamisawa Atsushi, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Minamisawa aveva sempre pensato che Angela fosse la cosa migliore che gli potesse capitare nella vita.
Era una ragazza molto carina: occhi verdi, capelli castani e un carattere abbastanza sopportabile, almeno il 5% delle volte. Ma, cosa più importante, era la figlia di un uomo importante.

I suoi genitori avevano fatto di tutto per far entrare il figlio nelle grazie della ragazza, in modo da poterne trarre dei vantaggi, e al viola andava bene così: in fondo, Angela era una ragazza con cui si poteva parlare e passare il tempo, anche se la maggior parte delle volte era costretto a sentirla parlare dei suoi problemi da ragazzina insicura o del fatto che avesse il seno troppo piccolo oppure del telefonino di ultima generazione che gli aveva regalato il suo adorato papà togliendogli dalle mani quel rottame che aveva prima –ovvero un cellulare talmente nuovo che doveva ancora segnarsi tutti i numeri dei suoi amici in rubrica e che probabilmente era uscito neanche un mese prima.

Inoltre lui ci guadagnava a stare in quella situazione: i genitori lo premiavano sempre, aveva il rispetto dei sui compagni senza dover essere maltrattato dal bullo di turno e, durante le vacanze –estive e non-, veniva scortato allegramente in ogni dove dai familiari della ragazza, godendosi tutto quello che ci poteva essere di bello nel posto dove andavano.

Per i voti a scuola non c’era nessun problema, anzi, il fatto che lui fosse bravo di suo aveva fatto salire la media scolastica di Angela e come segno di gratitudine i genitori della castana gli avevano regalato una macchina rossa fiammeggiante nuova di zecca.
 
Sicuramente Angela era la cosa migliore che gli fosse capitata e magari avrebbe ‘abusato’ della sua situazione economica e sociale per qualche altro anno, almeno prima di andare al college.

Questo aveva pensato quando, arrivato a casa della ragazza, aveva suonato il campanello, ritrovandosi sulla soglia della porta appena aperta la madre di Angela che gli sorrideva calorosamente e lo faceva entrare in casa.

Non si era mai preoccupato che qualcosa potesse andare storto, mentre quell’ochetta, piena di strani pensieri troppo stupidi per qualunque ragazzo poco interessato a lei, lo stringeva a sé in quel suo modo di abbracciarlo probabilmente copiato da qualche immagine su tumblr che dimostrava quanto l’amore, in realtà, fosse una menzogna.

Eppure quando la ragazza si staccò da lui indicando un ragazzino bassino, con la carnagione scura e i capelli azzurri che gli coprivano un occhio, spiegandogli che quello era suo cugino e che sarebbe rimasto a vivere da lei per qualche settimana, Minamisawa dovette trattenersi dal mostrare una smorfia contrariata.
Quel ragazzino non preannunciava niente di buono. Sembrava uno di quei mocciosi che avevano un carattere di merda.
Sorrise fintamente contento all’indirizzo dell’azzurro, il quale lo guardò truce per poi spostare lo sguardo da qualche altra parte della stanza.

Appunto.
 
- Norihito! Non essere scortese con il mio fidanzato! – urlò con la sua voce squillante Angela, attentando alla vita del suo povero timpano.
Strizzò leggermente gli occhi, cercando di reprimere l’istinto di portare una mano a massaggiare l’orecchio.

Di certo il nome ‘Angela’ non si addiceva di certo a quell’ochetta presuntuosa. Magari il suo aspetto poteva ingannare, ma era la solita ragazzina figlia di papà, con manie di protagonismo e capitano delle cheerleader, oltretutto sbruffona.
Poi con la vocetta stridula che si ritrovava, non si poteva di certo dire che fosse piacevole sentirla parlare 24 ore su 24, anche se ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Per un momento pensò con rammarico ai suoi genitori, poveri disgraziati.

Per un secondo si ritrovò a sperare che il cugino -Norihito si chiamava, da quel che aveva capito -non fosse come la cugina. Atsushi non sarebbe sopravvissuto a due viziati, era stato già abbastanza faticoso all’inizio dover abituarsi ad Angela e ad i suoi modi infantili, scortesi e ficcanaso da ragazzina-gelosa; se ora si intrometteva anche quel marmocchio lì, sarebbe stata l’apocalisse.

Si passò una mano tra i capelli, notando il volto della ragazza castana farsi rosso dalla rabbia mentre stringeva convulsamente i pugni e un leggero tic all’occhio faceva la sua entrata in scena. Ne sarebbe seguito uno spettacolino esilarante, constatò sorridendo debolmente.

La ragazza stava per parlare –ok, diciamo che stava per lanciare un grido degno di un soldato spartano- quando venne prontamente interrotta dal nanerottolo con la pelle abbronzata.
- Non ti azzardare ad urlare ancora, oca. – la voce era tagliente, anche se le parole erano uscite con sbuffo dalle sue labbra sottili, completamente diverse da quelle carnose e piene di rossetto alla ciliegia di Angela.
Minamisawa avrebbe voluto ridere sonoramente, ma dovette cercare di trattenersi anche questa volta. Non poteva interrompere i due cari cugini.
 
Si voltò verso Kurama, distogliendo l’attenzione dalla sua ragazza che tra qualche minuto avrebbe cominciato a dare in escandescenza. Si ritrovò immerso nei suoi occhi troppo scuri per avere un apparente colore, notando con piacere che, dopo qualche secondo, un leggero rossore si era fatto strada sulle gote abbronzate del minore. Sorrise malizioso.
L’altro distolse lo sguardo imbarazzato, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans strappati.
 
Che strano ragazzino il cugino di Angela…
 
***
 
La signora Beats gli aveva chiesto di rimanere a cena da loro, più per un gesto di cordialità che per altro, e lui aveva accettato di buon grado, perché quella sera i suoi genitori non sarebbero stati a casa e perché di andare in qualche orrendo fast food del centro a massacrarsi lo stomaco mettendo a rischio il suo fisico asciutto, non era nei suoi piani.

Era seduto al solito posto del tavolo in legno scuro, accanto ad Angela ovviamente, senza ascoltare veramente quello che la sua ragazza diceva e lanciando qualche occhiata divertita all’indirizzo del ragazzo che si trovava nel posto di fronte al suo e che stava focalizzando tutta la sua attenzione sul piatto di carne e verdure varie che aveva davanti.

Il gomito sul tavolo e la testa posata in modo annoiato sul palmo della mano, mentre masticava a forza un boccone di quella bistecca troppo grande per un ragazzino tanto piccolino –o almeno così aveva pensato Minamisawa-.

Non sapeva che età dare a quello strano moccioso dai capelli troppo in contrasto con il colore della pelle e dallo strano comportamento.
Perché nonostante Atsushi sapesse di fare un certo effetto alle ragazze, era consapevole di farlo anche ai ragazzi. Quello che non si spiegava era come quel ragazzino dai modi tanto sgarbati potesse arrossire per un nonnulla.

Sentendosi osservato, il minore alzò gli occhi neri assottigliandoli alla vista del viola, che sorrise sghembo, facendolo sussultare impercettibilmente. Kurama tornò subito sulla sua bistecca, mangiandola con voracità e imbarazzato fino all’inverosimile.

Perché quello stronzo del fidanzato di sua cugina doveva essere così fastidioso?!
 
- Minamisawa? Mi stai ascoltando? – chiese stizzita la ragazza, neanche l’avesse chiamata in causa anche nella realtà e non solo nella sua mente.
Il ragazzo voltò il capo in direzione della castana, mettendo su uno dei più falsi e seducenti sorrisi del suo repertorio –enormemente vasto come repertorio, si- rispondendo che era ovvio che la stesse ascoltando.

Che bugiardo.

La ragazza sembrò avere un momento di esitazione, per poi ricominciare a sproloquiare sulla sua vita privata, sul fatto che ci fossero troppe ragazze con qualcosa di finto nella sua squadra di troiette con la gonna della divisa da cheerleader più corta rispetto a quando l’avevano ricevuta.

Quella ragazza poteva scriverci un testamento con tutte le cavolate a cui dava fiato.
 
Sospirò, sperando che l’ora di andare a casa sua non tardasse ad arrivare.
 
***
 
Indossò velocemente la giacca nera, tirandone fuori il telefono e guardando l’ora: le 22:00.
Sospirò, pregando che fuori non ci fosse qualche rapitore o qualche ladro mancato che volesse divertirsi a fargli prendere un colpo e a derubarlo.

- Sei sicuro di non voler rimanere a dormire qui, Minamisawa-kun? Potrebbe essere pericoloso andare a piedi a quest’ora… - la voce calda e preoccupata della signora Beats interruppe bruscamente i suoi pensieri, nonostante il tono della signora fosse dolce come il solito.

- Non si preoccupi signora, starò attento. – disse sorridendo.

- Oh, ti prego Minamisawa! Solo questa notte! – la voce acuta di Angela gli arrivò fastidiosamente alle orecchie, mentre due braccia gracili –mica tanto- lo avvolgevano neanche fossero i tentacoli di una piovra.

Ma perché quella ragazza doveva essere così appiccicosa?!
Cercò di staccarsela dolcemente di dosso, per quanto gli fu possibile dato che non ne poteva più di stare là dentro. Aveva bisogno di riposare il cervello dopo aver accumulato tutte quelle interessantissime informazioni gentilmente donategli dalla castana.

Sul divano rosso del salone, Kurama li fissava divertito, gustandosi la scena in ogni minimo dettaglio.
Preso da una strana fiducia nei confronti del suo possibile alleato contro quella piovra umana dalla voce da gallina –una piovrallina?-, si girò verso l’azzurro guardandolo supplichevole. In risposta l’altro si voltò dalla parte opposta a guardare la televisione accesa in un momento impreciso della serata.
 
Moccioso bastardo.
 
Fu l’unico pensiero che riuscì a formulare prima di arrendersi e accettare, controvoglia, l’invito dei Beats a rimanere a dormire lì.
Doveva trovare qualcosa da fare, altrimenti sarebbe impazzito davvero.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’angoletto delle castagne gommose(?)
Ebbene si, eccomi di nuovo qui, a rompervi le pallocciole.
Stavolta mi sto cimentando in una long –priva di qualsivoglia senso logico- sulla MinaKura. Il mondo necessita di più MinaKura ewe
Come dire… Momo_chan mi ha minacciata, colpa sua uwu
No, ok, sono contenta di questo capitolo ed essendo il primo spero che sia piaciuto anche a voi e che vi stia invogliando a leggere –probabilmente no---
Non so se questa storia avrà una fine –per il momento non sono neanche sicura di un continuo ouo- e non vi prometto niente sugli aggiornamenti, quindi abbiate pietà di me uwu
Ora me ne vado, perché sono stanca e ho sonno *yawn*
 
Happy chestnut!  
   
 
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