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Autore: skinshaz    14/01/2014    1 recensioni
Harry non ricorda.
Louis ricorda fin troppo bene.
Per Harry è solo un sogno.
Per Louis è una tortura.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo Harry aprì gli occhi. Sentiva ancora il profumo dolce di Louis sul cuscino. ‘Una mattina come tutte le altre’ Pensò annoiato,ma quando cercò di mettersi a sedere facendo forza sul braccio sinistro,una fitta dolorosa gli percorse la pelle fino alla spalla. Notò di essere vestito e si tirò su la manica del maglioncino che indossava. I due tagli erano leggermente rossi,gonfi e bruciavano,ma non quanto gli occhi da cui erano uscite tante di quelle lacrime che avrebbero potuto riempire tre vasche da bagno.
  Tutti i ricordi del giorno prima riaffiorarono facendo quasi più male del braccio. Il picnic nel prato,la perdita della memoria causata dall’incidente,il litigio con Louis e la madre e,infine,la ricaduta.
  Guardò la sveglia sul comodino. 06.25. Si stropicciò gli occhi e si alzò a fatica. Un punto del pavimento della stanza era ancora sporco di sangue secco,così prese delle salviette profumate e le passò per terra. L’odore acre era insopportabile e si era diffuso nella stanza.
  Andò in bagno,si spogliò ed entrò nella doccia senza neanche guardarsi allo specchio. Aprì l’acqua e provò a regolarla,ma i tubi erano rotti,perciò dovette accontentarsi di quella tiepida. I ricci gli si appiccicarono in fronte quando si raggomitolò in un angolo,il getto potente puntato addosso. L’acqua riusciva a togliere il sangue secco,,ma non riusciva a far scivolare via la sensazione di sentirsi tradito. E Harry si sentiva davvero tradito,troppo. Inizio a fregarsi furiosamente la pancia,le gambe e le spalle cercando di togliersi quella sensazione. Esplose in un pianto isterico,con singhiozzi e gemiti. Si abbracciò le ginocchia e nascose la testa. 
  Una volta calmo o per lo meno non in quello stato pietoso,si alzò e afferrò l’accappatoio appena fuori dalla doccia. Ci si avvolse e si lavò i denti,poi andò in camera sua e prese dei vestiti a caso dalla cassettiera. Preparò lo zaino e guardò la sveglia. 07.05.
  Scendendo le scale accese il telefono e gli arrivarono una decina di messaggi.
Louis.
Louis.
Louis.
Louis.
Mamma.
 Louis.
Louis.
Louis.
Mamma.
Louis.
Dicevano più o meno tutti le stesse cose. Dicevano di chiamare,di farsi sentire,ma non ne aveva voglia. Aveva quasi paura di trovare Louis fuori dalla porta con la macchina per portarlo a scuola. Ma,quando uscì,non trovò nessuno,neanche un cane randagio. Pochi minuti dopo arrivò il pullman,lui salì e si sedette nei posti davanti,per evitare l’episodio spiacevole di due giorni prima. 
   L’armadietto,da lontano,sembrava più brutto rispetto alla prima volta,sembrava che qualcuno ci avesse scritto sopra. Harry si avvicinò e,in effetti,c’erano davvero delle scritte. Lesse una parola scritta in rosa. Frocio.
“Ehi frocio,hai visto che sorpresa? Spero ti piaccia il rosa,altrimenti posso scriverne un altro in,che so,lilla” Esclamò un giocatore di football ridendo a crepapelle. Harry sorrise cercando di sembrare divertito,ma se lo avesse guardato negli occhi,avrebbe capito che stava per scoppiare in lacrime. “Ci si vede più tardi” Continuò il bestione. ‘Più tardi?’ Si chiese Harry. Era più che deciso a non farsi trovare nè più tardi nè mai.
  Le lezioni non passavano più,un’ora dopo l’altra Harry continuava ad addormentarsi almeno dieci minuti a lezione e,alla fine della terza,il trillo acuto non fu mai così gradito. Uscì velocemente dall’aula sperando di arrivare alla macchinetta sano e salvo,ma le sue preghiere non furono ascoltate.
 Louis gli veniva incontro quasi correndo.
“Harry!” Esclamò. L’altro fece finta di non vederlo,ma gli fu difficile perchè gli si mise proprio davanti,le mani sui fianchi. “Scusa per ieri,non avrei dovuto dirti tutto così in fretta. Stai bene?”. Fece per prendergli la mano,ma Harry fu veloce e la tirò via dalla sua portata. 
“Si...bene”
“Harry...” Harry si allontanò,lasciandosi Louis alle spalle che lo guardava con aria triste. Girò l’angolo e andò a sbattere contro il ragazzo che lo aveva chiamato frocio.
“Ehilà”
“Ascolta,non so cosa sia successo ieri mentre non c’ero,m-“ Un pugno in pieno naso lo fece barcollare.
“Ascolta tesorino,se tu fossi un frocietto e basta,sarebbe ok,ma stai facendo diventare come te anche il nostro capitano”
“Non so se il tuo cervellino mangiato dalle tarme comprende,ma non siamo una setta satanica che converte la gente etero” Il ragazzo lo prese per il colletto e lo sbatte sul muro. La testa e la schiena iniziarono a fargli male. Strizzò gli occhi,pensando che gli sarebbe arrivato un altro pugno,ma l’altro lo mollò e lui cadde a terra,il naso sanguinante e la schiena a pezzi. Se ne andò solo dopo avergli tirato un calcio alla gamba,per completare l’opera,lasciandolo lì,inerme a cercare di pulirsi il sangue che gli colava dal naso e andava bagnare le labbra.
“Cazzo,stai bene,amico?” Chiese un ragazzo di passaggio.
“Si,sto bene” Rispose Harry sorridendo,ma anche solo alzarsi era un’impresa. 
   In qualche modo stava camminando verso il suo armadietto. Prese tutto quello che aveva dentro e andò in bagno. Si lavò la faccia e quando rialzò lo sguardo,dietro di lui,c’era Louis appoggiato al muro con le braccia incrociate. 
“L’ho già detto al preside. Verrà sospeso,se non espulso” Gli disse,avvicinandosi e appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Non c’è problema,me ne vado io”
“Cosa?” Urlò Louis. “Non puoi andartene! Non ora che-“ Harry guardò il suo riflesso. Louis si fece coraggio e continuò. “Non ora che mi sto innamorando di te”
“Mi dispiace,Louis” Sussurrò Harry per poi lasciargli un bacio a stampo. Uscì e si appoggiò al muro. Louis si appoggiò esattamente dall’altra parte del muro con espressione preoccupata.
  Harry guardò da un lato all’altro del corridoio,poi si diresse verso l’uscita della scuola,lo zaino in spalla.
  Louis si guardò allo specchio. Un idea gli attraversò la mente. “Ok,ok devo trovarle” Sussurrò a se stesso prima di afferrare il telefono. “Pronto,Anne?”
  Harry girava nel parco già da un po’,aspettando il pullman. Voleva andarsene il prima possibile. Era passato a casa a svuotare e rifare lo zaino,in cui aveva semplicemente messo qualche vestito,delle barrette di cioccolata e i soldi che teneva da parte. Della madre non c’era traccia.
Finalmente il pullman parcheggiò davanti a lui. Aveva un piede sul primo scalino quando sentì qualcuno urlare il suo nome. Si voltò e il ragazzo biondo che aveva visto con Louis il primo giorno gli stava correndo incontro.
“Harry!” Si fermò davanti a lui con il fiatone,piegato in due dalla fatica. “Sono Niall,devi venire con me”
“Perchè? Neanche ti conosco”
“Ti prego,è importante. Vieni con me,poi puoi decidere se andartene o no,ma prima vieni con me” Poteva essere solo uno scherzo di cattivo gusto,magari per attirarlo in un posto buio e picchiarlo più forte di quanto già non l’avessero picchiato in corridoio. Accettò solo perchè aveva visto il biondo con Louis e,inconsciamente,si fidava di lui.
  Dopo una bella corsa,Niall lo fece salire su una macchina vecchia e un po’ sporca fuori,ma dentro era comoda e c’era profumo di pino.
“Ti ha detto Louis di non farmi andare via?” Chiese Harry guardando gli occhi azzurri del ragazzo saettare da una parte all’altra della macchina,talmente nervoso e di fretta che rischiò di andare a sbattere contro un albero vicinissimo al cofano dell’auto.
“Non dovrei dirtelo,ma si,deve parlarti” Spiegò per poi partire a tutta velocità.
  Parcheggiò davanti a un grande edificio che Harry sapeva essere una vecchia fabbrica a cui avevano riverniciato gli interni,ma che poi avevano lasciato di nuovo lì a marcire. Uscì dall’auto e vide uscire dal portone un bel po’ di gente che,quando gli passarò vicino,lo salutò come se si conoscessero da tempo. Niall,dopo aver salutato a sua volta i ragazzi,gli posò una mano sulla spalla e lo accompagnò fino ad un corridoio all’interno della struttura.
“Da qui devi andare da solo,devi solo andare dritto poi trovi una porta e la apri” Gli sorrise. “In bocca al lupo” Detto questo si girò e ripercorse il corridoio e uscì.
   Era buio e Harry,anche se doveva solo andare dritto,per un momento ebbe paura di perdersi. Dopo un paio di passi trovò la maniglia di una porta d’emergenza e spinse. Venne accecato per un secondo,ma lo spettacolo che gli si presentò davanti quando si abituò alla luce era così affascinante che nemmeno si accorse degli occhi che si lamentavano.
  
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