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Autore: Kaho    02/06/2008    14 recensioni
Naruto abbassò gli occhi, e così finalmente riuscii a riprendermi. Ispirai ed espirai, cercando di rimettere in ordine i pensieri che caoticamente si affollavano nella mia mente.
«Forse non avrei dovuto farlo»
Commentò pacatamente con il viso chinato, forse proprio perché io non potessi scorgere la sua espressione.
«Già» mi trovai ad annuire, assente. «Non avresti dovuto»

La storia del rapporto tra Naruto e Sakura attraverso alcuni Missing Moments che ho immaginato, l’evoluzione dall’indifferenza a qualcosa di più. Con anche tutti gli ostacoli che impediscono loro di viversi interamente.
Sulle note di “My December” dei Linkin Park, tre capitoli che tentano di riassumere tutto ciò che ha a che fare con Sakura e Naruto.
[Sakura POV] [NaruSakuNaru] [Implica SakuSasu]
!PRIMA Classificata al Concorso sull’Interpretazione NaruSaku Versione di Coco Lee! *_*
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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«Sakura…»

Ero senza fiato.

Avvertivo il petto come ristretto, se così si può dire, tanto da non riuscire a respirare regolarmente. Le mani cominciavano a sudare, ed io deglutii tentando di tranquillizzare il battito accelerato e il sangue che mi fluiva sul volto e nelle vene, impazzito.

Faceva troppo caldo.

E il petto cominciava a dolermi.

Naruto abbassò gli occhi, e così finalmente riuscii a riprendermi. Ispirai ed espirai, cercando di rimettere in ordine i pensieri che caoticamente si affollavano nella mia mente.

«Forse non avrei dovuto farlo»

Commentò pacatamente lui con il viso chinato, forse proprio perché io non potessi scorgere la sua espressione.

«Già» mi trovai ad annuire, assente. «Non avresti dovuto»

 

 

 

 

D e c e m b e r

~ Missing Moments Of An Escalation ~

 

 

And I
Take back all
The things I said
To make you
Feel like that

 

«Mamma muoviamoci!»

Il vento mi soffiava forte nelle orecchie, con un suono stridente e fastidioso. Sentivo già il principio di un malore all’apparato uditivo, sotto forma un pulsare leggero ma costante, e sbuffai gemendo piano e premendo le mani guantate sulle orecchie.

«Maaaammaaaa!» gridai ancora, smettendo di correre e voltandomi di scatto, fronteggiando mia madre che mi fissava con un sorrisetto furbesco e insieme accondiscendente, lo stesso che mi riservava da bambina quando smaniavo di giungere presto a casa Yamanaka.

«Sto arrivando, Sakura» mi rassicurò, stringendosi con un brivido dentro il lungo cappotto nero. «Perché tutta questa fretta di arrivare all’Accademia?»

Nascosi il viso nella calda sciarpa di lana per nascondere il rossore che, ne ero sicura, mi aveva imporporato le guance.

Come potevo confessarle il mio ardente desiderio di rivedere Sasuke-kun, il ragazzo di cui mi ero innamorata? Anche se la mamma aveva certamente intuito qualcosa, non l’avrei mai ammesso davanti a lei: ora che di anni ne avevo undici, non potevo più condividere con lei certe cose, e tendevo a creare tra noi dei segreti. Ma era giusto così, credevo.

«Non voglio mica arrivare in ritardo, che figure ci faccio io?»

Non aggiunsi che Ino avrebbe cercato di rubarmi il posto accanto a Sasuke-kun e che lui fosse uno dei primi ad arrivare, sempre. Sasuke-kun era un vincente, ed io… ed io? Non ero altro che una Fronte Spaziosa un po’ troppo intelligente. Ma ora avevo anche lunghi capelli ed ero certa di essere carina… o così mi dicevano mamma, papà e anche quel baka di Naruto Uzumaki.

Mamma mi raggiunse aumentando leggermente l’andatura, e mi coprì con l’ombrello aperto, per ripararmi dalla leggera pioggerellina che aveva cominciato a cadere dal cielo plumbeo. Rivolsi un’occhiata scocciata sia alle nuvole sia a mia madre.

«Mamma… non c’è bisogno che tu mi prenda a braccetto!»

Lei mi sorrise con dolcezza.

«Lasciami essere ancora un po’ mamma, ok Sakura-chan?»

Strozzai una protesta serrando le labbra: mi dava tremendamente fastidio il suffisso chan al mio nome. Mi faceva sembrare una bambina, ed io non lo ero più. Inoltre l’Uzumaki aveva la brutta abitudine di urlarlo a squarciagola, mettendomi sempre in imbarazzo.

Stupido.

«Siamo arrivati» commentai annoiata, sgusciando via dal gomito di mamma. Lei sospirò, e si chinò su di me per sistemarmi il giubbetto.

«Mamma…»

«Stai buona e zitta. Non permetterò che i tuoi capricci ti facciano bruscare una raffreddore!»

Alzai il mento per fare l’imbronciata (abitudine che avevo imparato da Ino e che ancora non riuscivo a cancellare) e con la coda nell’occhio vidi la mano della mia ex-migliore amica librata in aria per salutarmi e il suo viso distorto in un sogghigno superiore.

Sapevo già cosa stesse macchinando: superarmi e sedersi accanto a Sasuke-kun. Ma non gliel’avrei permesso.

Sgusciai via dalla stretta di mia madre senza curarmi del suo richiamo, correndo come una forsennata verso l’aula in cui frequentavo il corso. Tra poco ci sarebbe stata la lezione del maestro Iruka e non avrei permesso che Ino rubasse il posto per cui lottavo ogni mattina!

Scattai in avanti, afferrando la maniglia della porta, e l’aprii ansimante, scannerizzando l’area: Sasuke era già seduto in prima fila, i libri appoggiati ordinatamente in un angolo del banco e una faccia insofferente, mentre Ino chiacchierava accanto a lui.

Mi si strinse il cuore in petto, osservandoli, e mi sedetti strascicata nel banco opposto, consapevole che tentare di osservarli troppo a lungo vicini mi avrebbe depresso. Avrei potuto urlare ad Ino di non infastidire Sasuke-kun, ma d’un tratto era come se un pesante macigno mi stesse schiacciando; era una giornata no. Mi sentivo così arrabbiata e così triste da essere certa che se avessi anche solo aperto bocca, sarei scoppiata in un pianto a dirotto, un’umiliazione che volevo evitare a tutti i costi.

Accoccolai la mia fronte spaziosa contro il braccio, strofinandovi gli occhi celatamente, per non mostrare agli altri la mia debolezza. Non volevo essere debole. Io volevo solo cambiare, essere più forte ed essere considerata.

Fin da bambina sono sempre stata una ragazzina timida e impacciata, che aveva avuto bisogno dell’appoggio di Ino per andare avanti; adesso, invece, desideravo solo riscattarmi e dimostrarle che non avevo bisogno di lei.

«Ciao Sakura-chan! Stai bene?»

Lentamente alzai lo sguardo su Naruto Uzumaki, improvvisamente seduto accanto a me con il suo grande sorriso e quella faccia graffiata che lo faceva sembrare un gatto randagio colorato.

Scioccai la lingua seccata e alzai il capo, appoggiandolo al palmo della mano sostenuta dal gomito che faceva leva sul tavolo.

«Certo che sto bene!» esclamai irritata, roteando platealmente gli occhi ancora un po’ lucidi.

«Sicura?» continuò lui, inclinando appena il capo come per analizzarmi da cima a fondo, con aria preoccupata. «Hai una faccia… è stato ancora quel teme?!»

Lo vidi scattare in piedi con il pugno minaccioso ben in alto e, sapendo già il suo volere di vendicarmi e di picchiare Sasuke-kun (come se potesse batterlo e poi perché diamine si era fissato con quella storia della sfida?), lo precedetti e gli posai celermente una mano sulla bocca, zittendolo e fulminandolo con uno sguardo truce.

«Non ho bisogno del principe che mi salva, Naruto-baka! E comunque il mio principe non saresti tu!»

«Uffa, Sakura-chan» si lagnò lui, risedendosi sulla sedia e portando le braccia dietro la nuca, le labbra strette a pesce. «Io volevo solo vendicarti! Il teme non ti merita assolutamente!»

Sbuffai, innervosita.

«Non parlare così di Sasuke-kun!»

«Dico solo la verità…»

«Ma lui si merita qualcuno che gli voglia bene! Tutto lo meritano! Come puoi essere così egoista da desiderare che io non mi occupi più di lui?»

Naruto strinse le palpebre, e voltò il capo verso la finestra.

Lo osservai per un attimo, notando uno strano velo di amarezza in quegli occhi azzurri (non mi ero mai accorta prima che fossero così limpidi…) e un po’ di invidia, forse.

Per un attimo mi pentii di essere stata così meschina, ma non gli chiesi scusa. Mi limitai a mordermi il labbro e voltare il capo verso Ino e Sasuke-kun, ma senza badare veramente all’abbraccio in cui Ino lo aveva stretto obbligatoriamente.

La verità era che tentavo di scappare dagli occhi di Naruto, che erano tornati a cercarmi per rispondere alla mia provocazione. Mi concentrai su un libro, in attesa smaniante dell’arrivo del maestro Iruka.

Lo sentii sospirare.

«Sakura-chan, sai, credo che tu abbia ragione. Sono un egoista»

Strinsi la copertina del libro, ma mantenni un’espressione neutra. «So di avere ragione, Naruto»

L’arrivo del maestro Iruka e l’inizio delle lezioni riuscì a distrarmi un po’ da quella strana discussione avuta con il peggior allievo che l’Accademia avesse mai visto in tanti anni. Tuttavia le sue parole mi rimbombarono nella testa per molto, molto tempo.

Non sapevo ancora che mi avrebbero torturato anche negli anni avvenire.

 

*

 

This is my December
This is my snow covered home
This is my December
This is me alone

 

«A domani»

Laconico saluto, veloce fuga.

Non ebbi nemmeno il tempo di allungare le mani verso Sasuke-kun, che lui era già scappato via, con una velocità invidiabile.

Avevo sempre questa percezione del mio rapporto con Sasuke: che lui scappasse e non mi lasciasse entrare. Mai.

Non riuscivo a legarlo a me, lo sentivo così inarrivabile, lontano.

Forse era per questo che mi affannavo tanto per lui, facendovi capire con un esempio: chi non ha mai cercato di prendere dalla credenza più alta una scatola misteriosa che la mamma gli ha nascosto proprio per celargliela? La situazione era piuttosto simile, anche se la mia non era semplicemente una questione di infantile curiosità. Io amavo Sasuke-kun. Ne era certa.

Sospirai e cominciai a camminare verso casa.

Naruto mi seguiva a distanza di pochi passi, sentivo lo strascichio dei suoi piedi sulle strade ciottolate di Konoha.

Mi sembrava quasi si essere pedinata e questo mi innervosì. O forse era solo la sua presenza costante accanto a me, come se fosse la mia balia, a darmi fastidio.

«Naruto cosa stai facendo esattamente?!» domandai scocciata, fermandomi per fronteggiarlo faccia a faccia. Sapendo che avrei vinto, perché Naruto mi lasciava vincere ogni dannatissima volta.

Lui si grattò il naso a punta sogghignando bonariamente.

«Sto tornando a casa!»

«Ma è dall’altra parte» obiettai, inarcando le sopracciglia con scetticismo.

Naruto ridacchiò, imbarazzato, con le dita intrecciate dietro la nuca bionda. «Già, faccio una passeggiata…»

Pensava sul serio di darmela a bere?

«Naruto…» lo avvertii ringhiando. Lui smise di ridacchiare e si lasciò andare in un sospiro rassegnato.

«Ok, ok, lo ammetto: volevo accompagnarti a casa… posso?»

Il tono era esitante, quasi timido, non ero abituata a questo suo lato del tutto nuovo.

Mi lasciò un po’ interdetta.

Riflettei un attimo sulla proposta e lo osservai per qualche minuto, indecisa: dirgli di sì significava dargli qualche speranza (cosa che io volevo assolutamente evitare), ma dirgli di no significava anche compromettere il labile rapporto che si stava creando fra di noi come compagni di squadra.

In fondo sarebbe bastato dargli capire che non mi interessava – come avevo fatto sin dai tempi dell’Accademia –, ragionai svelta, un po’ ammorbidita dai grandi occhioni blu spalancati e supplicanti.

Feci qualche passo in avanti, poi mi fermai, girando il volto fino a scorgere con la coda nell’occhio il viso di Naruto chinato verso terra, intristito.

«Ehi, guarda che non ho intenzione di aspettarti in eterno!»

Era certa di che il tono fosse stato sufficientemente sgradevole e acido, ma la sua reazione non fu né un sospiro né uno sbuffo, tutt’altro, mi corse a fianco, ridente, come se le mie parole non lo avessero scalfito per nulla.

Aveva lo stesso sguardo felice dei bambini il giorno di Natale con in mano il regalo agognato, lo stesso luccichio che avevo visto nello sguardo di mia madre quando da bambina le disegnavo paesaggi di fiaba con i pastelli a cera.

Strinsi le dita a pugno, lasciando che le chiacchiere di Naruto mi scivolassero addosso, senza prestarci grande attenzione; ebbi l’impressione (un po’ azzardata, forse) che queste cercassero di affollare i miei pensieri, come se volessero esserne il centro.

Ma Naruto non era il mio centro.

Ed un tratto mi assalii quella stessa paura che prima avevo accantonato. Io non lo volevo ingannare, volevo solo essergli un po’ più vicina, ma… se lui avesse pensato solo un momento di avere una chance… non sarebbe stato giusto illuderlo di questo. Io amavo Sasuke Uchiha. Non Naruto Uzumaki. E questo non sarebbe cambiato perché non c’era spazio per lui.

Era Sasuke-kun il centro dei miei pensieri e mi rendevo vagamente conto di quanto irrazionale fosse l’impulso di scacciare chiunque volesse (o potesse) prendere il suo posto.

«… e così ho trovato il buono sconto per un ramen gratis! Non è mitico, Sakura-chan?»

Quando pensavo a Sasuke, il cuore cominciava a battere più forte, ma era atroce sentirlo pulsare forte e risuonare nel petto, ristrettosi come se il mio corpo si rifiutasse di respirare. Ed ogni sospiro era faticoso e quasi ansimavo, senza accorgermene.

«Quel teme! La prossima volta che lo sfido, giuro, lo batto!»

Nonostante questo, continuavo a vederlo. Ricercavo quegl’occhi d’onice che impietrivano e rallentava ogni mio pensiero, lasciandomi in balia del mio cuore che, inerte, continuava a battere, incurante dell’istintiva paura del dolore.

«Tutte quelle arie solo perché lui è un Uchiha, un genio! Ma non basta solo lo sharingan per essere un bravo ninja e io glielo mostrerò!»

Sotto le ciocche corvine vedevo quei pozzi d’inchiostro, ma non vi riuscivo a vedere alcuna ombra. Nulla.

Mentre quelli di Naruto (prendendo un esempio a caso, eh) si scurivano alle volte, quelli di Sasuke-kun non rivelavano niente di niente, come se fosse di un altro mondo, un po’ misterioso un po’ oscuro, come se avesse costruito una barriera attorno a quegli occhi di ghiaccio (gli occhi sono lo specchio dell’anima, no?).

Riuscivo solo a percepire dalle sue parole sprezzanti di vendetta l’oscurità in cui era avvolto, ma non mi lasciava provare a curarle.

«Ehi, ma mi stai ascoltando? Sakura-chan?»

D’altronde, cosa potevo fare? Non ero un ninja medico né sua amica.

Ma ero sua compagna di squadra. Non potevo arrendermi così, per lui, per me… dovevo scalfire l’indifferenza del suo sguardo e guarirlo.

«Neee Sakura-chaaaan

Il profilo familiare della mia casa mi apparve a pochi metri di distanza e ne fui confortata. Avevo bisogno di una doccia, un letto caldo e un libro. Il modo migliore per distrarmi.

Girai su me stessa e i miei capelli rosa ricaddero sulle mie spalle con leggerezza.

«Grazie per avermi accompagnato, Naruto.» Sorrisi, inclinando appena il capo di lato. «Ora torna a casa e mangia! Scommetto che sei stanchissimo anche tu.»

«Naruto Uzumaki non è mai stanco! E la fame non è un pro– » Ad interromperlo un sonoro gorgoglio da parte della sua pancia. Le guance graffiate di Naruto divennero vermiglie e non potei trattenere un sorrisetto.

«Forse dovresti usare quel buono ramen…» suggerii con dolcezza piuttosto inusuale.

Lui chinò appena il mento verso il petto, grattandosi una guancia in quel modo imbarazzato che io trovavo adorabile, anche se non glielo avrei mai confessato nemmeno sotto tortura.

«Allora Sakura-chan mi stavi ascoltando…

Lo aveva sussurrato così piano, che non ero sicura di aver ben capito, né avevo voglia di discutere di questo, per cui feci finta di nulla.

«Hai detto qualcosa, Naruto?»

«Nulla nulla!» ridacchiò lui, continuando a grattarsi. «Ehm, sono contento di averti accompagnato! E spero di averti un po’ distratto!»

Sbattei gli occhi, perplessa.

«Cosa?»

«Beh» si guardò attorno, evitandomi. «Sei così presa da chissà cosa negli ultimo tempi… volevo un po’ distrarti, tutto qui… non voglio vedere quella specie di tristezza nei tuoi occhi Sakura-chan…»

«Naruto…» soffiai, troppo sorpresa per aggiungere altro.

Lui mi sorrise spontaneo.

«Beh, io vado! A domani all’allenamento Sakura-chan!» salutò e corse via velocemente.

Rimasi qualche attimo in piedi in strada, rimuginando su quelle parole e sulla sensibilità di Naruto nel cogliere il mio stato d’animo, poi entrai in casa, salutai mia madre e mi precipitai a fare un bagno caldo.

Mentre mi insaponavo le braccia provate, sorridevo.

«non voglio vedere quella specie di tristezza nei tuoi occhi Sakura-chan…»

 

 

 

 

 

 

 

*^*^*^*

 

 

Naruto, Sakura, Sasuke ecc. © Kishimoto.

My December © Linkin Park

 

 

Esatto.

Io sul podio quella con la coppa aurea, signori e signore.

IO! Con QUESTA fic! Dopo tutta la fatica che ho fatto nel scriverla… più che altro, per convincermi a mandarla e non sto scherzando se dico che ero insicurissima! XD

L’ho scritta in uno stile che non è propriamente il mio, cioè usando la narrazione in prima persona, in cui sono ancora un po’ convinta di essere incapace… Tuttavia, pare che i miei sforzi non siano andati a quel paese!!! AW! *o*

Allora, dunque, ho solo alcune cosa da dire.

E sono ringraziamenti, più o meno. XD

Innanzittutto a Susi, alias _ayachan_, per aver scritto “Ali di cera” una delle Naruto/Sakura più belle che abbia mai letto, a cui un po’ è ispirata questa fan fiction.

Poi a Vale, che me l’ha betata, rassicurandomi sulla validità della fic! *_*

A Coco Lee e a HarryHerm per il concorso – non vedo l’ora di leggere le altre fic *_* Finalmente un po’ di NaruSaku sul sito! *o* - per il giudizio apprezzatissimo e oggettivo, a prescindere dal mio grigiume! XD

A tutte le altre partecipanti, per aver scritto una NaruSaku o comunque una fic sul loro rapporto… grazie! Essendo una fan accanita, il solo pensiero di leggerle mi riempie di gioia! *_*

Ora, mentre scrivo questo (h. 20.19), la linea ancora non va… mi ha concesso gentilmente quei 10 minuti per leggermi i risultati ed esultare un po’ su MSN. Questa cavolo di linea… ci ho litigato tutto il pomeriggio mentre (ergo bambi88) sogghignava con compiacenza tenendomi all’oscuro dei risultati e inveendo insieme a me contro Mefisto! XD

È cattivissima ‘sta linea… =_= Comunque spero di pubblicare il primo capitolo al più presto! *_* Oggi nemmeno la linea può rattristirmi! *_*

Ah, giusto! Sono 3 capitoli ed ognuno riprende un po’ gli episodi salienti di Naruto, dall’infanzia alla serie Shuppiden! Spero vi piaccia e, se non siete fan della coppia, ve la faccia un po’ apprezzare o almeno considerare, ecco! ^^

Ed ora lasciatemi esultare ancora un po’… HO VINTOOO! *O* YATTAAA! *cipollino che corre commosso*

Complimenti ancora a tutte quante! In particolare alle mie colleghe di podio, Mao-chan91 (oddeo, se penso che mi sono battuta con te *.*) e dionea (bravissima! *-* non potevo non aspettarmi che il meglio da te! ;-)… (L)

Sono semplicemente senza parole, scusate se ho riempito le note di fondo con stupidaggini!

Il prossimo aggiornamento arriverà presto, tra quattro giorni facciamo, tanto è già pronta! XD

Ah, mi raccomando, una recensione non fa male! *_* ß Occhi supplicanti

 

 

Un bacio,

la vostra esuberante e contentissima – nonostante la linea baka

Kaho

 

PS = Già che ci sono… grazie a tutti coloro che mi hanno fatto gli auguri ieri. Vi ringrazierò a dovere (L)

PS2 (e non è la PlayStation XD) = Ispirata anche ad un video bellissimo su questa canzone di una delle mie NaruSakuAMVmakers preferita: Inikusan. Se avete voglia di darci un’occhiata – e io ve lo consiglio *_* - vi passo il link del video! La potete trovare qui: http://it.youtube.com/watch?v=dFIma6ZjfOo

  
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