«Sakura…»
Ero
senza fiato.
Avvertivo
il petto come ristretto, se così si può dire, tanto da non riuscire a respirare
regolarmente. Le mani cominciavano a sudare, ed io deglutii tentando di
tranquillizzare il battito accelerato e il sangue che mi fluiva sul volto e
nelle vene, impazzito.
Faceva troppo caldo.
E
il petto cominciava a dolermi.
Naruto
abbassò gli occhi, e così finalmente riuscii a riprendermi. Ispirai ed espirai,
cercando di rimettere in ordine i pensieri che caoticamente si affollavano
nella mia mente.
«Forse
non avrei dovuto farlo»
Commentò
pacatamente lui con il viso chinato, forse proprio perché io non potessi
scorgere la sua espressione.
«Già»
mi trovai ad annuire, assente. «Non avresti dovuto»
D e c e m b e r
~
Missing Moments Of An Escalation ~
And I
Take back all
The things I said
To make you
Feel like that
«Mamma
muoviamoci!»
Il
vento mi soffiava forte nelle orecchie, con un suono stridente e fastidioso.
Sentivo già il principio di un malore all’apparato uditivo, sotto forma un
pulsare leggero ma costante, e sbuffai gemendo piano e premendo le mani guantate sulle orecchie.
«Maaaammaaaa!» gridai ancora, smettendo di correre e
voltandomi di scatto, fronteggiando mia madre che mi fissava con un sorrisetto
furbesco e insieme accondiscendente, lo stesso che mi riservava da bambina
quando smaniavo di giungere presto a casa Yamanaka.
«Sto
arrivando, Sakura» mi rassicurò, stringendosi con un brivido dentro il lungo
cappotto nero. «Perché tutta questa fretta di arrivare all’Accademia?»
Nascosi
il viso nella calda sciarpa di lana per nascondere il rossore che, ne ero
sicura, mi aveva imporporato le guance.
Come
potevo confessarle il mio ardente desiderio di rivedere Sasuke-kun, il ragazzo
di cui mi ero innamorata? Anche se la mamma aveva certamente intuito qualcosa,
non l’avrei mai ammesso davanti a lei: ora che di anni ne avevo undici, non
potevo più condividere con lei certe cose, e tendevo a creare tra noi dei
segreti. Ma era giusto così, credevo.
«Non
voglio mica arrivare in ritardo, che figure ci faccio io?»
Non
aggiunsi che Ino avrebbe cercato di rubarmi il posto accanto a Sasuke-kun e che
lui fosse uno dei primi ad arrivare,
sempre. Sasuke-kun era un vincente, ed io… ed io?
Non ero altro che una Fronte Spaziosa un po’ troppo intelligente. Ma ora avevo
anche lunghi capelli ed ero certa di essere carina… o
così mi dicevano mamma, papà e anche quel baka di Naruto Uzumaki.
Mamma
mi raggiunse aumentando leggermente l’andatura, e mi coprì con l’ombrello
aperto, per ripararmi dalla leggera pioggerellina che aveva cominciato a cadere
dal cielo plumbeo. Rivolsi un’occhiata scocciata sia alle nuvole sia a mia
madre.
«Mamma… non c’è bisogno che tu mi prenda a braccetto!»
Lei
mi sorrise con dolcezza.
«Lasciami
essere ancora un po’ mamma, ok Sakura-chan?»
Strozzai
una protesta serrando le labbra: mi dava tremendamente fastidio il suffisso –chan al mio
nome. Mi faceva sembrare una bambina, ed io non lo ero più. Inoltre l’Uzumaki
aveva la brutta abitudine di urlarlo a squarciagola, mettendomi sempre in
imbarazzo.
Stupido.
«Siamo
arrivati» commentai annoiata, sgusciando via dal gomito di mamma. Lei sospirò,
e si chinò su di me per sistemarmi il giubbetto.
«Mamma…»
«Stai
buona e zitta. Non permetterò che i tuoi capricci ti facciano bruscare una
raffreddore!»
Alzai
il mento per fare l’imbronciata (abitudine che avevo imparato da Ino e che
ancora non riuscivo a cancellare) e con la coda nell’occhio vidi la mano della
mia ex-migliore amica librata in aria per salutarmi e
il suo viso distorto in un sogghigno superiore.
Sapevo
già cosa stesse macchinando: superarmi e sedersi accanto a Sasuke-kun. Ma non
gliel’avrei permesso.
Sgusciai
via dalla stretta di mia madre senza curarmi del suo richiamo, correndo come
una forsennata verso l’aula in cui frequentavo il corso. Tra poco ci sarebbe
stata la lezione del maestro Iruka e non avrei
permesso che Ino rubasse il posto per cui lottavo ogni mattina!
Scattai
in avanti, afferrando la maniglia della porta, e l’aprii ansimante,
scannerizzando l’area: Sasuke era già seduto in prima fila, i libri appoggiati
ordinatamente in un angolo del banco e una faccia insofferente, mentre Ino
chiacchierava accanto a lui.
Mi
si strinse il cuore in petto, osservandoli, e mi sedetti strascicata nel banco
opposto, consapevole che tentare di osservarli troppo a lungo vicini mi avrebbe depresso. Avrei potuto
urlare ad Ino di non infastidire Sasuke-kun, ma d’un tratto era come se un
pesante macigno mi stesse schiacciando; era una giornata no. Mi sentivo così
arrabbiata e così triste da essere certa che se avessi anche solo aperto bocca,
sarei scoppiata in un pianto a dirotto, un’umiliazione che volevo evitare a
tutti i costi.
Accoccolai
la mia fronte spaziosa contro il braccio, strofinandovi gli occhi celatamente,
per non mostrare agli altri la mia debolezza. Non volevo essere debole. Io
volevo solo cambiare, essere più forte ed essere
considerata.
Fin
da bambina sono sempre stata una ragazzina timida e impacciata, che aveva avuto
bisogno dell’appoggio di Ino per andare avanti; adesso, invece, desideravo solo
riscattarmi e dimostrarle che non avevo bisogno di lei.
«Ciao
Sakura-chan! Stai bene?»
Lentamente
alzai lo sguardo su Naruto Uzumaki, improvvisamente seduto accanto a me con il
suo grande sorriso e quella faccia graffiata che lo faceva sembrare un gatto
randagio colorato.
Scioccai
la lingua seccata e alzai il capo, appoggiandolo al palmo della mano sostenuta
dal gomito che faceva leva sul tavolo.
«Certo
che sto bene!» esclamai irritata, roteando platealmente gli occhi ancora un po’
lucidi.
«Sicura?»
continuò lui, inclinando appena il capo come per analizzarmi da cima a fondo,
con aria preoccupata. «Hai una faccia… è stato ancora
quel teme?!»
Lo
vidi scattare in piedi con il pugno minaccioso ben in alto e, sapendo già il
suo volere di vendicarmi e di picchiare Sasuke-kun (come se potesse batterlo… e poi
perché diamine si era fissato con quella storia della sfida?), lo precedetti e
gli posai celermente una mano sulla bocca, zittendolo e fulminandolo con uno
sguardo truce.
«Non
ho bisogno del principe che mi salva, Naruto-baka! E
comunque il mio principe non saresti tu!»
«Uffa,
Sakura-chan» si lagnò lui, risedendosi sulla sedia e portando le braccia dietro
la nuca, le labbra strette a pesce. «Io volevo solo vendicarti! Il teme non ti
merita assolutamente!»
Sbuffai,
innervosita.
«Non
parlare così di Sasuke-kun!»
«Dico
solo la verità…»
«Ma
lui si merita qualcuno che gli voglia bene! Tutto lo meritano! Come puoi essere
così egoista da desiderare che io non mi occupi più di lui?»
Naruto
strinse le palpebre, e voltò il capo verso la finestra.
Lo
osservai per un attimo, notando uno strano velo di amarezza in quegli occhi
azzurri (non mi ero mai accorta prima che fossero così limpidi…)
e un po’ di invidia, forse.
Per
un attimo mi pentii di essere stata così meschina, ma non gli chiesi scusa. Mi
limitai a mordermi il labbro e voltare il capo verso Ino e Sasuke-kun, ma senza
badare veramente all’abbraccio in cui Ino lo aveva stretto obbligatoriamente.
La
verità era che tentavo di scappare dagli occhi di Naruto, che erano tornati a
cercarmi per rispondere alla mia provocazione. Mi concentrai su un libro, in
attesa smaniante dell’arrivo del maestro Iruka.
Lo
sentii sospirare.
«Sakura-chan,
sai, credo che tu abbia ragione. Sono un egoista»
Strinsi
la copertina del libro, ma mantenni un’espressione neutra. «So di avere
ragione, Naruto»
L’arrivo
del maestro Iruka e l’inizio delle lezioni riuscì a
distrarmi un po’ da quella strana discussione avuta con il peggior allievo che
l’Accademia avesse mai visto in tanti anni. Tuttavia le sue parole mi
rimbombarono nella testa per molto, molto tempo.
Non
sapevo ancora che mi avrebbero torturato anche negli anni avvenire.
*
This is my December
This is my snow covered home
This is my December
This is me alone
«A
domani»
Laconico
saluto, veloce fuga.
Non
ebbi nemmeno il tempo di allungare le mani verso Sasuke-kun, che lui era già
scappato via, con una velocità invidiabile.
Avevo
sempre questa percezione del mio rapporto con Sasuke: che lui scappasse e non
mi lasciasse entrare. Mai.
Non
riuscivo a legarlo a me, lo sentivo così inarrivabile, lontano.
Forse
era per questo che mi affannavo tanto per lui, facendovi capire con un esempio:
chi non ha mai cercato di prendere dalla credenza più alta una scatola
misteriosa che la mamma gli ha nascosto proprio per celargliela? La situazione
era piuttosto simile, anche se la mia non era semplicemente una questione di
infantile curiosità. Io amavo Sasuke-kun. Ne era certa.
Sospirai
e cominciai a camminare verso casa.
Naruto
mi seguiva a distanza di pochi passi, sentivo lo strascichio dei suoi piedi
sulle strade ciottolate di Konoha.
Mi
sembrava quasi si essere pedinata e questo mi innervosì. O forse era solo la
sua presenza costante accanto a me, come se fosse la mia balia, a darmi
fastidio.
«Naruto
cosa stai facendo esattamente?!»
domandai scocciata, fermandomi per fronteggiarlo faccia a faccia. Sapendo che
avrei vinto, perché Naruto mi lasciava vincere ogni dannatissima volta.
Lui
si grattò il naso a punta sogghignando bonariamente.
«Sto
tornando a casa!»
«Ma
è dall’altra parte» obiettai, inarcando le sopracciglia con scetticismo.
Naruto
ridacchiò, imbarazzato, con le dita intrecciate dietro la nuca bionda. «Già,
faccio una passeggiata…»
…
Pensava
sul serio di darmela a bere?
«Naruto…» lo avvertii ringhiando. Lui smise di ridacchiare e
si lasciò andare in un sospiro rassegnato.
«Ok,
ok, lo ammetto: volevo accompagnarti a casa… posso?»
Il
tono era esitante, quasi timido, non ero abituata a questo suo lato del tutto
nuovo.
Mi
lasciò un po’ interdetta.
Riflettei
un attimo sulla proposta e lo osservai per qualche minuto, indecisa: dirgli di
sì significava dargli qualche speranza (cosa che io volevo assolutamente evitare), ma dirgli di no significava
anche compromettere il labile rapporto che si stava creando fra di noi come
compagni di squadra.
In
fondo sarebbe bastato dargli capire che non mi interessava – come avevo fatto
sin dai tempi dell’Accademia –, ragionai svelta, un po’ ammorbidita dai grandi occhioni blu spalancati e supplicanti.
Feci
qualche passo in avanti, poi mi fermai, girando il volto fino a scorgere con la
coda nell’occhio il viso di Naruto chinato verso terra, intristito.
«Ehi, guarda che non ho intenzione di
aspettarti in eterno!»
Era
certa di che il tono fosse stato sufficientemente sgradevole e acido, ma la sua
reazione non fu né un sospiro né uno sbuffo, tutt’altro, mi corse a fianco,
ridente, come se le mie parole non lo avessero scalfito per nulla.
Aveva
lo stesso sguardo felice dei bambini il giorno di Natale con in mano il regalo
agognato, lo stesso luccichio che avevo visto nello sguardo di mia madre quando
da bambina le disegnavo paesaggi di fiaba con i pastelli a cera.
Strinsi
le dita a pugno, lasciando che le chiacchiere di Naruto mi scivolassero
addosso, senza prestarci grande attenzione; ebbi l’impressione (un po’
azzardata, forse) che queste cercassero di affollare i miei pensieri, come se
volessero esserne il centro.
Ma
Naruto non era il mio centro.
Ed
un tratto mi assalii quella stessa paura che prima avevo accantonato. Io non lo
volevo ingannare, volevo solo essergli un po’ più vicina, ma…
se lui avesse pensato solo un momento di avere una chance…
non sarebbe stato giusto illuderlo di questo. Io amavo Sasuke Uchiha. Non Naruto Uzumaki. E questo non sarebbe cambiato
perché non c’era spazio per lui.
Era
Sasuke-kun il centro dei miei pensieri e mi rendevo vagamente conto di quanto
irrazionale fosse l’impulso di scacciare chiunque volesse (o potesse) prendere il suo posto.
«…
e così ho trovato il buono sconto per un ramen gratis! Non è mitico,
Sakura-chan?»
Quando
pensavo a Sasuke, il cuore cominciava a battere più forte, ma era atroce
sentirlo pulsare forte e risuonare nel petto, ristrettosi come se il mio corpo
si rifiutasse di respirare. Ed ogni sospiro era faticoso e quasi ansimavo,
senza accorgermene.
«Quel
teme! La prossima volta che lo sfido, giuro, lo batto!»
Nonostante
questo, continuavo a vederlo. Ricercavo quegl’occhi d’onice che impietrivano e
rallentava ogni mio pensiero, lasciandomi in balia del mio cuore che, inerte,
continuava a battere, incurante dell’istintiva paura del dolore.
«Tutte
quelle arie solo perché lui è un Uchiha, un
genio! Ma non basta solo lo sharingan per essere un bravo ninja e io glielo
mostrerò!»
Sotto
le ciocche corvine vedevo quei pozzi d’inchiostro, ma non vi riuscivo a vedere
alcuna ombra. Nulla.
Mentre
quelli di Naruto (prendendo un esempio a caso, eh) si scurivano alle volte,
quelli di Sasuke-kun non rivelavano niente di niente, come se fosse di un altro
mondo, un po’ misterioso un po’ oscuro, come se avesse costruito una barriera
attorno a quegli occhi di ghiaccio (gli
occhi sono lo specchio dell’anima, no?).
Riuscivo
solo a percepire dalle sue parole sprezzanti di vendetta l’oscurità in cui era
avvolto, ma non mi lasciava provare a curarle.
«Ehi,
ma mi stai ascoltando? Sakura-chan?»
D’altronde,
cosa potevo fare? Non ero un ninja medico né sua amica.
Ma
ero sua compagna di squadra. Non potevo arrendermi così, per lui, per me… dovevo
scalfire l’indifferenza del suo sguardo e guarirlo.
«Neee Sakura-chaaaan!»
Il
profilo familiare della mia casa mi apparve a pochi metri di distanza e ne fui
confortata. Avevo bisogno di una doccia, un letto caldo e un libro. Il modo
migliore per distrarmi.
Girai
su me stessa e i miei capelli rosa ricaddero sulle mie spalle con leggerezza.
«Grazie
per avermi accompagnato, Naruto.» Sorrisi, inclinando appena il capo di lato.
«Ora torna a casa e mangia! Scommetto che sei stanchissimo anche tu.»
«Naruto
Uzumaki non è mai stanco! E la fame non è un pro– »
Ad interromperlo un sonoro gorgoglio da parte della sua pancia. Le guance
graffiate di Naruto divennero vermiglie e non potei trattenere un sorrisetto.
«Forse
dovresti usare quel buono ramen…» suggerii con
dolcezza piuttosto inusuale.
Lui
chinò appena il mento verso il petto, grattandosi una guancia in quel modo
imbarazzato che io trovavo adorabile, anche se non glielo avrei mai confessato
nemmeno sotto tortura.
«Allora
Sakura-chan mi stavi ascoltando…!»
Lo
aveva sussurrato così piano, che non ero sicura di aver ben capito, né avevo
voglia di discutere di questo, per cui feci finta di nulla.
«Hai
detto qualcosa, Naruto?»
«Nulla
nulla!» ridacchiò lui, continuando a grattarsi. «Ehm, sono contento di averti
accompagnato! E spero di averti un po’ distratto!»
Sbattei
gli occhi, perplessa.
«Cosa?»
«Beh»
si guardò attorno, evitandomi. «Sei così presa da chissà cosa negli ultimo tempi… volevo un po’ distrarti, tutto qui…
non voglio vedere quella specie di tristezza nei tuoi occhi Sakura-chan…»
«Naruto…» soffiai, troppo sorpresa per aggiungere altro.
Lui
mi sorrise spontaneo.
«Beh,
io vado! A domani all’allenamento Sakura-chan!» salutò e corse via velocemente.
Rimasi
qualche attimo in piedi in strada, rimuginando su quelle parole e sulla
sensibilità di Naruto nel cogliere il mio stato d’animo, poi entrai in casa,
salutai mia madre e mi precipitai a fare un bagno caldo.
Mentre
mi insaponavo le braccia provate, sorridevo.
«non voglio vedere quella specie di tristezza
nei tuoi occhi Sakura-chan…»
*^*^*^*
Naruto, Sakura, Sasuke ecc. © Kishimoto.
My December © Linkin Park
Esatto.
Io sul podio quella
con la coppa aurea, signori e
signore.
IO!
Con QUESTA fic! Dopo tutta la fatica che ho fatto nel
scriverla… più che altro, per convincermi a mandarla
e non sto scherzando se dico che ero insicurissima! XD
L’ho
scritta in uno stile che non è propriamente il mio, cioè usando la narrazione
in prima persona, in cui sono ancora un po’ convinta di essere incapace… Tuttavia, pare che i miei sforzi non siano andati
a quel paese!!! AW! *o*
Allora,
dunque, ho solo alcune cosa da dire.
E
sono ringraziamenti, più o meno. XD
Innanzittutto a Susi,
alias _ayachan_, per aver scritto “Ali di cera” una delle Naruto/Sakura più
belle che abbia mai letto, a cui un po’ è ispirata questa fan fiction.
Poi
a Vale, che me l’ha betata, rassicurandomi
sulla validità della fic! *_*
A Coco
Lee e a HarryHerm per il concorso – non vedo
l’ora di leggere le altre fic *_* Finalmente un po’
di NaruSaku sul sito! *o* - per il giudizio apprezzatissimo e oggettivo, a prescindere dal mio grigiume! XD
A tutte
le altre partecipanti, per aver scritto una NaruSaku
o comunque una fic sul loro rapporto…
grazie! Essendo una fan accanita, il
solo pensiero di leggerle mi riempie di gioia! *_*
Ora,
mentre scrivo questo (h. 20.19), la linea ancora non va…
mi ha concesso gentilmente quei 10 minuti per leggermi i risultati ed esultare
un po’ su MSN. Questa cavolo di linea… ci ho litigato
tutto il pomeriggio mentre Rò (ergo bambi88)
sogghignava con compiacenza tenendomi all’oscuro dei risultati e inveendo
insieme a me contro Mefisto! XD
È
cattivissima ‘sta linea… =_= Comunque spero di
pubblicare il primo capitolo al più presto! *_* Oggi nemmeno la linea può
rattristirmi! *_*
Ah,
giusto! Sono 3 capitoli ed ognuno riprende un po’ gli episodi salienti di
Naruto, dall’infanzia alla serie Shuppiden! Spero vi piaccia e, se non siete
fan della coppia, ve la faccia un po’ apprezzare o almeno considerare, ecco! ^^
Ed
ora lasciatemi esultare ancora un po’… HO VINTOOO! *O* YATTAAA! *cipollino che corre commosso*
Complimenti ancora a tutte quante!
In particolare alle mie colleghe di podio, Mao-chan91 (oddeo,
se penso che mi sono battuta con te *.*) e dionea (bravissima! *-* non potevo
non aspettarmi che il meglio da te! ;-)… (L)
Sono
semplicemente senza parole, scusate se ho riempito le note di fondo con
stupidaggini!
Il
prossimo aggiornamento arriverà presto, tra quattro giorni facciamo, tanto è
già pronta! XD
Ah,
mi raccomando, una recensione non fa male! *_* ß Occhi supplicanti
Un
bacio,
la
vostra esuberante e contentissima – nonostante la linea baka –
Kaho
PS
= Già che ci sono… grazie a tutti coloro che mi hanno
fatto gli auguri ieri. Vi ringrazierò a dovere (L)
PS2
(e non è la PlayStation XD) = Ispirata anche ad un
video bellissimo su questa canzone di una delle mie NaruSakuAMVmakers
preferita: Inikusan. Se avete voglia di darci
un’occhiata – e io ve lo consiglio *_* - vi passo il link del video! La potete
trovare qui: http://it.youtube.com/watch?v=dFIma6ZjfOo