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Autore: TanatosWyrda    17/01/2014    3 recensioni
AU Destiel .
Taaaanto Angst.
Lonley!Cas badass!Dean.
"Avrebbe voluto prendere a pugni il muro, se i suoi arti non fossero stati così pensanti.
Ogni sua volontà , persino di autodistruzione era stata neutralizzata dall’alcool.
Dean stava seduto sulla spazzatura, incapace di reagire all’odio per se stesso che lo corrodeva. Avrebbe anche voluto piangere , per tutte le volte che nella sua stupida , dannata , schifosa – soffocò un singhiozzo- esistenza , era stato sbagliato."
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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     4. And once again I cannot sleep 



 
Professor Novak? Professor Novak?!”
 
L’insegnante alzò  lo sguardo distratto , cercando con gli occhi lo studente.
“Professor Novak? Si può consegnare il compito? Avrei finito”
Davanti a lui c’era una sedicente ragazza bionda, dall'aria sicura, forse un po’ troppo , che lo fissava con due occhioni da cerbiatta , languidi  , di un verde acceso . Ma gli occhi di Dean erano più luminosi , pensò Castiel . A caso. O forse no.
“Si, sì , credo di sì …sì sì.” formulò a fatica  Cas, incerto.  Poi ridacchiò a disagio , sotto gli sguardi sconcertati  dei suoi studenti.
La voce di Cas era ancora più tremante e insicura del solito .
Ogni parola pareva perdersi inghiottita da silenzi imbarazzati. .
Probabilmente avrebbe potuto suonare forte e tuonante . Se cas non tentasse in ogni modo di soffocarla, mosso come sempre dal desiderio di  passare inosservato.
Rispondeva a monosillabi. Balbettava .
Eccetto quando spiegava.
Quando spiegava e parlava di Dio , tutto era semplice, elementare.
Castiel si ricordò di una volta. Era in chiesa , piangeva  in silenzio , dopo l’ennesima lite con i suoi fratelli , dopo la partenza del padre – se ne era andato , un giorno , di punto in bianco, ma Castiel ancora oggi era convinto che un giorno sarebbe tornato- .
Era così che lo aveva trovato un frate , disse di chiamarsi Ferdinando  , e di fronte al silenzio di Cas non si era speso in banalità , gli aveva spiegato che parlare a chi si ama è più semplice e che Lui lo avrebbe sempre ascoltato. Fu probabilmente da quel giorno che Cas iniziò a pregare.
Un altro ricordo prese velocemente il posto del primo.
Qualche anno prima , avrà avuto più o meno sedici anni, un vecchio  che assomigliava a Ferdinando, solo con qualche ruga in più , lo aveva trovato a piangere nella sua indecisione. Gli aveva detto che è più facile parlare di chi si ama.
Fu sicuramente in quel momento che Cas decise di insegnare teologia.
Avrebbe potuto intraprendere la carriera ecclesiastica, ma non si sentiva abbastanza. Aveva paura di deludere Dio.
Così rapito dal corso dei suoi pensieri e delle sue memorie non si accorse che gli studenti avevano riposto i loro temi sulla cattedra e con un “ ‘ giorno” borbottato   avevano lasciato l’aula,guardando di sbieco il loro strano professore di religione.
Cas rimase qualche minuto nella classe vuota, a fissare il nulla.
Poi suonò nuovamente la campanella, e gli studenti iniziarono a riempire l’aula.  
Cas , raccolte le sue poche cose ,uscì.
Per oggi aveva finito.
Uscì dalla classe e dalla scuola.
Lasciò che l’aria gelida del vento invernale gli accarezzasse il viso e gli scompigliasse i capelli.
E sorrise.
 
Portò subito   in lavanderia il trench, come programmato, rimanendo in piedi davanti al bancone del negozio , a fissare l’impiegato che lo guardava a metà fra l’infastidito e l’inquietato.
Poi il giovane capì che l’uomo sarebbe rimasto lì in piedi finché non avesse avuto indietro  il suo capo.  Quindi glielo lavò , lo asciugò e glielo stirò e glielo consegnò a tempo record. Voleva liberarsi di quell'ometto strano , che ora , da parte sua , riavuto il suo trench non si sentiva più disarmato, come un cavaliere senza spada.
Cas dopo aver pagato , mentre il commesso allungava tremante la mano, se ne andò tutto soddisfatto, nel suo trench color sabbia.
Dopo un ora e trenta minuti era a casa ( sarebbe anche arrivato prima se non avesse perso il pullman).
Ma nemmeno questo intaccò l’ottimismo di Castiel.
Mentre saliva le scale pensava a cosa avrebbe mangiato , mentre lo stomaco gorgogliava , reclamando cibo. Percorse velocemente il corridoio,cercando di fare meno rumore possibile inserendo la chiave nella toppa. Per quel giorno aveva avuto la sua dose di “Meg” .
Quando entrò nell'appartamento e si tolse gli scarponcini , si lasciò sfuggire un sospiro.
E il suo pensieri andò a quel Dean.
Idiota. Stupido idiota.
Un lampo di tristezza  attraversò lo sguardo celeste di Castiel.
Il sorriso svanì e ne prese posto la familiare espressione confusa di chi chiede aiuto.
Quella sera Cas non dormì. Il volto rivolto verso la luna,la guardava. Gli occhi lucidi e le guance bagnate .
Idiota. Stupido idiota.
Sicuramente quel Dean non si ricordava nemmeno più di lui. Sicuramente quel Dean aveva di meglio da fare che perdere tempo con lui.
 
 
 
Dall’ altra parte della città una ragazzina troppo precoce , con i gomiti appoggiati al bancone, stava cercando di attirare l’attenzione di un avvenente barista, mettendo in mostra la generosa , fin troppo generosa, scollatura.
L’uomo davanti al bancone però non ci aveva nemmeno fatto caso, si limitava a concedere sorrisi smaglianti e occhiate da donnaiolo cosicché la ragazza, nella speranza di passare la notte con lui, continuasse ad ordinare drink,magari elargendo laute mance.
Era la prassi serale per il bel barista del Exsquite. *
Camicia bianca, preferibilmente sbottonata, che gli dava quell’aria selvaggia di spirito ribelle.
Quell’aria che faceva perdere la testa ad ogni ragazzina, ragazza, donna, vecchia  e, diciamocelo, anche ad ogni uomo che ci fosse nei paraggi, nel raggio di un chilometro.
 
“Burning Love” * risuonava nel locale,le note rimbalzavano da una parete all’ altra,sulle lampade di design e sulle poltroncine rosso fuoco , quasi un sarcastico  inno all’ Amore in quel ritrovo o rifugio, non saprei dire, della gioventù della città dove ciascuno dava sfogo alle sue passioni,ai suoi vizi, nell’alcool e , lasciate cadere tutte le inibizioni , cercava calore nel Chiunque che quella sera si concedeva, cercando nel sesso senza sentimento il surrogato dell’amore .
Dean continuò a sorridere forzatamente, come se fosse affetto da una paralisi facciale,e  a riempire  di vodka , whisky  i piccoli bicchierini che il suo collega gli porgeva.
Poi la musica cambiò,era un lento, come quelli dei film durante i balli di fine anno, quando i protagonisti innamorati, dopo esserci cercati , si ritrovano , ed abbandonandosi l’uno nelle braccia dell’altro, danzano, al centro della pista, lei in un vestito principesco lui bello come mai prima, guardandosi negli occhi , come se non avessero mai visto niente di più bello,e poi , sotto gli sguardi di tutti, si scambiano il tanto anelato bacio.
Il cambiamento fu impercettibile .La smorfia forzata sul viso di Dean mutò in un sorriso dolce e gli occhi divenirono  stranamente lucidi, sembrò che una nuova stella avesse deciso di brillare in quel verde .
Castiel .
Il sorriso del barista  si fece più largo.
I suoi occhi vagarono per la ambiente ,speranzosi e ingenui,  alla ricerca di qualcosa che non avrebbero trovato.
 
Dean non riuscì a non sentirsi deluso.
 
Quando tornò a casa, si abbandonò sul letto sfatto,pensò allo sguardo infelice di quell’uomo . Sorrise , tristemente.    E abbracciando il cuscino si addormentò.
 
 
 
 
 
 
 
* Exsquite.
locale di Magic Mike, citazione “dottissima” ma vuole essere più evocativa  che altro.
*Burning Love , Elvis Presley
 
 
* NDA: Si lo so anche questo è cortissimo, e sto facendo aggiornamenti lumaca , ma con la scuola e l’ispirazione che pare giocare a nascondino ormai mi ritengo fortunata se riesco a buttar giù mezza frase . ;___; Perdonatemi promesso promesso promesso, mi rifarò <3
   
 
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