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Autore: Klatris    18/01/2014    0 recensioni
Lyv viveva una vita semplice insieme ai suoi genitori adottivi Carol e Albert. Andava a scuola e usciva con gli amici, come tutti i ragazzi della sua età. Ma Lyv era destinata a qualcosa di più grande: tutto ciò in cui credeva viene stravolto dall'arrivo di un ragazzo e dalla misteriosa provenienza di un tatuaggio presente sul suo braccio fin dalla sua nascita.
"Mi fissa, ma non come si guarda una ragazza, no. Mi sta guardando come se, dopo tanto tempo, abbia finalmente trovato ciò che stava cercando, mi guarda come si guarda un tesoro."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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– Sto uscendo! Vado a fare un giro con Ally e Lena. – grido dalla rampa delle scale.
– Dove vai? Non fare troppo tardi e mi raccomando rispondi al cellulare! –
– Si mamma, non c’è bisogno che ogni volta mi fai tutte queste raccomandazioni. Non sono più piccola, ormai ho sedici anni! – dico con un evidente sbuffo, prova della mia esasperazione per le sue troppe attenzioni
– Tu sarai sempre la mia piccolina, e non sbuffare così davanti a tua madre – ecco che interviene Albert, facendomi un occhiolino alle spalle di mamma
– Certo papà, sempre! – dico reggendo il suo gioco – E comunque sto andando in spiaggia. Passo prima da casa di Ally e poi ci incontriamo lì con Lena. –
– D’accordo, ma sta’ attenta!! –
– Sì mamma! A dopo. – dico trattenendo un secondo sospiro e avviandomi verso la porta salutandoli con un vago gesto della mano.
Oggi è davvero una bella giornata, c’è un grande sole che brilla alto in cielo e una gradevole brezza.
 Casa di Ally non è molto lontana dalla mia, dista all’incirca due isolati e per arrivarci devo passare davanti al bar ‘La Ginestra’, dove puoi recarti se ti interessa vedere uomini di mezza età ubriachi. Non ci ho mai messo piede, mi basta vedere che tipo di gente ci entra, per farmi stare alla larga da quel posto.
 Sono quasi sotto casa di Ally e ne intravedo il cancello ramato. La sua casa è davvero bellissima e poi è vicinissima alla spiaggia, anche se non è verso quella che siamo dirette, ma ad un’altra più distante. Quella dove dobbiamo incontrare Lena è la spiaggia più frequentata dai ragazzi nelle vicinanze, è abbastanza grande e al lato opposto della strada c’è un chiosco molto rifornito. Di certo però non è per il chiosco che stiamo andando lì, e nemmeno per il bazar accanto.
 Il ragazzo di Lena, Ray, è solito andare lì per passare le vacanze e quindi andiamo anche noi per farli stare insieme. E poi a me e Ally non dispiace affatto, ci sono molte persone che conosciamo e anche molti nostri amici.
– Si chi è? – la sua voce viene un po’ distorta dal citofono.
– Ally scendi, sono Lyv. –
– Sì un attimo, prendo un’ultima cosa e arrivo! –
Come al solito, Ally è in ritardo.. e dire che sono arrivata anche cinque minuti dopo. Nell’attesa, mi siedo sullo scalino davanti al cancello, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la faccia sulle mani.
 La strada è stata rifatta da poco, tutte le buche e le crepe sono state coperte da uno spesso strato di asfalto che le attribuisce un colore più scuro rispetto alla strada precedente.
Sta arrivando un ragazzo con lo skate. Non sembra molto esperto nell’andarci, ma se la cava e comunque è sempre meglio che andare a piedi. Sembra diretto anche lui alla spiaggia, è intuibile dal suo abbigliamento: costume blu in stile bermuda ,una canottiera bianca, occhiali con le lenti oscurate e, l’unica cosa fuori posto, scarpe da ginnastica. A prima vista, si direbbe carino, con i folti capelli neri che si liberano nell’aria e forse, dovrei smetterla di fissar..
– Carino eh? – scatto in piedi girandomi immediatamente verso il cancello, barcollando un po’ all’indietro. Noto subito lo sguardo divertito di Ally che si sposta da me alle mie spalle. Quasi automaticamente mi giro, dando un’occhiata al ragazzo: mi guarda ridendo e poco dopo rivolge lo sguardo nuovamente alla strada.
Perfetto, ho fatto una figuraccia col ragazzo delle scarpe da ginnastica!
 Ma sei impazzita? Sarei potuta cadere! –
– Oh sì, perché è di quello che ti stai preoccupando, non della figura che hai appena fatto davanti al ragazzo in skate!? – Ally mi fissa con uno sguardo canzonatorio e, colta in fallo, abbasso lo sguardo ai miei piedi, arrossendo in viso.
– Hai il viso intonato al colore dei tuoi capelli! – mi dice scoppiando in una fragorosa risata
– Dai su, a tutti capita di adocchiare qualche bel ragazzo. Andiamo, magari lo incontriamo di nuovo in spiaggia! –
Durante il tragitto abbiamo parlato un po’ di quel ragazzo: sembra che sia il nuovo vicino di Ally e si chiama Zack Rider, frequenterà la nostra scuola quest’anno.
– Ehi, ma poi il tuo tatuaggio? Si è allungato ancora? –
– Sì, adesso mi arriva sotto la spalla... – non mi piace parlarne. E’ una cosa legata alla mia nascita, e non sono nemmeno mai riuscita a spiegarmelo.
– E che ha detto il tatuatore? È una cosa possibile? –
– Sì, in teoria lo è. Siccome mi hanno fatto il tatuaggio da piccola, è probabile che insieme alla crescita del mio corpo, sia cresciuto anche esso. –
– Sì, questo lo sapevo. I tatuaggi si modificano insieme alla pelle, però il tuo tatuaggio si è trasformato da un piccolo anello al dito, ad una striscia che si attorciglia al tuo braccio fino a sotto la spalla! – non sembra molto convinta dalla mia risposta. Il mio tatuaggio rappresenta un mistero di cui i miei genitori non hanno mai saputo dirmi nulla. Non so cosa si aspetti Ally, che da un giorno all’altro io possa sapere da dove proviene e perché continua ad allungarsi?
– Senti, cosa vuoi che ti dica? Lo so, è assurdo, ma questo è tutto ciò che so. –
– D’accordo, non ne parliamo più. –
Mi porto istintivamente la mano al braccio, toccandomi la sottile linea che lo avvolge. Notando il mio gesto Ally si blocca in mezzo alla strada guardandomi amareggiata.
– Mi dispiace Lyv. Non volevo farti preoccupare più di quanto tu non lo sia già. Mi dispiace davvero.. –
– Tranquilla, è tutto apposto. Solo cerca di non farne il nostro unico argomento. – la guardo ridendo e inclinando la testa di lato. Sorride alla vista del mio solito gesto con il capo e si rimette a camminare scuotendo la testa e ridendo tra sé e sé.
Siamo arrivate all’ingresso della spiaggia: è recintata da delle assi di legno messe in orizzontale, abbastanza resistenti, e c’è una grande insegna che porta il nome Colorado. Percorriamo una passerella sempre fatta in legno che ci porta sulla sabbia e veniamo sommerse da ombrelli di tutti i colori, bambini che corrono in tutte le direzioni, ragazzi che si schizzano e dalla musica che arriva dalle casse dello stereo di qualche persona.
– Tu vedi Lena? Aveva detto che si sarebbe messa vicino allo scoglio quadrato. –
– Vicino allo scoglio c’è un ombrellone, ma non c’è nessuno. Se è il loro probabilmente saranno in acqua. Andiamo a vedere. –
Avvicinandoci notiamo la borsa azzurra da mare che ho regalato a Lena lo scorso anno, insieme ai suoi vestiti appoggiatici sopra in modo disordinato.
– Sì, è il loro ombrellone. Andiamo a mettere i nostri asciugamani lì vicino. –
Ogni volta che veniamo qui, Lena e Ray occupano tutto lo spazio disponibile sotto l’ombrellone, perciò a me e Ally tocca posizionarci nelle vicinanze con i nostri asciugamani arrostendoci al sole. Tiro fuori dalla mia borsa un asciugamano blu a strisce gialle e lo stendo sulla sabbia. Ci poggio accanto la mia borsa e inizio a levarmi i pantaloncini e la maglietta, riponendoli nella borsa, in maniera più ordinata rispetto a Lena.
Prendo dalla borsa la crema solare e la sollevo verso Ally, facendole capire di aiutarmi a metterla.
– Ancora insisti con quella crema? Lyv, in tutti gli anni che veniamo in spiaggia, non ti sei mai ustionata e non ti sei nemmeno mai abbronzata. Penso che la tua pelle sia repellente al sole! – dice prima un po’ seccata e poi rendendo la cosa divertente.
– Magari è proprio grazie alla crema che non ho ustioni! –
– …O il motivo per il quale non prendi un po’ di colore! – interviene continuando il mio pensiero. – Allora, facciamo così. Oggi non metterti la crema e vediamo. Se non ti bruci, allora ho ragione io! – mi guarda con aria di sfida.
– D’accordo, ma se mi ustiono poi dovrai tenermi compagnia tutti i giorni a casa, fino a quando potrò venire di nuovo a mare! –
– Affare fatto! – mi porge la mano. Io la afferro e la stringo reggendo il suo sguardo.
– Ally, Lyv, venite o no? – giro la testa in direzione del mare andando in cerca con lo sguardo della persona che ci ha appena chiamate. È Lena, che ci sta guardando sorridendo, probabilmente per l’abbraccio in cui la stringe Ray.
– Sì, arriviamo! – grida a sua volta Ally, iniziando a correre come una bambina verso il mare, per poi scomparire nelle onde.
Mi sciolgo la treccia, liberando i capelli nell’aria e, riponendo i miei occhiali da sole nella borsa, mi avvio verso il mare. Probabilmente notano la mia aria seccata perché iniziano a schizzarmi non appena metto piede nell’acqua. Detesto quando le persone mi schizzano, ma, inaspettatamente, inizio a ridere e a scappare dai miei assalitori. Sono così presa dalle mie risate da non accorgermi di essere andata addosso ad un ragazzo che stava passando di lì. Mi volto immediatamente abbassando lo sguardo
– Scusa, non ti avevo vis.. – alzo il viso e la prima cosa che noto sono tanti capelli neri che gli coprono gli occhi, un sorriso.. lo stesso sorriso! È il ragazzo delle scarpe da ginnastica, è Zack!
– Ehi, ma tu non sei quella che ho visto prima? –
– Quella di cui stavi ridendo? Ehm.. si, proprio io! – rispondo abbassando lo sguardo e arrossendo in volto.
– Beh, lieto di averti rivista! Sono Zack. – si, lo so chi sei, sei il bellissimo ragazzo dai capelli neri, il costume blu, le scarpe da ginnastica e che rideva di me.. avrei voluto dire, ma mi limito ad un: – Sono Lyv! –
– Lyv, gran bel nome! – risponde soffermandosi sul mio nome, come se stesse riflettendo, e sorridendomi.
Abbasso velocemente il viso per non far notare le guance diventate ormai rosse, quando ad un tratto sobbalzo. Qualcosa mi ha schizzato. Mi guardo intorno in cerca di quel qualcosa e vedo una palla.
– Ehi, palla! – un ragazzo non molto distante si sta sbracciando, la palla sarà sicuramente sua. La prendo e gliela rilancio, notando il gruppo di ragazzi insieme a lui: due chiacchierano tra loro ed uno mi sta fissando. Ha i capelli dorati che gli ricadono bagnati sugli occhi. Mi fissa, ma non come si guarda una ragazza, no. Mi sta guardando come se, dopo tanto tempo, abbia finalmente trovato ciò che stava cercando, mi guarda come si guarda un tesoro. È inquietante.
– Lyv, ci sei? – ero così presa da quel ragazzo che non mi sono accorta che Zack mi stava parlando.
– Sì, scusa Zack. Cosa dicevi? –
– Beh, dicevo che magari potremmo rivederci, ma a quanto pare non sembra interessarti. – mi sorprende con un sorriso imbarazzato e girandosi a guardare il mare.
- Oh no, si mi interessa. – cavolo, non dovrei mostrarmi così disponibile – Cioè, voglio dire, va bene. – rispondo imbarazzata ma continuando a guardarlo, questa volta.
– D’accordo, ci vediamo stasera alle otto, in questo stesso posto. A stasera! – mi dice strizzando l’occhio e voltandosi, per poi andare via. Lo saluto con un gesto della mano, anche se lui ormai è andato via. Sbatto gli occhi, come svegliandomi da un sogno, e raggiungo i miei amici. Mentre giochiamo a palla, ritrovo lo stesso ragazzo dai capelli dorati. Questa volta non mi guarda, no, sta parlando con i suoi amici. C’è qualcosa in quel ragazzo, c’è qualcosa in quello sguardo. Ora che non è impegnato a guardarmi, non sembra più così inquietante, anzi ha un bellissimo sorriso.
– Lyv, è ora di andare. – è Lena a svegliarmi dai miei pensieri. Raccolgo le mie cose, mi rimetto i vestiti e mi avvio verso la passerella, dando un ultimo sguardo a quel ragazzo. 
  
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