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Autore: yokuccia    04/06/2008    10 recensioni
Questo voleva dire solo una cosa, che avevo dormito… ma i vampiri non dormono. Cosa ero? Forse quella capacità era insita in me, come Jasper, Edward e Alice. Si, ma cosa era? Cosa vedevo? Il futuro? Perché allora non vedevo il mio angelo al mio fianco? E poi c’era il mistero di Edward che non riusciva a leggermi nella mente e quella sensazione di calore come se fossi ancora viva. Quando la mia immagine si riflesse sullo specchio dell’anta appena aperta soffocai uno strillo. I capelli…i capelli erano di pochissimo più ramati di prima. Allora funzionava così, ogni volta che mi fossi concessa di dormire loro sarebbero diventati sempre più rossi. Mi lasciai cadere sulle ginocchia, terrorizzata. E se non fosse stato tutto così semplice? Se Edward si fosse disgustato di me? O ancora peggio …se avesse provato paura per ciò che stavo diventando? Non potevo permetterlo, lo amavo con tutta me stessa e il solo pensiero di non averlo più accanto mi mandava in pezzi.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Eccomi di ritorno^^ gli esami mi stanno quasi uccidendo, ma a quanto pare sto sopravvivendo, oppure è semplicemente il mio corpo cha va avanti per inerzia. Chissà…
Qui sotto che un altro capitoletto della mia storiella( ebbene si lady wolf, ormai moolto prossima alla fine), ma prima come al solito ho da fare i ringraziamenti per tutti i commentino^^.
Blood scarlet forse avrai la risposta alla tua domanda in questo aggiornamento, in pratica è dovuto al legame di sangue che hanno adesso e in piccolissima parte anche al nuovo potere di Edward XD.
Oh deo, una nuova arrita! Grazie les,benvenuta e complimenti…è quasi un’impresa recuperare tutti i capitoli, ormai sono tantissimi!! Dove l’hai trovato il coraggio? Io mi sarei demoralizzata solo a vederne il numero. ^^””””
giulia9_91? O.o bimba? Ma…ma …sei tu? Cioè..XD…sei la stessa del forumino delle twilighters?

ok ok... ora vi lascio alla lettura^^ baciotti schioccosi a tutti!

….

Liberai Isgard dalla mia morsa, ma lui rimase accasciato sul pavimento. Respirava piano, a occhi chiusi, per cercare di calmare quel tripudio di emozioni che si rincorrevano dentro di lui. Assaporai l’odio, le sue preoccupazioni e infine anche l’amore che aveva per la sorella, limpido e incondizionato. Provai una fitta di gelosia quando nella sua mente si affacciò un ricordo così nitido da sembrare palpabile.
Bella, vestita solo di reggiseno e mutandine, era sdraiata a pancia in giù su un soffice letto a baldacchino, il braccio di Isgard a farle da cuscino. Gli sorrideva felice mentre il fratello le riavviava una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Abbandonai i suoi pensieri con un ringhio soffocato, avrei voluto urlargli di non pensarla.
Uno degli altri vampirates, di cui non conoscevo ancora il nome, si fece avanti accomodandosi con noncuranza sul divano. La testa completamente rasata e i lineamenti marcati gli conferivano una serietà che forse non possedeva. Mi guardava con i suoi occhi azzurri, soppesando silenziosamente se si sarebbe potuto fidare di me.
“Pensi di poterti fidare di noi?” La domanda mi colse impreparato.
“Bella ha detto che vi considerava come fratelli acquisiti, se lei si fida io farò altrettanto.” Annuì, convinto della mia risposta.
“Allora propongo di muoverci, stando qui non risolveremo niente.”
“Il problema però rimane sempre da che parte andare.” Riconobbi il sibilo che gli rispose per quello di Isgard, si era tirato su e sembrava concentrato sul da farsi.
“Dividiamoci.”
“Qualcuno deve rimanere qui e avvertire gli altri in caso tornasse.” Rahel aveva ragione.
“Ci rimarrà lui.” Se si riferiva a me si sbagliava di grosso, non sarei rimasto un minuto di più con le mani in mano.
“Non credo proprio!”
“Ci rallenterai e basta.” Ribattè Isgard in tono sprezzante.
Stringendo i denti per non urlare stavo per rispondergli a tono quando Markoval mi precedette, probabilmente leggendo la furia nei miei occhi. “Resto io. Ho già avuto modo di parlare con questi vampiri e non credo che darà loro fastidio la mia presenza. Sono convinto che non ti rallenterà affatto …e poi Edward non sa ancora come comunicare con noi”.
Con quell’ultima frase sembrò aver reciso sul nascere ogni possibile ribattuta. Gli sorrisi, ringraziandolo mentalmente.
Uscimmo dalla portafinestra del soggiorno in otto: Rahel e il suo compagno, Isgard, io, Ale e gli altri tre vampirates di cui non conoscevo ancora il nome.
“Ci divideremo in quattro gruppi e controlleremo la zona a trecentosessanta gradi. Un setaccio rapido, ma attento…” Ascoltavo distrattamente la voce del mio bellicoso antagonista mentre mi guardavo intorno. La foresta si estendeva per parecchi chilometri verso tutti i lati che circondavano la casa, ma il mio sguardo era fisso a est, come se mi fosse impossibile non guardare in quella direzione.
“…potrebbe essere ovunque. Le fronde degli alberi offrono più di un luogo sicuro dove-“ Lo interruppi bruscamente.
“Non è nella foresta.” Sentii una mano afferrarmi la spalla e voltarmi rudemente verso il gruppo.
“Come fai a dirlo?” Gli occhi di Isgard erano fissi nei miei ora, dovevamo essere pressoché alti uguali perché nessuno di noi dovette alzare il viso per affrontare l’altro.
“Lo so e basta. E’ in una stanza malconcia ed è spaventata per qualcosa.” Forse per la prima volta i nostri pensieri andavano all’unisono, entrambi non potevamo che leggere l’assoluta preoccupazione che in quel momento ci univa. Si sarebbe fidato delle mie parole, come io mi sarei fidato delle sue decisioni sul come agire.
“L’informazione ci potrà aiutare. Dividiamoci e iniziamo le ricerche.”
“Io e il ragazzino andiamo ad est.” Il vampirates che aveva parlato era il tipo rasato che si era seduto sul divano poco prima.
“Come preferisci. Allora io e Jason andremo a nord, Ale e Hunter a ovest e Ru e Rahel e sud.” Annuimmo tutti all’unisono.
Un battito di ciglia e nella radura davanti alla casa rimanemmo solo io e il mio compagno. I suoi occhi di ghiaccio scrutarono la parte di bosco che avremmo dovuto setacciare.
“Perché volevi andare da questa parte?”
“Hai detto che saremmo andati a est sono perché mi hai visto guardare in questa direzione!?” Ne ero davvero sorpreso.
“Il nostro comandante, Isgard, è davvero un buon capo. Le sue scelte si sono sempre rivelate le migliori, è leale e non si tira mai indietro di fronte a niente. Ora la sua mente è accecata dalla gelosia e dall’ansia che lei possa essere in pericolo, come tutti noi del resto; è tanto ottenebrato da non riuscire a pensare a quello che c’è fra te e Fen. Non sto parlando dell’amore sfrenato che ti si legge nello sguardo, ma del fatto che lei ti ha cambiato ed è lei la tua Master ora.” Vedendo che ancora non capivo del tutto quello che intendeva continuò a spiegare. “L’affinità che ci lega al nostro Master in alcuni casi è talmente potente da farci percepire cose che altrimenti sarebbe impossibile percepire. Se tu non distoglievi lo sguardo da quella direzione allora per me lei si trova in qualche punto da quella parte.”
Sbuffò e si volse a guardarmi. “Comunque in una direzione saremmo dovuti andare no ragazzino?” “Edward, mi chiamo Edward.”
“Cohen.” E per la prima volta da quando l’avevo visto sorrise. “Muoviamoci.”
Sotto i miei occhi la sua pelle iniziò a cambiare colore, chiazze grigie e nere che si mescolavano espandendosi in tutto il corpo. La mia faccia doveva esprimere tutto il mio ribrezzo quando si scompose in tanti piccoli esseri che si riversarono nella foresta. Pipistrelli! Si era…si era trasformato in tanti pipistrelli, forse le leggende non andavano poi così lontano dal vero.
Persi tempo a inghiottire prima di precipitarmi dietro di lui, o loro.
Percepivo la sua mente come un unico essere che si espandeva tutto intorno a me. Vedevo come attraverso mille occhi diversi ogni punto della porzione di bosco che stava attraversando. Quando parlò sentii le sue parole come un’eco nella mia testa.
“Così sarà più facile.”

Ispezionammo molti casolari disabitati, ma non trovammo ne lei ne qualche traccia che ci potesse ricondurre a qualcosa. La preoccupazione era un urlo perenne che mi riecheggiava nell’anima.

D’improvviso un odore mi colpì talmente violentemente che non potei fare a meno di fermarmi. Sentii lo stomaco contorcersi e un’insistente acquolina mi invase la bocca. Cohen si ricompose al mio fianco-ancora completo di vestiti, da non credere-.
“Vampiri.” Annusò l’aria. “Spostiamoci sotto vento.”
Aggirammo con passi felpati la piccola abitazione che a mala pena si scorgeva davanti a noi e ci acquattammo in un punto riparato. C’erano vampiri di guardia ad ogni uscita e la cosa non sembrava troppo normale neanche al mio compagno che, senz’altro, di queste cose era molto più pratico di me.
Presi ad osservare minuziosamente il casolare. Più lo scrutavo e più un leggero senso di tranquillità sembrava impossessarsi di me…e capii, lei era lì.

[fine quarantaduesima parte^^]


  
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