Prologo
We are a mess
we are failures
and we love it
Grace era disperata.
Con la tempia poggiata sul vetro freddo dell’ampia finestra a
bovindo della sua stanza, la ragazza aveva lo sguardo perso su
ciò che si trovava al di fuori di essa. I suoi occhi grandi,
di un verde acceso, si spostavano velocemente dal traffico che
procedeva a passo d’uomo ai passanti distratti che si
affrettavano a tornare a casa, consci del fatto che di lì a
poco sarebbe scoppiato un acquazzone. Il cielo che gravava sulla
piccola Bristol era, infatti, plumbeo; tutto ciò non faceva
altro che riversare una sensazione di malinconia e
negatività sulla biondina, già di per
sé triste.
Ancora non riusciva a realizzare come avesse potuto ficcarsi in quella
situazione così ambigua, così sbagliata. Era
inciampata nel cliché dei cliché, nel caso di
tradimento più banale ma allo stesso tempo più
vile e spregevole che potesse esistere, e anche se aveva cercato di
negarlo a sé stessa con tutte le sue forze e di fermare la
relazione che andava instaurandosi – perchè,
nonostante tutto ci aveva provato – Grace non ci era
riuscita.
Si staccò dalla finestra con fare svogliato, quasi a non
voler smettere di osservare la realtà esterna a lei, che non
la riguardava, probabilmente per la paura terribile di affrontare
quella che l’aspettava nella sua stanza.
Nonostante non si fosse ancora voltata del tutto sapeva che i due
ragazzi la stavano aspettando ancora lì, immobili, e sapeva
anche che la stavano fissando con un’espressione corrucciata:
non avevano smesso di farlo nemmeno per un istante da quando avevano
varcato quella soglia il pomeriggio stesso. Grace prese coraggio e
ricambiò lo sguardo di entrambi, puntando i suoi occhi prima
dritti in quelli Will, verso il quale si sentiva più in
colpa, e solo dopo in quelli di Jack. Fece appello a tutta la sua buona
volontà per non perdersi in quel turbinio di occhi verdi dei
due ragazzi, che seppure fossero dello stesso colore erano
profondamente differenti, come d’altronde era il loro
carattere.
Ma si sa, gli occhi sono lo specchio dell’anima.
Gli occhi di
Will erano di un verde chiaro quasi tendente al grigio, grandi e
– forse fin troppo – espressivi. Tuttavia erano le
sopracciglia ciò che dava carattere al volto; lunghe,
non troppo folte, avevano una forma talmente arcuata da rendere la sua
espressione costantemente sorpresa, dandogli un’aria buffa.
William era un bambinone: grande e grosso, aveva uno spiccato senso
dell’umorismo e all’occorrenza riusciva ad essere
maturo e sensibile. Infatti, ogni volta che Grace aveva avuto bisogno,
questo le aveva sempre saputo trasmettere una sensazione di calore e
protezione che nessun altro – Jack compreso – era
mai riuscito a fare in vita sua.
Jackson era tutto il contrario: svogliato, leggermente
immaturo, cheeky, aveva sempre una gran voglia di
scherzare e non
prendeva mai niente sul serio. Quel suo essere un po’
così, giocherellone, lo si percepiva subito dal modo in cui
osservava le persone; sul suo viso si dipingeva spesso un sorrisetto
insolente, che per quanto - a volte - potesse essere fastidioso, Grace
adorava. Ma lo adorava soprattutto perché Jack era capace di
sorridere con gli occhi e, ogni volta che lo faceva, ai lati di questi
spuntavano delle graziose rughette. Quando poi era lei stessa a
provocarlo, quel sorriso le piaceva ancora di più.
Fu Will a prendere l’iniziativa e terminare quella stupida
attesa che gravava su di loro da fin troppo tempo.
«Allora?»chiese, passandosi una mano sul viso,
sconsolato.
«Stiamo aspettando la tua-e rimarcò bene
quest’ultima parola – decisione. Il gioco
è nelle tue mani, a te la mossa finale.»
Ormai quel silenzio assordante era stato spezzato, e Grace non poteva
più rimandare. Era ora di esporre i suoi sentimenti, di
esporre se stessa; di comunicare loro la scelta che aveva preso ormai
da tempo.
- - -
Mamma mia che vergogna.
Sono tipo due anni che non posto qualcosa qui su EFP,
quindi vi prego di essere clementi.
Questa è la prima volta che mi impegno seriamente per una
fanfiction,
e spero che sarò costante nello scrivere - ma soprattutto -
negli aggiornamenti.
L'idea e l'ispirazione per questa fanfiction mi è venuta
guardando il video Jack&Will sul
canale di Jack,
dal momento che adoro Jack
( e si era capito ) come adoro anche Will Poulter! La mia mente malata,
poi,
ha iniziato a macinare idee quando ho scoperto che entrambi hanno
frequentato
l'università di Bristol... e niente, è uscita
fuori 'sta schifezza.
Comunque, arriviamo alla domanda fatidica: Perchè ho scelto
di postare nella sezione degli youtubers? Perchè, questa
fanfiction
riguarda principalmente Jack,
e poi il povero Will, non essendo molto conosciuto, non ha una sezione
per lui!
In ogni caso introdurrò nella storia anche altri youtubers,
a partire da Finn.
Per questa volta è tutto... spero vi piaccia. Fatemi sapere
che ne pensate
attraverso un commento!
Un bacione,
Fra.
P.S: Dato che di solito mi ispiro ad attori/cantanti/modelle per dare
un volto ai miei personaggi, questa volta
ho scelto Chloe Grace Moretz come prestavolto della protagonista
principale. Ovviamente voi potete immaginarvela
come vi pare, solo che io la immagino così :)
P.P.S: Una finestra "a bovindo" è la tipica finestra ad arco all'inglese, scusate se ho dato questo termine per scontato!