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Autore: _Backpack_    22/01/2014    2 recensioni
Lui era ancora lì, perfetto come sempre. Mi guardava con un'espressione divertita e teneva, come suo solito, le mani nelle tasche lasciando che i pollici fuoriuscissero accarezzando il tessuto dei suoi jeans. I suoi occhi neri come le tenebre mi squadravano da capo a piedi. Un brivido percorse la mia schiena, ne avevo abbastanza.
-Cosa vuoi lurido demone?!- sussurrai a denti stretti sostenendo il suo sguardo sporco dei suoi innumerevoli peccati. Lui alzò le spalle inclinando di poco la testa da un lato senza mai staccare lo sguardo dal mio.
-Voglio te, piccolo angioletto- sussurrò sogghignando e sorridendo in modo terrificante. Serrai la mascella assottigliando gli occhi e scossi la testa.
-Non sono legata all'inferno come te- sussurrai a mia volta sorridendo e alzando le spalle come aveva fatto poco prima lui.
-Sei troppo sicura di te, angioletto- cantilenò il biondo per poi avvicinarsi a me a passo svelto. Lo guardai confusa. Mi stampò un bacio sulla fronte per poi darmi le spalle e io feci un passo indietro sgranando gli occhi. Stavo per urlargli contro ma la sua voce mi bloccò. -Ci vediamo presto- disse per poi scomparire in una nube di fumo nero.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter One

ATTENZIONE: So che alcune di voi sono confuse, ma voglio avvisarvi che farò tutto con calma per rendere la storia più intrigante. Spero davvero che vi piaccia!

4 MESI DOPO

-Andiamo Amber, muoviti!- urlai battendo più volte la mano sulla porta del bagno. Era chiusa lì dentro da più di un quarto d'ora e tra venti minuti sarebbe cominciata la lezione di francese, l'unica che avevamo in comune. -Ti prego! Faremo tardi se non esci!- esclamai ancora sbuffando e tenendo stretti i miei vestiti al petto. Con un cigolio la potrà si spalancò e la figura snella di Amber uscì frettolosamente. Aveva i capelli raccolti in una crocchia nera disordinata tenuta ferma da una matita, qualche ricciolo ribelle le copriva il viso coperto dal fard che le dava un po' di colorito in più; aveva una maglia bianca a bretelle e una camicia di flanella rossa con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Il suo jeans stretto le fasciava perfettamente le sue gambe esili e ai piedi aveva delle semplicissime vans rosse come la camicia. Era sempre bella. Da quando ci incontrammo fuori allo Starbucks Coffe eravamo diventate ottime amiche. Mi aveva insegnato tutto quello che c'era da sapere ed io ero contentissima del fatto di averla sempre con me. 'Stare sulla terra non è poi così male' continuava a ripetere, ma io non credevo mai a nessuna delle sue parole; solo tempo dopo mi resi conto di quanto fosse vero. Avere una vita sociale e tanti amici con cui uscire la sera era un vero sballo!
-Oh, finalmente!- borbottai per poi entrare in fretta in bagno. Mi svestii e mi gettai sotto il getto dell'acqua fredda. Ormai erano passati quattro mesi da quando mi avevano trascinata qui. I quattro mesi più lunghi della mia vita. Ricordo come se fosse ieri quel primo di giugno, quando ho messo piede su quest'inferno. Rabbrividii al solo ricordo. Frequento un normale college della grande mela: la High School Of York, ho cominciato a frequentarla da un paio di settimane e non mi lamento eccetto per l'odore disgustoso dei peccati che si aggiraa in essa. Mi affrettai ad uscire e infilai saltellando i miei pantaloncini bianchi per poi afferrare la mia maglia di Spongebob e scuotermi i capelli. Corsi nella mia stanza e afferrai un paio di coverse del medesimo colore della maglia per poi mettermi la matita nera all'interno dell'occhio, il mascara e un po' di phard. Afferrai la mia borsa bianca contenete i libri e corsi in fretta e furia giù per le scale dove Amber mi stava aspettando.

-Bonjure- esclamammo io e Amber in coro dopo essere piombate con l'affanno in classe. Cinque minuti di ritardo, cosa saranno mai?
-Oh, bonjure!- rispose la professoressa guardandoci e alzando un sopracciglio. -Signorine, siete in ritardo. Quale scusa vi inventerete oggi?- chiese la prof Henry, con il suo accento francese, prendendo il registro per segnare il ritardo. Io mi grattai la nuca e diedi una gomitata ad Amber che si toccò il punto dolorante. -Ahia!- esclamò a bassa voce -Be'… le farà ridere- disse lei tossendo. Trattenni una risata. La prof alzò lo sguardo serio verso di noi.
-Io non riesco a ridere più di così- disse. Soffocai una forte risata e strinsi le labbra guardandomi attorno per non ridere.
-Stavamo per arrivare quando improvvisamente un branco di cani pedofili ci ha inseguite e abbiamo sbagliato strada per arrivare fin qui. Nel frattempo uno stormo di Pterodattili ci ha prese e ci ha portate nel loro nido dove covavano le loro gigantesche uova; ma poi sono arrivati i marziani che, con il tele-trasporto, ci hanno riportate qui: in questo meraviglioso carcere minorile e non!- sospirò con aria fiera indicando l'intera classe con la mano, poi si voltò verso la professoressa che non lasciava trapelare nessuna emozione. -Va bene come scusa?- chiese facendo spallucce. Scoppiai in una sonora risata e, con me, anche tutta la classe cominciò a ridere. 

-Io non riesco a capire! Dice che mi vuole e poi non fa un cavolo!- esclamò Corinne tenendo stretto il panino della mensa con la mano destra. Era infuriata per qualcosa che riguardava il suo ragazzo ma non le prestavo molta attenzione, stavo pensando a tutt'altra roba. -Nicole? Mi stai ascoltando?!- chiese la ragazza dai capelli rossi tinti davanti ai miei occhi. Scossi la testa per concentrarmi e scacciare via tutti quei pensieri.
-Tranquilla, continua, ti sto ascoltando- le risposi con un sorriso che lei ricambiò. Cominciò di nuovo a parlare e io mi immersi di nuovo nei miei pensieri. Perché non avevo ancora trovato il figlio del Signore dei Demoni? Che cavolo aspettava a farsi vedere? Forse aveva un piano, forse aspettava il momento giusto per entrare in scena e se ne stava a guardare lo spettacolo negli ultimi posti, ma era impossibile. 'Lo avvertirai come una presenza strana a tutte le altre' aveva detto mio padre, ma non c'era nessuna presenza! 
Il rumore del vassoio di Amber che si appoggiava sul tavolo mi fece riprendere e addentai il mio panino col prosciutto. 
-Dio mio Corinne! Stai ancora parlando?!- esclamò Jack, il ragazzo di Corinne apparso improvvisamente alle sue spalle come un'ombra. Aveva i capelli castani arruffati e ricci, gli occhi azzurri come il mare e la pelle leggermente scura, i suoi genitori sono di origini Hawaiane, la sua maglia bianca con le maniche rosse corte lo faceva sembrare più muscoloso di quanto già fosse. Si accomodò accanto a lei e sbuffò sonoramente.
-Non voglio subirmi litigi di coppia- borbottai addentando ancora il panino. -Vado un po' fuori- dissi facendo spallucce e stampando un bacio sulla tempia ad Amber dopo aver gettato il panino e aver posato il vassoio sul ripiano accanto alla cucina. Spinsi la porta di vetro, contro la quale ci ero andata contro non so quante volte, e mi accomodai sotto un ciliegio nel cortile. Pochi college avevano un giardino così grande e pieno di alberi da frutti. Mi massaggiai delicatamente le tempie e riflettei a lungo sulla faccenda del mio futuro rivale quando improvvisamente un fischio all'orecchio mi fece sobbalzare. Mi capitava spesso da quando ero qui sopra ma non mi preoccupavo, capitava a tutti una cosa del genere. Mi alzai aggiustandomi la maglia e passandomi una mano nei capelli, decisi di tornare dentro. Percorsi il piccolo vialetto in pietra ma avevo un vuoto nello stomaco, mi sentivo confusa, osservata. Mi voltai aggrottando le sopracciglia ma dietro di me non c'era nessuno. Assottigliai gli occhi in due fessure e guardai per bene tutto il giardino, nessuno. Mi voltai confusa ma sentivo ancora che qualcuno mi stesse osservando, così, affrettai il passo e mi avviai in fretta verso Amber che nel frattempo stava cercando di calmare Corinne dalla sua ennesima crisi con Jack.

____******____

Eccola lì, perfetta come ogni fottutissimo giorno. Inclinai di poco la testa da un lato per scrutarla meglio. I suoi capelli neri come la pece le arrivavano poco più sopra del sedere, li toccava spesso e le ricadeva sempre una ciocca ribelle che lei spostava con uno sbuffo o con la mano. Anche un semplice umano avrebbe notato che quella ragazza non faceva parte del loro mondo, per nulla. Ogni suo movimento ti lasciava senza fiato. Se ne stava seduta sotto il solito ciliegio, teneva le gambe al petto e le circondava con le braccia; 'quale essere ha una grazia e una perfezione del genere?'. Serrai la mascella alquanto disgustato e arrabbiato. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
-E' lei?- sussurrò il mio migliore amico Chaz al mio orecchio. -Figa! Posso portarmela a letto prima io e poi tu fai quello che devi fare?- disse sogghignando. Mi voltai a guardarlo serio e lo afferrai per il colletto della maglia tenendolo ben stretto.
-Non scherzare amico, è mia- ringhiai. Ero consapevole del fatto che ora, i miei occhi si stessero facendo neri come le tenebre abbandonando il loro colore naturale perché è così che accade, i nostri occhi non diventano rossi, come dicono tutti ma diventano neri come un buco, un buco profondissimo; gli occhi degli Angeli, a differenza nostra, diventano rossi come il sangue, e sono orribili, terrificanti. Chaz alzò le mani in segno di scuse.
-Hei, amico, scusa non volevo- farfugliò spaventato. Mollai la presa voltandomi di nuovo verso il mio piccolo angioletto, si stava alzando. Si aggiustò la maglia e si avviò alla porta. Senza pensarci due volte mi ritrovai a camminare nella sua direzione. L'angelo si fermò e io mi nascosi dietro un cespuglio lì vicino. Imprecai sotto voce per la grande cazzata che avevo fatto e poi la vidi entrare a passo svelto. 
-Ma che diavolo ti è preso?!- esclamò Ryan, un altro mio migliore amico. -Ti stava per scoprire!- continuò scuotendo la testa. 
-Sei un coglione- affermò Christian. Sbuffai passandomi una mano sulla faccia. Rompevano sempre i coglioni. 
-Zitti cazzoni! Cominceremo domani, cioè, comincerò domani. Sono in tutte le materie dell'angioletto?- chiesi guardando Chaz. Lui annuì.
-Mi servono i libri, giusto?- domandai ancora inorridito. Io, futuro Signore dei Demoni, dovrò frequentare una scuola. Cose di pazzi!
-Tranquillo, abbiamo tutto noi- mi rassicurò Christian con un sorriso. Sospirai di sollievo e mi passai una mano tra i capelli.
-Ci vediamo domani alle sette in cucina- dissi ridacchiando. Risero tutti. -Ora vado.. - affermai alzandomi e aggiustandomi la maglia. -Devo andare a casa dell'Angioletto- dissi facendo spallucce e aggiustandomi il cappellino. Mi guardarono confusi. Alzai gli occhi al cielo. -Mi devo intrufolare in casa sua e devo restare lì, così la notte la guardo dormire e penso al piano- continuai esasperato. Annuirono sorridendo. -Che coglioni- borbottai scuotendo la testa e avviandomi verso l'uscita.

 
TAN TAN TAAN!
Ecco il primo capitolo!
Spero tanto vi piaccia.
L'ho riscritto un paio di volte perchè non riusciva a convincermi
(Non mi convince neanche ora) ç_ç
Recensite, ci tengo tanto!
 
  
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