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Autore: sxds    22/01/2014    1 recensioni
COPPIA DRACO-HERMIONE.
Le cose non sono più come prima, dalla distruzione del Signore Oscuro: sono migliorate, per certi versi, e collassate, per altri.
Ad esempio, l'amicizia fra Ron ed Hermione è costantemente mitragliata dai sentimenti non corrispondenti della strega... e se, per assurdo, ci si mettesse persino una Serpe, ad eliminare la loro debole relazione?
Una cosa è certa, Hermione, e l'hai anche capita: non tutto il mal vien per nuocere!
PRIMA FANFIC CON QUESTA COPPIA, SPERO VI PIACERA'.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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BUT HE IS A SNAKE!
 

2. Bastardo.

 

 

 

"Professoressa McGranitt-"

"Preside, Hermione" la corresse l'anziana, che portava su di sé fin troppo peso e incertezze -ma mai quante ne aveva sopportate Albus- con fare tranquillo, nel suo studio.

La strega si ricompose.

"Preside McGranitt" ricominciò, "io vorrei sapere perché mi ha assegnato il 'progetto di Gazza' assieme a Malfoy". Mimò le virgolette, al che la McGranitt tossicchiò per soffocare una ragionevole risata.

Sillabò: "La punizione, dunque?"

"Ecco, sì."

"Draco così ti ha già tirata in mezzo..." mormorò alzandosi dalla poltrona, lasciando Hermione seduta, un po' a disagio. "Quel ragazzo è così buono, alla fine" sospirò allora, paralizzando l'altra.

Buono? Malfoy? Deve esserci un errore! pensò in sé, senza commentare ad alta voce.

"Comunque non preoccuparti, Hermione cara" la guardò come solo la McGranitt sa guardare. Ti rassicurava con un'occhiata. Sembrava quasi magia. "non preoccuparti: dovrai solo fargli da supervisore. Non ho trovato persona migliore" si complimentò.

Ma alla ragazza non interessava affatto.

"Per supervisionare Malfoy che fa le pulizie?" sbottò, sempre con quella sua anda educata. "Poteva assegnare questo compito direttamente a Gazza!" suggerì.

"Oh, no Hermione. Per quanto Gazza si sarebbe divertito" momorò sorridendo, senza riuscire però a coinvolgere Hermione, "non è il caso. Ha molto lavoro da fare" aggiunse, ed era vero. "Bisogna trovare un diversivo e qui entri in gioco tu, cara."

"Un diversivo? Ma... Profes- Preside! E' pazzesco! Io ho lezione e-"

"Granger, su, obbedisca" la zittì secca, pur sempre materna, "finirà tutto prima, no?"

La strega deglutì.

Proprio così.

 

 

A cena, solo Harry le parlò.

Ron non venne, usando la stessa scusa della stanchezza che aveva usato Hermione, quel pomeriggio.

Infilzando con la forchetta del purè di patate abbastanza invitante, buttò lì:

"Dovrò supervisionare Malfoy nella sua punizione."

Harry non si stupì: lui ne aveva certamente passate di peggiori: cos'era dover stare a guardare Malfoy in confronto a essere quasi ucciso da Voi-Sapete-Chi?

Replicò "Ah sì? Perciò eri nervosa, con Ron?"

"No, Harry" mormorò Hermione. Magari aver litigato per quello. "L'ho saputo dopo la nostra... conversazione".

"Davvero?" le chiese l'altro, fingendo stupore. "E allora perché Ron è diventato così per te?"

La ragazza arrossì a disagio.

"Be' Harry! Lo sai!" sibilò piano, per non attirare l'attenzione degli altri Grifondoro. Subito si pentì di essere andata a cena. 'Meglio starsene sola a letto, che qui a essere giudicata. Da Harry, poi!'.

L'amico si incupì un po': "Sai, credo che Ron si sia veramente innamorato di te" le sussurrò. Lo disse piano, ciononostante Gretel, la ragazzina del primo anno seduta vicino a loro, lo sentì. Probabilmente stava origliando da tutto il tempo.

"Ron?" sillabò intromettendosi, con voce acuta. "E Hermione?" proseguì.

Lei la fulminò con un'occhiata che diceva tutto.

"Gretel, perché non mi passi quel vassoio?" Harry le indicò un punto dall'altra parte del tavolo.

Gretel avvampò arrabbiata ma, visto che quello era Harry - Harry Potter -, non poté far altro che alzarsi e camminare dondolando fin laggiù.

"Davvero?" sussurrò allora Hermione.

"Sì" le rispose l'amico.

"Io..."

"Tu? Non l'avevi capito? Oh, Ron è-"

"Ecco il vassoio Harry!" tornò quella vipera di Gretel. Pensandoci, perché non era stata assegnata ai Serpeverde? Sarebbe stata perfetta!

Harry a quel punto s'inventò qualcos'altro da farle fare, che le prendesse più tempo.

"Ron è pazzo di te, Herm" le dichiarò. "Sei intelligente in molte cose, ma qui..." si indicò il petto, a livello del cuore, "sei un caso perso."

In quel momento la ragazza alzò lo sguardo al soffitto magico. Riportandolo su Harry, si accorse che un Serpeverde li stava osservando.

Draco? avvampò.

'Io avvampo?!' si arrabbiò. 'E' perché lo detesto! E se uno che odio mi fissa allora avvampo!' si giustificò.

Tuttavia, forse era davvero un'imbranata, nel gestire il suo cuore.

 

 

La mattina dopo andò a lezione, considerato il fatto che né la McGranitt né Draco le avevano detto nulla sulla sua supervisione.

E poi, sperava ancora fosse uno scherzo - 'Pesce d'Aprile!' anche se era il ventuno gennaio. Avrebbe preferito qualsiasi cosa - perfino l'umiliazione di uno scherzo - a dover controllare Malfoy.

Malfoy, già, che si era dato a Tu-Sai-Chi. Proprio lui.

Arrivò a lezione con qualche minuto d'anticipo, e si prese tempo per ripassare un po'. Per non pensare alla guerra -e a Ron- si era fiondata nello studio. Chiunque l'avrebbe detta fuori di sé. Chi non voleva pensare a ciò che era stato fuggiva da Hogwarts, non studiava. Però lei era Hermione Granger, e da tale si comportava.

Al suono della campanella l'intera classe - eccetto Ron, constatò con un misto di tristezza e sollievo - si riversò nell'aula, attendendo l'inizio della lezione.

"Ciao" la salutò Harry.

"Harry" gli sorrise. "Dov'è... Hm, Ron? Volevo parlargli" confidò.

"Di cosa?" L'amico si accomodò vicino alla strega e sfilò i libri - grossi e pesanti tomi - dalla sacca. "Comunque sta male. Non è venuto neppure a colazione."

"Oh... Neanch'io" mormorò Hermione, in colpa.

"Già, l'ho notato."

La mora si schiarì la gola, decisa a non far cadere il discorso. "Uhm, Harry... Ron ti ha detto qualcosa di... Ecco..."

"Del vostro bacio?"

"No, ecco... Del dopo" precisò Hermione, imbarazzata. 'Ma perché è così difficile parlarne anche con Harry?'.

"Granger, Potter, eccovi qui" li salutò una voce acida, alle loro spalle. Si voltarono, notando lo splendente Draco che, come Gretel la sera prima, aveva origliato ogni parola.

Harry lo squadrò.

"Draco, c'è qualcosa che ti serve?"

"Credo voglia parlare con me" intrevenne Hermione, facendo sussurrare all'amico quattrocchi un sommesso 'ah, già'. Quindi si voltò verso Draco - bello! Bellissimo! - e domandò "A che ora iniziamo?"

"Adesso" sbuffò il biondo. "Perché sei a lezione, poi? Ho dovuto cercarti" rimarcò piccato. "Forza, alzati" le ordinò alzandosi, così Hermione notò che non aveva né zaini né libri con sé, ma una buffa scopa da pulizia.

Harry non riuscì a trattenersi: "Ti dai alle pulizie, Malfoy?" gli chiese ridendo.

La ragazza si trattenne dall'imitarlo, perché Draco aveva esordito lanciando una gelida occhiata a Potter: "Già. Granger, vieni" le ripeté e lei obbedì.

 

 

"Insomma, da dove cominci?"

Draco la guardò e Hermione si stupì: per la prima volta, era senza parole.

Cos'aveva detto? Oh! Forse aveva qualcosa fra i denti? Ci passò rapidamente sopra la lingua, ma niente; Malfoy era taciturno, e non a causa sua.

"Da qui" rispose alla fine, quando arrivarono nell'ex studio di Silente; ogni cosa era ancora al suo posto e Hermione si sentì soffocare.

Quante volte sapeva che, mentre lei era in biblioteca o con Ron, Harry era là dentro con Albus, a discutere su come salvare tutti?

Si sentì molto più che la patetica, secchiona Granger, che tutti conoscevano perché conosceva Harry Potter: si sentì parte del trio, nonostante ne fosse solo la mente.

Harry era la forza, l'onore e la determinazione; mentre Ron... Cos'era? La battuta pronta al momento giusto -o non-, la gaffe che fa ridere tutti e allevia la tensione, il sorriso che ti emoziona...

"Granger? Ci sei?" Draco le schioccò le dita davanti agli occhi, arrabbiato. Eh sì, si arrabbiava per ogni cosa, il ragazzo. "Bisogna iniziare."

La strega si sentì profondamente stronza -che linguaggio inappropriato, Hermione!- quando gli sussurrò: "Be', inizia, che aspetti?"

Malfoy serrò la mascella.

"Cosa intendi ottenere, Mezzosangue? Farmi incazzare non ti aiuterà di certo."

Si avvicinò a lei -troppo, troppo!- e si chinò sul suo viso, così tanto da far sfiorare i loro nasi, paralizzandola con quegli occhi di ghiaccio che, Hermione ne era certa, rispecchiavano il cuore del Serpeverde.

"Draco..." balbettò, senza riuscire ad allontanarsi. L'altro lanciò la scopa da pulizie e le afferrò i polsi, tanto forte da farle male. La ragazza gemette, sotterrando il dolore con l'orgoglio, e non poté che digrignare i denti quando Malfoy le portò le mani sopra la testa.

Faceva già male, ma quando l'alzò da terra -Hermione tentò di ancorarsi con le gambe a qualcosa ma, nel giro di un metro, c'era solo lui- la strega strillò sentendo orribili fitte a polsi e spalle.

Si agitò come un'anguilla, ma Draco non diede segno di volerla lasciare.

Ma quanto era forte?!

"Allora, Mezzosangue, sei zitta adesso?" la derise la serpe, con un'espressione accigliata, come se non volesse comportarsi così, ma Hermione l'avesse costretto, con le sue azioni. Le si avvicinò ancor più, fin quasi a sfiorarle le labbra. Era un gioco sadico: solo lui aveva la possibilità di vincere.

La strega iniziò a piangere di dolore e paura.

"Dra-co... Ti prego!" strillò. Urlò ancora: "BASTA!" nella speranza che qualcuno la sentisse, ma nessuno la soccorse.

Provò allora ad issarsi sul ragazzo: gli piantò i piedi sulle ginocchia, alzandosi e sottraendosi momentaneamente alla morsa del dolore. Malfoy non le mollò le mani, anzi: le strattonò fino a farle così male da annebbiarle la vista, e piegò le ginocchia, togliendole ogni appiglio.

"Ti fa così male, Granger?" le domandò.

Hermione grugnì. Che andasse a 'fanculo!

"Bene" esclamò il biondo, stringendo ancora più forte i polsi della mora, che urlò, prima di posarla a terra, senza farla cadere.

"Che ti serva da lezione" le sussurrò all'orecchio, prima che Hermione si piegasse su se stessa e piangesse dal male.

Mentre Draco ripuliva la stanza -a che sarebbe servito? Tanto Silente era morto!-, lei si esaminò i polsi.

Erano blu! La scoperta la fece piangere, e tirò più giù possibile il maglione dei Grifondoro, per celarli.

Mezzora dopo, il ragazzo la guardò.

"Ti senti meglio?" le chiese senza nessun'espressione in viso.

Lei annuì.

'Sei un bastardo' pensò, ma non l'avrebbe mai detto: i suoi polsi facevano ancora troppo male e Draco era abbastanza lunatico da spezzarglieli senza motivi validi.

"Hm. Okay. Qui è a posto."

Hermione si guardò attorno: c'era più ordine e meno polvere.

Chissà se Albus avesse apprezzato le pulizie di Draco. Draco Malfoy.

Oh, certo che no! pensò la strega, alzandosi da terra.

"Va bene" gli concesse. "E' ordinato, sei stato bravo". Lo lodò e subito si maledì. Maghi! Era davvero così stupida!?

Draco si lasciò sfuggire un sorriso fugace.

"Sarà meglio che tu vada in infermieria, Hermione."

 

 

 

 

 ANGOLO AUTRICE:
Che dire? Draco è Draco *w* Sempre stato un po' bastardo.
Ma si rifarà sì u.u
Hermione, non sfidare la sorte :")
E poi, in the end, la chiama col suo nome! Btw, non penso che accadrà tanto presto un'altra volta..
Saprete tutto a suo tempo! :D
Ciao,
Sxds.

Continuo a una recensione min :3

 

  
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