Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: nefastia    23/01/2014    10 recensioni
Harry aveva capito tutto fin dalla prima volta che Hermione aveva chiamato per nome Draco Malfoy, per loro Malfoy o Malferret, per tacere delle centinaia di appellativi e nomignoli poco cortesi. Mai, assolutamente mai, Draco.
Quindi quando a Hermione, in un attimo di distrazione usci dalle labbra quel nome, Harry capì al volo.
«Herm, scusa se mi intrometto, c’è qualcosa tra te e Malfoy?»
«Non … non direi che ci sia qualcosa … non proprio.»
«Vorrei … mi piacerebbe – le parole non sono mai state la specialità di Harry – Insomma, non voglio impicciarmi in cose che non mi riguardano, ma … Malfoy non è pericoloso, non più come prima, almeno. Sappiamo che la sua famiglia ha seguito la corrente, come al solito e tra qualche mese giureranno di non aver mai conosciuto Voldemort. Non può torturarti e ucciderti, forse, ma penso che sia lo stesso pericoloso per te. In un altro modo.»
«Che vuoi dire?»
«Hermione, lui è un egoista. Tu la persona più generosa e altruista che conosca. Non c’è molto da dire, basta fare due più due. Si approfitterà di te in modo vergognoso.»
«È probabile, in effetti. Sai, Harry, sapere di dover morire non è un buon motivo per suicidarsi. Lui adesso mi fa felice»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Harry Potter, Lucius Malfoy, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2-              Una casa di melograni

 

«Puoi lasciare Eltanin a qualcuno, oggi?»

«Perché?»

«Devi venire con me. Ho una sorpresa per te.»

«Va bene. Chiedo a Ginny. Devo fare qualcosa di particolare? Quanto tempo ci serve?»

«Quante domande! No, non devi fare niente di particolare e  non lo so, penso un paio d’ore, forse tre.»

«Telefono subito.» Compone il numero dell’amica. «Harry? Ginevra c’è?» Un attimo di attesa. «Ciao, Ginny. Volevo chiederti se potresti prendere Nin all’asilo, alle quattro e tenertela fino a ora di cena, ti è possibile? … Grazie! Non lo so, a dire il vero. Ti racconterò poi. Grazie ancora, ciao.» Riattacca. «Tutto a posto, possiamo andare.»

Draco la prende per la vita e si smaterializzano insieme.

Si ritrovano sul bordo di una piscina coperta. Sulle pareti, dipinti che ricordano le antiche terme romane, un leggero vapore si solleva dall’acqua delle vasche.

«Dove siamo?»

«A casa tua.»

«Che cavolo dici?»

«Vieni con me.» La prende per mano e la guida all’esplorazione di quella che lui ha chiamato "casa": una villa enorme ed eccessivamente lussuosa, a parere di Hermione.

Nel giardino un’area di giochi per bambini, un angolo formale all’ingresso, un frutteto e una quantità di piccole piante mai viste.

«Che sono?»

«Melograni. Danno il nome alla casa.»

«Questa "casa" ha anche un nome?»

«Certo.»

«Verremo a vivere qui? Oh, Draco! Vivremo qui insieme?» chiede eccitata.

Lo guarda. Non ha la faccia di uno intenzionato a vivere con lei. Ha lo sguardo spento e imbarazzato.

«Draco», chiede sottovoce, molto più cauta di prima. «Vorrei davvero che vivessimo insieme. Non per me, è per Eltanin, lei ti cerca sempre, io mi accontento, lo sai.»

Lui si sente in colpa. Non vorrebbe che lei si accontentasse, vorrebbe farla felice. In certi momenti sembra che lo sia. Ma sa anche che non le piacerà quello che le deve dire. Non le piacerà per niente. Dovrà abituarsi all’idea e forse ci vorrà del tempo. Forse piangerà.

«Tu ci verrai a vivere, con Eltanin. Lo sai che io non posso.»

«Tutto come prima, allora?» chiede Hermione, delusa.

Eltanin sta crescendo e presto si domanderà perché papà non dorme sempre a casa con loro. Hermione non ha mai desiderato il matrimonio, ma sente la necessità di “normalizzare” la situazione per evitare insicurezze a sua figlia. Lei non ne ha bisogno, sono una famiglia anche così, capisce benissimo i problemi di Draco, il rapporto difficile con la famiglia, la necessità di non attirare l’attenzione. Ma che dirà a Eltanin? Ha già quasi tre anni, presto farà domande.

Quando ha visto la casa si è illusa, solo per un attimo.

Le è sembrato il tipo di casa in cui lui potrebbe voler vivere.

Nello stesso giorno vanno dal notaio e perfezionano l’acquisto. Draco paga una cifra che Hermione giudica folle, senza battere ciglio. La proprietà è esclusivamente di Hermione, Draco non appare in alcun modo.

Quando escono Hermione è perplessa. Non ha mai accettato nulla da lui. Cosa l’ha spinta, adesso, ad accettare la proprietà di una casa di enorme valore? Un presentimento? Mica è la Cooman!

«Dobbiamo parlare», attacca Draco all’uscita dallo studio del notaio.

«Non adesso. Devo andare a prendere Eltanin.»

Lo sapeva. Sapeva che c’era qualcosa sotto.

«Va bene, tanto questa sera resto, abbiamo tutto il tempo.

Lo sa che non le piacerà per niente quello che ha da dirle.

Non è piaciuto nemmeno a lui quando suo padre lo ha informato, una settimana prima.

Ricorda la sera in cui l’ha trattenuto a casa, il suo tono irritato, come non si sia nemmeno sognato di chiedere il suo parere, o almeno il suo consenso.

 

*****

 

Lucius è infastidito dal fatto che suo figlio passi così tante notti fuori casa.

«Draco, puoi farmi l’onore di restare in casa questa sera? Dobbiamo parlare», ha chiesto senza alcun garbo.

«Abbiamo tutto il giorno per parlare, perché dovrei restare in casa di sera?»

«Non si tratta di lavoro.»

«Cosa, allora?»

«Ti devi sposare. È ora di dare un erede alla casata.»

Draco detesta profondamente il modo di suo padre di disporre della sua vita senza remore e non si trattiene dal farglielo sapere.

Tuttavia obbedisce regolarmente.

«Saranno pure affari miei, non ti pare? Mi sposerò quando lo riterrò opportuno.»

«Non mi hai capito, non sto parlando della Sanguesporco che ti sbatti né della tua bastarda. Devi, ti ripeto, DEVI sposare una fanciulla purosangue di buona famiglia e fare in modo che entro l’anno ti partorisca un erede. Punto.»

Vorrebbe rispondergli male. Solo che non può.

Lucius è paralizzato dalla vita in giù. Da quando è stato aggredito da un gruppo di ex “amici” Mangiamorte. Gli hanno rimproverato il tradimento, la mancata partecipazione alla battaglia finale, si sono detti convinti che Draco abbia in realtà combattuto dalla parte dell’Ordine della Fenice, e che all’epoca dell’omicidio di Silente lui fosse già un traditore. Una delle prove che hanno addotto è la sua frequentazione di Hermione Granger.

In quell’attentato sua madre ha perso la vita, suo padre, l’uso delle gambe.

Draco prova un senso di colpa devastante. Per quanti tentativi si siano fatti, Lucius non ha mai più camminato.

«Hai già un’idea, in proposito?»

«Pensavo alla figlia di Greengrass.»

«Dafne è già sposata.»

«La minore no.»

«Quella piaga! Intanto è una ragazzina, poi non mi piace, è piagnucolosa, manipolatrice, noiosa e prevedibile come un orologio!»

«È molto bella.»

«Capirai!»

«Capisco che i tuoi gusti siano guastati dalle tue frequentazioni, ma Astoria Greengrass è obiettivamente bellissima, sarete una coppia fantastica.»

«SAREMO? Quindi tu hai già deciso tutto senza nemmeno sentirmi! Che lo domando a fare? È quello che hai sempre fatto, da quando sono nato. Mi chiedo se sia tuo figlio o solo un elfo domestico più alto del normale!»

Lucius lo ignora.

«Ho parlato con Thomas. Abbiamo buttato giù una bozza di contratto. Lei è più che disposta, le piaci.»

«Lo so, è lei che non piace a me!»

«Te la farai piacere. Falle fare l’erede, poi potrai godere di una certa libertà. Spero che tu non intenda mantenere la relazione con la Granger, ma se dovessi decidere di farlo non se ne deve sapere nulla! Esigo una discrezione assoluta. E naturalmente basta con i bastardi!»

Draco stringe i denti per ingoiare la risposta che vorrebbe dare. Si alza e lascia la stanza.

Come può andare  da Hermione questa sera? Come può dirle che sarà costretto a sposare un’altra?

Lascia passare giorni, prima di rivederla, mettendo scuse. E compra una casa. Una casa “discreta”.

 

*****

 

«Mi sposo.»

Per un solo, folle momento, il cuore di Hermione ha accelerato il suo battito. Per un unico illusorio attimo ha pensato che lui volesse rendere loro tre una famiglia.

Poi la sua mente lucida ha preso il sopravvento. Ha detto “mi sposo”, non “ti sposo” o "sposiamoci" o niente di simile. LUI si sposa, punto.

«Non intendo, con questo che la casa sia un regalo d’addio, anzi. Per noi non cambierà nulla, siete la mia famiglia.»

«Se siamo noi la tua famiglia perché sposi un’altra?»

Sono nel loro letto, abbracciati. Lei ha domandato con voce tranquilla. Tutto come d’abitudine. Lui fa un sospiro.

«Devo. È necessario un erede per la casata, è un matrimonio combinato, le solite “porcate purosangue”, come le chiami tu.»

«Ma tu hai Eltanin, lei è tua figlia…»

«Ma non può essere la mia erede. Lo capisci, è mezzosangue, femmina e illegittima. Come credi che possa essere accettata dalla mia famiglia e dal mio mondo? Non ti devi preoccupare per lei, non le mancherà mai nulla.»

«Tranne suo padre.»

«Sono stato suo padre fino ad ora e continuerò ad esserlo. Solo con maggior discrezione. Forse non potrò fermarmi spesso a dormire. È anche per questo che voglio che vi trasferiate nella Casa dei Melograni, è bella e comoda e assolutamente discreta. Qui siamo al centro di Londra, la possibilità di essere visti è alta.»

«Draco, non farlo! Io non posso accettare di vivere una vita intera di nascosto. E non voglio accettarlo per Eltanin!»

«Che dovrei fare, secondo te?»

«Scegliere, per una volta nella vita.»

«Ah, certo, mi scordavo la tua mania per le scelte! Non sono libero di scegliere, possibile che non ti entri in testa? Credi che se potessi non sposerei te? credi che non mi piacerebbe passare ogni giorno con te e mia figlia?»

«Non lo so. Ti vergogni di noi, ci rifiuti.»

«Hermione, voi siete quello che mi permette di sopportare la mia vita. Io sto bene con te. Non dico di sentire ancora l’eccitazione dei primi tempi ma, se possibile, sono legato a te molto più di allora. Non vedo l’ora che venga la sera per tornare qui, per rivederti e vedere Eltanin. Tu sei la mia pace, non vivrei mai bene senza di te.»

«Certo, è un grande onore per me essere il tuo infuso di camomilla. Non ti passa per la testa l’idea che per me sia un po’ umiliante tutto questo?»

«Cos’è “tutto questo”? Ti sto dicendo che la mia donna sei tu, non ci sarà mai nessun’altra come te.»

«Beh, non ne sarei così sicura. Di certo non sono abbastanza per te da convincerti a scegliermi davvero.»

«Ti credevo più sveglia, pensavo davvero che avresti capito! Beh, io non posso fare quello che voglio, sono costretto a sposarmi con una che non mi piace e non ho nessuna intenzione di rinunciare a voi. Faremo meglio che si può.»

Hermione tace a lungo.

Cerca di immaginare la propria vita, dopo che Draco si sarà sposato. Non è vero che non potrà dormire “spesso” da loro, non potrà dormire lì e basta. Si vedranno in ore rubate, con la scusa di impegni di lavoro. Avranno rapporti frettolosi e sua figlia sarà ricoperta di regali.

Davvero vuole vivere così?

Qual è l’alternativa?

La sa.

Ma vuole vivere senza Draco?

Si sente morire all’idea.

Non ci penserà, non adesso. Tra un mese dovrà laurearsi. Poi dovrà pensare alla specializzazione, fare l’internato…

Quanto tempo ha? Draco avrà già scelto la sua sposa?

Sarà bella di sicuro. Non bella, bellissima.

Farà l’amore con lei. Per “dovere”, certo. Lei porterà in grembo il figlio che il mondo conoscerà come suo.

Si addormenta con un nodo di dispiacere che le soffoca il petto.

La mattina le sue occhiaie raccontano la notte passata. Draco le fa alzare il mento e la guarda intensamente.

«Non starci male, ti prego. Non è niente, per me, è un lavoro, un dovere come un altro. Io sto bene con te, non c’è nessun’altra.» Lei abbassa gli occhi. Le sue parole le sembrano una crudele presa in giro. «Ci vediamo stasera, va bene?»

Lei scuote il capo.

«Lasciami il tempo di digerire la cosa.»

Lui annuisce, con la faccia triste.

«Mi mancherai molto, cerca di non metterci troppo. Mi chiami tu?»

«Certo. E tu cerca di pensare a quello che ti ho detto. Tu dici che non sei libero di scegliere, ma io credo di sì. Tutto sta decidere se sei disposto a pagarne il prezzo. Io l’ho sempre fatto, puoi farlo anche tu.»

 

*****

 

Quando è apparso sul giornale l’annuncio del fidanzamento dello scapolo d’oro, Draco Malfoy, con la giovane Astoria Greengrass, Hermione ha avuto un mancamento. Non immaginava che le avrebbe fatto quell’effetto devastante.

Ha guardato per un quarto d’ora la foto che li ritrae abbracciati e sorridenti. Lei è bellissima, come previsto. E lui sembra felice. Almeno lui.

Ha pianto un’ora intera tra le braccia di Ginny e di Harry. Poi si è ricomposta e ha preso la sua decisione.

 

*****

 

Ha chiamato Draco e lui la sera stessa è lì. Non vedeva l’ora, era preoccupato per lei, triste per la tristezza che le aveva letto in volto l’ultima volta che si erano visti.

Oggi non è meglio.

Non solo è triste, ma è chiusa, rigida. I suoi tratti esprimono una decisione che lo spaventa.

«Ci ho pensato molto e non posso accettare questa situazione», inizia senza perdere tempo. «Non posso essere la tua amante se tu ti sposi con un’altra. Sei un uomo noto, tua figlia vedrà le tue foto sui giornali e in che modo credi che potrei farle capire per quale motivo la donna al suo fianco non è sua madre e il bambino che viene definito suo figlio non è lei?»

«Che vorresti dire? Non intenderai lasciarmi?»

«Tu dici che non puoi scegliere, ma questa volta sarai costretto a farlo. Non si tratta solo della mia umiliazione, quella potrei sopportarla, se volessi farlo. Ma mia figlia ha il diritto di crescere serena. Quindi non vedo altra possibilità. O con noi o senza di noi.»

«Tu vaneggi!»

Hermione si siede, seria in volto e invita con un gesto Draco a fare altrettanto.

«Non abbiamo mai parlato di amore, io e te. Ma per me era sottinteso. Non avrei potuto fare una figlia con un uomo per cui non provo qualcosa di profondo. Ma qualcosa di profondo ti può ferire profondamente.» Lui apre la bocca per parlare ma lei lo ferma con la mano. «Se fosse solo per questo, ti ripeto, forse accetterei la tua proposta, ingoierei l’orgoglio, come ho fatto finora, e accetterei di essere la tua amante nascosta perché l’idea di rinunciare a te mi fa soffrire molto di più di quanto non faccia la gelosia.

Ma l’unica soluzione per Eltanin è che tu esca dalle nostre vite, perché davvero non potrei mai spiegarle una cosa tanto sordida e non voglio che lei si vergogni di sé, e dei suoi genitori.»

«Hermione, tu stai sragionando! Ti pare che io potrei rinunciare a mia figlia? A te? pensi davvero che non provi niente per voi?»

«Rinuncia a sposarti, allora.»

«Questo è un ricatto!  Non me lo sarei mai aspettato da te!» Stringe i denti, arrabbiato, il muscolo sulla mascella guizza. «Io mi sposerò perché devo. E non rinuncerò a voi perché non voglio. Siete importanti per me.»

«Draco, tu hai già rinunciato a noi. Non so cosa provi, qualunque cosa sia non è abbastanza, ovviamente. Non c’è niente da discutere a questo proposito. Tu non ci vedrai più. Pensa che è per il bene di tua figlia e fattene una ragione. Ci dimenticherai, avrai una splendida donna al tuo fianco, figli che potrai amare liberamente, che non saranno mezzosangue e illegittimi. Forse nemmeno femmine, se hai fortuna.»

«Hermione, smettila! Non ho nessuna intenzione di fare a meno di voi!»

«Sei di un egoismo vergognoso! Non ti sei domandato nemmeno per un secondo come mi senta io e tutto quello che ti ho detto di tua figlia ti è scivolato sopra come acqua fresca!»

Lui si alza e si inginocchia davanti a lei, tenta di abbracciarla.

«Allontanati! Abbi un po’ di contegno. Non è in questo modo che risolverai il problema, ammesso che tu ne abbia uno!»

«Che pretendi che faccia? Che lasci la mia fidanzata, poi? Non potrò sposarmi con te e non potrò riconoscere Eltanin e tutto questo sarà stato inutile!»

Hermione sembra spegnersi. Ha ragione lui, è tutto inutile. Si è illusa per cinque anni, non ha nessuna possibilità che lui sia la sua famiglia. Deve rassegnarsi: è sola. Sola con sua figlia. Non cambia nulla se lui si sposa o no, per loro non ci sarà mai posto nella sua vita.

«Non mi interessa cosa intendi fare tu! Io ti sto dicendo cosa farò IO e ti ho spiegato anche per quale motivo ho preso la mia decisione! E se tu avessi anche solo una piccolissima coscienza capiresti che non posso fare altro. Sono anni che capisco i tuoi problemi e mi adatto alle tue esigenze. Adesso mi hai chiesto troppo! Basta così. Posso perdere la mia vita, ma non quella di mia figlia.»

Lui resta in silenzio per qualche minuto.

Ha ragione. Vorrebbe trovare qualcosa da ribattere ma non c’è.

Si domanda come può sbattere sotto il naso di sua figlia un’altra famiglia, e se Hermione potrebbe capire, una bambina non potrebbe farlo mai.

Boccheggia, si dispera, poi parla.

«Dammi tempo. Ti prego, non lasciarmi fuori della tua vita proprio ora che ho più bisogno di te… di voi. Dov’è Eltanin?»

«A casa di Harry.»

«L’hai fatto apposta, per non farmela vedere!»

«Ti pare che avremmo potuto discutere davanti a lei? In ogni caso, incomincia a farci l’abitudine, presto non la vedrai più.»

«Chi ti credi di essere? Pensi davvero di potermi negare mia figlia? Non provarci nemmeno! Se tu non vuoi stare con me non te lo posso imporre ma lei è mia figlia, MIA! Lo capisci questo? Non accetterò mai di non far parte della sua vita!»

«Non è TUA! Non hai voluto darle il tuo nome, non l’hai presentata a nessuno come tua figlia! Tu non hai figli, Malfoy!»

Draco capisce che quello non è il modo giusto

«Non farlo, Hermione, ti prego, non ora!»

«Se non ora, quando? Quando Eltanin sarà capace di leggere sui giornali della splendida famiglia di suo padre?»

«Non lasciarmi ora. Dammi qualche giorno. Forse riesco a trovare una soluzione.»

«Ma di che parli? Non esistono soluzioni, se non quelle che tu rifiuti!»

«Hermione, basta, non parliamone più per stasera. Vieni qui, stammi vicino. Ti prometto che cercherò di farmi venire in mente qualcosa!»

Come al solito lei non resiste.

L’amore con lui è stato sempre splendido. Oggi è più triste, e più intenso. Hermione sa che dovrà ricordarselo, perché non succederà di nuovo.

 

 

 

Una casa di melograni: è il titolo di una raccolta di fiabe, scritta da Oscar Wilde. Contiene le storie “Il giovane re”, “Il compleanno dell’infanta”, “Il figlio delle stelle” e “Il pescatore e la sua anima”. È meno famosa dell’altra, “Il principe felice” e forse le fiabe che contiene sono un po’ più crudeli.

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: nefastia