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Autore: katiuz    07/06/2008    7 recensioni
L’uomo cominciò ad avanzare lentamente,valutando il modo più indolore per attraversare quello spesso manto pastoso,ma non aveva scelta,la sua unica alternativa era immergevisi. Rassegnato si avvicinò alle acque scure e cominciò ad attraversarle,ancora immerso nel silenzio surreale che lo circondava. Non sembrava vi fossero pericoli fin quando non senti una mano che lo afferrava dal piedi e tentava di trascinarlo giù. Coloro che in vita erano state le sue vittime adesso richiedevano la sua presenza all’inferno. Volevano portarlo giù e farlo soffrire nello stesso modo in cui lui aveva fatto soffrire loro.
Gridando si rese conto che di lì a poco sarebbe stato completamente sommerso dalla sabbia,le mani erano aumentate ed adesso lo tiravano giù dai vestiti, dalle braccia,dai capelli.
Era la fine.
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autore:  mi rendo conto che ho portato avanti questa storia per davvero tanto tempo e con molte pause all'interno ma spero comunque che qualcuno dei miei lettori continui a seguirmi e continui a recensire. E' davvero importante x me sentire le vostre opinioni ^_^
Spero di vedervi più numerosi in questo capitolo, grazie e buona lettura!

 

Reparto Incidenti Magici

***

 

Severus aumentò il passo, colto dall’improvvisa sensazione che fosse successo qualcosa all’Ospedale. Si avvicinò ai numerosi passanti che stavano d’innanzi l’entrata e cercavano curiosi di farsi strada per capire meglio ciò che stava accadendo.

-Mi scusi..-iniziò gentilmente Piton rivolto ad una signora di mezza età –Mi sa dire cosa sta succedendo?- chiese facendo un cenno verso la confusione.

La donna lo fissò, negli occhi chiara la curiosità e la voglia di raccontare a qualcuno ciò a cui aveva assistito in quelle ore.
-Oh mio caro ragazzo!- iniziò in tono teatrale, gli occhi neri dilatati dalla gioia e le mani strette come in preghiera – Oggi in questa clinica è successa una tragedia!-

Severus inarcò un sopracciglio. La sua scarsa pazienza gli faceva pensare che non fosse stata una buona idea quella di chiedere informazioni ad una passante, perlopiù dall'aria così pettegola.

-Può spiegarsi meglio?- chiese cercando di mantenere il controllo.

-Ma certo!- iniziò la donna con voce fastidiosamente acuta – Circa alle 11.30, no alle 12. No,no..John che ora era? Le 12.10,si..sono iniziate delle strane esplosioni- disse finalmente la signora -Ed avevamo paura che il palazzo venisse giù,che potesse esserci qualche morto, oh mio dio, e così siamo venuti qui! Ma questi signori- ed indicò alcuni uomini,che Severus riconobbe come Auror del Ministero, che tenevano lontana dal palazzo la folla - non hanno voluto dirci nulla!- fece una pausa, indirizzando un’occhiata stizzita ad un Auror.

- Ma io sono riuscita a vedere comunque una cosa!- continuò orgogliosa di se stessa, intenta a tenere l’uomo che aveva di fronte sulle spine.

-Che cosa?- chiese Piton in tono scorbutico, ormai al limite della pazienza.

-Ho visto una donna ferita! Perdeva sangue, era tutta fasciata da bende..del tutto irriconoscibile, povera cara- commentò la donna in tono giulivo,tutt’altro che dispiaciuto.

-Era una paziente?- chiese allora il moro in tono ovvio, sperando con tutto se stesso la risposta fosse positiva.

-Noo! Era un Medico e di questo ne sono certa! Indossava il camice!- affermò con convinzione la signora. Poi gli diede nuovamente le spalle e continuò ad allungare il collo oltre la folla, nella vana speranza di scoprire qualche altro succulento particolare da raccontare per telefono alle amiche.

Piton si riscosse e si avvicinò ad un Auror.

-Sono Severus Piton..- iniziò, ma l’uomo, non facendolo nemmeno finire, gli fece segno di passare e lo indirizzò verso l’entrata.

L'ultima cosa che Severus vide fu lo sguardo curioso ed invidioso della vecchia signora.

Seguendo il corridoio raggiunse il salone centrale in cui erano raggruppati i vari pazienti e diversi medici. Si fece avanti e si avvicinò ad uomo che armeggiava con diversi fogli alla reception.
-Qualcuno vuole dirmi che diavolo sta succedendo?- chiese con voce vibrante e minacciosa, mentre la rabbia e la preoccupazione si facevano strada nel suo petto.
Ma il mago oltre il bancone non fece in tempo ad alzare il capo e rispondere che Severus fu travolto da una massa di capelli ricci e disordinati.

-Hermione?- chiese l'uomo staccandosi dall'abbraccio e alzandole con le mani il mento.

La mora rispose al suo sguardo e gli sorrise.

-Sei arrivato finalmente!- rispose giocosa e si allontanò un pò da lui.

-Ma si può sapere cos'è successo oggi?- chiese Severus guardandosi distrattamente attorno, ormai tranquillo, dopo averle stampato un leggero bacio sulle labbra.

-Oh..una piccola esplosione nel reparto di Incidenti Magici- disse Hermione con non-curanza -Nessun ferito, non è successo niente..solo tanto fumo!-

L'uomo inarcò un sopracciglio esattamente come aveva fatto poco prima con la signora - Ma una donna qui fuori mi ha detto di aver visto un medico che perdeva sangue!-

-Oh sisi!- replicò subito Hermione -Sta tranquillo, una mossa strategica dei Capi per non far intendere la vera natura di ciò che era successo- disse convinta e, dopo averlo preso per mano, lo condusse all'ascensore, diretta nel suo ufficio.

A metà strada incontrò la sua aiutante Jonathan e si fermò gioiosa di fronte a lei.

-Ehi John..ti volevo presentare Severus- disse con un sorriso che le attraversava la faccia da lato a lato.

-Piacere- esordì indifferentemente l'uomo mentre la donna sorrideva e gli stringeva la mano compiaciuta.

-Hermione mi ha parlato di te- iniziò Jonathan cercando di fare conversazione.

-Mmm-grugnì in risposta Severus, non prestandole particolare attenzione.

Hermione, nel suo cantuccio, sorrise leggermente di fronte quel lato così burbero e brusco dell'uomo, che nel tempo aveva quasi del tutto dimenticato.
Ma era lì, nascosto sotto quel manto di dolcezza che ogni giorno lui sentiva scoppiare nel suo cuore, e faceva parte del suo essere, quasi a renderlo più bello, più completo, più perfetto.

Jonathan sembrava però più che intenzionata a intrattenere una discussione con uno svogliato Severus. Lei poneva domande, annuiva, gesticolava e l'uomo si limitava a guardarla un pò indifferente, un pò scocciato.

-Noi dovremmo andare John- s'introdusse dopo un pò Hermione con un'altro sorriso colpevole -Ci vediamo domani?-

-Certo Herm!- annuì l'altra donna e poi fece dietro front e sparì in un altro ascensore.

-Tu odi essere chiamata Herm- constatò Severus dopo qualche attimo.

La donna aprì la porta e lo accompagnò all'interno del suo ufficio.

-Non è esatto. Io odiavo che Harry mi chiamasse Herm..ma adesso che lui non c'è più questo nomignolo mi sembra più gradevole!- spiegò con una punta di ironia.

Severus sorrise e le si avvicinò lentamente, facendola arretrare fino a farla poggiare sulla scrivania, lo sguardo sereno, le mani che si allacciavano alla sua nuca e le sue labbra poggiate delicatamente su quelle dell'uomo.

Egli la cinse con delicatezza, le braccia che circondavano interamente il suo busto e le mani che giocherellavano con la sua schiena, stringendola, accarezzandola, donandole dei brividi.
Il bacio da dolce si fece più passionale, la donna non riusciva a staccarsi dalle labbra del compagno che nel frattempo, in un gesto fulmineo, le aveva afferrato un seno e adesso lo stringeva con forza.

Ma mentre la passione si stava prendendo gioco di loro e guidava i loro gesti, due piani più giù un uomo alto, biondo e con gli occhi azzurri faceva il suo ingresso nella hall dell'Ospedale.

-Le serve aiuto?- chiese gentilmente un'infermiera avanzando nella sua direzione. Ma l'uomo scosse il capo gentilmente.

-No,grazie. Cerco un'amica- rispose e continuò a camminare per il corridoio,sorpassando l'infermiera.

I passaggi erano perlopiù vuoti perchè tutti i medici erano riuniti al Reparto Incidenti Magici per rimettere in sesto il pasticcio che qualcuno aveva combinato, allarmando mezza Londra.

Si ritrovò in una zona dell'ospedale più buia, dove le finestre si facevano rade, le serrande erano chiuse e le stanze dei pazienti stavano finendo.
L'uomo si stava dirigendo a passo spedito nel reparto dedicato ai macchinari dell'ospedale.
Finalmente raggiunse la porta che cercava, si avvicinò ed abbassò la maniglia.
Era chiusa.

-Alohomora- sussurrò battendo la bacchetta leggermente sulla serratura.

Con un leggero cigolio, la porta si aprì rivelando una stanza polverosa, dove un mucchio di macchine giacevano accatastate le une sulle altre.
Un leggero ronzio segnalava che vi fosse qualche apparecchiatura accesa.
L'uomo ghignò.

Con passi silenziosi, attutiti dallo spesso strato di polvere che vi era per terra, raggiunse il muro opposto all'entrata dove si trovava un generatore di energia per coloro ricoverati nel reparto malattie degenti.

Spense l'interruttore e il fastidioso ronzio che aveva regnato fino qualche attimo prima cessò.
Soddisfatto, fece dietro front e si diresse alla porta, richiudendola a chiave alle sue spalle.
Fece con calma la strada del ritorno, guardando dritto di fronte a se, lo sguardo serio ed impassibile, la mente sgombra.
Raggiunto il corridoio principale udì i primi segnali del suo gesto: un leggero "bip bip" che si ripeteva incessantemente e che proveniva dai cercapersone di tutti i medici dell'ospedale. Arrivò al Salone Principale e vide tutti i dottori muoversi velocemente ed infilarsi negli ascensori per raggiungere il quarto piano.
A questo punto si diresse verso un largo divano, situato al lato della reception, e vi si accomodò.
Doveva solo aspettare.

***

 

Pubblicità occulta: ho iniziato una nuova long-fic che proverò ad aggiornare con continuità poiché la trama è già definita..S'intitola "Il suo peccato", mi farebbe piacere se la leggeste ^_^
Grazie a tutti per la lettura e mi raccomando commentate!

  
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