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Autore: Tomocchi    26/01/2014    11 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 14
Finalmente Natale...

 
 

 

 

24 Dicembre 2013, Martedì notte, vigilia di Natale. Merry Christmas!

Niklas e Stoyán erano arrivati davanti a casa O’Moore. L’austriaco aveva appena bussato alla porta.
Jackie li aveva invitati per quella festa: dopo aver saputo che loro avrebbero passato quella giornata e la seguente a casa aveva insistito perché venissero a festeggiare Natale da lei e la sua famiglia.
Fu proprio la ragazza ad aprire la porta, con un sorriso raggiante: indossava un dolcevita rosso, una gonna a pieghe con motivo scozzese scarlatto, dei collant pesanti neri e degli stivaletti dello stesso colore con un po’ di tacco; oltretutto, in testa portava un cerchietto con ben presente la rosa canina.
“Ben arrivati! Nik, tu puoi entrare, mentre Stoyán…”
“Aspetta, aspetta – Niklas entrò in casa con un ghigno, piazzandosi davanti al suo maestro – fammi fare prima due risate.”
Il vampiro più anziano corrugò la fronte e calciò l’entrata, come se ci fosse stata una porta invisibile a bloccarlo. “Vedo che ti diverte.”, commentò, notando il proprio pupillo piegato in due. “Ora, signorina O’Moore, posso entrare?”
“ Ma certo… Stoyán Vasilliski, sei invitato a casa mia.”, disse Jackie, facendosi da parte e dando un colpo con l’anca a Niklas per spingerlo in là, visto che il ragazzo era ancora intento a sghignazzare. “Cretino.”, aggiunse, vedendo che non smetteva.
“Venite con noi alla messa?”, domandò la brunetta, mentre si avvicinava una donna più alta di lei e molto somigliante.
“Jackie! Hai acceso le candele? Lo sai che è tradizione che le candele rosse vengano accese dal membro più giovane della famiglia…”, disse frettolosa la donna, che indossava a sua volta un abito rosso e verde.
“Già fatto, gia fatto! Mamma, loro sono Niklas, il mio amico, e Stoyán, un suo parente!”, presentò ragazza, dando un pizzicotto all’austriaco per farlo tornare alla realtà.
Niklas smise di ridere e strinse la mano alla signora con un pizzico di curiosità. Gli sembrava di averla già vista, ma non ricordava dove. Chissà.
“Sono Marion, la mamma di Jackie. È un piacere avervi con noi a cena. Insomma, noi Irlandesi siamo molto ospitali!”, ridacchiò, divertita. Stoyán sorrise, facendole un leggerlo baciamano e presentandosi anche al padre della brunetta, che aveva sistemato da poco il Soda Bread – un pane ai cereali – e del latte sul tavolo com’era usanza nella tradizione Irlandese.
“Comunque… insomma, non ci saranno ripercussioni se venite anche voi alla messa di mezzanotte?”, domandò ancora la ragazza a Niklas, sottovoce, insistente.
Il giovane le lanciò un’occhiata di sbieco, uscendo in sua compagnia dalla porta di casa e seguendo il gruppetto verso la chiesa più vicina.
“Hai mai visto un mussulmano, un induista, o un qualsiasi altro tipo di persona fedele a una religione, che non fosse cristiana, morire o avere un qualche tipo di problema in chiesa?”, domandò, atono, guardando fisso davanti a sé.
Jackie parve pensarci un po’. Era mai accaduta, in effetti? “No.”, rispose, dopo un paio di minuti buoni.
Il ragazzo si strinse nelle spalle e mise appena fuori le braccia, come ad indicare che allora non c’era nemmeno bisogno di fare quella domanda e la ragazza sbuffò, sentendosi stupida.

Dopo la messa, la famiglia più i due ospiti rientrarono in casa, mangiando il pane con il burro e il salmone, chiacchierando un po’ tra di loro per conoscersi meglio.
“… Poi per pranzo arrivano gli altri: mio figlio con sua moglie, che hanno avuto una bambina; gli altri tre, che vi faremo conoscere; sono dei terremoti, ma voglio bene a tutti loro senza distinzioni… poi li vediamo così poco, a parte Jackie, la nostra unica femmina, non potevamo pensare di dividerci da lei… ma ditemi, da dove arrivate voi?” La madre di Jackie aveva una parlantina invidiabile: Niklas era quasi stordito, Stoyán invece era riuscito a seguire tutto con un sorriso.
“Capisco. Noi? Oh, dall’Austria. Io sono il fratello della mamma di Niklas, sono di origine bulgara.”, spiegò, cambiando un po’ le cose, per dare un senso al fatto che lui e il ragazzo vivessero insieme.
“Chiarissimo! L’Austria… che bel paese, vero?”, cinguettò la donna rivolta al marito, Howard, che annuì distratto, intento a guardare una mail di lavoro sul proprio cellulare marchiato Blackberry.
“Intanto, se volete accomodarvi nella camera per gli ospiti, per riposare…”
Marion li guidò su per una scala che portava al piano superiore. Alla fine aprì una stanza dove erano presenti due letti. “Fate come se foste a casa vostra!”
“Grazie, signora. Gentilissima.”, disse il bulgaro, imitato dall’austriaco.
I due vampiri si sistemarono nei letti messi a disposizione dalla famiglia dell’amica e si addormentarono praticamente subito. Non era stata una giornata impegnativa ma la messa era stata parecchio sfibrante a dir la verità. Metteva sonnolenza…

La mattina dopo, Niklas si alzò in piedi e, mentre tutti dormivano ancora, raggiunse la camera di Jackie.
Non sapeva perché fosse andato lì. Forse perché era un posto familiare, in cui era già stato e, aprendo appena la porta, la ragazza era lì, ancora addormentata.
Appoggiandosi allo stipite, la guardò, in silenzio.
Così tranquilla e serena era quasi carina. Che peccato… Non aveva il suo violino dietro per svegliarla con una bella steccata. Gli ispirava dispetti, che poteva farci?
Con passo leggero entrò nella stanza, si guardò intorno e notò una piccola libreria che la prima volta gli era sfuggita. Ben impilati, c’erano libri e fumetti vari: Twlight, New Moon, Eclipse, Breaking Dawn, Il diario del vampiro, Finché non cala il buio, Morti viventi a Dallas, Vampire Knigh, insieme ai relativi dvd di tutti i film e serie tv: di nuovo Twlight, Vampire Diares, True Blood, ancora Vampire Knight, Master Mosquiton, Buffy e altri ancora. Cavoli, sembrava la libreria di una fanatica… ah, giusto, dopotutto si parlava di Jackie.
Con un sospiro si voltò di nuovo a guardarla e si avvicinò, indeciso. Aveva un leggero languorino… avrebbe dovuto svegliarla per avere un po’ del suo sangue.
“ Jackie.”, sussurrò, pungolandole una guancia con l’indice.
“Mhn, ancora dieci minuti, mamma, dai… è Natale…”, mugugnò la ragazza.
“Certo. Tua madre ora ha la voce da uomo.”, sbottò lui, infastidito.
“Sì, sì… tanto lo so che sei tu, Jack… vai via, prima che ti picchi…”, mugugnò ancora l’addormentata, a occhi chiusi.
Era insopportabile anche da dormiente. E chi era Jack? Sbuffandole in faccia, uscì dalla stanza e tornò a rintanarsi sotto le proprie coperte del letto ospite; non fu difficile riprendere sonno, pigro com’era.

In tarda mattinata, con le luci accese –dato il tempo nuvoloso e buio fuori – la tavola era completamente imbandita: Marion stava giusto appoggiando il prosciutto con il piatto sulla tovaglia, vicino al tacchino arrosto con la salsa di mirtilli rossi, ornato da patate dorate al burro; non mancava il Christmas Pudding, con salsine fatte con brandy o rum; infine un piatto pieno di Mince Pies, dolcetti ripieni di conserva di frutta secca al brandy o whiskey.
Anche se non si nutriva di quelle cose, a Niklas ispiravano parecchio: certamente per educazione e per non destare sospetti avrebbe mangiato qualcosa, ma lo avrebbe fatto volentieri: avevano davvero un bell’aspetto.
Verso mezzogiorno e mezzo il campanello suonò e Marion corse ad aprire la porta, facendo entrare un gruppo di gente. Dovevano essere altri parenti.
“ Eccovi! Allora, Stoyán, Niklas… vi presento mio figlio maggiore Edward con sua moglie Caroline e sua figlia Rebecca, ha quasi tre mesi… – e un uomo molto simile al padre, una donna biondissima dai capelli lunghi e un fisico invidiabile con tra le braccia un fagottino rosa salutarono i presenti –  poi, Robert –  un altro ragazzo poco più basso e simile al primo sorrise e alzò la mano, facendo un cenno – , ed ecco John –  il terzo ragazzo salutò a sua volta, ma aveva i capelli di un bioncastano scuro –  e infine Jack, che è il gemello di Jackie… solo che lui va alla scuola cattolica, quella con il dormitorio. Tutto bene, tesoro?”, domandò la donna abbracciando un ragazzo uguale a Jackie ma più magro, con i capelli più corti e con un sorrisetto beffardo sulla faccia.
“Allora, cicciottina… è lui il tuo ragazzo? Quello delle rose?”, domandò quest’ultimo, indicando Niklas con un cenno della testa. L’austriaco vide la faccia di Jackie diventare di nuovo paonazza e in imbarazzo.
“No che non lo è!”, ribatté inferocita lei, alzandosi dalla tavola per raggiungere il gemello che svicolò subito sulle scale per portare la valigia in camera e sfuggire all’ira della sorella.
I genitori sorrisero divertiti, seguiti dai fratelli e dalla nuora, mentre Niklas sbuffava.
Ma figuriamoci, lui e la pazza… una coppia! Dovevano comprare delle magliette con scritta a caratteri cubitali la frase No, noi non stiamo insieme. Scritta sia davanti che dietro, tanto per essere sicuri.
“Tua madre è una fan dei Kennedy..?”, domandò divertito Stoyán, rivolto a Jackie che, ritornata al suo posto, annuì. “Non sei il primo a chiederlo…”
Dopotutto i nomi erano piuttosto palesi.
Subito iniziarono le foto alla bambina, ai familiari, alla tavola e, nonostante l’insistenza, Niklas e Stoyán si tennero saggiamente lontano.
“Ma perché i vampiri non vengono nelle foto e non si riflettono negli specchi?”, domandò Jackie al vampiro più anziano, curiosa e con la voce bassa, per non farsi sentire, mentre era seduta al suo fianco sul divano.
L’uomo sorrise mesto, dando un’occhiata alla ragazza prima di guardare fisso davanti a sé, in un punto imprecisato: “Noi vampiri siamo vittime di una maledizione. Moriamo e risorgiamo nella notte dalla terra in cui il nostro creatore ci seppellisce, dopo averci privato del quaranta percento circa di sangue e restituito facendoci bere l’appunto sangue infetto. Torniamo però in vita senz’anima e con la sola possibilità di nutrirci tramite il sangue altrui. Molti dei filosofi hanno affermato che l’anima è importante. Senza di essa è come non esistere… per questo non ci riflettiamo. Siamo creature notturne, privi di luce; uno di questi saggi, non ricordo chi ora, disse che i ricordi sono legati all’anima; infatti, nessun vampiro ha ricordi della sua vita umana, ma solo quelli dell’esistenza da vampiro.”
“Ma, Niklas...”
“Io ricordo chi sono e cosa sono perché è stato Stoyán a dirmelo.”, si intromise l’austriaco, senza un particolare tono nella voce.
Jackie lo fissò, sorpresa. “E come fai a sapere che dice il vero?”
“È un obbligo del creatore verso la propria progenie: non si può mentire. Io non posso mentire a lui. So chi era prima di trasformarlo, devo saperlo, perché sono obbligato a riferirglielo dopo. Magari posso stare sul vago… ma non mentire.”, concluse il maestro, annuendo.
Jackie si picchettò il labbro inferiore con l’indice, pensierosa.
“Attenta, che la testa ti esplode.”, commentò Nik con un sorrisetto. La ragazza si vendicò mollandogli un pugno sul braccio con forza, indispettita.
“L’anima… quindi ognuno di noi ha davvero un’anima? E che differenza fa averla o non averla?”, domandò la ragazza, stranita.
“L’anima è molto importante, cara. Non so dirti qual è la verità, ma quando si muore, per alcune religioni lo spirito finisce in paradiso o all’inferno a seconda delle azioni compiute durante la propria vita; per altre, invece, l’anima si reincarna in un altro corpo, e tante altre possibilità… Noi vampiri invece una volta morti non abbiamo nulla: siamo come gusci vuoti che una volta rotti non… –  si fermò, facendo un sorriso mesto – è un concetto un po’ difficile da spiegare...”, mormorò, massaggiandosi le tempie. Jackie lasciò perdere.
L’intera famiglia  si sedette a tavola per consumare il pasto, tra chiacchere e allegria.
I due vampiri, come per le foto, si tennero lontano dalla bambina, per evitare di farla sentire a disagio con la loro presenza così diversa da quella umana.
“E ora perché vi tenete lontano dalla piccola Rebecca?”, bisbigliò ancora la brunetta, seduta al fianco di Niklas, sicura che i suoi parenti non avrebbero origliato, troppo impegnati a parlare tra di loro.
“Perché i vampiri non sopportano i bambini.”, mugugnò il moro a disagio. Subito Stoyán alzò l’indice: “Lŭzhliv! I bambini avvertono quando c’è qualcosa di strano e lo manifestano col pianto. Perciò è meglio se ci teniamo lontano.”
“E come farai quando un giorno tu e Rogan starete insieme e lei vorrà avere un bambino?”, commentò la ragazza e – forse Niklas si sbagliava –  avvertiva un tono acido.
“Semplice: non lo avrà. I vampiri non possono avere bambini.” rivelò il ragazzo, masticando di gusto un pezzo di tacchino con la salsa sopra.
“Ma… come..? E Renesmee? Edward e Bella…”
“Jackie, ancora! Perché ti ostini a fare esempi e paragoni con opere di fantasia?”, sbottò l’altro, con la bocca piena di cibo.
“Prima finisci di mangiare… fai schifo!”, sibilò lei, mollandogli un pizzicotto micidiale al fianco.
Il vampiro più giovane deglutì, e sospirò: “Siamo creature vittime di una maledizione morte e tornate in vita… Possiamo dare la vita solo attraverso il sangue, segui il mio ragionamento…”
“Perché parlare di questo proprio a Natale? Su, ragazzi miei, godetevi la buona compagnia e questo buon cibo che la signora O’Moore ha preparato con tanto impegno.”, li bloccò Stoyán con un sorriso un po’ forzato. Sicuramente non gradiva tutte quelle rivelazioni, perciò Nik tenne la bocca chiusa e Jackie smise di fare domande.

Nel pomeriggio i due fratelli maggiori, Edward e Robert, fecero scoppiare qualche Christmas Creackers, imitati poco dopo anche da Jack e Jackie e seguiti infine da Niklas e John; la strane caramelle rivelarono contenere alcune coroncine, frasi divertenti su Babbo Natale, alcuni dolcetti, una matrioska carinissima che Edward regalò alla moglie Caroline, un anellino che Niklas diede a Jackie. un portachiavi a forma di albero di natale che Robert si attaccò alle chiavi dell’auto, divertito, un magnete a forma di stella che John attaccò al frigo di casa vicino a uno a forma di cuore trovato da Jack e una matitina rossa e verde che Jackie tenne per sé; la giornata si concluse con la visione di un film che la mamma della ragazza adorava: Sette spose per sette fratelli.
Gli uomini di casa preferirono stare al tavolo a chiacchierare di lavoro e di calcio, perciò Niklas ne approfittò per fare una battutina alla ragazza castana seduta di fianco a lui.
“Vedi quella biondina lì, Milly, la sposa di Adam?”, domandò con un sorrisetto beffardo.
“ Beh, sì, per forza. Che c’è?”, domandò annoiata lei, con il cellulare in mano, intenta a rispondere alla domanda del giorno di Ask.fm.
“Non ti ricorda qualcuno?”
“No, chi?”
“Ascoltala bene, Jackie… Si impone su quei poveri ragazzi Pontipee… dicendo che devono tenersi in ordine, vestirsi bene, lavarsi sempre e avere buone maniere nei confronti degli altri…”
Vide la ragazza aggrottare la fronte, pensierosa.
“Tu sei la Milly degli anni duemila…” Diamine, era uguale!
Subito lei si vendicò tirando fuori la rosa canina dal cerchietto che aveva in testa, spiaccicandogliela in faccia: tanto nessuno dei parenti la avrebbe notata, troppo impegnati a guardare il film o a parlare. Vittoriosa, ripose il fiore su un mobiletto in salotto. Per quel giorno Nik aveva subito abbastanza torture.
Il giovane strinse le labbra e si irrigidì, sotto lo sguardo di un divertito Stoyán, finalmente contento di vedere in parte una vendetta per quello che aveva subito lui con la porta la sera della vigilia.
Verso tarda sera, i due vampiri decisero che era ora di tornare a casa e raccolsero le loro cose, salutarono tutta la famiglia O’Moore e ringraziandoli per l’ospitalità.
“ Di nulla, quando volete! Jackie, li accompagni tu alla porta?”, li salutò Marion con un sorriso cortese, mentre controllava che le candele rosse fossero ancora accese.
“Certo, mamma! Ah, Niky, aspetta un attimo!”, esclamò la ragazza, correndo su per le scale e tornando con un pacchetto rettangolare rosso tra le mani.
“Il tuo regalo.” Lo porse all’austriaco con un sorriso un po’ incerto.
Niklas ci rimase: non si aspettava certo un regalo da quella squinternata! E la forma… mica era uno stupido libro sui vampiri? Lo prese, incerto a sua volta, ma chinò il capo e mugugnò un imbarazzato “Grazie.”
La vide torturarsi il labbro inferiore con il pollice e l’indice, come se lo pizzicasse, ansiosa di sapere cosa ne pensava.
Il moro lo scartò, rivelando essere Just Dance 4.
Un videogioco. Oh.
“Così ci possiamo giocare tutti e due. Insomma, si tratta di ballare e seguire le mosse, ma vedremo poi insieme.”, mormorò, senza smettere di tormentarsi quel povero labbro.
“Ok…”
Era… davvero un bel regalo, in fondo.
Arrivati alla porta, lei l’aprì e si salutarono con un goffo quanto stranissimo abbraccio. Forse poteva considerarla sua amica, riuscivano a fare quasi dei discorsi intelligenti, insieme.  Ma quando si staccarono, il ragazzo non poté non notare il labbro inferiore che le sanguinava leggermente, forse per tutto quello stuzzicamento di prima.
Senza pensarci due volte, si avvicinò velocemente e lambì le labbra della ragazza con le proprie, per poter assaggiare quel sangue che tanto gli piaceva e che lo faceva sentire bene.
Sentì Jackie irrigidirsi ma non si spostò. Non fece altro per interrompere quel contatto tra di loro.
Era davvero buona, pensò, mentre succhiava appena quel poco che c’era, a occhi chiusi, mentre appoggiava le mani fredde sulle guance calde di lei per quelli che parvero interminabili minuti.
Come guidato dall’istinto, desideroso di sentire ancora quel buon sapore, violò la bocca di Jackie, coinvolgendola in un bacio profondo, lento e, soprattutto, dolce.
Completamente diverso dal primo che le aveva dato quella sera della serenata.
Un colpo di tosse di Stoyán lo riportò alla realtà. Si staccò, ansante, rendendosi conto solo in quel momento di necessitare d’aria e di quello che aveva appena fatto. Jackie lo stava fissando con gli occhi sgranati, la bocca semiaperta, un’espressione di pura sorpresa.
Ma che accidenti gli era preso?
“ Ehm… Q… questo è… il mio regalo per te, sì… un bacio come si deve da un vampiro vero.” Inventò al momento la scusa più plausibile che il cervello gli permetteva.
“ Pensi… che andrà bene per Rogan?”, aggiunse poi, frettoloso, come a dare un altro motivo per giustificare quel gesto.
La ragazza annuì, senza dire una parola.
“ Allora… ci sentiamo, eh…” salutò, agitando una mano prima di girarsi per poter tornare a casa in compagnia di un sorridente e irritante Stoyán.
“Guai a te se dici qualcosa.”, ringhiò sottovoce al maestro, lasciandosi alle spalle la casa della ragazza.
Accidenti…

***

Jackie chiuse la porta di casa alle sue spalle, tornando nell’atmosfera calda e confortante della sua famiglia, intenta a scartare regali e mangiare dolcetti vari.
“Io… vado un attimo in camera…”, mormorò e, senza preoccuparsi di essere sentita o meno, salì nella propria stanza. Si sentiva le gambe molli, come di gelatina e il proprio animo in uno strano stato catatonico.
Si stese sul letto, affondando la testa nel cuscino morbido, freddo; freddo come le mani di Niklas che avevano accarezzato le sue guance calde, guance che ora erano stranamente bagnate, rigate di lacrime.
Sì, lei stava piangendo, ma perché mai?
Aveva ricevuto un bacio bellissimo dall’austriaco, molto meglio del primo che si erano dati per dovere, molto meglio di qualunque bacio letto nei libri o visto in televisione.
Niklas l’aveva baciata, e a lei era piaciuto da morire.
Doveva ammetterlo almeno a sé stessa, non poteva più negarlo.
“Lui mi piace.”, disse con un filo di voce, stringendo le lenzuola tra le dita. Singhiozzò, colta da una stretta al petto che faceva male, dannatamente male.
Niklas le piaceva.
Ma non sarebbe mai stato suo, perché lui era innamorato di Rogan, la più bella della scuola, quella a cui tutti sbavavano dietro come maiali. Lui era un cretino. Cretino come tutti!
Pianse, soffocando tutto contro il cuscino e soffiandosi il naso con le lenzuola. Che schifo, stava proprio da schifo…
Con che faccia l’avrebbe guardato d’ora in poi? Con che animo l’avrebbe aiutato a conquistare la compagna?
Era un dramma. Un tremendo dramma, un casino, oh, se lo era!
Maledizione… perché proprio a lei?

***

Rogan aveva appena finito di passare il Natale con la sua famiglia e guardava il proprio Galaxy S3 come se fosse stata in trance.
Chiamare o non chiamare?
Alla fine si decise: premette il tasto verde, in attesa di risposta.
“Pronto?”
La voce di Niklas era incerta. Lo sentiva strano, ma poteva benissimo essere sorpreso per la sua chiamata.
“Ciao, Niklas, sono Rogan…”
“Io… sì, lo so… appare il tuo nome…”
Ecco, la figura da cretina. Si passò la mano sinistra sulla faccia, in imbarazzo.
“ Giusto…”, mormorò divertita, cercando di sdrammatizzare.
“Già..”
E ora, che dire? Come iniziare?
“Senti… per Capodanno hai da fare? Do una festa, qui a casa mia... mi farebbe piacere se venissi anche tu.”, disse, iniziando a torturarsi una ciocca di capelli, rigirandosela tra le dita, in attesa di una risposta.
“Senza Jackie.”, aggiunse, frettolosa; non sapeva perché le era uscita quella frase. A dir la verità non ci aveva pensato molto, però non voleva che la O’Moore venisse per stare appiccicata a lui, ecco. Come al suo compleanno.
Stettero in silenzio per qualche minuto.
“Ci sei?”, domandò, preoccupata. Le bastava solo sentire una parola, qualsiasi cosa!
“S… sì… scusami… ci posso pensare?”, rispose incerto il ragazzo, come se non fosse stato convinto.
La ragazza si mordicchiò il labbro, annuendo tra sé.
“Certo. Nessun problema. Mandami pure un messaggio… dove vuoi ecco. Ci sentiamo.”
Chiuse quella agonia chiamata telefonata, riponendo il cellulare in tasca.
Non si era mai sentita così insicura e impacciata come in quel momento.

 

 


 

 

 


Note Finali: Ehh capitolo di Natale, e soprattutto…IL BACIO! Capperi, è stato un parto scriverlo, e la parte di Jackie l’ho riscritta un paio di volte perché volevo riuscire a rendere al meglio i suoi sentimenti. Questo è stato di certo il capitolo più romantico che ho mai scritto nella storia! xD
Ma tanto per essere chiari, questa storia è appunto romantico (tanto amore ma anche no), commedia (opera dalle tematiche leggere o atto a suscitare il riso, vertente assai spesso su amori controversi! –da Wikipedia x°D ) e beh, generale. Spero di non aver fatto una boiata, forse vi aspettavate una cosa più divertente, ma penso che un po’ di dolcezza seria ci vuole, e questo è il momento. Ci saranno altre cose divertenti, altre cose tristi… da qui in poi la storia inizia a entrare nel vivo, secondo me. Per il resto, questo capitolo l’ho scritto proprio sotto Natale ma ho dovuto pubblicarlo solo ora seguendo il filo della storia, una volta a settimana…mi dispiace!
Per il resto, si sono svelate un bel po’ di cose sui vampiri, sui nostri vampiri, perché come dice mia sorella, ogni autore deve dare un tocco personale, e non seguire alla lettera…senza esagerare eh!
Spero vi piaccia, aspetto impressioni…
Nel capitolo scorso invece la comparsa di Stoyán è stata decisamente ben accolta viste le numerose proposte di matrimonio/adozione qui e su Ask x°D e per altro è stato il capitolo più visto! OwO 100 visite in tipo 3 giorni OwO’’ alla prossima *W*
Piccole note: A voi l’ask dei personaggi, per tartassarli di domande e cazzate: AskAnotherWay
la stupenda One-shot di PinkyRosie sempre su un episodio a parte di Nik e Jackie, ovvero Lezioni di Bon Ton (Omaggio a Another Way) leggetelo e lasciatele una recensione!xD
Per chi volesse leggere l'arrivo di Nik in Irlanda e partecipare al giochino : Primo Impatto

Le bellissime fan art di Nik,Jackie e Stoyán di Sakurazukamori (che ringrazio tantissimo!!)
FANART1
FANART2
E qui un disegno fatto per Blackrose_96 che ha vinto la volta scorsa, e che ha chiesto un disegno di Nik e Jackie….una scena tagliata proprio del capitolo precedente!
Questo ! :D
Alla prossima!

 



 

 

   
 
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