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Autore: Joasteroide42    26/01/2014    3 recensioni
A volte le persone si comportano agendo d' impulso, scrivono delle cose che in realtà non pensano, ma dopotutto sono pensieri privati che nessuno saprà mai. Questo, ovviamente, se non si conta James Potter e di quando trovò il diario di Lily Evans.
Dal capitolo 1:
Mentre James tastava le assi del letto per assicurarsi che lì non ci fosse niente, un quadernetto verde cadde a terra e si spalancò.
James lo prese con l’intenzione di rimetterlo al suo posto, dato che gli appunti di Astronomia Mary aveva detto di averli presi in un quadernetto rosa, ma al suo occhio spuntò la scritta enorme che c’ era nella prima pagina:”DIARIO SEGRETO DI LILY EVANS; STATE ALLA LARGA!”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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NOTE DELL' AUTRICE E RIASSUNTO DEL CAPITOLO PRECEDENTE: Ciao a tutti!Oltre a scusarmi per il solito ritardo, per non ripetere più questa distanza tra un aggiornamento e l' altro ho deciso che d' ora in poi nelle note di ogni capitolo scriverò la data e l' ora del prossimo aggiornamento. Il prossimo per esempio sarà il sedici febbraio alle ore venti circa!

E ora il riassunto:Gli amici di Lily le hanno organizzato una festa a sorpresa per il suo diciottesimo compleanno in cui la ragazza riceve dei regali che lei apprezza molto, in particolare un tappeto volante da parte di Sirius e ancora di più il biglietto di quest' ultimo, che inizia a leggere ai suoi amici ma poi Sirius la obbliga a smettere di leggerlo perché si vergogna.

Intanto, Marlene ha un comportamento strano che fa sospettare Mary. Inoltre Marlene non ha ancora perdonato James dopo avere letto il diario di Lily.

Lo scorso capitolo finisce con Lily che spegne le candeline della sua torta di compleanno alla festa, che è nella stanza delle Necessità.

Buona lettura!

 

 

Capitolo 32:La Torre di Astronomia

 

 

La luce del sole filtrava fioca attraverso le tende delle finestre nella stanza delle Necessita'. Quest' ultima era in uno stato pessimo.
I tavoli un tempo apparecchiati elegantemente e ordinatamente per la festa a sorpresa di Lily Evans ora erano sporchi, molte patatine erano per terra e un po' di Whisky Incendiario era colato sul pavimento (tutto merito di Sirius).
Varie fotografie prima appese alle pareti al momento erano o per terra, o per meta' appese al muro e per meta' no.
Al centro della sala, i ragazzi del settimo anno di Grifondoro della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dormivano.
Da loro provenivano solo qualche respiro, a volte qualche bofonchio da parte di James, e anche una o due persone che russavano.
Le due persone che russavano erano infatti Sirius Black (abbastanza prevedibile) e Alice Prestert. Proprio cosi', Alice russava. Nessuno avrebbe mai pensato che lei, di solito abbastanza fine, di notte russasse.
Certo, non lo faceva forte, ma comunque lo faceva.
Oh, tutte quelle notti che le sue amiche le avevano tirato i cuscini perché non riuscivano a dormire a causa sua!
Lily rigiro' la testa nel sonno. Aveva la testa appoggiata alla spalla di James (ma era dietro di lui), e Sirius aveva la testa appoggiata sulla pancia della rossa in senso orizzontale, mentre Emmeline aveva la testa sulle gambe di Lily e i piedi sulla pancia di Sirius.
Inoltre, sulla pancia di Emmeline vi era la testa di Alice, e...be', avete capito che la situazione era complicata e un po' aggrovigliata.
Lily apri' gli occhi, assonnata, e svegliata dalla luce del sole. Guardo' pigramente l' orologio da polso sul palmo sua mano, e scopri' che erano le dieci del mattino.
Era ancora un po' stordita dall' alcool della sera precedente. Ne aveva bevuto un bel po', sotto insistenza di Sirius, e doveva esserci stato un bel casino, ma in realta' non ricordava granché.
Un' occhiata da lontano alle pareti e al tavolo tuttavia le fecero capire la situazione.
Si rese davvero conto in quel momento della testa di Sirius sulla sua pancia e del peso di essa. Così,quando non ne poté più, sussurrò stanca:-Sirius spostati-
-Mmh...- grugni' Sirius, e Lily insistette:-Non scherzo. Mi fai male-
Sirius fece finta di niente, e Lily in un attimo si riaddormentò.
Quando' si risveglio', guardando il suo orologio, scoprì che erano...buon Godric, erano le due del pomeriggio!
-Dannazione, alzatevi!- esclamò la rossa a tutti alzandosi e facendo cadere la testa di Sirius.
Tutti si svegliarono bruscamente.
-Cosa diavolo stai facendo?- sibilò James assonnato e infastidito, ma Lily continuo' imperterrita:-Vi sto svegliando!Sono le due del pomeriggio!-
-E allora?- bofonchiò Frank stanco, e Sirius gli diede man forte:-È

domenica!-.
-Ma non ho ancora fatto i miei compiti!- urlò Lily e traballo' leggermente. Quella notte era stata davvero sfiancante.
-E vai a farli, allora- borbottò Remus, anche lui non abituato al peso di tutto quell' alcool.
-Perche', voi li avete fatti?- domandò Lily sorpresa. Un' occhiata di puro astio da parte dei suoi amici le fecero capire che no, non gli avevano fatti.

-Dobbiamo pulire- farfugliò Mary, intontita anche lei dal post-sbornia.
Gli altri le ricordarono seccamente che la stanza della Necessità non aveva bisogno di essere pulita, e lei li guardo' leggermente offesa, per poi ribattere sulla difensiva:-Non mi ricordavo-.
Così, con la loro roba appressa, uscirono dalla stanza delle Necessità che scomparve dietro di loro quando furono fuori. Il corridoio per fortuna era deserto.

Si diressero verso la Sala Comune di Grifondoro. Quando arrivarono, si misero immediatamente a svolgere i loro compiti. Ne avevano un bel po' essendo all' ultimo anno, eppure dopo soli tre quarti' d' ora Emmeline si alzò dal tavolo in cui erano seduti a fare i compiti e disse:-Io ho finito. Vado a farmi di nuovo una dormita- e stanca si diresse verso i dormitori femminili di Grifondoro, dove un grande materasso gonfiabile la aspettava invitante.
Tutti rimasero alquanto allibiti, e lo furono anche venti minuti dopo, quando anche Lily terminò i propri compiti.

La rossa si alzò anche lei dal tavolo, dicendo però invece a differenza di Emmeline:-Dato che ho finito vado a farmi una passeggiata-

-Una passeggiata?- ripetè Sirius perplesso, e Lily confermò:-Una passeggiata-.

Raccolse le sue cose nella propria borsa, che indossò a tracolla. Andò nel suo dormitorio a prendere il cappotto, attenta però a non svegliare Emmeline.

Lily uscì di conseguenza un minuto dopo dalla Sala Comune iniziando a camminare per i corridoi.

Aveva proprio bisogno di una bella passeggiata. Dopo poco tempo fu fuori dal castello, nei cortili.

Sentì l' aria fredda di gennaio avvolgere il suo corpo in modo quasi rilassante anche se leggermente traumatico all' inizio. Camminò senza una meta precisa per i giardini, persa nei suoi pensieri. Aveva passato un compleanno fantastico la sera precedente. I suoi amici erano stato incredibile.

Era bello, nonostante la guerra e Voldemort, avere quegli attimi di felicità.

La guerra...pensò Lily con un sospiro.

Voldemort si faceva sempre più forte man mano che passava il tempo, e anche i suoi seguaci aumentavano.

Ogni giorno nuove stragi di babbani uccisi, nati babbani torturati, Auror che morivano combattendo...

Prima di fare i compiti quel giorno aveva letto solo il titolo di un articolo della "Gazzetta del profeta" che parlava di una coppia di nati babbani, morti in modo sospetto in un villaggio nei dintorni di Liverpool. Lily era sicura che Voldemort fosse immischiato in questa improvvisa morte della coppia, ma era altrettanto sicura che non fosse stata una cosa molto importante da dovere agire di persona.

Probabilmente qualche suo seguace, i cosiddetti "mangiamorte", si trovava semplicemente da quelle parti in quel momento ed era capitato in una via in cui c' era una casa di babbani...

Lily rabbrividì. L' aria fredda invernale le sferzava la faccia, ma, tutto sommato, era bello.

Lily pensò che anche lei era voluta morta da un sacco di persone. Be', non precisamente lei, ma tutti i nati babbani, inclusa quindi anche lei.

In quel momento non aveva paura per lei, a Hogwarts nessuno le avrebbe fatto del male, ma una volta finita la scuola...chi poteva dirlo...

Ma anche ora era preoccupata per i suoi genitori,sua sorella, Carol e tutti gli altri suoi amici babbani...

Anche loro, come tutti quei babbani, sarebbero potuti essere uccisi da un giorno all' altro...e lei in quel caso non avrebbe potuto fare assolutamente nulla.

E in un attimo, un' idea le baleneò in testa. Veloce come un lampo, potente come una scossa elettrica. Un' idea nient' affatto piacevole, ma era un' idea.

Un' idea che, anche se Lily non lo sapeva ancora, non sarebbe scomparsa presto dalla sua mente.

Lily si chiese preoccupata se davvero dovesse pensare a quell' eventualità, e cosa fosse giusto.

Perché era obbligata a pensare a quel tipo di cose?Non poteva vivere la sua adolescenza come una qualsiasi altra diciottenne?

No. Perché non era una qualsiasi altra diciottenne,era una strega, ed erano in tempo di guerra. Una guerra fredda e spietata.

Lily provo' un moto di odio enorme per Voldemort, e quella dannata possibilità continuava a rimbalzarle nella testa come una pallina di gomma.

-Lily?- chiese una voce a Lily famigliare. Alzò la testa (che fino a poco prima guardava in basso) sorpresa, e ritrovandosi davanti la casa di Rubeus Hagrid e anche il suo proprietario.

-Ciao Hagrid!Come stai?- lo salutò Lily allegramente. Non era poi molto in confidenza con il guardiacaccia della scuola, ma era un tipo buono e simpatico e qualche volta gli anni precedenti l' aveva persino invitata a prendere un the.

-Bene, c' ho solo un bel po' di lumache cornute che devo nutrire per consegnarle alla professoressa Mcgranitt. Le servono per una lezione. E tu come stai?-

-Tutto bene, grazie- Lily sorrise al guardiacaccia, che la invito' a prendere un the.

Lily accetto' l' invito e entrarono nella piccola casetta.

Lily si sedette al tavolo mentre Hagrid faceva bollire l' acqua in un grosso pentolone.

-Come va con la scuola?- chiese il guardiacaccia, e Lily rispose:-Oh, bene, grazie. Insomma...quest'anno è più impegnativo degli altri ma...è normale, no?-

-Ci credo. I M.A.G.O non devono essere roba facile...ma tu sei brava, eh?-.

Lily arrossì al complimento di Hagird, mormorando un imbarazzato "grazie".

Dopo pochi minuti, Hagrid si servi' il the in una tazza con disegnato un fiore rosa sopra e anche lui si servì una tazza di quella bevanda, per poi sedersi di fronte alla ragazza.

HOGWARTS, DORMITORIO FEMMINILE DEL SESTO ANNO DI GRIFONDORO

Emmeline continuava a contorcersi nel letto di Lily (aveva deciso di rubarglielo per quel sonnellino pomeridiano) dicendo alcune parole senza senso. Poi le contorsioni diventarono sempre più forte e le parole delle imprecazioni.

Mentre continuava a dormire, le lacrime scendevano dai suoi occhi chiusi impetuose.

Era sudata fradicia, e lacrime di sudore le imperlavano la fronte. Aveva le guance tutte rosse, e le coperte avvolte strette tra le gambe.

-No!No!- urlava Emmeline dormendo, e fu in quel momento che James Potter entrò nel dormitorio femminile. Era venuto alla ricerca della borsa di Alice (la ragazza lo aveva praticamente costretto), ma si bloccò alla vista di Emmeline che continuava a dire parole e gemere dal dolore.

-No!Harriet!N-no!- urlò Emmeline disperata, e James allarmato e preoccupato la scuotè leggermente per le spalle, svegliandola:-Emmeline, è solo un sogno, svegliati...-

Emmeline aprì piano gli occhi, che continuavano a lacrimare.

-No!Perché?- esclamò Emmeline continuando a piangere, e James ripeté a bassa voce:-Era solo un brutto sogno. Va tutto bene. Sei sveglia-.

Quando Emmeline si rese conto di quello che era accaduto e del fatto che James Potter la stesse vedendo piangere come una bambina di due anni, alzò la schiena di scatto e strofinandosi le guance (asciugandosi in questo modo le lacrime e smettendo di piangere), domandò:-Come mai sei qui?-

-Ero accanto a Alice mentre studiavo e lei aveva bisogno della sua borsa dei libri. E ho detto tutto- disse James sorridendo, e Emmeline sorrise forzatamente a sua volta.

Poi riflettè per qualche istante, e alla fine disse:-Cosa stavo facendo mentre dormivo?-

-Oh, urlavi, sudavi, piangevi, dicevi parole, e anche parolacce...- stava dicendo James, e Emmeline lo interruppe, con la voce che le tremava:-Che cosa ho detto mentre dormivo?-

-Oh, solo qualche parole indistinta, imprecazioni, una serie di "No" e hai anche nominato una certa Harriet...- disse James, e Emmeline a quel nome ultima si sentì gelare, irrigidendosi.

Chiuse gli occhi riflettendo di nuovo e facendo mente locale, poi disse con lentezza e serietà guardando James:-James, ascoltami bene. Devi promettermi che non dirai mai a nessuno quello che è successo questo pomeriggio, e tanto meno quello che hai sentito. Per favore, promettimelo-.

James fece per chiedere spiegazioni, ma poi vendendo lo sguardo risoluto e determinato di Emmeline, giurò sollennemente:-Te lo prometto-

-Grazie-.

SALA COMUNE DI GRIFONDORO

-Finito. Grazie a Merlino- sospirò Marlene chiudendo i libri e stiracchiandosi. James tornò in quel momento e passò con riluttanza un borsone verde ad Alice, che gli sorrise:-Grazie!Sei stato molto gentile-

-Non è che avessi molta scelta, sai. Era da dieci minuti che provavo a studiare con te che continuavi a rompermi le scatole con questa dannata borsa, perciò ho deciso che forse era meglio prendertela-

Alice prendendo la borsa annunciò:-Lezione di vita da ricordare: se per ottenere quello che vuoi continuerai a chiederlo agli altri, per lo sfinimento alla fine ti accontenteranno-

Sirius alzò lo sguardo dal libro, guardando Alice a bocca aperta per qualche secondo, e poi esclamò:-Questa è...la perla di saggezza più bella che abbia mai sentito!Sbatti!-

Si batterono il cinque, e Remus sbottò:-Sto cercando di studiare-.

Marlene all' improvviso domandò ansiosa:-Che ore sono?-.

Mary la guardò stranita, poi osservò il proprio orologio e rispose:-Sono le quindici e mezza. Perché?-

-Devo scappare- disse Marlene alzandosi e raccogliendo tutte le cose nella sua borsa.

-Dove?- chiese James, e Marlene gli lanciò un' occhiata di puro astio, poi rispose:-Devo...devo dare ripetizioni di volo a una bambina del primo anno. E comunque non sono affari tuoi- fece per andarsene, ma James si alzò e la bloccò:-Perché mi odi?-

-Fatti qualche domanda-

-Per favore, possiamo parlare un secondo?-

-No-

-Ma si tratta di soli pochi minuti!-

-Ti ho detto di no, sai cosa vuol dire “No”, James?- ribatté Marlene uscendo dal buco del ritratto.

Dopo appena un secondo, James la seguì fuori dalla Sala Comune.

-Dannazione- imprecò sottovoce Marlene quando si accorse che anche James era uscito dal buco del ritratto.

Il malandrino le disse appunto:-Mi odi ancora per la storia di Lily?-

-Ah, no, guarda, è perché hai fatto sparire i fenicotteri blu in Alaska!Ma certo che è per la storia di Lily!- esclamò Marlene, e James si chiese vagamente nella testa se davvero esistessero dei fenicotteri blu in Alaska, ma si trattenne dal dirlo ad alta voce.

Disse invece:-Ascoltami, io...sono stato un idiota, lo so. Ma comunque...a me dispiace sul serio-

-Si, certo, come no. Comunque, io ora dovrei proprio andare...- fece per dire Marlene, ma James le bloccò di nuovo la strada:-Dico sul serio!Non avrei mai voluto fare quella cavolata!-

-Non ti sembra un po' tardi per chiedere scusa?-

-Ma io a te non ho fatto assolutamente nulla!-

Marlene lo guardò con gli occhi incandescenti, e poi disse:-Ma lo hai fatto a Lily, che è una delle mie migliori amiche. Ma sai qual' è la cosa che mi dà più fastidio?Che tu ti sei accorto solo adesso di come mi comporto con te. Solo quando hai fatto pace con Lily. Prima nessun' altra cosa non importava, non è così?Nemmeno che una tua amica non ti rivolgesse quasi più la parola!Quindi, per favore, piantala con tutte queste stupidaggini di “scusa” e “mi dispiace” perché Lily forse ci avrà abboccato, ma io no, chiaro?E ora lasciami andare!-.

Marlene spinse da parte James e iniziò a scendere le scale. James restò immobile a guardarla scomparire, con la consapevolezza, per la prima volta, che rischiava di perdere, se non l' aveva già persa, l' amicizia di Marlene Mckinnon.

Intanto, Marlene, in un corridoio deserto di Hogwarts...

Marlene camminava furiosamente per i corridoi, arrabbiata. James Potter era un completo deficiente.

Ma doveva ammettere che era stato gratificante sputargli in faccia tutto quello che pensava del suo comportamento. Si, senza dubbio.

Ma allora perché le faceva così male lo stomaco?

Meglio ignorarlo. Si ricordò per un momento dove stava andando, e si chiese se fosse l' ora di dirlo a qualcuno...no, assolutamente no.

L' avrebbero giudicata, e lei non voleva assolutamente che qualcuno la giudicasse. Marlene Mckinnon era una delle persone che probabilmente giudicava di più le persone, ma odiava quando qualcuno lo faceva con lei.

Sapeva infatti che era sbagliato giudicare, ma nella sua mente, seppure non volesse farlo, spesso giudicava.

E lei odiava sia essere giudicata che giudicare, ma entrambe le cose succedevano lo stesso.

Sospirò. No, non poteva assolutamente dirlo a qualcuno.

INTANTO, A CASA DI RUBEUS HAGRID...

-Hagrid...tu...sai se il Ministero sta facendo qualcosa di utile riguardo ai Mangiamorte?- chiese Lily a Hagrid, che stette zitto per un po' poi rispose:-Non lo so-

-Oh, fa niente è solo che tutta questa storia è...-

-Un gran brutto affare, lo so- concluse Hagrid. Ci fu silenzio per qualche secondo, poi Hagrid confessò alla rossa:-Sai, io ci ho un po' di paura, ma il professor Silente sta facendo di tutto per dare una mano nella “lotta” contro Tu-Sai-Chi e i suoi seguaci...-

-Chissà perché Voldemort ha iniziato a odiare...- stava dicendo Lily, ma Hagrid gemette:-Non dire quel nome!-

-Ehm...- Lily avrebbe voluto fargli capire che, anche se lei stessa aveva iniziato a pronunciarlo solo un anno prima, era stupido chiamare una persona che si odia esattamente come quella persona vuole che venga chiamata. Sarebbe stato come dare retta a Voldemort o addirittura rispettarlo.

Ma non disse tutto questo, perché temeva in una possibile litigata, e in quel momento si trovava talmente bene con Hagrid che non voleva rovinare quel pomeriggio, quindi la rossa continuò:-Chissà come mai Tu-Sai-Chi ha iniziato a odiare così tanto i nati babbani...-

Hagrid sospirò, e entrambi stettero in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri, poi Hagrid cambiò argomento:-Allora, sai già cosa fare dopo Hogwarts?-

Lily scosse la testa:-No, non ancora-

Hagrid la guardò sorpresa:-Proprio non c' hai un' idea?-, e Lily rispose:-Be', ho tante idee a dire la verità. Tante idee che mi sembrano alcuni giorni stupide, altre giuste e a volte inutili. Ma, in sostanza vera e propria, non ho una concreta idea, nemmeno riguardo all' ambito in cui voglio lavorare-

-Sono sicuro che farai la cosa giusta- disse Hagrid, e Lily gli sorrise.

Era bello chiacchierare con quell' uomo enorme con cui non era mai stata particolarmente amica anche se gli stava simpatico, e solo adesso le dispiaceva.

Lei e Hagrid chiacchierarono allegramente fino alle ore diciotto, e a quel punto Lily disse:-Sarà meglio che vada-

-Certo, ma prima ti devo fare vedere una cosa che ti piacerà molto- disse Hagrid, e Lily, sorridente, lo seguì fuori dalla casetta vicino agli alberi che portavano al limitare della foresta proibita.

-Guarda!- disse Hagrid indicando un punto non molto lontano da loro.

E fu allora che Lily li vide. Erano due. Se ne stavano lì, in quella specie di recinto magico provvisorio, pronti ad attaccare come due assassini, pensò la ragazza.

Quest' ultima iniziò a tremare e diventare pallida. Quegli enormi animali erano a soli pochi metri da lei, e Lily si disse che era un miracolo se non era già svenuta.

Avevano quello sguardo secondo la ragazza malefico e penetrante, come se non desiderassero altro che morderla e annientarla.

Uno era marroncino chiaro, l' altro grigio a pois color crema, ma alla rossa in quel momento non le importava assolutamente niente dei colori di quei due imponenti Ippogrifi.

Lily sentì le ginocchia diventarle deboli e disse in un tono di supplica:-Hagrid, per favore, andiamo via-

-Ma la parte più bella deve ancora arrivare!La professoressa di Cura delle Creature Magiche me l' ha data per mostrare ai ragazzi del quinto anno come sono le piume di questi animaletti, senza però farli avvicinare o farli salire!Ed è proprio ciò che farai tu oggi!- esclamò Hagrid entusiasta.

-Cosa?Non se ne parla neanche!- ribatté Lily spaventata, e decise che se non voleva offendere Hagrid, c' era un sola possibilità: dire la verità.

Anche se era piuttosto imbarazzante ammetterla esplicitamente, e soprattutto con un adulto, Lily si fece coraggio e spiegò:-Vedi, Hagrid, non offenderti ma io...io ho la fobia degli Ippogrifi!-.

Hagrid la fissò a bocca aperta per qualche istante, poi bofonchiò:-Cosa...ma com' è possibile che tu...-

-Scusami Hagrid, ma sul serio è forse la cosa che mi fa più paura al mondo- ammise Lily ancora più imbarazzata di prima. Odiava ammettere di avere paura, ma non poteva sopportare gli Ippogrifi. Se in quel momento non fossero stati legati a diversi metri di distanza da lei sarebbe scoppiata piangere e avrebbe cercato di correre per poi probabilmente svenire.

Non sapeva perché, ma fin da quando aveva visto per la prima volta dal vivo queste creature magiche , al quinto anno anche a lei avevano fatto studiare le piume di questi animali, l' avevano spaventata.

Tutti i suoi compagni avevano cercato di avvicinarsi, fermati sempre però dalla professoressa Godcot, che lo riteneva troppo pericoloso.

Lily invece non aveva provato nemmeno ad avvicinarsi. Era rimasta lì immobile a osservare gli Ippogrifi terrorizzata, fissando quegli occhi così minacciosi e profondi che sembravano pronti e determinati ad assassinare qualcuno (sempre secondo il parere della rossa, ovviamente).

Così, dopo essere stata per un po' immobile, la quindicenne Lily Evans era corsa in bagno a vomitare, e, come già menzionato in precedenza, Lily odiava profondamente il vomito.

Così, ora, due anni dopo quell' evento, era spaventata quasi allo stesso modo di allora.

Si sentiva infantile, ma che cos' altro avrebbe potuto fare?Quegli animali avevano il potere di farla tremare come una foglia.

Hagrid la guardò per qualche secondo, poi concesse:-Va bene. Ma ci dovrai salire, un giorno o l' altro-.

Lily preferì non dire niente in proposito di una possibile cavalcata in futuro: sapeva già che non l' avrebbe fatta. Le dispiaceva per Hagrid, ma si poteva già scordare l' idea di lei a cavallo di un Ippogrifo. Non se ne parlava nemmeno.

Ma non voleva proprio discutere con Hagrid, perciò si limitò a dire sorridendo:-Grazie per il pomeriggio, Hagrid. Sono stata davvero bene con te oggi. Grazie per il the e tutto il resto, sul serio-

-Figurati. Vienici ancora, a trovarmi- replicò Hagrid cordiale, e Lily promise sincera:-Lo farò. Be', allora ciao!Ci vediamo-

-A presto!- salutò Hagrid e Lily voltandosi si incamminò a marcia spedita verso il castello.

Era più felice di prima. Il pomeriggio con Hagrid l' aveva messa di buon umore. Saltellò allegra fino al portone, e entrò nel castello continuando a saltellare senza nemmeno accorgersene.

-Cosa stai facendo?- domandò all' improvviso una voce scandalizzata, e Lily si girò per trovarsi davanti Sirius Black.

Lily scoppiò all' improvviso a ridere, e Sirius ripeté scioccato:-Dicevo sul serio. Cosa stavi facendo?-

-Sono felice. È una bella giornata-

-Mi dispiace che tu sia di buono umore. Che giornata sprecata-

-Oh, smettila. Tu dici tanto così, ma poi per esempio nel mio biglietto di compleanno, scrivi...- stava dicendo Lily, e Sirius la interruppe:-Vuoi piantarla con questa storia?Sono un idiota, non avrei mai dovuto scriverlo-

-Hai fatto benissimo, invece!- ribatté Lily.

Gli stampò un bacio sulla guancia e poi sempre saltellando lasciò indietro Sirius, salendo le scale.

Black scosse la testa sorridendo esasperato, e poi si rese conto di quel che stava accadendo, per poi esclamare:-Hey, aspettami, dannazione!-.

Sala Comune di Grifondoro

James Potter, l' unico nella Sala Comune a quell' ora, (tutti ormai avevano già finito da un pezzo i loro compiti), fissava la finestra.

In quel momento, assorto nei propri pensieri e nelle proprie congetture, la concentrazione gli dava una bellezza quasi innaturale.

Ed è spesso così, se ci si fa caso, quando una persona è concentrata in qualcosa che richiede un certo sforzo mentale, di solito è sempre bellissima, solo che in quel momento la persona non ci pensa, perché è troppo presa a riflettere a cose molto più importanti che alla bellezza esteriore..

E così valeva per James in quel momento. Ci aveva guardato tutto il pomeriggio, ogni cinque minuti aveva controllato finestra, ma ormai ne era sicuro. Aveva fissato per parecchio tempo il campo di Quidditch, ma quello era rimasto deserto tutto il tempo.

C' era qualcosa di strano in tutto questo, e James, fissando il cielo, si chiese cosa diavolo fosse.

Poi all' improvviso Sirius e Lily entrarono in Sala Comune.

-Che stai facendo?- domandò la rossa incuriosita guardando prima il ragazzo e poi la finestra, ma James rispose allontanandosi dalla finestra:-Niente. Mi chiedevo solo come sarà il tempo. Niente di interessante-, credo, aggiunse mentalmente ma non lo disse ad alta voce, invece concluse:-Comunque, andiamo a cena?-

-Un momento. Voglio andare prima in bagno e poi mettere la borsa sul mio letto, per favore. Torno tra cinque minuti-

-Fai pure con comodo- ribattéSirius buttandosi su un divano al centro della sala,e Lily salì le scale che portavano dormitorio femminile del sesto di Grifondoro.

Quando vi arrivò, senza volerlo quasi inciampò nella scatola che conteneva il tappeto volante di Sirius, e per forza di cose il suo sguardo si posò sulla lettera che c' era sopra alla scatola.

Era quella di Sirius. Le era piaciuta così tanto che aveva voglia di rileggerla. Infondo non importava se arrivava con qualche minuto di ritardo...

Cara Lily,

buon, buon compleanno!Siamo diventando vecchi, eh, Evans?

Fino all' anno scorso non avrei mai pensato di scriverti questo biglietto o anche solo farti un regalo.

Insomma, tu era Lily- sottutto –Evans,e,senza giri di parole, fino all' anno scorso non siamo mai stati particolarmente amici.

Anzi, quasi ci odiavamo. Credo che l' unica persona che detestassi più di me fosse James. Poi però, a ottobre, le cose sono cambiate.

Probabilmente a causa di James, abbiamo iniziato a parlare di più. Abbiamo iniziato a chiacchierare e farci confidenze. So che hai un milione di difetti, ma so anche che hai altrettante qualità.

In questi mesi abbiamo imparato a conoscerci, e ci siamo stati accanto nei momenti di maggiore difficoltà.

Come quando ero triste a causa di mio fratello, o quando James ti ha mentito sull' aver letto il tuo diario...ed è stato fantastico quando a Natale tu mi hai regalato i fuochi del dottor Filibuster e io ti ho regalato la spilla a forma di giglio, che, confessalo, non è centomila volte meglio di quella da Caposcuola?

In ogni caso, diventando tuo amico, mi sono reso davvero conto che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina.

Perchè sei una persona grandiosa, Lily, devo dirtelo. Sebbene ci divertiamo un sacco a insultarci, voglio che tu sappia che io ci sono se hai bisogno.

E sai perché ci sono?Perchè so che tu faresti lo stesso per me.

Ti faccio questo regalo nella speranza che ti faccia sognare e ti faccia soprattutto divertire, e magari fare anche cose un po' stupide!

Tutti siamo stupidi, in fondo. In particolare tu sei parecchio idiota, come del resto io, ma questo è un altro dettaglio...

A parte gli scherzi, sul serio, ti voglio bene.

Buon diciottesimo compleanno Lily.

Con affetto, Sirius.

Lily finì di nuovo di leggere con gli occhi lucidi e posando per qualche istante la lettera sul cuore e chiudendo gli occhi. Quando gli riaprì, ripose ordinatamente la lettera nel cassetto del proprio comodino, andò in bagno e quando ne uscì, appoggiò la borsa sul letto.

Infine, ritornò in Sala Comune.

Dopo pochi minuti lei, Sirius e James furono in Sala Grande e tutti e tre si sedettero vicino agli altri che erano già lì.

La cena fu abbastanza tranquilla. Non successe nulla di particolare, mangiarono solo il loro pasto chiacchierando.

Niente di che, insomma. Solo il fatto che Marlene arrivò a cena venti minuti dopo l' arrivo di Lily, Sirius, e James (che anche loro erano arrivati dopo).

-Eri ancora al campo di Quidditch?- chiese James, e Marlene lo guardò per qualche secondo, poi disse seccamente:-Si, esatto. Mary, mi passi le patate, per favore?-

Mary guardò la ragazza con sospetto, ma obbedì. Marlene la ringraziò cominciando a servirsi le patate.

E quello fu tutto. Ripresero tutti quanti a parlare d' altro, e, per quella sera, l' argomento non fu più affrontato.

Gennaio terminò, lasciando posto a febbraio.

La neve però non si sciolse come molti studenti avevano sperato, e il freddo penetrava ovunque tra le mura della scuola.

I compiti dei ragazzi del settimo anno a Hogwarts erano sempre di più, e James si chiese, se erano già così tanti adesso, quanti sarebbero stati messi a maggio e a giugno.

Temi su temi, verifiche su verifiche...dal troppo studiare a quasi tutti scoppiava la testa.

Emmeline si era persino fatta uno schema per i vari giorni della settimana che aveva appeso sopra al suo materasso gonfiabile nel dormitorio di Grifondoro (e ne aveva fatta una copia, per ogni evenienza).

Aveva mezz' ora di tempo per fare colazione ogni mattina, dieci minuti per prepararsi, un quarto d' ora per studiare e poi le ore di lezione, e poi...be', anche se per ogni giorno della settimana aveva un programma, spesso doveva cambiarlo per i compiti e le verifiche fissate all' ultimo minuto, perciò il suo sistema non stava funzionando molto.

Inoltre, Emmeline aveva fatto anche un quaderno con tutti i fascicoli di ogni materia scolastica e dentro a ciascuno di essi gli appunti della rispettiva materia messi in ordine di date.

Quello era piuttosto utile, in effetti, perché non doveva perdere un sacco di tempo inutile a cercare le sue cose quando doveva studiare, come invece faceva Sirius, che perdeva mezz' ora solo a cercare il materiale che gli era indispensabile per lo studio.

Lily Evans spesso ormai aveva carenze di sonno per il troppo studiare.

Di notte invece di dormire pensava a tradursi mentalmente delle frasi nell' antico linguaggio delle Antiche Rune, si faceva domande sulla rivoluzione dei Goblin o ripassava a mente la teoria di un incantesimo di Trasfigurazione e si addormentava dopo ore.

Un giorno, l' otto di febbraio per la precisione, mentre Lily e James stavano studiando in biblioteca, una immersa in una lettura di Storia della Magia e l' altro che studiava Incantesimi, lui ruppe il silenzio:-Non ce la faccio davvero più a studiare più di così, per oggi-.

Lily sospirò. Era quasi il tramonto, ed era da tre ore che si trovavano in biblioteca. E inoltre, era davvero, davvero stanca.

Non ne poteva più di studiare, e in quel momento l' implicita proposta di James di smettere l' allettava parecchio.

Così, dopo, averci riflettuto per qualche istante, Lily ammise a bassa voce perché Madama Pince non la rimproverasse:-Nemmeno io. Ci diamo un taglio?-

James annuì e entrambi raccolsero la propria roba per poi alzarsi e uscire dalla biblioteca.

Lily ultimamente si trovava davvero molto meglio con James. Non sapeva perché, ma scherzavano molto più spesso nell' ultimo periodo, e parlavano anche di cose serie.

Per esempio, qualche sera prima...

FLASHBACK, 5 FEBBRAIO

Erano le undici di sera, e tutti se ne erano già andati a letto, mentre James e Lily erano ancora lì a causa del fatto che non avevano finito i loro compiti.

A un certo punto James smise di scrivere il suo tema, e disse:-Cosa...cosa pensi di preciso dei mangiamorte?-

Lily lo guardò sorpresa:-Cosa penso dei...cosa penso dei mangiamorte?Alle undici di sera, quando stiamo entrambi morendo di sonno a causa di questi dannati compiti che dobbiamo finire, tu mi chiedi cosa ne penso dei mangiamorte?-

-Esatto-

-Be'...io penso che in generale siano crudeli come Voldemort, ma non sempre. A volte hanno solo paura di Voldemort. A volte la loro scelta è solo un gesto di codardia- rifletté Lily, e James convenne:-La codardia può fare molte cose-

-Chissà dove nasce la paura. Voglio dire, perché noi abbiamo paura?Tutti hanno paura di qualcosa, ma perché?Chissà da quali radici proviene tutto questo terrore...- disse la rossa, e James replicò:-Non si può sapere. Però è strano che ogni cervello sia diverso e quindi di conseguenza anche le parole...-

-Si!Ed è così anche per il cibo!Magari a me piace la torta alla melassa, ma magari a te non piace...-

-Odio la torta alla melassa-

-Vedi!Ed è strano tutto questo!Anche gli aspetti della vita cambiano secondo il carattere, per esempio tu cosa pensi del fatto che i Dissennatori facciano alla guardia ai prigionieri, ad Azkaban?-

-Io penso sia un' ingiustizia. Insomma, secondo me non importa quanto una persona abbia fatto di male, nessuno si merita quella vita!E non parliamo del bacio!- esclamò James, e Lily convenne:-Lo penso anch' io!Secondo me il fatto che un essere possa portarti via l' anima è una delle cose più brutte al mondo...-

Parlarono così per molte altre ore. Parlarono della speranza, dei vari problemi del mondo, delle varie differenze di sangue “puro” e non, parlarono delle varie culture straniere, dei diritti degli omosessuali, di musica e di pessimismo, realismo, e ottimismo...e un sacco di altre cose!

Entrambi erano molto presi dalla conversazione e rimasero a parlare fino alle tre di notte.

In quel momento non importava che fossero con l' acqua al collo per i compiti, né che ora fosse, importavano solo loro e i loro discorsi, e tutto il resto sembrava potere aspettare...anche se il mattino dopo entrambi si dovettero svegliare alle sei del mattino per svolgere i loro compiti dopo una dormita di sole tre ore!

FINE FLASHBACK, ADESSO

Lily sorrise a quel ricordo, e James al suo fianco le domandò curioso:-Perchè stai sorridendo?-

-Oh, niente, lascia stare- replicò Lily e fece per dirigersi verso la Sala Comune di Grifondoro, ma James la fermò:-Non stiamo andando in Sala Comune, adesso. Non io almeno. Se vuoi annoiati fai pure, io vado a spassarmela!-

-Cosa intendi per spassartela?- chiese Lily sospettosa, e la bocca di James si allargò in un enorme sorriso:-Se vieni, lo vedrai-.

Lily lo guardò qualche secondo pensierosa, poi guardò il corridoio che conduceva al ritratto della signora Grassa, e poi di nuovo James.

Infine cedette:-D' accordo. Vengo anch' io-.

James esultò mentalmente e entrambi iniziarono a fare una passeggiata.

Chiacchieravano allegramente, ridendo e scherzando come due persone che si volevano bene da tutta la vita, e non da persone che fino a qualche mese fa si odiavano.

Vagarono per i corridoi per un po', poi James prendendole la mano trascinò la rossa alla Torre di Astronomia.

Ci arrivarono praticamente correndo, e, quando raggiunsero la destinazione, sciolsero la stretta di mano per reggersi sulle ginocchia e respirare e inspirare.

Entrambi scoppiarono a ridere, poi si sedettero su una panchina al centro della torre, guardando il lago, e il tramonto dinanzi a loro di un arancione sfumato e tenue.

-Lo ammetto: James Potter hai avuto una bella idea- ammise Lily, e James ribatté:-Che ti avevo detto?Io non sbaglio mai, Lily-.

Lily rise esasperata, e James all' improvviso si mise a guardarla come non aveva mai fatto prima. Era uno sguardo intenso e penetrante, e in qualche modo diverso.

James non sapeva perché, ma guardando Lily ridere in quel modo così bello, e con la luce arancione che rifletteva su di lei, impulsivamente sentiva che era il momento. Non l' aveva programmato, ma improvvisamente lo sentiva. Il suo stomaco tremava, e James in que si sentì come un maledetto schiavo delle sue emozioni.

Anche Lily era confusa, non sapeva più cosa stava per succedere e sentiva dei formicolii, che immaginava fossero farfalle, inondarle il suo di stomaco.

In quel momento, con il viso di James a pochi centimetri dal suo, si dimenticò del suo orgoglio, delle sue maledette ragioni e dei suoi fondamenti.

James era semplicemente lì, e a lei mancava il respiro. Sembrava che battito del suo cuore aumentasse a un ritmo preoccupante.

James la guardò ancora una volta, i suoi occhi color nocciola che fissavano in quelli verdi di lei, e, infine, la baciò.

Quella notte, in un piccolo paese vicino a Spinner's End, a casa Anderson...

Carol Anderson, coricata sul proprio letto e addormentata, si svegliò all' improvviso sentendo qualcosa picchiettarle alla finestra.

Intontita, si alzò dal letto, e vide un piccolo gufo grigio, bianco e marroncino zampettare sulla sua finestra.

Lily, pensò Carol alzando gli occhi al cielo, ma comunque felice che la sua amica le avesse scritto.

Aprì la finestra e il gufo entrò nella stanza appoggiandosi sul suo braccio. Carol chiuse la finestra e poi il gufetto iniziò a volarle intorno con una busta attaccata a una zampa. Carol slegò il nodo alla zampa prendendo la busta.

La bionda diede un biscottino al gufo e accese la lampadina sul suo comodino di fianco al proprio letto. Si sedette su quest' ultimo e aprì la lettera mentre il gufo mangiava il biscotto.

Cara Carol,

non ci crederai, ma oggi è successa una cosa incredibile!Ho baciato James Potter!Cioè, in realtà lui ha baciato me, ma ci siamo baciati!

E anche se so che in futuro mi pentirò di stare scrivendo tutto questo devo ammettere che è stato...wow!

E sono felicissima!Non ci siamo poi detti molto dopo, e non so come saranno le cose tra noi d' ora in poi, o se stiamo insieme oppure no, ma in questo momento non mi importa!

È stato stupendo!E adesso proprio non mi interessa se non era programmato, è stato molto più bello così!

Oh, sapessi quanto sono felice!Perché poi?

Non ho la minima idea di cosa succederà dopo l'avvenimento di oggi...ma tutto questo,per ora, passa in secondo piano.

Perchè è stato davvero bellissimo, Carol, credimi. Era il tramonto, ed eravamo sulla Torre di Astronomia e...non ci sono parole per descrivere quel bacio.

Forse ora dovrei smetterla di parlare di me stessa, ma sono così entusiasta!

E tu invece come stai?Hai qualche novità?

Spero che anche tu sia felice come lo sono io in questo momento. Attendo presto una tua risposta, quindi spicciati, mi raccomando!Ti voglio molto bene!

Con affetto, Lily Evans.

Carol sorrise.

 

  
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