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Autore: syssy5    27/01/2014    1 recensioni
Al suo risveglio, Enari è sola, vestita di stracci e senza memoria; cosa le è successo nelle ultime ore e chi è quell'uomo che dice di volerla aiutare?
[ Questa storia si è classificata terza al contest ‘I titoli di Faber’ indetto da Marge86 sul forum di EFP ]
[ Questa storia si è classificata quarta al contest ‘Het, slash, femslash…mi va bene tutto purché sia costruttivo’ indetto da Sere-channy sul forum di EFP ]
[ Questa storia partecipa al contest ‘The darkest night - Fantasy Contest’ indetto da La sposa di Ade sul forum di EFP ]
[ Questa storia partecipa al contest ‘Contest degli Ossimori [Multifandom&Originali]’ di HigurashiShinko sul forum di EFP ]
Genere: Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E fu la notte

Capitolo 2: Il lupo

Dapprima non riuscì a capire cosa fosse successo, percepì solo calde coperte che l'avvolgevano e un dolce profumo di bucato fatto da poco, poi giunsero le voci. Non si azzardò ad aprire gli occhi, voleva fingersi ancora addormentata per poter ascoltare dato che, ne era certa, quelle voci stavano parlando di lei.
— Se ha perso l'Osmi per lei potrebbe non esserci più molto da fare... — Stava dicendo una voce di vecchia — ma forse è solo perduto da qualche parte dentro di lei. Finché non ricorderà chi è, l'Osmi non si ripresenterà.
— Cosa possiamo fare? — Questa era invece quella dell'uomo che aveva incontrato, Kerkurot le pareva si chiamasse — Finché perdurano le sette notti di Tokinelma sarà al sicuro, ma dopo?
Enari socchiuse gli occhi; voleva sbirciare ciò che stava accadendo, anche se i due stava parlando nella stanza accanto. Vide un vecchio mobilio color noce che non riconobbe, una cassettiera dove erano appoggiati diversi tomi e un grosso armadio che doveva essere stipato fino allo stremo a giudicare dalle ante non chiuse. Credeva che a occhi aperti potesse capire meglio la discussione, invece si rese conto di venire distratta da tutto ciò che vedeva e li richiuse.
— Dobbiamo farle ricordare chi è il prima possibile... — Come a chiarificare l'urgenza di quelle parole, il canto di una strana cornacchia annunciò l'arrivo dell'alba — La seconda notte è appena trascorsa. La affido a te, Kerkurot, fa in modo che ricordi, falle ritrovare il suo Osmi.
A quelle parole seguirono dei passi, poi la porta fu aperta e una lama di luce tagliò perpendicolarmente la sua figura, poteva percepirla su di sé anche se continuava a fingere di dormire. La porta fu richiusa e una sedia spostata vicino al suo capezzale.
— Enari, svegliati... è l'alba. Ricordi quanto ti piaceva l'alba?
Kerkurot allungò una mano e le scansò un paio di ciocche dal viso, indugiando sulla sua guancia in una dolce carezza. D'istinto Enari portò la sua mano a coprire quella di lui, impedendogli di muoverla.
— No. — rispose, poi aprì gli occhi — Non lo ricordo. Chi sono? — chiese poi.
— Sei la mia compagna, sei la mia sposa, sei la mia sola ragione di vita. Oh, Enari, credevo d'averti perduta.
— Cosa mi è successo?
— Gli Hoteli ti hanno presa. Sai cosa sei, vero? E sai anche cosa possono farti gli Hoteli, dico bene? — La sua apprensione era palpabile.
— No, non so chi sono, ma so che non devo farmi trovare da nessuno, soprattutto di notte. — si confidò. Ora iniziava a spiegarsi molte cose.
— Sei una Samrarmas, come me. Sei una donna – come io sono un uomo – solo di notte.
Come a farsi beffe di quelle parole, un raggio di sole entrò dalla finestra, creando giochi di luce sul viso dei due. Enari si voltò in quella direzione, da una parte intimorita, dall'altra eccitata.
— So cosa stai pensando, ora è giorno e hai ancora le stesse sembianze, ma c'è una spiegazione: nelle sette notti di Tokinelma possiamo tenere questo aspetto per tutta la giornata.
Dopo averlo fissato a lungo, Enari si convinse a fargli la domanda che tanto temeva — Cosa diventiamo di giorno?
— Siamo lupi. — Fu la risposta.
All'improvviso la consapevolezza la colse, per un solo breve istante, poi tornò l'incertezza del non sapere chi fosse. Kerkurot le pareva un uomo sincero, ma poteva fidarsi di quelle rivelazioni? Un cieco terrore la colse: se davvero tutto fosse stato vero doveva guardarsi bene dagli Hoteli. Quelli li ricordava, erano cacciatori e amavano cacciare creature rare, soprattutto i Samrarmas che erano i loro preferiti. Nella migliore delle ipotesi li squartavano quando erano nella loro forma animale per prenderne le pregiate pelli, nella peggiore... non voleva neanche pensarci. Scosse la testa per scacciare i brutti pensieri, il sole improvvisamente le parve non brillare più, l'oscurità la avvolse ancora una volta.
E fu la notte.



Per prima cosa la scorsa volta mi sono dimenticata di dire che pubblicherò ogni 5 giorni, so che sono tanti, ma così riesco a gestire meglio tutto con la mia vita privata.
Qui compaiono i primi nomi inventati da me, in questa storia li troverete scritti tutti con la maiuscola anche se non sono nomi propri. La pronuncia per quanto riguarda Hotèli è con l'accento sulla E e l'H aspirata come in inglese, Òsmi si pronuncia con l'accento sulla O, mentre per Samràrmas è sulla A centrale (piccola curiosità su questa parola: l'ho creata apposta palindroma, indi per cui l'accento non poteva che cadere al centro). Credo anche di aver omesso i nomi dei protagonisti nel capitolo precedente, sono dunque Enàri, con l'accento sulla A e Kèrkurot, con l'accento sulla E.
Per il momento non ho nient'altro da aggiungere, quindi vi rimando a fra 5 giorni col terzo capitolo e vi saluto, invitandovi come sempre a recensire. ^_^
syssy5

   
 
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