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Autore: Alyx    28/01/2014    4 recensioni
La vita di Julie sembrava andare meravigliosamente bene quando improvvisamente tutto si sgretola tra le sue stesse mani. Perde il controllo di quel che le succede intorno, di più ogni secondo che passa, tutto si rovescia, salta in aria, si rompe in tantissimi pezzetti che si ricompongono in maniera così assurda che niente ha più un senso logico. Le persone alle quali voleva bene si allontanano da lei come se avesse una strana malattia che loro soltanto sono in grado di riconoscere. E il suo ultimo anno scolastico si trasforma in un incubo giornaliero che non avrebbe mai potuto immaginare. Ma forse la soluzione a tutto è più vicina di quel che immagina...
*
«Julie…»
«So come mi chiamo, Scorpius.» replico tentando di mantenere un cipiglio serio e freddo. Riley è bravissima in queste cose. Lui mi sbarra repentinamente la strada. Incrocio le braccia sotto il seno, fissandolo.
«Non è colpa mia.» afferma scandendo bene le sillabe.
Sbuffo. «Lo dici tutte le volte.»
«Ma questa volta ho ragione!»
«Dici anche questo tutte le volte.»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo Due







Quando mi siedo al tavolo dei Serpeverde a pranzo, Scorpius sembra stare meglio. 
Certo, ha sempre quell'aria distratta, gli occhi vacui fissi in un punto, la mano appoggiata al mento eppure poi si riscuote e torna a parlare animatamente con Albus accanto a lui. 
Se con il terzogenito Weasley-Delacour Scorpius ha un pessimo rapporto, non si può dire altrettanto del cugino. Sono amici da ormai sei anni, e nonostante la leggendaria rivalità che li separava predecessori, sono sempre insieme. 
Albus è capitano della squadra di Quidditch verde argento, dove il mio migliore amico gioca nel ruolo di battitore insieme a Riley. 
Ebbene sì. Quella perfetta Serpe della mia migliore amica gioca a Quidditch, con addirittura il fortunato compito di indirizzare addosso alla gente palle potenzialmente mortali.
Proprio in quel momento la ragazza arriva, con passo controllato e rigido come al solito e mi si siede accanto. Interrompe l'accesa conversazione dei due ragazzi semplicemente schiarendosi la gola. 
Certo che ha classe. 
«Cos'è questa voce che gira a scuola, Scorpius?» domanda severa, andando dritta al punto.
Lui fa spallucce. 
Io mi volto verso di lei, la mia forchetta piena di pasticcio di patate fluttua in aria.
«Cosa...?» domando a tutti e a nessuno.
Gli occhi verdi di Albus scintillano maliziosi. «Ovviamente è quella della Stanza delle Necessità.» insinua divertito. 
Rivolgo uno sguardo preoccupato e curioso al biondo che però è troppo occupato a giocare col pezzo di pollo che ha nel piatto. 
«Si dice...» Riley fa una pausa guardando con rimprovero Scorpius. «... Che le sue assenze siano dovute al fatto che sparisce nella Stanza. In compagnia.»
«Cosa?!» trillo facendo cadere per terra la forchetta. Il pasticcio rimasto si sparge sul pavimento. In un istante mi impongo di calmarmi, che non può essere vero. Che loro hanno frainteso. Scorpius ci va da solo, là dentro. Per vedere suo fratello. Io so la verità. 
Il ragazzo ha ancora lo sguardo basso. «Non ti agitare tanto, Julie.» 
La mia mente lavora frenetica, come se cercasse di incastrare due pezzi di puzzle troppo diversi per combaciare. 
Sono l'unica che sa il vero motivo delle sue visite laggiù, o almeno spero di esserlo. Ultimamente non ne parla mai. Si limita a chiudersi nei suoi silenzi snervanti. 
Riley incrocia le braccia al petto. «Non è da te approfittarti così delle ragazze, Scorpius Malfoy.» assottiglia gli occhi. «Cosa stai combinando?»
Lui si stringe di nuovo nelle spalle. «Non posso divertirmi ogni tanto?» 
Lo dice con tanta disinvoltura che se non fossi assolutamente sicura - o almeno, se non fossi assolutamente sicura di esserne sicura.- di quel che succede veramente, ci cascherei. 
Eppure ho una strana sensazione allo stomaco. Cosa mi dice che mi stia dicendo tutta la verità? Se andasse veramente a divertirsi in giro con le ragazze? Andiamo, non che mi aspetti che sia ancora vergine o chi sa che, ma... 
Scuoto la testa. Sono solo sua amica. Perché non dovrebbe farlo? Perché dovrebbe interessarmi se lo fa?
Riley non molla. «Portarti laggiù tutte quelle ragazze non farà stare meglio il tuo ego smisurato.»
Albus si intromette. «Andiamo, Blackwood. Quante storie...»
Lei lo fulmina, scattando con la testa nella sua direzione, con l'aria di un serpente pronto a mordere e ferire mortalmente dal sua preda. 
«Potter, stai zitto.»
«Che problema c'è se Scorpius vuole divertirsi un pochino? Sei gelosa, forse?»
La mia amica non arrossisce nemmeno e non da segni di essere in imbarazzo.
Io cerco lo sguardo del diretto interessato che continua a giocare col suo cibo come se non stesse succedendo niente. 
«Pensa agli affari tuoi.»
Albus ghigna, ma non fa in tempo a ribattere che Scorpius sbuffa. «Albus che stavi dicendo sulla prossima partita?» di Quidditch, ovviamente.
Potter non stacca gli occhi da quelli di Riley, deciso a non dargliela vinta. 
«Dobbiamo procurarci delle nuove mazze per voi battitori. Quelle dell'anno scorso le ha rotte Pix.»
«Sai dove te la ficcherei una mazza in questo momento, Potter?» insinua sibilante Riley, in un sussurro.
Albus alza le sopracciglia divertito. «Stasera sono libero, Blackwood.»
La mia migliore amica si trattiene dal fare una smorfia disgustata e si limita a lanciare gli occhi al cielo. 
Scorpius finalmente si arrende. «Non vi deve interessare quello che faccio in quella Stanza e con chi. Sono affari miei. Quindi smettetela di fare i bambini.»
«È il tuo amico qui, che non sa tenere a freno gli ormoni.» ribatte atona Riley. «E poi, sono affari nostri quando ne parla tutta la scuola, Scorpius!»
Io deglutisco non sapendo cosa dire. Allungo la mano verso quella di Scorpius sul tavolo, nascosta da un enorme vassoio colmo di cibo, ma il biondo la ignora. 
La ritiro vicino al mio corpo, sentendo la bocca impastata e una strana sensazione allo stomaco, che si chiude. 
Lui sbuffa sonoramente. «Riley, smettila. Non sei mia madre!»
Le mani della mia migliore amica si stringono al tavolo, con tanta forza da far sbiancare le nocche. «E tu non sei un puttaniere. Eppure sembra che sia questo quello a cui stai mirando!»
Scorpius scatta in piedi. Ci fissa, soffermandosi particolarmente sulla mora. 
«Ci vediamo dopo agli allenamenti, Albus. Julie vieni anche tu?» dice controllando la rabbia.
«Sì.» la voce mi esce roca. «Accompagno Rì.»
Lui annuisce secco, poi si volta e sparisce oltre le porte della Sala Grande.


Siamo solo a metà Novembre eppure soffia un vento gelido mentre io e Riley scendiamo silenziosamente verso il campo di Quidditch. 
Siamo abituate al freddo, i nostri dormitori sono sempre gelidi, ma questo non mi impedisce di stringermi nella mia sciarpa, nascondendo il naso tra la stoffa. 
Il solo pensiero di dover stare sulle tribune con questo vento mi fa rabbrividire.
Riley mi fa un cenno di saluto con la testa e cammina tranquilla agli spogliatoi femminili. Sono nuovi visto che sono solo pochi anni che le ragazze Serpeverde hanno finalmente potuto avere accesso alla squadra. 
Con un sospiro sto per avviarmi agli spalti quando mi vedo venire in contro Albus, già pronto per l'allenamento, la scopa in spalla. 
«Julie!»
Mi affianca.
«La tua amica?»
Gli indico con la testa gli spogliatoi. «È già entrata. Arriva.»
Albus annuisce. 
«Scorpius è ancora offeso?» azzardo.
«Più di prima, direi. Riley invece?»
Faccio spallucce. «Arrabbiata.»
Albus ghigna debolmente. «Quello non lo è sempre?»
Mi spingo contro di lui, tirandogli una patetica spallata. «Stai zitto, Potter.»
Lui ride. Poi mi saluta e trotterella di nuovo in campo. 
Cerco Scorpius con lo sguardo ma non lo vedo subito. Lo scorgo dopo un paio di minuti in aria, seduto sulla sua scopa con la mazza da battitore nella mano sinistra.
Il vento gli scompiglia i capelli, sparandoli tutti in direzioni diverse, facendolo sembrare un essere sovrannaturale. 
Con un brivido mi siedo sulla seconda gradinata, stringendomi nel mantello. 
Riley entra in campo seguita da Albus. Si vede lontano un miglio che stanno discutendo come loro solito. La mia migliore amica afferra l’altra mazza e fa per tirarla addosso a Potter che però si scansa fulmineo con una risata. 
Con la divisa da Quidditch Riley sembra ancora più magra e quasi mi impressiono. 
Quando si mette a correre per andare a prendere la sua scopa mi chiedo come facciano le sue gambe a tenerla dritta. 
Balza in sella in pochi secondi e raggiunge Scorpius girandogli un attimo intorno, giusto il tempo per chiedergli qualche informazione a me sconosciuta, e poi riparte velocissima. 
Albus esorta gli altri quattro membri della squadra a cominciare l'allenamento, infine raggiunge il biondo, già in aria da ormai almeno dieci minuti.
Fa un giro su se stesso con la scopa e mi sembra di scorgere Scorpius scuotere la testa. 
Riley dall'altra parte del campo libera le palle. I bolidi cominciano a volare impazziti, il boccino nemmeno lo vedo mentre Derek Nott afferra la pluffa con un gesto secco. 
Damon Hale si piazza davanti alle tre porte, aspettando impaziente che i cacciatori comincino a tirare. 
Le azioni cominciano a diventare ripetitive e noiose per me, così tirò fuori il libro di Antiche Rune e comincio a studiacchiare qua e là. 
Il sole comincia a calare, il vento a soffiare più forte e mi stringo forte nel mantello. 
Improvvisamente, dopo quasi un'ora da quando è iniziato l'allenamento sento la voce di Riley sovrastare l'ululato del vento. 
«Julie!» urla nel panico. 
Alzo la testa dal libro e capisco perchè tutta quella paura. 
Faccio appena in tempo a realizzare che un bolide impazzito sta per spaccarmi la faccia che una figura entra nella mia visuale e con una mazzata respinge indietro la palla volante, con un fischio sordo.
I capelli biondi di Scorpius gli coprono gli occhi quando abbassa lo sguardo su di me. «Tutto okay?» fluttua  in aria a pochi metri da me.
Annuisco. «Grazie...» 
Lui sorride debolmente. 
«Io e il mio naso te ne siamo immensamente grati.» tento di buttarla sul ridere ma lui riprende quota e torna a giocare. 
Mi fa più male di quanto do a vedere. 
È tutto così diverso quest'anno. È come se non riuscisse più a lasciarsi andare con me. Una volta parlavamo di tutto, non c'erano segreti. Eppure in questo momento so che dietro quell'indifferenza c'è qualcosa più grande di un semplice ricordo. 
Mentre lo fisso, seguendo con gli occhi tutte le sue mosse, ripercorro ogni istante di quest'anno cercando qualcosa. Qualcosa che avrebbe potuto incrinare così tanto il nostro rapporto. 
Ma non trovo niente. Assolutamente niente. Sempre i soliti modi, la solita routine, le stesse battute. Quel pensiero mi assilla, anche quando dopo un'altra ora Albus urla alla squadra che è finita e che sono liberi di tornare al castello. 

Quando i sei giocatori escono dagli spogliatoio, si muovono in gruppo verso il castello. 
Riley, accanto ad Albus con cui sta battibeccando come al solito, mi guarda. 
Le annuisco e lei prosegue lasciandomi sola di fronte allo spogliatoio maschile. 
Prendo un bel respiro ed entro. Sento il rumore dell'acqua di una doccia scendere. Fa caldo lì dentro e l'aria è umida. 
«Scorpius?» pigolo. Ma sono sicura che il rumore della doccia ha coperto la mia voce. 
Azzardo qualche passo più verso l'interno. L'acqua si ferma seguita da dei colpi sordi. Mi giro un attimo indietro, controllando la porta dietro di me. Faccio qualche passo in retromarcia. 
«Julie!»
Sobbalzo. «Scorpius!» dico di riflesso voltandomi. 
Fortunatamente ha un asciugamano legato in vita ma è ancora tutto bagnato. I capelli gli si sono appiccicati alla testa e vedo chiaramente le gocce d'acqua sul suo petto. Oh, questo sì che è imbarazzante. 
Mi porto le mani sugli occhi. «Scusa!» trillo di riflesso, la voce più acuta del normale. 
Il mio amico ride. «Non mi vergogno.»
«Io sì.» soffio attraverso le mani. «Pensavo fossi già vestito!»
Mi sembra di vederlo fare spallucce. «Albus mi ha fatto raccattare le palle.»
Gli do le spalle, per sicurezza. Ho marchiate a fuoco nel cervello le immagini del suo petto nudo. 
Oh, Merlino. Cosa vado a pensare?
Scende il silenzio e mi sento ancora più in imbarazzo. Lui invece continua tranquillo a fare le sue cose. Lo sento muoversi su e giù per lo spogliatoio mentre mi concentro a non togliere le mani dalla faccia. Dopo qualche interminabile minuto non sento più niente. 
Deglutisco. «Scorpius?» chiamo. 
Un leggero spostamento d'aria e improvvisamente lo sento dietro di me. Pochi centimetri dal mio corpo. Il suo respiro umido sul collo. 
Cosa...?
«Dimmi.» sussurra al mio orecchio. 
Cristo, Julie. Respira!
Cerco di riprendere il controllo delle mie facoltà mentali che sembrano essere sparite dalla circolazione. Quasi mi complimento con me stessa quando mi accorgo del tono con cui gli parlo, assolutamente controllato e normale. 
«Ti devo parlare.»
Lui annuisce -sento i suoi capelli umidi muoversi sulla mia nuca-, ma non si sposta. Poggia le mani sulle mie e me le toglie dagli occhi. 
«Sono vestito.» mi assicura mente mi fa voltare poggiandomi un palmo sulla spalla. 
Abbasso lo sguardo sul pavimento. «Grazie a Merlino. Mi cominciavano a fare male le braccia.»
Il biondo si china sulla panca, si mette il mantello e prende la sua scopa, issandosela in spalla.
«Va bene se ci avviamo?»
Annuisco, affondando nella sciarpa.  Usciamo dagli spogliatoi e il vento ci investe violento e gelato. Rabbrividisco mentre Scorpius non fa una piega, anzi mi sembra di scorgerlo sorridere divertito nella penombra. 
«Non ridere.» gli intimo infatti. 
«Sei la Serpeverde più freddolosa che io conosca.» commenta cercando di smetterla di ridere come un idiota, ma senza grandi risultati. 
«E tu sei...» non so come finire la frase quindi non lo faccio. 
Facciamo parecchi metri in silenzio. 
«Julie...» mi chiama. 
Annuisco. 
Sembra sul punto di dirmi, di confessarmi qualcosa ma poi si blocca. 
«Di cosa volevi parlarmi?»
Fisso i miei piedi sul terreno per qualche secondo poi comincio a parlare, alzando lo sguardo su di lui. 
«Cosa sta succedendo veramente in quella Stanza?»
Sa che mi sto riferendo alla Stanza delle Necessità, alle strane voci che girano, al suo comportamento strano. Si irrigidisce appena. Non l'avrei mai notato se non lo conoscessi così bene. 
«Io... non posso dirtelo.»
L'aria si fa pesante nei miei polmoni e nella mia testa lampeggia a scatti un'insegna luminosa di lampadine viola. Tradimento. 
Ed è esattamente così che mi sento. Tradita. È come se improvvisamente mi accorgessi di quanto sono stata patetica a non accorgermi di nulla prima. E come Eva, realizzo improvvisamente di essere nuda, di esserlo sempre stata, sotto lo sguardo di Adamo. Ma qual'è il serpente che mi ha condotta fin qui?
«Julie...» 
Rimango chiusa nel mio religioso silenzio, intrappolata nei miei pensieri, sforzandomi di non lasciar trasparire nient'altro che rabbia dalle mie espressioni. 
Scorpius sospira. «Non fare così, Julie.»
Ancora silenzio tombale. 
«Senti. Davvero ti aspettavi delle spiegazioni logiche?» 
Lo fulmino con lo sguardo, e se fossi davvero un serpente, sibilerei. 
«No. Sai cosa mi aspettavo dal mio migliore amico? Fiducia.» lo accuso fermandomi in mezzo al sentiero, subito imitata dal ragazzo.
Lui alza gli occhi al cielo. «Julie, non capiresti...»
«Allora è vero!» comincio ad alzare la voce e gesticolo leggermente. Un lembo della sciarpa si alza in aria, spinta dal vento. «Tutte quelle insinuazioni sulle ragazze!»
«Julie...»
Faccio qualche passo all'indietro. «Che cavolo, Scorpius! So come mi chiamo! Ti sembrerà strano, ma almeno quello l'ho capito!»
Fa per chiamarmi di nuovo ma si blocca in tempo. «È così tremendo se non voglio dirti una cosa? Un insignificante dettaglio della mia vita che non ti interessa?»
«Insignificante? Insignificante?! Vedi tuo fratello morto in uno specchio! Come faccio a non preoccuparmi, come faccio a... Arg!» alzo le mani in aria, stringendole poi in due pungi. 
«Ju...»
Lo interrompo. «Sai una cosa? Arrangiati, Scorpius. Tanto tu sei il grande Scorpius Malfoy, no? Arrangiati ma non venire da me poi, non venire a cercarmi!» 
Lui sbuffa. Che nervi. 
«Julie, adesso stai esagerando.»
«Non sfidarmi Scorpis Malfoy.» sillabo contenendo -non proprio- la rabbia. 
«Altrimenti?» mi provoca avvicinandosi leggermente. 
«Ho la bacchetta sotto il mantello, delle gambe funzionanti e tu hai un paio di palle in pericolo costante.» sibilo. 
Lui ghigna. «È per questo, la scenata? Sei gelosa delle mie palle?»
Arrossisco di rabbia e di imbarazzo. 
«Fottiti, Scorpius.» replico girandomi per andarmene. 
«È quello che farò stasera!» mi urla dietro mentre corro verso il castello. E non posso fare a meno di chiedermi come siamo finiti in tutto questo. 








Angolo dell'Autrice:

Okay, ammetto che la scena dello spogliatoio è molto cliché ma AHAHHAHA mi sono divertita così tanto e non ho proprio voglia di cambiarla. Quindi, pace e amore. La lasciamo. 

A parte questo, sono un po' dispiaciuta per il poco successo riscosso ma non perdo la speranza. D'altra parte sono sparita dalla circolazione per mesi, può succedere. 

E infine, vi lascio perché devo proprio sapere chi ha ucciso Cassidy Towne in Naked Heat e sono stufa di aspettare. Ahahaha 

Grazie comunque alla mia Emma. Mi erano mancate le tue recensioni chilometriche (alla quale ora vado a rispondere). :'D

Baci, pace e amore, mondo. 
Alla prossima! 
Alice
   
 
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