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Autore: SimoInvaded    09/06/2008    5 recensioni
"Andrai in Germania! Contenta?" Un sorriso a 132 denti splendeva davanti a me. "No mamma! Certo che no! Io odio la Germania! Vuoi farmi andare da zia Simone vero? No, non ci vado. E poi ci sono quei piccoli impertinenti dei gemelli. Li odio!"
E' vietato introdurre caratteri anomali sia nelle introduzioni che nei titoli.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ciaooooooooo! Questa è la mia prima fan fiction.
All'inizio potrà sembrare una semplice storiella...però vi assicuro che andando avanti...diventerà un pò più complicatuccia xD
Mi raccomando, commentate in tanti...kiss ^^

 

 

10 Luglio.

Il sole splendeva alto nel cielo.

Faceva molto caldo rispetto agli altri giorni.

Beh forse perché il cielo sapeva che sarei partita per la Germania.

Odiavo quella nazione.

Tutta colpa di mia madre.

 

“Tesoro, io e tuo padre domani dobbiamo partire per quell’ingaggio...staremo via per due mesi!”

“Uh davvero!?!? Bene...starò benissimo senza di voi per un po’...non ti preoccupare sarò prudente, e poi so cucinare da sola, e ci penserò io alla cas...” il suo dito fermo sulla mia bocca, mi fece zittire.

“Alt! Ma quanto parli eh!?! Comunque...no Simona. Non rimarrai da sola.”

“No mamma mica viene la nonna? Sai che non la sopporto!”

“Mi fai finire di parlare una buona volta?!?”

“Scusa...”

“Allora dicevo? Ah si...partirai anche tu! Ma non verrai con noi.”

“Ah meno male!”

“Andrai in Germania! Contenta?”

Un sorriso a 132 denti splendeva davanti a me.

“No mamma! Certo che no! Io odio la Germania! Vuoi farmi andare da zia Simone vero? No, non ci vado. E poi ci sono quei piccoli impertinenti dei gemelli. Li odio!”

“Beh quei piccoli impertinenti...come li chiami tu, per prima cosa sono più grandi di te, di ben tre anni. E poi l’ultima volta che li hai visti è stato parecchio tempo fa...alla tua comunione, se non mi sbaglio.”

“Si, lo so...ma io li odio lo stesso e sono impertinenti...”

“Dai che ti divertirai! Sai che sono diventati famosi? Hanno un gruppo, che sta avendo fama mondiale, anche in Italia sai? Non li hai mai visti in Tv?”

“No mamma, chi se li ricorda! Anche se li avrei visti, non li avrei riconosciuti. E sentiamo...come si chiama il gruppo?”

“Uhm...aspetta non ricordo...ah si! Tokio Hotel, Bill canta e Tom suona la chitarra, poi ci sono altri due ragazzi che suonano la batteria e il basso. Un bel quartetto!”

Mia madre continuava a sorridere...non c’era niente da sorridere invece!

Io sarei andata in Germania, in balia di due deficienti...oh no!

Ora che ci penso...ho già sentito il nome Tokio Hotel da qualche parte...si! quel gruppo rock...Monsoon! certo ho visto quel video...ma era inglese se non sbaglio...e poi quello che canta è una ragazza...forse mamma si è sbagliata.

Anche se ripensandoci, devo dire, che nei lineamenti assomiglia a Bill...e il chitarrista potrebbe essere Tom...l’ultima volta che l’ho visto, alla comunione, aveva i rasta come il chitarrista...

Oddio mi scoppia la testa!

“Simo mi stai ascoltando?!?” Mia madre interruppe i mie ragionamenti.

“No...veramente...ehm dicevi?”

“Sei sempre la solita! Dicevo che partirai domattina ok? Devi essere pronta per le 8, vai a preparare le valigie ora, su!”

“Ok...”

 

Ed ora eccomi qui, in auto, in giro per Lipsia.

L’autista non trova la casa...e te pareva...odio stare per tanto tempo in auto...doppia sfiga è questa!

“Signorina siamo arrivati.”

“Finalmente. Dirò a mia madre che non sai orientarti! Ti licenzierà!” Ero arrabbiatissima.

Io ero sempre stata una ragazzina arrogante devo ammetterlo, ero anche molto sfacciata, sempre con la risposta pronta.

Mai timida, mi ritenevano una bambina viziata.

Forse era vero, ma non mi importava del parere degli altri.

“Le mie valigie!”

“Ecco signorina, gliele porto fin sotto casa della signora Simone.”

Io mi avviai verso la porta di quella grande villa.

Ovviamente la mia era molto più grande rispetto a questa.

Ma mi ci sarei abituata, erano solo due mesi.

Suonai il campanello, un secondo dopo la porta si aprì.

“Tesoro! Ti aspettavamo entra!” ed ecco che Simone mi abbracciò, anzi mi stava quasi per stritolare.

“Zia non respiro...”

“Oh scusa tesoro, vieni entra.”

Dovevo ammetterlo Simone era una bellissima donna.

Impeccabile come sempre.

Anche se un po’ troppo affettuosa.

“Sai ci sono anche Tom e Bill. Quest’estate niente lavoro per loro.”

“Ah...bene.” feci un sorriso forzato, sembrava quasi una smorfia.

“Simona!” mi sentii chiamare, poco dopo vidi avvicinarsi un ragazzo.

Altissimo in mio confronto, capelli castano chiaro, rasta raccolti in una coda.

Portava dei vestiti larghissimi...proprio come il chitarrista dei Tokio Hotel.

“Simo! Ci sei!?!?” Quello che doveva essere Tom mi guardava perplesso.

“ Si si...ci sono...scusa pensavo...”

“ Che figa che sei diventata!!! Non ti ricordavo così!”

“Già...” la mia sfacciataggine era scomparsa...al suo posto, una timidezza che no avevo mai avuto.

“Io come ti sembro!?!” fece un giro, a mo di sfilata, intorno a se stesso.

“Carino...” arrossii

“Ohi...Simo...ti servirebbero un paio di occhiali da vista...sono bellissimo!”

Non risposi.

“ Credo tu stia dormendo ad occhi aperti...starai sicuramente sognando me...” sogghignò.

“Dai vieni, ti faccio vedere la tua stanza...seguimi.”

Attraversammo un grande salone...arrivammo a una grande scala di legno...

“Dov’è tua madre, Tom?”

“Non lo so...deve essere tornata in cucina...sta preparando una grande cena...Ah ma allora tu parli!”

“Certo che parlo...non dovrei?” dissi confusa.

Rise. “Certo che dovresti! Ecco la tua stanza...”

Aprì l’ultima porta di quel grande corridoio che avevamo appena attraversato, mi fece entrare...era una stanza bellissima!

Di fronte a me, un grande letto e 2 piazze in ferro battuto...con delle lenzuola rosa...e ai lati 2 comodini di legno.

Alla mia destra un grande armadio uguale ai comodini.

E alla mia sinistra una grande finestra, con delle tendine dello stesso colore delle lenzuola, che affacciava su un grande parco pieno di piante e fiori...sotto la finestra una scrivania.

“Fantastica! Sembra la casa delle Barbie!!! Come mai una stanza da femmina?...cioè mi spiego meglio. Tu e Bill siete maschi, non avete mica una sorella!?!? Chi dorme qui di solito?”

Tom scoppiò a ridere. “No! Quale sorella! Questa era la stanza di tua madre...quando veniva qui da ragazza, l’abbiamo tirata a lucido un po’, ed eccola qui, tutta per te!”

“Ah grazie! Ehm...Bill? Non c’è? Volevo tanto salutarlo!” feci la finta imbronciata...più che altro volevo vedere se veramente sembrava una ragazza...ero troppo curiosa!

“Bill? Non so, era qui fino a 5 secondi prima che venissi tu...”

 Poco dopo sentimmo bussare alla porta della “mia” camera...ma...Tom l’aveva chiusa!?

 

 

  
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