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Autore: Fire Human Guts    29/01/2014    4 recensioni
Amava i clown, dalle loro parrucche alle loro enormi scarpe colorate.
Ad Abigail piacevano anche le farfalle, ma non quelle che volavano nel suo stomaco, però.
Quelle le facevano venire la nausea, oppure era veder Louis Tomlinson baciare la biondina di turno? Questo non lo sapeva, ma di una cosa era certa.
Amava Louis Tomlinson.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abigail rivolse un sorriso a trentadue denti a sua madre prima di lasciarle un dolce bacio sulla guancia e sotto il suo sguardo divertito si guardò allo specchio del salotto.
Aveva indossato una gonna larga e lunga fino ai piedi di un colore tra il marrone ed il giallo, Abigail non riusciva a capirlo. Una maglia nera, infilata nella gonna, dallo scollo largo e i suoi soliti anfibi neri che sua madre odiava perché erano fin troppo consumati e vecchi... Le davano un'aria sciatta, diceva.
“Tesoro, cos'è tutta questa fretta di andare a scuola e questo buon umore?” Domandò la madre indossando le scarpe con il tacco e infilando in borsa i soliti fazzoletti. 
“Il buongiorno si vede dal mattino.” Rispose con una frase che non c'entrava molto in quel  contesto. 
“Come va con quel ragazzo che ti fa ripetizione?” Domandò di nuovo Maura ignorandola e infilando la borsa in spalla. Andava di fretta, ma le solite domande di routine per Abigail non mancavano mai.
“Sbrigati Dakota o faremo tardi!” Urlò Niall facendo irruzione nel salotto e aprendo la porta d'ingresso. La bambina di sei anni uscì di fretta dal bagno e aggiustandosi il codino di capelli biondi dietro la nuca, corse incontro al fratello. “Ho fatto, uomo.” 
Niall scoppiò a ridere per quel nomignolo che le aveva affibbiato la sorellina e lanciò un bacio volante alle due donne in salotto intente ad osservarli. “Bene.” Rispose frettolosamente Abigail cercando di sviare il discorso ad altro. Maura lo capì e lanciando una fugace occhiata al suo orologio da polso batté le mani e imitò Niall e Dakota chiudendosi la porta alle spalle.
Abigail riuscì ad udire solo un “Buona giornata, tesoro!” Urlato dalle scale del condominio.

“Ringraziami.” Sussurrò Mallory mentre il professore di biologia spiegava un argomento che Abigail non stava ad ascoltare. La sua mente era troppo occupata a fantasticare su Louis e su ciò che il giorno prima gli aveva detto.
Il fastidioso dubbio di aver sbagliato o fatto bene a fidarsi di lui in quel modo continuava a lampeggiare come un campanello d'allarme, ma lei semplicemente lo ignorava.
“Per cosa?” Chiese non appena Mr Young voltò lo sguardo verso gli alunni della fila a destra.
“Per aver detto a tuo fratello che in matematica sei negata.” Borbottò Mallory scarabocchiando qualche faccina sorridente sul suo quaderno a righi. Abigail sbuffò.
“Non ti ringrazio. Non hai fatto altro che peggiorare le cose.” L'accusò allontanandosi leggermente da lei.
“Smettila di fare la finta tonta. Non ti fa piacere avere Louis Tomlinson come tutor?” Chiese lanciandole un occhiata maliziosa, Abigail non sopportava occhiate del genere. Mallory era la sua migliore amica, ma certe volte davvero non riusciva a seguirla, non ci voleva molto a comprendere che loro due erano nettamente differenti, eppure si completavano a vicenda.
Chiuse il quaderno con stizza, nonostante la lezione non era ancora terminata. “Dimmi un po', perché tu e mio fratello complottate contro di me? Avete per caso una relazione di cui non so nulla?” Chiese alzando il tono di voce e prima che se ne rendesse conto, Abigail e Mallory avevano gli occhi di tutta la classe puntati addosso mentre il professore le osservava con un sorriso divertito e le braccia incrociate al petto. “Signorina Horan, le dispiace rimandare a dopo i pettegolezzi su suo fratello?” 
“Mi scusi Mr Young.” Rispose in completo imbarazzo mentre alcune ragazze la deridevano. “Bene, riprendiamo.” Concluse il professore riportando l'attenzione della classe su di lui.
Abigail non sopportava quando il fratello e Mallory si scambiavano telefonate, perché la maggior parte degli argomenti delle loro discussioni era La travagliante vita privata di Abigail Horan e non le era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione di qualcuno.

“Raccontami i dettagli!” Piagnucolò Mallory incrociando le braccia al petto e comportandosi come Dakota quando aveva circa quattro anni. “Te lo ripeto per l'ultima volta, non c'è nessun dettaglio rilevante. Abbiamo passato l'intero pomeriggio a svolgere esercizi difficilissimi.” Ripeté trovandosi davanti al suo armadietto, lo aprì dopo due vani tentativi.
“Mallory, ma il tuo armadietto è laggiù, cosa ci fai ancora qui con me?” Domandò Abigail indicandole il suo armadietto, decisamente più lontano dal suo. Aveva troppa voglia di mandarla via e rimanere da sola. “Okay, ma non non la passerai liscia. Devi raccontarmi tutto.” E a quelle parole fece retromarcia per poi avviarsi a grandi passi verso il suo armadietto.
Abigail tirò un sospiro di sollievo, finalmente un po' di pace. Voleva bene a Mallory, ma quando diventata così insistente, lunatica e rompi scatole le sarebbe piaciuto mandarla a quel paese liberandosi di lei. Insomma, tra lei e Louis non era successo nulla... Avevano chiacchierato, lei gli aveva svelato i suoi segreti, in un certo senso, ma non c'era stato nulla di più, anche se le sarebbe piaciuto.
“Farfallina!” La voce squillante di Louis fece voltare Abigail che sobbalzò di poco e rimase sorpresa della sua attenzione. “Ciao Louis.” Borbottò infilando nello zaino il libro di letteratura che di lì a poco avrebbe dovuto usare.
“Come va, farfallina?” Chiese con un sorriso smagliante sulle labbra, sembrava più allegro del solito. “Farfallina?” Lo ignorò riflettendo sulle sue parole. Le farfalle che aveva nello stomaco si agitarono ancor di più. “Ti si addice come soprannome.” Spiegò gesticolando animatamente con un bicchiere di cartone tra le mani. Sembrava agitato.
“Tutto bene, Louis?” Domandò Abigail corrugando le sopracciglia e assumendo un'aria leggermente preoccupata. “Non vale, l'ho fatta prima io la domanda!” Esclamò battendo un piede a terra ed incrociando le braccia al petto. 
Abigail sbuffò alzando gli occhi al cielo, ecco un altro bambino!
“Io sto bene e tu?” Chiese di nuovo chiudendo l'armadietto mentre gli occhi azzurri di Louis la scrutavano con attenzione, la ragazza abbassò immediatamente lo sguardo arrossendo, presa alla sprovvista.
“Sono felice. Ho una sorpresa per te.” Abigail arrossì ancor di più e sgranò leggermente gli occhi assumendo un'aria interrogativa e fissandolo, forse, troppo insistentemente perché Louis scoppiò in una sonora risata, l'ennesima risata che ad Abigail fece tremare il cuore.
“Che sorpresa?” Chiese forse con troppa enfasi. Louis serrò le labbra e chiuse gli occhi.
Abigail lo osservò attentamente. Portava una semplice t-shirt blu a maniche corte, un jeans scuro abbastanza attillato e le solite vans scolorite, mentre dallo zaino verde  bottiglia fuoriusciva una felpa bianca. Era bellissimo.
La sua attenzione però, venne catturata dal bicchiere di cartone marrone che aveva tra le mani, storse il naso non appena lesse la parola a caratteri cubitali stampata sul cartone coffee.
Abigail odiava il caffè.
Louis riaprì gli occhi, incrociò le gambe in modo buffo e la sua bocca mostrò un sorriso grandissimo. “Vieni con me e lo scoprirai.” Dichiarò in tono solenne porgendole la mano. Abigail scosse il capo ignorando la mano e fece una piroetta, mentre la gonna marrone o gialla? Che aveva indossato svolazzò davanti agli occhi sorridenti del ragazzo che aveva davanti.
“Okay, andiamo.” Annunciò.

“L-Louis?” Balbettò in agitazione Abigail non appena intravide Zayn Malik chiacchierare con una ragazza dai capelli viola davanti la classe di storia dell'arte, qualche metro più avanti di loro. “Mhmm...” Mugugnò Louis aumentando di poco il passo e continuando a camminare in direzione del ragazzo inquietante.
“Ho lezione di letteratura, la classe si trova dall'altra parte della scuola. Cosa ci facciamo qui?” Chiese fermandosi di colpo in mezzo al corridoio mentre un ragazzo sbadato le diede una spallata facendola barcollare in avanti. “Non preoccuparti, devo solo...” Abigail sventolò una mano davanti al viso di Louis zittendolo “Vuoi farmi parlare con quello lì?” Indicò il moro ma poi rimise immediatamente la mano dietro la schiena cercando di non farsi notare, Louis sorridendo bevve un sorso del suo schifoso caffè freddo.
L'odore arrivava fino a lei, ma non sembrava poi così tanto male... Anzi, sembrava avere un buon odore, immaginò l'aroma di quel liquido scuro e si leccò le labbra.
“Cosa c'è di male? Zayn è mio amico, siamo vicini di casa e ci conosciamo da tanto, è un bravo ragazzo e tu hai bisogno di superare questa paura.” Annunciò quasi come se fosse questione di vita o di morte il loro incontro, ma Abigail era testarda ed era decisa a non avvicinarsi più di tanto a quell'individuo. “Come con matematica ricordi? Hai superato la paura!” Continuò Louis gesticolando con le mani, facendo quasi rovesciare il caffè a terra.
“E poi è amico a tuo fratello.” Aggiunse ancora. 
“Non ho del tutto superato quella paura e poi non è la stessa cosa.” Borbottò incrociando le braccia al petto, adesso era lei la bambina.
Louis sbuffò, alzò gli occhi al cielo e afferrò Abigail per un braccio trascinandola verso Zayn e la ragazza. 
La campanella suonò facendo risuonare il suo solito suono stridulo ed irritante per tutto l'edificio scolastico. Ed Abigail mai come quella volta adorò quel suono.
“Louis, io devo andar...” 
“Ehi, Zayn!” La voce di Louis riempì il corridoio quasi vuoto mentre la ragazza dai capelli viola andò via. “Louis.” Borbottò il moro lanciando un'occhiata ad Abigail che lo osservava di sottecchi mentre la pancia continuava a fare i salti mortali. 
E non riusciva a comprendere se era per Zayn e il suo sguardo annoiato quanto inquietante o Louis che stringeva il suo polso con un tocco debole quanto autoritario.
“Lei è la sorella di Horan.” La indicò con la mano libera e sorrise amichevolmente . Zayn si limitò ad alzare il capo in un cenno di saluto per poi prepararsi ad andare a lezione. 
Abigail era quasi sul punto di tirare un sospiro di sollievo ma Louis lo bloccò. “Amico, potresti dirle qualcosa?” Gesticolò ancora ed Abigial capì che lo faceva abitualmente che era quasi un vizio per lui.
Zayn corrugò la fronte, infilò una mano nella tasca dei jeans e con l'altra aggiustò lo zaino in spalla e chiese rivolto ad Abigail “Cosa dovrei dirti?” La ragazza deglutì rumorosamente ma si rese conto di avere la gola troppo secca per poter rispondere, allora scosse il capo lentamente mentre continuava a tenere gli occhi puntati nei suoi.
Non sapeva il perché di quella stramba paura ma c'era qualcosa in Zayn Malik che la preoccupava non poco.
“Le fai un certo effetto.” Continuò Louis tossicchiando fintamente e stritolando ancor di più il polso della ragazza incitandola a dire qualcosa. Zayn alzò un angolo della bocca per poi assottigliare gli occhi, le si avvicinò di qualche passo ed Abigail non potette fare a meno che indietreggiare altrettanto. Zayn ampliò il sorriso notando lo sguardo buffo da parte della ragazza. “Ti piaccio?” Domandò ancora mutando di poco il sorriso. I soliti sorrisi maliziosi che Abigail non sopportava. Scosse di nuovo il capo.
“Ha paura di te.” Chiarì Louis sorseggiando le ultime gocce di caffè osservando attentamente i due.
Zayn la osservò per qualche minuto in silenzio con sguardo indagatore.
Qualche minuto che ad Abigail sembrarono ore, sentì la presa di Louis al suo polso farsi sempre più debole, finché non la lasciò del tutto andare e la sua mano ricadde lungo i fianchi. Ed Abigail si sentì quasi... Persa.
Lanciò un'occhiata frettolosa a Louis, gli occhi velati da un alone di preoccupazione misto a paura. Era agitata e stava cadendo nel panico totale. Mordeva istericamente il labbro inferiore, picchiettava a terra il piede e strofinava le mani che le sudavano sulla gonna lunga.
Zayn scosse il capo divertito gettò la cartella a terra che con un tonfo rimbombò in tutto il corridoio, ormai vuoto, ma soprattutto nelle orecchie di Abigail e allargò le braccia. “Mi dai un abbraccio?” Chiese in modo così infantile e sincero da non rispecchiare affatto il suo aspetto da duro e ad Abigail le venne quasi da sorridere nonostante le mani le tremassero.  Avanzò lentamente di due esatti passi e poi si infilò tra le braccia del moro che odorava di menta e bagnoschiuma alla vaniglia.
Non appena si distaccarono Abigail cominciò a sentire il cuore pompare di nuovo sangue, lo stomaco calmarsi e le mani tremare sempre di meno, gli occhi castani di Zayn si chiusero leggermente e domandò con un pizzico di ironia nella voce “Va meglio adesso? Perché sai, posso abbracciarti di nuovo se vuoi... Io non mi faccio problemi.” Chiarì rivolgendole un occhiolino. 
Abigail annuì e abbozzò un sorriso così tirato che sembrò quasi una smorfia di dolore.
Le bastava così, aveva abbracciato Zayn Malik, il ragazzo di cui aveva paura e che era sempre pronta ad evitare, Mallory non ci avrebbe mai creduto!
Zayn si avvicinò di nuovo, pronto ad un altro abbraccio, ma Louis si immischiò. “Penso che per oggi vada bene così.” 
Il suo sorriso era velato da un pizzico di soddisfazione e preoccupazione che solo Zayn riuscì a decifrare.

“Ti odio a morte.” Borbottò Abigail sapendo che in realtà quello che provava per Louis Caffè Tomlinson era tutt'altro. “Dovresti amarmi piuttosto.” Borbottò fintamente offeso il moro.
Erano fermi fuori scuola da dieci minuti buoni a parlare su ciò che aveva provato Abigail conoscendo Zayn, nonostante la scuola fosse terminata da un pezzo. “Oh, ti amo eccome.” Avrebbe voluto rispondergli, ma evitò.
Abigail era davvero arrabbiata con lui, nonostante ciò che provava nei suoi confronti, sentiva la rabbia ribollirle nelle vene ed arrivare quasi al cervello.
Aveva fatto la figura della stupida ed era inevitabile, ci sarebbe stato qualcun altro a chiamarla strana. 
“Sei arrabbiata?” Domandò Louis con un leggero timore nella voce.
Abigail avrebbe voluto fare delle giravolte all'infinito, ma sapeva che in quel momento non le sarebbe servito a niente.
Non rispose.
“Hai superato la paura.” Cercò di persuaderla, strascicando le parole.
Abigail appoggiò le mani incredibilmente minuscole sui suoi fianchi e “Ti odio a morte!” Ripeté, Louis le rivolse solo uno sguardo poi lo puntò a terra mortificato. “Sei un deficiente.” Lo insultò ancora e il ragazzo sbuffò, alzò gli occhi al cielo e “Farfallina, che ne dici di affrontare tutte le tue paure?” Domandò affibbiandole di nuovo quel nome che ad Abigail, però, piaceva. 
La ragazza lo osservò con un espressione accigliata, si rigirò tra le dita una ciocca di capelli biondi, deglutì, si fissò gli anfibi neri e non rispose, rimase in silenzio, perché la risposta era un no categorico.
Louis aveva un dono nel rigirare la frittata e cambiare discorso.
“Per favore!” Piagnucolò il ragazzo cacciando all'infuori il labbro inferiore e assumendo un espressione triste. “Non se ne parla.” Rispose in modo autoritario.
“D'accordo. Ci vediamo domani a scuola.” Le fece la linguaccia e cambiò discorso, di nuovo. “Oggi non abbiamo ripetizione?” Domandò palesemente delusa. 
“Oggi è il mio giorno libero, ricordi?” Le rammendò sorridendole. “Oh.” Fu tutto ciò che le uscì dalle labbra carnose.
“A domani e se cambi idea fammi sapere.” Le fece l'occhiolino e si allontanò a passo spedito verso casa. Ad Abigail le si bloccò quasi il cuore a vederlo andare via e fu inevitabile. 
Le sue labbra si mossero da sole, la voce uscì senza aver avuto il permesso ed i piedi corsero verso Louis in un moto meccanico. “Si!” Esclamò.
Il moro si voltò sorridendo, tornò indietro raggiungendola. 
“Sapevo che avresti accettato!” Esclamò con l'eccitazione nella voce. Abigail sorrise e in che guaio mi sono cacciata? Pensò.
“Scattiamo una foto per sigillare il patto.” Trillò cacciando da tasca l'iphone, azionò la fotocamera e scattò una foto leggermente sfuocata e scappò via. “Sono in ritardo!” Urlò da lontano. 
Ed Abigail sorrise perché amava scattare le fotografie.

 
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