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Autore: sakura18    29/01/2014    1 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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   -già. Dobbiamo giocare a pallavolo dopo. Credo- lei annuì. Sì, sicuramente avremmo giocato a pallavolo.
   Il prof ci fece mettere sulla riga.
   -oggi, come avrete capito giocherete a pallavolo. Maschi contro femmine. Via! Andate in campo- fischiò un'altra volta. Dovevo fare la schiacciatrice. però c’era una ragazza più alta di me, doveva farla lei la schiacciatrice, non io. Comunque è solo un gioco. La partita iniziò.
 
   Alla fine vinsero i maschi, abbiamo fatto tre partite. La prima l’abbiamo vinta noi e le altre due ovviamente i maschi. Sono caduta un paio di volte e mi sono beccata una pallonata nel braccio, per il resto le partite sono state divertenti.
   Ci andammo a cambiare e finalmente potevamo andarcene a casa. Uscì e vidi le mie amiche aspettarmi. Le raggiunsi.
   -hey, che succede?-
   -niente, volevamo solo salutarti… No, volevamo sapere se va tutto bene- erano preoccupate per me, che carine.
   -si va tutto be…- non riuscì a finire la frase che qualcuno mi trascinò via. Cercai di fermarmi o di allentare la presa, ma niente. questa presa, questa mano… è quella di Hiroki! Perché mi sta trascinando via?
   -lasciami! Dove mi stai portando?- ormai avevo rinunciato a lottare per liberarmi era troppo forte.
   -devo farti vedere una cosa. Stiamo andando nel bosco- nel bosco? adesso? Cosa deve farmi vedere nel bosco? ha trovato una tana di un lupo? Dei lupacchiotti? Che cosa? Sto letteralmente impazzendo oggi.
   -hai intenzioni di trascinarmi a forza fino al bosco?- non mi rispose, camminò e basta. Gli vedevo solo la schiena e i capelli. Non si voltò neanche una volta. Il mio cuore cominciò a galoppare e non so come mai. Ora anche io sono nervosa, non so cosa vuole è questo che mi preoccupa, il non sapere. Ho paura.
   Dopo un bel po’ di camminata nel bosco si fermò in una radura. È quella dove avevamo fatto il pic-nic. Mi lasciò la mano e io mi fermai, lui rimase un attimo fermo davanti a me poi si incamminò da solo allontanandosi da me di dieci passi. Cominciò a spogliarsi. Oddio. Cosa… cosa vuole fare? Il cuore va a mille, mi sudavano le mani. Si è tolto la giacca di pelle e la buttò per terra dove capitava, mi dava ancora le spalle. Poi si tolse il maglione, rimase con una maglietta bianca a maniche corte. Non si è tolto i jeans. Allargò le braccia e alzò la testa verso il cielo. Sta per succedere qualcosa. Me lo sento. Avevo paura, ma il mio sguardo rimase sul ragazzo con le braccia aperte e il volto verso il cielo. E poi accadde. Durò pochissimo, un battito di ciglia se in quel momento sbattevo gli occhi mi sarei persa la scena, ma fortunatamente li avevo completamente spalancati. Vidi che si aprivano due linee. Una nella spalla destra e l’altra nella sinistra. E infine esplosero e vennero fuori un paio di ali. Erano enormi e possenti. Le mie gambe ebbero un leggero tremolio. Un angelo. È questo che è Hiroki. Era il mio disegno. E io lo sapevo –in qualche modo- Ed era splendido. Mi accorsi che mi stavo muovendo verso di lui e quando mi fermai ero dietro i lui, ero talmente vicina che se allungavo la mano potevo toccargli l’ala. E finalmente vidi il colore. Le penne erano dorate e le piume bianche con il contorno nero. Allora erano sue. Sorrisi. Allungai piano una mano, avevo paura che se lo toccavo sparissero. Avevo paura che fosse un sogno. Vidi che teneva le mani lungo i fianchi chiuse a pugno e teneva la testa bassa. Anche lui aveva paura. La mia mano era quasi arrivata, e se gli faccio male se gli tocco le ali? Ma ormai era troppo tardi la mia mano era già appoggiata sulle piume. Erano davvero morbide, accarezzai quell'ala morbidissima, mentre lo facevo lui ebbe un brivido, così smisi. Forse gli stavo facendo male. Lui piegò le ali dietro la schiena e si girò. Ora potevo vedergli il viso finalmente. Stavo allungando di nuovo la mano per potergli toccare una guancia. Gli punzecchiai la sinistra con l’indice, lo feci un po’ di volte fin ché lui la prese e intrecciò le dita, mi stava tenendo la mano. Mi stava tenendo per mano! Un angelo mi sta tenendo la mano! Non ci posso credere. È fantastico, lui mi ha osservata per così tanto tempo, però anche io in un certo senso l’ho osservato.
   -perché ti sei fermata?- mi chiese l’angelo. La sua voce rimase quella di prima, ma visto il momento mi è sembrata più magica, più cristallina, forse perché lo ha detto in un modo dolce in un modo che non avevo mai sentito.
   -pensavo che ti facesse male- volevo che sorridesse. Voglio che mi sorrida, ma rimase serio a guardare ogni mia minima mossa, ogni mia emozione, ogni mia espressione.
   -non mi fa male. È una bella sensazione invece- aprì l’ala sinistra e mi circondò, lui appoggiò la mia mano sulla sua ala, era così morbida. È
una cosa indescrivibile, tenevo lo sguardo fisso su quelle piume bianche, mi stavano ipnotizzando. E così il ragazzo che mi piace è un angelo. E questo angelo mi ha osservata per molto tempo attraverso la mia finestra. La mia finestra? La mia camera? Lo guardai con una furia negli occhi.
   -cosa? Cosa c’è?-
   -cosa c’è? Mi hai spiata mentre mi cambiavo? Non mi hai vista mentre mi cambiavo vero? So che mi osservavi ho trovato delle tue penne e piume. Non dirmi che hai visto… che mi hai visto…- lui portò le mani in avanti come per dire “non sparare”.
   -no! Assolutamente no, ti guardavo dormire tutto qui, non mi sarei mai permesso si vederti nuda. Credimi, non ho visto niente- era arrossito moltissimo, non potevo rimanere arrabbiata con lui per molto tempo e poi ha un faccia buffa! Risi e ritornai ad accarezzare l’ala che ancora mi circondava.
   -è fantastico. Sei un angelo- per la prima volta, oggi lo vidi sorridere. Sembrava come se si fosse tolto un peso. Lui si avvicinò e mi mise le mani sui fianchi, io lo guardai sorpresa. E ora cosa vuole fare? non mi piaceva come mi stava sorridendo, sembrava un sorriso malizioso, gli misi le mani sul petto per tenere una certa distanza. Ma lui non fece niente.
   -ti va di volare?- mi si gelò il sangue. Cosa.. cos'è che vuole fare? volare? Con.. me? Mi vuole portare lassù?
   -no, no ho paura e se poi cado?- piegò la testa da un lato.
   -potrei mai farti cadere? In fondo sono il tuo angelo custode- sorrisi alla parole “angelo custode” più o meno è così, anche se non mi ha salvato da niente. se rifiuto un’opportunità del genere sono veramente una stupida. Volare insieme ad un angelo e non un angelo qualsiasi, volare insieme a Hiroki. Non posso assolutamente rifiutare.
   -sì, mi va di volare- sorrise a trentadue denti, è il primo vero sorriso che mi regala e mi piace un sacco, voglio che mi regali molti altri sorrisi, molte altre emozioni. Lui mi abbracciò e io mi aggrappai allacciando le braccia attorno al suo collo. Sembrava un normale abbraccio, senza le ali e senza il fatto che stiamo per prendere il volo. Nascosi il viso contro il suo petto e sentì una risata. Cominciò a sbattere le ali creando un vento fortissimo, poi fece un salto, un unico salto e non sentì più la terra sotto i piedi. Quando mi accorsi che non tornava più giù mi aggrappai ancora di più a lui e Hiroki mi strinse più forse. Tra le sue braccia mi sentivo così bene, mi sentivo come se fossi a casa, non potrei aver un posto più sicuro che tra le braccia di Hiroki.
   Stavamo volando, Hiroki cominciò a volare dritto e sentivo le gambe a penzoloni così mi aggrappai a Hiroki anche con le gambe e le intrecciai ai suoi fianchi.
   -puoi guardare ora- piano, piano aprì gli occhi, ma vidi solo la sua maglia, voltai piano la testa e vidi del verde e del blu. Misi a fuoco e… Siamo davvero in alto! Mamma! Paura! Paura! Sentì le braccia di Hiroki stringersi ancora di più e questo mi tranquillizzò e guardai il bellissimo panorama, non andavamo molto veloci qualche volta entrava nel mio campo visivo l’ala sinistra dell’angelo, ancora non ci posso credere. Ha voluto condividere il suo segreto con me, questo mi rende davvero speciale e felice. Mi agitai quando vidi dei cervi correre e poi di nuovo quando vidi un orso con i suoi cuccioli. Hiroki mi doveva tenere ferma con tutta la sua forza da quanto mi muovevo a indicare gli animali. È fantastico poter vedere il mondo da quassù. Questo posto è magnifico.   
   Mi appoggiai alla sua spalla godendomi il panorama. Hiroki si piegò a destra e tornò indietro. Non dirmi che il viaggio è già finito? Non voglio! Mi piacerebbe stare così per sempre.
   Arrivammo nel punto in cui siamo partiti, ma non scese, si rimise in “piedi” tolsi le mie gambe sai suoi fianchi. Ogni volta che sbatteva le ali mi circondavano ed era una sensazione di protezione bellissima. Eravamo solo io e lui. E nessun altro. Vidi che era ancora nervoso, c’è dell’altro che deve dirmi. La paura tornò a impossessarsi di me.
   -cosa succede?- chiesi preoccupata e un tantino terrorizzata.
   -devo dirti un'altra cosa, ma non so come dirtelo- sarà una cosa brutta? O una bella? Non ne ho idea. Chiuse gli occhi e tirò un sospiro, anzi tre lunghi sospiri e poi tornò a guardarmi.
   -Rosy tu…- deglutì. -tu… mi piaci- che cosa? Io.. Io gli piaccio? Un sorriso si impadronì delle mie labbra, speravo tanto che ricambiasse i miei sentimenti e ora mi ha detto che gli piaccio! Questa è la giornata più bella della mia vita.
   -puoi ripetere?- lui sorrise e si avvicinò ancora di più a me, i nostri nasi quasi si sfiorarono.
   -tu mi piaci- e di nuovo un sorriso ancor più grande si presentò sulle labbra. E anche sulle sue. Ora toccava a me dichiararmi.
   -anche tu mi piaci. Hiroki-
   -Rosy- si avvicinò lentamente, io rimasi ferma, aspettando. E finalmente sentì le sue labbra sulle mie. Era un bacio dolce e delicato. Le sue labbra sono morbide e calde. Lui si staccò piano come se avesse paura che mi potessi rompere. Appoggiò la sua fronte contro la mia e ci sorridemmo per poi iniziare un bacio più appassionato di prima. Il nostro primo bacio è stato delicato come un fiore, questo invece è romantico e allo stesso tempo appassionato. Da quanto ero felice mi scesero alcune lacrime che si unirono alle nostre labbra rendendolo salato, con una mano mi accarezzò una guancia e la lasciò appoggiata concludendo il bacio, sorridendomi. Con l’altra mano mi strinse un paio di volte per farmi capire di reggermi bene a lui, tolse la mano e la appoggiò sull'altra guancia. Mi circondò con le ali scendendo lentamente, e mentre scendevamo giravamo su noi stessi, che cosa incredibile. Chissà come fa. Toccammo terra, il giro è finito ora si ritorna sulla terra ferma. Sono sicura che appena domani mi sveglierò sarà tutto finito. Il solo pensarci mi rattristò. Scossi la testa come per cancellarlo e in qualche modo la tristezza se ne andò. Aveva ritirato le ali. Ora poteva sembrare una persona normale, come unica prova aveva due tagli nella maglia. Feci un passo indietro, ma lui mi prese le mani e mi tirò verso di lui. Vidi che aveva qualcosa nelle mani. Una sua penna. Lui mi alzò il viso per guardarlo.
   -c’è un ultima cosa che vorrei chiederti- questa volta la paura non si presentò. Non ero neanche nervosa. Sentivo solo la felicità. Questa volta fu lui a fare un passo indietro tenendomi le mani.
   -dimmi- fece un respiro profondo.
   -vuoi uscire con me? Intendo come coppia-
   -mi stai chiedendo se voglio essere la tua ragazza?- lui arrossì e fece leggermente di sì con la testa. -sì. Voglio uscire con te- sorrise e mi mostrò la penna. Io la presi e la rigirai per guardarla da ogni angolazione.    -un regalo per te. Per ricordarti di oggi-
   -come faccio a dimenticarmi di oggi? Comunque, grazie Hiroki. Mi piace tantissimo-
   -sono contento che ti piaccia e che non ti dimenticherai di oggi. Ora è meglio se ti riporto a casa altrimenti tuo padre si preoccuperà. io annuì e mi accompagnò a casa. Questa volta non mi trascinò, ma rimase al mio fianco tenendomi per mano. 


Hiroki

  
   È umana. È assolutamente un essere umano. Mentre la guardavo accarezzarmi l’ala sentivo dentro di me scoppiare la felicità. Non aveva esitato quando ha scoperto le mie ali, non ha avuto paura. Io ero l’unico ad essere terrorizzato. Ero terrorizzato all’idea che mi guardasse con odio o con terrore, ma quando ho sentito le sue dita appoggiarsi sulle mie piume, ho sentito un brivido di piacere scorrermi nelle vene. Non ho mai provato una sensazione simile. Mentre volavamo insieme nel cielo era elettrizzata, all’inizio aveva un po’ paura, ma quando ha visto tutti quei animali, si è talmente animata che mi è stato difficile tenerla ferma.
   Ripensando a questa giornata non potevo non sorridere, mi rigirai nel futon, ma non riuscì a prendere sonno. Impossibile ho così tanta adrenalina nel corpo ancora. Mi farebbe bene un volo. Rimasi qualche minuto per vedere se il sonno si impossessava di me, ma a quanto pare non ne ha la minima intenzione. Così mi alzai e mi vestì, non vidi neanche cosa stessi indossando, non era importante vestirsi bene per farsi un volo.
   Uscì di casa, una folata di vento mi colpì il viso risvegliandomi ancora di più, annusai l’aria. C’era odore di neve. Sentì un formicolio nelle scapole e subito dopo sentì un pizzicotto, segno che le mie ali sono fuori, libere. Ogni volta mi sento del tutto aperto, libero. Certe volte è dura tenere le ali nascoste dagli esseri umani soprattutto se sono arrabbiato o felice.
   Mi preparai per spiccare il volo, e saltai. Cominciai a sbattere le ali per prendere quota e in pochi secondi ero a metri e metri di distanza dalla terra. Potevo vedere gli alberi, i laghi i fiumi, le case… non sapevo dove stavo andando, ma una parte di me mi stava guidando ad una meta precisa. L’unico posto dove andavo. L’unico dove volevo andare e dove volevo restare.
   Atterrai piano sul tetto, stando molto attendo a non far rumore, ma a quanto pare non sono stato così bravo a essere silenzioso. Ogni volta finivo per fare un rumore. Soprattutto quando dovevo spiccare il volo, mi è impossibile essere silenzioso in quel momento. Ora sono proprio sopra la sua camera. Non è una cosa giusta spiarla, visto che si è già arrabbiata perché pensava che l’avevo vista nuda, però non è che io non l’ho mai vista mentre si cambiava, c’è stato una sera che l’ho intravista, ma ho distolto subito lo sguardo, non sono quel tipo di ragazzo.
La osservavo mentre dormiva, aspettavo che spegnesse la luce e poi mi appoggiavo alla finestra e rimanevo lì a guardarla. È così bella, la pelle candida come la neve, le guance leggermente arrossate, i suoi capelli rosso scuro, le sue palpebre chiuse con le sue nerissime ciglia che le accarezzavano le guance. La luce che veniva spenta mi riportò alla realtà. Stava andando a dormire. Ma dormirà davvero? Aspettai appollaiato sul tetto altri venti minuti prima di andare alla sua finestra. Atterrai silenziosamente e mi appoggiai, come un bambino appiccicato alla vetrina di un negozio di caramelle. Ecco la lì, girata sul fianco destro a darmi le spalle. Dai respiri rallentati e regolari si era addormentata. Per lei deve essere stata una giornata faticosa. Doveva essere esausta per essersi addormentata così in fretta. Da qui potevo vedere solo la sua chioma rossa spuntare fuori dalle coperte. Come mi posso comportare domani? La vado a prendere? La aspetto davanti al cancello della scuola? Devo sedermi con lei al suo tavolo? La devo invitare al mio tavolo? No, forse questo è meglio di no non credo che sia pronta ancora a conoscere tutti i miei amici, Rosy è una ragazza molto timida e si sentirebbe a disagio in mezzo a tutte quelle persone che non conosce. Forse potrei andarla a prendere e andare a scuola insieme. O magari aspettarla davanti al cancello, sì credo sia meglio, magari non vuole che la accompagno a scuola, meglio chiederglielo prima. Ok, riassumendo io domani la aspetto davanti al cancello della scuola e mi siederò insieme ai suoi amici. Bene, sono nervoso. Vidi un movimento, si stava girando ora la potevo vedere il viso. Non l’ho mai vista così, ha un aria così rilassata, così tranquilla, la luna piena illuminava la sua stanza, guardai il cielo. La luna aveva un color argento acceso. Con la coda dell’occhio vidi che si mosse ancora. Credo che sia ora di andare. Spalancai le ali e volai fino a casa mia. Dovevo arrivare presto domani a scuola. 
 

fine capitolo 7

 

 
 
  
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