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Autore: jas_    01/02/2014    15 recensioni
“Ma chi se la caga una make-up artist? Va’ a fare la modella” era stato il commento di Deb quando, il primo giorno di convivenza, avevano chiacchierato un po’ delle loro vite e dei loro sogni. Wynne le aveva spiegato che era proprio il non essere presa in considerazione dal mondo intero che le piaceva, voleva il successo a modo suo, senza essere accecata dalle luci della ribalta.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wynne aveva i capelli spettinati, le palpebre pesanti, il trucco di Lou un po’ sbavato ma ancora sul viso. La sera precedente era entrata in casa, aveva salutato Deb con un cenno del capo e dopo aver troncato ogni sua possibile domanda sul nascere con un “ti racconto tutto domani” si era buttata sul letto di camera sua.
Il giorno successivo si era svegliata col rumore dell’aspirapolvere che le rimbombava nelle orecchie, non appena arrivata in salotto si era sorpresa nell’aver trovato il locale già perfettamente pulito, così come la cucina.
«Allora, chi tira fuori chi dal letto oggi?» domandò Deb mentre staccava la spina dell’aspirapolvere dalla presa della corrente e riavvolgeva il filo.
«Scusa» fu l’unica parola che uscì dalle labbra di Wynne mentre si dirigeva, trascinando i piedi, verso la brocca colma di caffè che i suoi occhi assonnati erano riusciti ad individuare.
«Sei ancora truccata? Fammi indovinare, ieri sera hai alzato un po’ troppo il gomito» insinuò Deb, seguendola in cucina.
«Ho cenato da Mc Donald.»
«Ma la vendono la birra lì...»
Wynne sorrise assonnata, non si sarebbe mai abituata agli atteggiamenti della sua coinquilina. «Non ho bevuto, ero soltanto stanca» spiegò cercando invano di reprimere uno sbadiglio.
 Nel sentire quelle parole il viso di Deb s’illuminò.
«È vero! Come è andato il servizio con tua cugina? Me n’ero dimenticata per un attimo. Hai conosciuto qualcuno di famoso?»
«È andato bene» disse Wynne sedendosi a tavola e cominciando a sorseggiare pigramente il suo caffè.
«Hai conosciuto qualcuno di famoso?» ripeté Deb, Wynne strinse le labbra in segno di disappunto. Sperava che la sua coinquilina si fosse dimenticata dell’ultima domanda alla quale lei non aveva risposto ma solo in quel momento si rese conto che sarebbe stato impossibile.
«Conosciuto è un parolone, direi più… Intravisto» mormorò Wynne, timorosa della piega che quella conversazione avrebbe potuto prendere.
Deb si dimenticò completamente delle pulizie e si sedette con trepidazione di fronte a Wynne che la guardava sconcertata. «Oddio chi? Non dirmi…»
«Harry Styles» l’interruppe Wynne.
L'urlo di Deb la fece risvegliare improvvisamente, sussultò spaventata e col braccio colpì leggermente la sua tazza, rovesciando un po’ di caffè sul tavolo appena pulito.
«Lo sapevo! Lo sapevo! Tua cugina è praticamente la sua migliore amica, figuriamoci se non c’era! Anzi, mi sorprendo che tu non l’abbia mai incontrato prima!» esclamò Deb estasiata.
«Sono sopravvissuta lo stesso» borbottò Wynne mentre si alzava per prendere una spugna e pulire il disastro che aveva fatto.
Se lei non aveva mai incontrato i One Direction non era un caso. Aveva sempre evitato con cura quell’ambiente per il semplice fatto che avrebbe voluto farcela da sola. Già non era facile portare lo stesso cognome della truccatrice dei One Direction che esce con Harry Styles anche quando non si è in tour, non voleva fare la figura dell’arrampicatrice sociale, raggiungere il successo solo grazie a dei pettegolezzi su di lei e qualcuno di famoso. Voleva meritarsi ogni singola parte di ciò che – sperava – avrebbe ottenuto. Sebbene avrebbe voluto lavorare dietro le quinte di servizi fotografici, set di video musicali e altro, odiava il mondo dello spettacolo: i pettegolezzi, l’assenza di privacy, le luci accecanti dei flash dei paparazzi. Lei avrebbe lavorato lontano da tutto ciò.
“Ma chi se la caga una make-up artist? Va’ a fare la modella” era stato il commento di Deb quando, il primo giorno di convivenza, avevano chiacchierato un po’ delle loro vite e dei loro sogni. Wynne le aveva spiegato che era proprio il non essere presa in considerazione dal mondo intero che le piaceva, voleva il successo a modo suo, senza essere accecata dalle luci della ribalta.
Fu la parlantina inarrestabile di Deb a riportarla alla realtà: «Ma dimmi, te la sei fatta una foto insieme? Un autografo? E com’è dal vivo? È così alto? Ma poi ce li ha davvero tutti quei brufoli? E la barba? E il suo profumo com’è? Secondo me lui non è il tipo da One Million di Paco Rabanne, sembra più un Acqua di Giò. A lui si addice un profumo leggero e delicato, non di quelli che lasciano la scia.»
Wynne dovette sforzarsi di non interromperla a metà del discorso per dirle che non era ancora pronta a subire i suoi monologhi, invece si limitò a liquidare il suo interrogatorio con un “l’ho visto solo di sfuggita, te l’ho detto”.
Lo sguardo di Deb si spense all’istante, Wynne si sentì in colpa soltanto per un attimo.
Voleva bene alla sua coinquilina – soprattutto quando le faceva trovare la cena pronta – ma non voleva rivelarle della sua uscita con Harry né tantomeno del fatto che la sera prima l’avesse riaccompagnata lui a casa. Avrebbe alimentato inutilmente le sue speranze visto che era certa che quel ragazzo non l’avrebbe più rivisto. Inoltre, non ci sarebbe stato niente di male nell’omettere quelle poche ore, se ne sarebbe dimenticata anche lei presto nonostante, doveva ammetterlo, era stata davvero bene con lui.
Wynne finì il caffè e si alzò per posare la tazza nel lavandino. «Grazie per aver fatto praticamente tutto te oggi» disse poi a Deb che, delusa, era passata a pulire il pavimento del salotto.
«Terrò il bonus per quando sarò io a tornare a casa distrutta, la sera prima» rispose lei accennando un sorriso un po’ sforzato.
 
 
 
Wynne prese in mano l’ultimo rossetto che avrebbe dovuto provare ed abbassò leggermente il volume della televisione. Lux dormiva già da venti minuti, lei non aveva idea di che cartone fossero finite per guardare ma non le piaceva stare nel silenzio e quel sottofondo allegro le stava facendo compagnia.
Alzò leggermente lo specchietto e cominciò a mettersi con precisione il rossetto rosa pallido. Non aveva nemmeno finito di delineare il bordo del labbro inferiore quando qualcuno suonò alla porta. Wynne alzò gli occhi al cielo chiedendosi chi fosse proprio in quel momento ma soprattutto quella sera, quando i padroni di casa non c’erano. Appoggiò il rossetto sul tavolino, non facendo caso a cos’avrebbe pensato chi aveva suonato nel vederla con un labbro mezzo colorato.
Aprì la porta senza nemmeno disturbarsi nel chiedere chi fosse e si pentì di non essere prima andata in bagno a darsi una sistemata quando riconobbe quei ricci quella sera tirati indietro con una bandana e quel sorriso sempre gentile.
«Oh» disse sorpresa, senza preoccuparsi di cosa Harry avrebbe pensato con un’accoglienza del genere.
«Ciao.»
«Lou è ad un evento – al quale pensavo foste invitati anche voi in realtà» aggiunse un po’ più sottovoce.
«Oh no, niente relazioni pubbliche prima del tour promozionale in Europa» spiegò Harry nascondendo le mani nelle tasche della giacca.
Wynne si dondolò da un piede all’altro. «Interessante…» mormorò con tono distaccato.
«Posso entrare?» domandò il riccio senza il minimo accenno di imbarazzo nonostante la situazione strana che lui stesso aveva creato.
Il problema era che, quando la sera precedente aveva guardato Wynne rientrare in casa, si era reso conto che avrebbe voluto rivedere quella ragazza. Non si conoscevano per niente eppure in quelle poche ore trascorse insieme, si era sentito rilassato e considerato un ragazzo qualunque, non Harry Styles membro dei One Direction. Voleva riprovare quella sensazione di spensieratezza e tranquillità, per farlo aveva dovuto spiegare la situazione a Lou ma quando lei, con nonchalance, gli aveva detto che quella sera sarebbe stata a casa sua a curare Lux, Harry aveva colto la palla al balzo.
L’imbarazzo l’aveva dovuto mettere da parte quando aveva impugnato un microfono e cantato davanti a milioni di persone.
«Beh…» Wynne si passò una mano tra i capelli pensando attentamente alla richiesta del ragazzo. «Perché sei qua?» domandò poi, senza preoccuparsi di risultare maleducata e poco ospitale.
Harry sorrise, lo sguardo di chi la sapeva lunga, di chi non si vergognava di dire ciò che pensava e manifestare ciò che provava.
«Può darsi che Lou mi abbia casualmente detto che tu stasera saresti stata a casa sua da sola a curare Lux. Dal silenzio che sembra esserci, presumo dorma.»
«Harry, la star di fama mondiale, che spreca una sua serata per fare compagnia ad una ragazza normale come me, che onore!» esclamò teatralmente Wynne facendo strada ad Harry all’interno di quella casa che lui conosceva bene.
«Ti ricordo che è la seconda serata che “spreco” con te, altro che onore!» ribatté il riccio mentre si toglieva la giacca e l’appoggiava sulla poltrona.
Indossava un maglione beige dal cui scollo spuntava il bavero di una camicia rossa e i soliti jeans neri che, nonostante Wynne non fosse una fan dei One Direction, glieli aveva scovati indosso in ogni sua singola foto che aveva visto. Si era chiesta più volte perché, con tutti i soldi che aveva, non si comprava qualche paio di jeans in più, poi però aveva sempre lasciato stare quei pensieri perché a lei alla fine non avrebbe fatto alcuna differenza.
Wynne guardò Harry avvicinarsi e sedersi sul divano.
«Infatti continuo a non capire perché tu sia qua…» bofonchiò poi soprappensiero, ma lui la ignorò, troppo preso a guardare il computer che lei aveva lasciato acceso sul tavolino.
«Una fashion blogger! Ora si spiega il tuo rossetto ridicolo…» rise Harry, prendendo in mano il telefono e aprendo l’app di Twitter.
«Che fai?» domandò allarmata Wynne, pulendosi le labbra con una mano, ma Harry non le rispose fino a quando non ebbe twittato qualcosa che lei non riuscì a leggere.
«Niente, ti faccio un po’ di pubblicità. Avere 19 milioni di followers ogni tanto è utile.»
Wynne sospirò e si lasciò andare sul divano. «No…» bofonchiò, un misto tra l’irritato e il rassegnato.
Lanciò poi uno sguardo alla pagina delle interazioni che aveva lasciato aperta ed osservò in silenzio le notifiche che la avvertivano di nuovi utenti che la seguivano e gente sconosciuta che la menzionava.
«Se vuoi cancello ciò che ho scritto… Non capisco la tua frustrazione» ammise Harry.
Wynne scosse la testa liquidando la conversazione con un “niente, lascia perdere…” e chiudendo con un rumore secco lo schermo del suo portatile.
Harry non rispose, confuso dalla sua reazione ma senza il coraggio di chiederle il perché di quell’atteggiamento. Sorrise quando notò il trucco sbavato sul viso di Wynne.
«E ora che c’è?» borbottò lei irritata, accorgendosi dell’espressione di Harry.
Lui non rispose, si limitò ad accentuare ulteriormente le sue fossette ed avvicinarsi a lei. Poté leggere chiaramente negli occhi di Wynne la sua confusione mista a un po’ di paura quando lo vide a una spanna dal suo naso.
«Ti sei conciata peggio di prima» disse lui a voce bassa, senza prestare attenzione al suo sguardo.
Si limitò ad osservare le labbra colorate di Wynne e cercò di riparare al danno sfregandoci il suo pollice sopra.
«Sembra pittura indelebile» si lamentò di fronte ai suoi scarsi risultati. Si portò il dito alle labbra e lo bagnò con un po’ della sua saliva prima di riprendere il suo lavoro.
Wynne strabuzzò gli occhi sorpresa da quel gesto, a Harry non sfuggì la sua reazione.
«Non dirmi che hai schifo…» disse divertito senza tuttavia smettere.
«No, non è quello» si affrettò a chiarire lei, in preda ad un imbarazzo che Harry non sembrava provare. «C’è lo struccante in bagno, farei in un attimo.»
Il ragazzo alzò gli occhi da ciò che stava facendo e incrociò lo sguardo di Wynne.
Era la prima volta che lei vedeva i suoi occhi così da vicino e si sorprese del loro colore così intenso. Li aveva sempre trovati particolari ma mai aveva pensato che sarebbero stati così belli visti da vicino, e soprattutto, che provocassero certe sensazioni in lei.
Sentì il battito del suo cuore accelerare, più di quanto non avesse già fatto quando Harry le era avvicinato, e il respiro farsi leggermente più corto. Temeva che lui potesse accorgersi di quel cambio di ritmo ma il sorriso tranquillo che le rivolse la fece sperare nel contrario.
Harry alzò le spalle. «È più divertente così» disse, senza demordere.
Dopo quella che a Wynne parse un eternità, lui allontanò la mano dal suo viso e la guardò trionfante.
«Ecco fatto!» esclamò soddisfatto.
Wynne si sentì sollevata da una parte ma, dall’altra, si ritrovò a desiderare ancora quel contatto che per quanto fosse stato imbarazzante l’aveva trovato allo stesso tempo piacevole. Il tocco di Harry era stato delicato e le sue mani erano calde e morbide.
Si ritrovò a chiedersi come sarebbe stato sentirle su altre parti del suo corpo, sorprendendosi dei suoi stessi pensieri.
«Devo portare Lux a letto» disse improvvisamente, cercando di liberare la sua mente dall’idea di Harry che le accarezzava la schiena e i fianchi. Si alzò di scatto dal divano ma Harry fu più veloce di lei nel raggiungere Lux e prenderla in braccio per portarla nella sua camera. Wynne lo seguì su per le scale, accese la bajour e lo guardò in silenzio rimboccarle le coperte.
Il giorno prima l’avevano sorpresa l’affetto e la dolcezza con le quali Harry si comportava con Lux, aveva già sentito la bambina parlare dello “zio Harry” ma non pensava che tra i due ci fosse un rapporto così bello.
Harry socchiuse la porta alle sue spalle e tornò in salotto, ributtandosi sul divano e cambiando canale. «Puoi continuare tranquillamente con i tuoi trucchi» disse poi a Wynne, accennando un sorriso che riuscì a smorzare la tensione degli ultimi attimi.
Lei scosse la testa. «Non riuscirei mai a discutere di rossetti davanti ad un pc con te che mi ascolti. Finirò domani» spiegò, sedendosi sul divano accanto a lui.
Harry sorrise soddisfatto prima di focalizzare l’attenzione su un film che stavano trasmettendo alla tv, Wynne prese il plaid che prima aveva Lux e se l’adagiò sulle gambe. Harry, senza distogliere lo sguardo dallo schermo, si tolse le scarpe, appoggiò i piedi sul tavolino e tirò leggermente la coperta verso di sé. Una gamba di Wynne si scoprì, la ragazza lanciò uno sguardo ad Harry prima di rimettere il plaid nella sua posizione iniziale. Il ragazzo lo tirò di nuovo dalla sua parte dando via ad una gara tra chi sarebbe riuscito a coprirsi meglio.
«Se ti avvicinassi un po’ di più forse ci staremmo entrambi» osservò ad un certo punto Harry, cercando di mascherare un sorriso divertito.
Wynne gli lanciò uno sguardo poco convinto ma poi fece come lui le aveva suggerito notando con piacere che con i loro corpi così vicini la coperta bastava. Il braccio sinistro di Harry era completamente aderente al suo e dal profumo che sentì Wynne si rese conto che Deb aveva ragione: Harry era decisamente un tipo da Acqua di Giò.
Cercò di riportare la sua attenzione sul film che stavano guardando quando sentì il braccio di Harry spostarsi e finire dietro di lei: la sua mano a sfiorarle la spalla. La classica scena che aveva visto milioni di volte nei film.
«Ci stai provando con me?» domandò Wynne divertita, con un sopracciglio alzato e uno sforzato tono incredulo che in realtà rispecchiava la verità.
Harry la guardò divertito, spostando per la prima volta lo sguardo dalla tv agli occhi marroni di Wynne che lo scrutavano, a pochi centimetri dal suo viso, in attesa di una risposta.
«Ho l’aria di uno che ci sta provando?» ribatté.
«Se non fossi così famoso e richiesto sul mercato da un numero esorbitante di ragazze dello spettacolo, modelle, e solo Dio sa cos’altro, sì. Hai l’atteggiamento di uno che ci sta provando.»
Harry abbassò il volume della televisione per concentrarsi esclusivamente sulle parole di Wynne.
«Ma io adesso sono qui con te piuttosto che fuori a cena con qualche modella che mangerebbe soltanto insalata scondita per non ingrassare di un etto.»
Wynne sorrise trionfante, nonostante il cuore le martellasse il petto e le parole – e la vicinanza – di Harry non le fossero proprio indifferenti.
«Lo sapevo! È il Big Mac che mi sono divorata ieri sera che ti ha fatto buona impressione!» esclamò divertita.
Harry rise ed annuì, stringendo ulteriormente la presa sulle spalle di Wynne. «Hai ragione, ho un debole per le ragazze che mangiano hamburger e che riescono a sporcarsi persino il naso di maionese.»
Wynne strabuzzò gli occhi, fece per ribattere ma Harry tornò con lo sguardo sulla tv ed alzò il volume di questa, segno che la conversazione era conclusa.
Lei gli tirò un pugno sulla pancia – che lui non parve nemmeno sentire – giusto per ripicca, appoggiò la testa sulla sua spalla e cercò di concentrarsi, nonostante le difficoltà, sul film che probabilmente era giunto quasi alla fine.
Si rese conto che le sarebbe dispiaciuto non rivedere più Harry e si sorprese nel sentire quanto fece male la consapevolezza che lui si sarebbe presto dimenticato di lei.


 
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Here I am! :)
Non sapete quanto mi faccia piacere leggere tutte le vostre recensioni e i complimenti che mi fate su Facebook! Grazie mille <3
In questo capitolo (sorpresa ahaha) rispunta Harry che come vedete non sa cosa sia l'imbarazzo ed entra in scena un nuovo personaggio: Deb!
A chi ha già letto alcuni capitoli in anteprima è piaciuta, spero sia così anche per voi! Me la immagino un po' come Lily di Hannah Montana, non fisicamente ma come carattere: una fangirl un po' pazza che come avrete notato ha un debole per i One Direction!
La scena del rossetto sbavato l'ho aggiunta dopo (tipo alcuni giorni fa) ma volevo far capire che nonostante Wynne non si sia fatta mettere troppo in soggezione da Harry, lui comunque è Harry Styles e anche se non lo fosse è comunque un bel (bellissimo) ragazzo quindi credo che sarebbe stato piuttosto anormale se lei in quel momento non si fosse imbarazzata almeno un po'!
Poi comunque si tranquillizza, riesce pure a fare del sarcasmo sul braccio di Harry attorno alle sue spalle e... Niente! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere! :)
Alla prossima,
Jas


 

(Buon Compleanno Harry <3)




   
 
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