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Autore: Jomy Pace e Amore    01/02/2014    1 recensioni
Megan è una ragazza comune di quattordici anni amante del rischio. Si trasferisce con la sua famiglia in Transylvania. Arrabbiata per la separazione con i suoi amici. Un giorno incontrerà cinque ragazzi che cantano bene e che nascondono un piccolo grande segreto, Megan riuscirà a salvarli grazie alla loro fiducia e alla sua determinazione.
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: In un castello abbandonato
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo aver visitato il paese di Bran tornai a casa. Anche perché si stava facendo buio. Rientrai a casa. C’erano i miei genitori all’ingresso vestiti pronti per uscire. –Dove state andando?- li domandai. –Abbiamo una riunione di lavoro in un paese qui intorno. Voi state qui, vi ho preparato la cena, torneremo tardi, ok?-. Rispose mamma. –Ok ciao mamma, ciao papà- dissi. Mi diedero un bacio sulla guancia e uscirono. “Chissà se è vero per stanotte,… Io chiudo la porta a chiave per precauzione”. Chiusi la porta a chiave. Mi girai. Jemma disse:-Sembri spaventata,…-. –No, sto bene,…-. Scese dalle scale il mio fratellone Jack. Che ci fissava con i suoi occhi marroni, mentre scendeva le scale scuotendo un po’ la sua massa di capelli castani. Una volta giù ci domandò:- Allora due idiote cosa facciamo?-. “Ma perché ci deve sempre sfottere?”. –La popò!- li risposi. La mia sorellina si mise a ridere. Mio fratello mi diede uno schiaffetto in testa. –Au!- urlai immediatamente alla bottarella che ricevetti in testa. Jack si mise a ridere. Jemma poi domandò:-Giochiamo a “Obbligo O Verità”?-. –Per me va bene- risposi. –Ok- aggiunse Jack. Andammo in salotto. Io dietro. “Prima di perdermi ancora, è meglio stare dietro”. Jemma prese una bottiglia, e ci sedemmo sul pavimento. La fece girare. Si fermò su Jack. –Obbligo o verità?- chiese Jemma. –Verità:… Ho fatto cadere lo spazzolino da denti di Megan nel water-. Spalancai gli occhi e mi misi ad urlare:- AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!! CHE SCHIFOOOOOOOOOO!!!!!!!-. Iniziai a correre a destra e a sinistra con la lingua fuori sfregandoci sopra con il dito. Jack rideva come un matto. Jemma era sconvolta. Dopo che riuscii a calmarmi, con un pacchetto intero di cicche in bocca,  girai io la bottiglia. Venne fuori Jemma. –Obbligo o verità?- chiesi. –Verità!- rispose Jemma. –Ho rotto io il bicchiere di mamma- aggiunse. –Noooooooooooooooo!- disse Jack in modo sarcastico. “Idiota”.  Io e Jemma lo guardammo male e poi lui disse:-Ok, tocca a me girare-. Girò la bottiglia, e puntò su di me. –Obbligo o verità?- mi chiese Jack. –Obbligo! Obbligo! Obbligo!- risposi eccitata. –Uuuuaahahahahahah!- rise mio fratello. “Quanto cavolo è idiota?!”. –Uhm,… Devi uscire di casa e andare fino al castello abbandonato, tanto è vicino a noi, entrare nel cancello, e tornare indietro, tutto entro mezz’ora- disse. –Sei impazzito?!?!?!- li urlai contro. -Forse,…- mi rispose. –Io non lo faccio! Non se ne parla!- annunciai. Mio fratello iniziò a prendermi in giro:-Sei un po-po-po-po-pollo! Farò come Homer Simpson al matrimonio di Bart; ti canterò co-cocco dè! Co-cocco dè! Ahahahahahah! Fifona, fifona codarda! Fifona, fifona codarda! Ti prenderò in giro per il resto della tua vita!- lo interruppi dicendo:-Va bene, ci vado! Rompi scatole!-. Fece un sorrisetto quasi diabolico. Andammo all’ingresso. Presi una torcia. “E se ciò che avessero detto Alexander e Harry,… Oddio che figo Harry,… Ehm! Ehm! Che avessero detto ci fosse qualcosa di vero?,… C’è solo un modo per scoprirlo,… Andare là, nel buio, e scoprire se mi prendevano in giro  o se è vero”. Uscii dalla porta di casa. Accesi la torcia, e mi imbattei in mezzo all’oscurità. C’era un leggero tratto di nebbia. Guardai il cielo: La luna era alta e bella, lasciava in leggero riflesso sulla nube che la scopriva leggermente, e su tutti i soggetti che mi circondavano. Iniziai a camminare. Il terreno era diventato così umido, in quel breve tempo che ero in casa, che quasi pensavo fosse impossibile,… Le mie All Stars luccicanti penetravano nella terra umida, rovinandosi. Iniziai ad avanzare. Uscii dal cancello di casa mia. Cigolava. Presi la strada buia e tetra per arrivare al castello abbandonato. Continuavo a guardarmi intorno. Gli alberi erano spogli. E il colorito giallo degli occhi dei gufi non mi tranquillizzavano. Ero immersa nel silenzio. Ma avevo come la sensazione che qualcuno mi osservasse. O mi seguisse, come uno stalker. Ero a poco più di cinquanta metri dal cancello del castello. “Ora mi avvicino, entro, esco e corro a casa,… Sembra lo scenale di un film  horror”. Sentii un rumore dietro le mie spalle. Come un ramoscello che si spezza. Mi voltai in un istante. Non vidi niente. Sentii un brivido sulla schiena. Mi rigirai. Sentii un altro rumore. Di leggeri passi. Mi rivoltai. –Jack! Non è divertente!- gridai. Vidi un’ombra nera avvicinarsi lentamente. Strizzai gli occhi. Puntai la torcia contro. C’era un lupo. Un lupo gigantesco, nero. Con gli occhi giallo lucidi. Con vestiti strappati, invasi di sangue. Mi stava guardando. Ringhiava. Aveva dei denti lunghissimi. E degli artigli affilatissimi. Iniziai a iperventilare. Feci cadere la torcia. Il mio cuore batteva all’impazzata. Iniziai a correre verso il cancello più veloce che potessi. Il lupo mi stava rincorrendo. Mi misi ad urlare. Caddi. Il lupo mi saltò addosso. Mi guardò dritto negli occhi. Ringhiava. Intanto mi cadeva un po’ di bava in faccia. Per un attimo ho creduto di morire. Per un attimo avevo perso la speranza. Girai  lo sguardo a destra. Notai il bracciale d’argento che mi avevano regalato i miei amici dalla Pennsylvania. Lo presi di scatto. Lo lanciai al lupo, lo beccai dritto, dritto nell’occhio sinistro. Fece un balzo all’indietro e si lamentò. Mi alzai e corsi verso il castello. Mi lanciai contro il cancello non si apriva. Spinsi più volte. –No! No! No! Apriti!!! Casco!!!!-. Si stava avvicinando a tutta velocità il lupo. Spalancai gli occhi. Il cuore non me lo sentivo più veloce di così. Scrollai ancora il cancello. Il lupo saltò. Mi chinai di scatto. Dalla botta del lupo si aprii il cancello. Mi alzai. Entrai nel giardino. Il lupo mi afferrò la caviglia. Mi fece cadere. Li tirai un calcio nel muso. Forte. Mi lasciò. Mi rialzai. Corsi all’ingresso del castello. Il lupo si stava rialzando. Corsi al portone del castello. Battei così forte con le mani per aprirlo che iniziò a uscirmi sangue. Si aprì il portone. Entrai il lupo si stava avvicinando ad una velocità pazzesca. Spinsi con tutte le forze il portone per chiuderlo. Era vicinissimo. Chiusi il portone al volo, e neanche un secondo un botta forte colpì il portone. Chiusi a chiave, con i vari lucchetti. Si sentì battere ancora violentemente per qualche secondo. Mi misi a piangere dallo spavento. Dopo si sentì qualche lamentela del lupo. E poi ci fu il silenzio totale. Continuai a piangere appoggiandomi al portone. Passarono due minuti. E sentii una voce strana, con accento tedesco e r moscia:- Coza ezzere quezte odore di zangue? Molte buone! Jha! Jha! Jha!-. Mi venne d sorridere. Si avvicinò un ragazzo. Alto più o meno come me, con gli occhi marrone verde, da una forma particolare,  moro, una mascella da una forma bella, ma unica, e pelle pallidissima. Un po’ di barba. Occhiaie viola segnate.  “Zayn,… Stanco?”.  –Ciae! Io ezzere vampire Zayn! Jha! Tu ezzere?- mi chiese. Mi misi a ridere e risposi:- Mi chiamo Megan! Sei veramente un vampiro?-. –Tu guardare miei canini! Jha!- disse. Sorrise. Notai i canini. Però aveva l’apparecchio. –Perché hai l’apparecchio ai denti?- domandai. –Miei canini ezzere creziuti ztorti! Jha!- rispose. “Il vampiro con l’apparecchio mi è nuova,..”. Zayn si mise a odorarmi il sangue alle mani. I suoi occhi diventarono rossi. –Mmmmh! Tu avere zangue zere pozitive, molte buone! Jha!- disse. –Non mi mangiare!- esclamai. –No io non potere mangiare, io non avere cannucce per mangiare tuo zangue! Jha!- rispose. Spalancai gli occhi. –Ma ie non volere zucchiare tuo zangue, ze no io uccidere te, e ie non volere uccidere te, ma ie faccie fatiche a reziztere! Per me ezzere torture, e poi io non avere cannucce, come ie avere già dette! Jha! Ie no volere ezzere killer zucchia zangue!- disse. –Ok,…- risposi. –Niall! Tu viene qua! Jha!- disse dopo Zayn. Si spalancò una porta li intorno. Uscì un ragazzo bendato su tutto il corpo. Occhi azzurri, nasone, pelle chiara, labbra né troppo sottili né carnose, capelli biondi. Più basso di me. “Perché Niall è tutto bendato?”. Niall disse:- In bagno non c’è più carta igienica!-. –Allora tu potere uzare tue bende! Jha!- disse Zayn. Niall si irritò un pochino:- Lo vuoi capire che sono una mummia?! Non posso togliermi le bende, divento polvere!-. Zayn disse:-Quindi ie potere immaginare che tu non avere bende per la noztra nuova amica Megan! Jha!-. Niall mi guardò, vide le mie mani ed esclamò:- Oh, povera! Scusami!,… Ehm, c’è il mio armadietto dei medicinali in bagno, vieni-. Seguii Niall fino in bagno. Era tutto infestato di polvere e ragnatele. Si mise davanti all’armadietto e disse cose strane. In un’altra lingua. Si aprii l’armadietto. Dentro c’erano tutte bende. Solo bende. –E’ per precauzione,… Al contrario di Harry, Zayn e Louis, a me e Liam gli istinti omicidi non vengono, in compenso abbiamo più probabilità di sparire-. Prese una benda e me la legò intorno. –Grazie,  e scusa il disturbo- dissi. –Non preoccuparti, tanto stavo facendo sabbia con scarafaggi- rispose. Uscimmo. Zayn si mise ad odorare, i suoi occhi tornarono belli come prima. –Grazie Niall! Jha!-. Sentimmo poi una voce profonda fare:-Uuuuuuuuh! Ho viiiiistooooo un cucchiaaaaioooo!-. “Questo non può che essere Liam,…”. Sbucò da sotto il pavimento Liam, circondato da una luce azzurra. Era tutto azzurro. Era un fantasma. Solo i suoi occhi rimanevano marroni. Naso medio grosso, labbra carnose e un po’ di barbetta. –Liam, non ti può fare niente! Non puoi toccare niente, e niente può toccare te!- disse Niall. –Oooooooh! Un cucchiaaaaaiooooo!- rispose Liam. “Si può, un fantasma che ha paura del mondo esterno? Oddio”. –Dai tu rilazzare! Ore Jha!- li ordinò Zayn. Si sentì dopo un verso un po’ strano, quasi ritardatario. –Ooooooh! Arriva Louis! Ooooooh!-. “Quindi quello che ha cercato di mangiarmi viva era Harry,… Mi ha preso per un tacos che correva?,… Oh! Ecco perché oggi voleva la palla”. Si avvicinò un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli castani, tutto spettinato, pelle pallida e occhiaie nere. Camminava tutto storto. Era uno zombie. Ed emetteva dei versi ambigui. Si avvicinò  notai che alcune parti del corpo erano cucite. Ad un certo punto li cadde un braccio. Mi spaventai e urlai:- Oddio!-.  Louis si chinò per prendere il braccio, lo riprese e se lo riattacco premendo con forza e girandolo un po’ a destra e un po’ a sinistra. Poi emise dei versi, tipo quelli di una balenottera azzurra. –Che ha detto?- chiesi. –Tu azpettare due zecondi! Jha!-. Prese un mini dizionario dalla tasca della sua giacca con sopra scritto: Inglese-Louis, Louis-Inglese. Aprì il dizionario, lo sfogliò e poi disse:- Lui avere dette: Ciae ie ezzere Louis, e tu chi ezzere?-. –Oh Grazie! Ciao Louis! Sono Megan!- risposi. Vidi poi Liam che litigava con il suo dizionario. Non riusciva a prenderlo, le sue dita li passavano in mezzo. Dopo si incazzò e urlò. –Come mai siete così?- domandai. –Qezt ezzere lunghe ztoria! Jha!-,…
  
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