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Autore: Swaggg    02/02/2014    5 recensioni
Tutte le mattine salivo su quel bus che mi avrebbe portato a scuola.
Tutte le mattine guardavo, dai posti più nascosti del bus, il ragazzo dai capelli d'oro, il ragazzo che era sempre da solo se non accompagnato dalla sua musica. Sono Lara Stuart e lui è... non conoscevo ancora il suo nome, troppo irraggiungibile ma incredibilmente vicino.
Amore, dolore, sorprese e mistero ma soprattutto passione, saranno in questa storia. Due anime sole, incomprese dal mondo che affronteranno la vita insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter Four.



 
Osservavo le mie carte, esaminandone una ad una cercando di capire quale il nonno avesse scelto. Poggiai una mano sul mento per concentrami basandomi sulle preferenze del nonno. Arrivai alla conclusione che avesse sicuramente scelto una donna, per lui scegliere dei personaggi maschili era considerato come un oltraggio alla sua mascolinità. Quindi, questo gioco finiva sempre con la mia vittoria visto che le donne erano in minoranza rispetto ai personaggi maschili che c'erano sul tabellone di 'Indovina chi'.
"Nonno, è una donna?" alzai lo sguardo sul suo volto.
Fissava un punto impreciso al di fuori della porta alchè mi girai. Non c'era nessuno.
'Starà sicuramente pensando a come mettermi al tappeto' mi dissi tra me e me, non del tutto convinta di quella motivazione che mi ero data alla sua improvvisa assenza dal mondo reale.
Gli sventolai una mano davanti al volto, svegliandolo dal suo momento.
Ma sembrò non preoccuparsi minimamente della nipote che c'era lì al suo fianco.
"E' troppo presto" disse in un modo quasi impercettibile all'orecchio. Ma io ero proprio al suo fianco ed era impossibile non sentirlo.
'E' troppo presto per cosa?', mi domandai assumendo un'espressione corrucciata. Lo guardai in volto, le sue sopracciglie erano accigliate, le labbra messe in una linea dura, sembrava arrabbiato e pensieroso ma non riuscivo davvero a capire per cosa. Quando mi ero girata, al di fuori della stanza non c'era nessuno che gli avesse potuto creare quella reazione così insolita.
Aveva visto forse la luce per passare all'altra vita? motivazione stupida visto che stava ancora respirando.
"Nonno?" lo richiamai, posandogli una mano sulla spalla e scuotendolo leggermente.
Sembrò risvegliarsi, scosse la testa come per riprendersi da quello che era successo e mi dedicò un sorriso.
"Oh Lara, quando sei venuta?" il mio cuore perse un battito. Non ricordava cosa era successo qualche minuto prima,
non ricordava a cosa stavamo giocando e non si ricordava nemmeno che fossi lì da un'ora circa.
Le lacrime minacciavano di uscire, ma non volevo farlo preoccupare ulteriormente così gli dedicai un sorriso rassicurante. Rimisi a posto il gioco, ponendolo nel mobiletto di fronte al suo letto appena sotto la televisione appesa al muro, e gli sorrisi ancora una volta.
"Stavo giusto per andarmene, nonno" gli lasciai un bacio delicato sulla guancia e lo abbracia aspettando che lui ricambiasse, prima di separarmi e uscire da quella stanza di corsa.
Sarei voluta andare dalla mia migliore amica, in quel momento. La mia ex-migliore amica. Non ricordavo precisamente il momento in cui avessimo smesso di frequentarci. Era successo tutto così, all'improvviso. Portai la i miei ricordi a quella sera.


FlashBack.

"Sono così felice di andare a questa mega festa" ero al telefono con la mia amica Charlotte. Quella sera ci sarebbe stata la festa di fine anno scolastico e poi ci saremmo potute dedicare al sole, la spiaggia e ai bei ragazzi.
Mi ero preoccupata tantissimo per cosa mi sarei messa. I ragazzi della scuola dovevano tenere bene a mente la mia immagine di ragazza perfetta, quindi decisi di indossare un mini top che a stento mi ricopriva il seno e uno shorts che fasciava perfettamente il mio fondo schiena. Charlotte parlava tantissimo, non smetteva di raccomandarmi a chi dovevo o no avvicinarmi, era più che altro la sorella che non avevo mai avuto. Sapeva che se alzavo un po' di più il gomito con l'alcol potevo fare delle stronzate assurde per questo tutta la serata non mi mollava e solo lei poteva versarmi da bere perchè non si fidava di nessuno.
Alla festa non mi oppresse, disse che potevo essere libera e poi perchè c'era il ragazzo che le piaceva. Tra tutte quelle persone ne conoscevo si e no la metà e guardando dritto di fronte a me potei osservare la mia amica che parlava animatamente con quel ragazzo.
Vedevo come alzava la voce per sovrastare la musica troppo alta, e mi venne da ridere per tutti i movimenti che faceva. La osservai con attenzione, una bellissima ragazza in carne, una bellissima rossa ma la caratteristica che la rendeva bellissima oltre ai suoi occhi color smeraldo, erano le sue lentiggini sul viso che la facevano sembrare buffa. I miei pensieri furono interrotti da un ragazzo che mi porse un bicchiere. Lo accettai senza nemmeno guardare chi me l'avesse dato. Non l'avessi mai preso quel bicchiere.
Mandai il liquido forte giù per la mia gola secca desiderandone di più. Non ero sotto la protezione di Charlotte e potevo sentirmi libera davvero, bevvi così cinque di quei bicchieri con quel liquido forte supponendo fosse vodka. Da lì non ricordai più niente.
 La mattina seguente  chiamai Charlotte ma  lei non rispose al cellulare. Quando bussai alla porta di casa sua mi disse che avevo esagerato e che ero andata a letto con il ragazzo che le piaceva, rovinando così la nostra amicizia e la mia reputazione a scuola."

 
Ero uscita dall'ospedale e senza rendermene conto ero davanti casa di Charlotte. Volevo bussare ma non potevo. Avrei soltanto peggiorato la situazione. 'Le mancavo come lei mancava a me?' mi chiesi sulla strada verso casa mia. I ricordi erano tanti e anche molto dolorsi.
Tutte le notti mi si ripresentavano le scene di me con quel ragazzo in un letto sconosciuto donandogli così la mia verginità.
Mi ero procurata la solitudine da sola, non c'era via di scampo.
"Ei Lara!" non riconobbi quella voce, pensavo fosse un qualcuno che mi avesse scambiata per un'altra Lara, col cappuccio sulla testa che mi nascondeva metà faccia era quasi impossibile riconoscermi. Ma ciò non permise alla mia curiosità di non voltarmi e di notare il ragazzo dai capelli lunghi e biondi, con la sua aria da prepotende che mi sorrideva in modo malizioso. Roteai gli occhi al cielo, sbuffai e finsi un sorriso.


 
La vidi correre per i corridoi, senza nemmeno accorgersi di star spintonando delle persone per poter passare.
Era successo qualcosa che l'aveva resa triste, era successo qualcosa per farla uscire dalla stanza, per piangere a singhiozzi trattenuti.
Scossi la testa, lasciai le valigie fuori la porta ed entrai. L'uomo era seduto, con le braccia sulle ginocchia e con le mani sorreggeva la testa.
Si accorse di me, alzò la testa e sforzò un sorriso.
"Oh, ciao Justin" poggiò la testa sul cuscino dietro di lui e, con una mano, mi intimò di sedersi sulla sedia al fianco del suo letto.
"Cosa è successo a vostra nipote?" chiesi rompendo il silenzio che si era creato tra di noi. Un silenzio cupo che avrebbe fatto piacere ad entrambi, ma ero davvero interessato al perchè Lara fosse uscita fuori in quel modo.
L'uomo respirò a fondo come distrutto da quello che era successo "Eri fuori la porta, ho dovuto inventarmi una cosa sul momento. Le ho mentito, le ho fatto capire che non mi ricordavo che fosse venuta. Se ti avesse visto...era troppo presto. Devi stare più attento" non capivo del perchè non potessi incontrare sua nipote. Non che io lo volessi.
"Perchè?" mi ritrovai a chiedergli, dando voce ai miei pensieri.
Mi guardò per un attimo e poi rispose "Non è il momento per lei avere altre delusioni" si fermò, prese di nuovo un grosso respiro e parlò di nuovo "forse è meglio se te ne vai"
Anuii senza ribattere anche se il suo comportamento era davvero molto strano. Stavo per uscire dalla porta ma poi mi bloccai pensando al fatto che io non sapessi il suo nome, mi voltai e lui mi dedicò ancora una volta la sua attenzione.
"Io non so il vostro nome"
"Sono George Baker"

Uscii dall'ospedale e l'unica cosa che mi rimaneva da fare era tornare a casa, sistemare le valige e rilassarmi sotto il getto dell'acqua calda. Aspettai che l'autobus arrivasse, farsela a piedi con le valigie era fuori questione.
Ci avrei messo tutto l'inverno per arrivare alla mia nuova abitazione.
Quando l'autobus arrivò, mi apprestai a salirci su e inconsapevolmente puntai lo sguardo agli ultimi posti: erano vuoti. Mi diressi fino agli ultimi posti e mi sedetti sul sedile vicino al grande finestrone. Lì dietro i seggiolini erano più comodi e c'era molto più spazio tra una fila e un'altra. Mentre tastavo la morbidezza del cuscino ricamato in pelle sotto di me, notai una scritta sul dietro del seggiolino di fronte a me. Recava la scritta "Sono sola", e chissà per quale motivo i miei pensieri andarono subito a Lara, ma viste quante persone salivano su quell'autobus poteva essere stato chiunque a scrivere.
Scossi la testa e guardai fuori, notando un ragazzo biondo e una ragazza col cappuccio parlare animatamente. Scossi la testa e sorrisi.


 
My space.

Perdonatemi per l'immenso ritardo, ma con la scuola e lo sport di mezzo
le idee erano fiacche, mica potev mettermi a scrivere di Lubecca e Ambrugo ahah
Allora in questo capitolo ho deciso di metter un Falsh Back che ci fa capire quanto
la nostra Lara sia cambiata a causa del suo 'piccolissimo errore'.
Il nonnino si comporta in maniera strana. Avrà forse un piano per questi due tizi?
Bhe, non lo so nemmeno io ma giuro che ci sto lavorando ahaha
Spero vi sia piaicuto e spero di aggiornare entro domenica prossima 
Grazie per le recensioni, vi ame tanto :)

Alla prossima
Much Love
Giuls



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