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Autore: nene_lol2000    02/02/2014    4 recensioni
Continuo il mio giro per le varie stanze per poi soffermarmi sulla riproduzione in cera dei personaggi di Twilight, quando sento una voce dietro di me – Che cosa stupida non trovi? Tutte queste storie sui vampiri intendo.- mi giro di scatto e vado a sbattere contro un ragazzo dai capelli corvini, pelle mulatta, sorriso smagliante e occhi di un rosso intenso
- tutto bene?- dice lui sorreggendomi
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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2. Zayn


Quando guardo di nuovo l’ ora, sono le dodici in punto e quindi mi metto a correre, per coprire il più velocemente possibile la distanza che mi separa da mia madre e dalle sue prediche. Dopo aver fermato un taxi ed esserci salita, mi rilasso un po’ e decido di telefonare a Jhoanna per rassicurarla: - Mamma ora lasciami parlare e non ti agitare! Sono in un taxi diretto verso casa, purtroppo ho fatto tardi perché mi ha chiamata Alexia e non ho potuto guardare l’ ora per un bel pezzo, sai quanto parla la mia amica no?- dico nascondendo solo in parte la verità. Sento un sospiro all’ altro capo del telefono – Lo sapevo che non potevo fidarmi di te! Mi hai fatto venire un colpo quando ho visto che non tornavi.. sai stavo leggendo un capitolo sul mio libro e mi era sembrato carino fartelo vedere, parla di un momento particolare dell’ adolescenza in cui..- per evitare questo genere di discorsi devo sempre fare i salti mortali – CRSS..CRSS..EHM..MAM…N..TI..ENTO..STI..TRAN…IN..UNA..GALLERI…!- mi affretto e chiudo la telefonata prima che possa protestare. Quando apro la porta, la prima cosa che vedo è un mobiletto di ebano affiancato al muro con sopra una ciotola porta oggetti in rame. Un altro mobile, più grande, mi ricorda la vecchia cappottiera che avevamo a Barcellona. Presa dai ricordi, percorro la casa da cima a fondo notando le differenze o le somiglianze che rendono questo appartamento così confortante. Giro l’angolo e mi ritrovo in cucina: oltre al piano cottura e al lavandino, mamma ha ordinato perfettamente i suoi libri di ricette in un mobiletto girevole molto somigliante a quello che avevamo prima, ha appeso dei quadri con immagini stilizzate ai muri e una mensola fai-da-te per la colazione con due sgabelli spinti sotto. Sento un profumino che mi avvolge. Riconosco la cipolla fritta e il sugo con sottiletta e origano, ricetta tipica di famiglia e mi viene l’ acquolina in bocca. –Che si mangia di buono?- mamma fa un salto. -Ciao tesoro! Mi hai spaventata… comunque lo so che hai riconosciuto l’ odore!- dice mia madre con un sorriso beffardo. Porta i capelli raccolti all’ indietro con un fermaglio e un grembiule a fiori sporco di olio. – Indovinato. Vado a lavarmi le mani- entro nel bagno e per qualche motivo mi ricordo di quello sguardo puntato su di me come un fucile fa con la sua vittima. Quell’ incontro mi ha lasciata stordita senza una ragione. Ora si che ho qualcosa da raccontare ad Alexia. Dopo aver pranzato entro nella mia stanza e rimango a bocca aperta. Tutta la camera da letto ha preso colore grazie a un lenzuolo a fiori arancioni, tende gialline che fanno filtrare la luce perfettamente, rendendo l’ambiente accogliente e rassicurante. L’armadio, anch’esso di un giallo tenue, rischiara l’abitacolo. In più un collage di foto sovrasta il muro e mi stampa un sorriso sulle labbra. Molte immagini mi ricordano la mia vita prima di partire. Vedo il sorriso di Alexia illuminato dal sole di Barcellona quella volta in cui siamo andati al mare, gli occhi sinceri di Oliver che ammirano il tramonto, ancora Alexia e Oliver che si schizzano con le pistole d’acqua: il viso di lei curvato in una smorfia per una goccia d’ acqua salata entratale nell’occhio e lui piegato in due dalle risate. Una foto di classe attira la mia attenzione. Percorro con lo sguardo altre foto e poi sento un sasso colpire la finestra. Ritorno bruscamente al presente e senza pensare mi sporgo oltre al davanzale. Allungo il collo per scorgere qualcosa di più e le mie mani perdono la presa dalla ringhiera di ferro. Non faccio in tempo a cacciare un urlo che sto per toccare il suolo, quando due possenti braccia mi prendono al volo. Rimango con gli occhi chiusi per qualche secondo e, dopo essermi auto convinta di essere ancora in vita li apro, per avere la possibilità di guardare la cosa che mi sorregge e incrocio due occhi rossi e un sorriso beffardo che conosco bene. Ero paralizzata dal terrore e non riuscivo a spiaccicare una parola. –c-come…- non faccio in tempo a finire la mia domanda che lui mi posa a terra e borbotta qualcosa tra se e se. -ehm…i-io devo andare- mugugna voltandosi. Faccio per aggiungere qualcosa ma lui non me ne da il tempo, in un batter d’occhio scompare. Rimango imbambolata per qualche secondo, per cercare di capire cosa fosse successo, quando sento Jhoanna gridare il mio nome dalla finestra: -ANNABEEEETH, tesoro cos’è successo? Che ci fai la fuori?!- -Ehm…m-mi è sembrato di vedere un gatto ee..eee…sono corsa giù per le scale a controllare..- -Ok, ma ricordati che non voglio animali in casa mia- gira i tacchi e sparisce. Dopo aver sospirato sonoramente decido di rientrare. Mi distendo sul letto e mi torna in mente come un lampo quello che era successo. Un brivido mi percorre la schiena e mi rannicchio tra le coperte. Zayn. Nessuna persona normale sarebbe rimasta in piedi, schiacciata dal mio corpo dopo dodici metri di caduta. Il nostro appartamento si trova al quinto piano e sarei di sicuro morta senza di lui. Anche il suo comportamento mi da molto a cui pensare: anche lui sa che il suo potenziale è fuori dalla norma, infatti ha agito senza pensare. D’ impulso. Si è reso conto di aver fatto qualcosa che non doveva fare e se ne andato, prima che potessi chiedere spiegazioni. Ma cosa non doveva fare d’avanti a me? Cosa? La testa mi fa male, sono confusa, spaventata, oppressa dal pensiero che possa esistere qualcosa fuori dalla normalità, ma che soprattutto potrebbe farmi del male. Sono gravemente implicata in questa faccenda, quindi, dovrò capire fino in fondo cosa sta succedendo in questa vita incasinata. Digito il numero di Alexia velocemente, dopo essermi assicurata che mamma si fosse addormentata nella sua nuova stanza. Quest’ultima non assomiglia assolutamente a quella di Barcellona che era sui colori del panna, un letto a due piazze ricoperto sempre da una coperta ricamata fatta da nonna Agatah e un armadio di legno massiccio. Quella nuova invece ha un grande tappeto verde che ricopre tutto il pavimento e un armadio bianco e piccolo. L’unica somiglianza è l’inseparabile coperta, ora arrotolata e appesa al capezzale. Dopo un paio di squilli, sento la voce assonnata della mia amica – Pronto? - - Alexia..sono io, ho bisogno di parlare con qualcuno e… - - Non puoi chiamare agli orari delle persone normali? È mezza notte santo cielo! - - Diciamo che in questo caso la normalità non centra molto…ho un problema- - Ok, sputa il rospo - - Oggi ho incontrato un tizio..sembrava normale a parte le lenti a contatto colorate, e cercava di attaccare bottone. Ho provato a togliermelo di torno quando sono arrivati quattro tizi e lo hanno portato via praticamente di peso. Non ho dato molto conto a questa cosa, però poi oggi vado a cadere dalla finestra e chi c’è lì sotto a prendermi? Lui! La cosa strana è che sono caduta dal quinto piano, non sarebbe dovuto cadere, schiacciato dal mio peso o qualcosa del genere? Questo pensiero mi tormenta e… Ma mi stai ascoltando?!- - Zzzzzzzzzz…eh? Oh scusa.. senti, non riesco a capire nemmeno che stai dicendo, per quanto sono stanca. Ti chiamo domani ok?- senza sentire nemmeno la mia risposta, chiude la telefonata e io piombo nel silenzio più totale. La mattina seguente mi sveglio bagnata dal sudore e con un grande mal di testa. Gli incubi non mi hanno lasciato tregua nemmeno per un secondo e come prova mi accorgo che il lenzuolo è tutto attorcigliato e che ho i capelli a forma di nido di rondine. Mi alzo svogliatamente e mi reco verso il bagno, cercando, con l’aiuto di un pettine, dello specchio e delle mie stesse dita, di liberarmi da quei nodi impertinenti che durante la notte sembrano essersi saldati all’ elastico. Dopo aver raggiunto l’obbiettivo, vado in cerca di un bicchiere d’acqua e di qualcosa da mettere sotto i denti. Tiro fuori uno sgabello di legno e mi accomodo sulla soffice imbottitura. Passo le dita sul piano liscio e la mia mano trova un pezzo di carta. Un biglietto di mia madre: Sono andata a fare un po’ di spesa. Ho lasciato dieci dollari sul mio comodino, usali per uscire a fare colazione, ma mi raccomando, tieni il cellulare a portata di mano, per qualsiasi evenienza. Mamma La scrittura elegante mi lascia ipnotizzata per qualche secondo, poi mi preparo per uscire. Mi lavo, infilo un vestitino di cotone color panna metto i sandali di cuoio, raccolgo nuovamente i capelli in una cipolla e afferro la borsa. Inforco gli occhiali da sole e con i miei dieci dollari in mano esco di casa e raggiungo il bar più vicino.




Buona sera a tutti i lettori! Spero che questo capitolo vi piaccia, perché ci ho lavorato giorni e giorni, veramente xD alloraaaaaaa.. che dire? La nostra giovane amica sospetta che Zayn non sia una persona normale e decide di scoprire se i suoi sospetti sono fondati. Vorrei sapere cosa ne pensate, magari tramite una recensioncina se vi va :3 Pace e amore p.s. grazie a chi mi ha inserito tra le seguite o preferite!
  
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