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Autore: T_tonks    12/06/2008    4 recensioni
Voilà! Questa è una nuova storia, by me, naturalmente! Tratta degli amori e dell’ultimo anno di scuola di Remus Lupin e naturalmente di tutti gli altri scalmanati Malandrini! Spero proprio che vi piaccia e che sarete in tanti a recensire! Ciao! “Quanto è bella....però io non le piaccio...cosa devo fare? Cosa?!”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black, Sorpresa | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il volo

Il treno si fermò.

“Finalmente” pensò Remus. Fino a mezz’ora fa era nel bagno a vomitare. Proprio non lo reggeva il treno. Ricordava ancora il primo giorno di scuola di sei anni fa.

-Mi raccomando Remus, fai il bravo. Per il tuo problema ha pensato a tutto il professor Silente. Vedrai che ti ambienterai subito.-

Il figlio non era molto convinto delle parole del padre, e quindi continuò a tenere la testa bassa senza rispondere.

-é meglio che vada ora- annunciò Remus con un tono logoro e fiacco. In realtà si capiva bene che il ragazzo era stanco e debilitato, ma nessuno sapeva il perchè.

Era un lupo mannaro, ecco la verità. Ma Remus non aveva voglia di parlarne. Aveva paura anche a confidarsi e a discuterne con i genitori. Aveva però un rapporto particolare con queste specie: a quattro anni i genitori lo avevano portato in un parco naturale. Dopo un’ ora di cammino nel bosco si era perso e si era ritrovato di fronte un lupo. A quel punto aveva deciso di sedersi su un masso lì accanto, non aveva paura. I due si erano fissati a lungo, e quando i genitori lo avevano ritrovato, lui stava accarezzando il lupo, anzi, la lupa, alla quale si erano nel frattempo aggiunti i piccoli.

Aveva sempre problemi con gli altri coetanei, più che con gli animali, specialmente quando gli chiedevano come si era procurato quel grosso segno di denti sulla gamba. Aveva risposto che lo aveva morso un cane, ma tutte le volte che gli ponevano la domanda, per lui era un tuffo la cuore, e una nuova fitta, un nuovo morso, ancora più doloroso.

E poi a scuola, a Hogwarts, aveva trovato degli amici stupendi, Sirius, James e Peter. Gli erano sempre stati vicini, non lo avevano mai tradito, e avevano formato un quartetto davvero inseparabile.

Adesso era comparso un sorriso sul volto del ragazzo, e aveva ripreso quel poco di colorito che aveva dopo il mal di stomaco.

-Remus, sbrigati, o ci perdiamo il migliore dei Therstral!- Sirius lo strattonava verso l’uscita.

-Therstral?!- chiese Remus, ancora trasognato dai ricordi.

-Sì! I Therstral! Quegli animali che possono essere visti solo da chi ha visto morire qualcuno, sembrano dei cavalli, ma non lo sono. Riporta a galla la memoria, Remus!-

-Ah, già! Scusa, sono un po’ soprappensiero...-

-Ce n’eravamo accorti-

Raggiunsero velocemente una carrozza. Era rivestita con una stoffa nera e ai bordi un merletto bianco perla. Remus e Sirius salirono. Dentro c’erano già ad aspettarli Peter e James.

La carrozza partì e i quattro cominciarono a parlottare tra di loro.

-Quanto sono belli i Thestral! Li adoro!- Sirius stava guardando in un punto preciso. Un animale galoppava fiero, ma triste, e trainava la carrozza. Era un cavallo nero, gli si potevano vedere addirittura le costole, visto quanto era scarno. Ma di certo non indebolito, perchè correva ad una velocità più alta del normale, per una taglia del genere. Le ali erano ripiegate, ma a James venne un’idea alquanto ilare e scherzosa:- Sentite ragazzi, perchè non proviamo a farlo volare?-

-Te sei un pazzo!- urlò Sirius, ma in modo molto sarcastico, si capiva che non contraddiceva affatto l’amico.

-Sapevo che avrei potuto contare su di te!- fece James.

-No! Sei un pazzo per davvero!- protestò Remus.

-Ma dai! Lo facciamo volare poco, tanto per veder cosa si prova a volare su un Therstral piuttosto che su un manico di scopa!- e così James convinse quasi tutti -chi ci sta? Io, Sirius...Peter, tu cosa dici?-

-Sì, sì, a me va benissimo- rispose, come un bambino al quale chiedono per la prima volta se vuole mangiare un gelato.

-Allora. Siamo tre contro uno, cosa decidi di fare Lunastorta?-

-E va bene! Voliamo!-

Detto questo James si preparò.

-Come intendi iniziare, James? Io non saprei farlo volare!- disse Sirius.

-Aspettate e vedrete!- rispose Potter.

Si alzò in piedi nella carrozza, con la schiena piegata per non battere la testa. Allungò una gamba verso la finestrella aperta dalla parte del suo sportello. Si mise in piedi sul predellino attaccandosi alla maniglia dello sportello.

Oscillò un po’indietro e quasi cascò, ma poi si riprese. Si protese verso la cassetta e vi si adagiò bene, cercando una posizione più comoda possibile. Davanti a lui correva il Therstral, il cavallo scheletrico con il muso simile a quello di un rettile.

“Il suo manto è nero come una notte in tempesta. É stupendo.”

Dopo questo piccolo pensiero ritornò alla sua missione: far volare il Therstral.

“Ma come faccio se non ci sono briglie?” si chiese.

-Ehi, là dietro!- urlò -datemi qualcosa: uno straccio, un filo...basta che sia lungo!-

-Cosa c’è? Qualche problema?- ridacchiò Sirius.

-Qui non ci sono briglie! Non posso farlo volare senza!-

-Hai sentito?!-  “latrò” Sirius a Peter –dagli subito qualcosa per aiutarlo!- disse, parlando di James.

Gli urlava solo per divertirsi, ma in fondo Sirius voleva molto bene a Peter, come ne voleva anche agli altri due. E lui, Peter, gli ubbidiva immediatamente, senza discussioni.

-Ssubito. Ecco: tieni James.-

-Ma ci caschi sempre, stupidotto? Guarda che ho urlato solo per scherzare!- e Sirius prese Peter per la testa, gliela “spazzolò” ben bene, e infine gli diede un bacio sui capelli.

-Smettetela con le smancerie! Io DEVO lavorare!- detto questo, James legò le briglie al Therstral e gliele tirò sulla schiena, per farlo correre più veloce.

-Vola! Vola bestia!- iniziò a gridare il ragazzo.

Dopo poco l’animale iniziò a prendere quota. –Vola veramente! ‘Sta volta hai avuto ragione James-

Confessò Sirius.

-Ah, ah! Bravo bello! Vola, vai!- James era veramente entusiasta del suo riuscito, e, successivamente a qualche metro di volo (molto duro per l’animale, che doveva portare tutto quel peso), ritornò a terra e rientrò nella carrozza.

-Però era un po’ basso il volo......potevi farlo andare più in alto- brontolò Sir, facendo finta di essersi offeso.

-Stai zitto, pelosetto, non voglio commenti da uno come te!- ribadì James, lui più finto dell’amico.

Poco dopo scoppiarono tutti e due in una fragorosa risata e quando si accorsero che erano arrivati, un’ombra scura aprì loro lo sportello, dicendo:-Avete fatto un bel volo, signori?- seguì una risatina trattenuta -Spero che non vi siate giocati l’espulsione-.

 

Questo è un nuovo chappy, vi prego: LEGGETE E RECENSITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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