Uhm
Uhm. È l’esclamazione proveniente dalle sue spalle, dove Zoro, in piedi, lascia scivolare lo sguardo sul libro che sta leggendo. Minuscoli caratteri compongono termini incomprensibili e lui non si vergogna di mostrare la sua ignoranza: inarca un sopracciglio, sbuffa e tracanna un sorso di rum.
Uhm. È il sospiro nervoso che si lascia sfuggire, mentre la guarda girare pagina, scoccargli un’occhiata fugace e riprendere la lettura. Robin conosce la sua scarsa pazienza e, anche per questo, si concentra sul testo con meticolosa attenzione, tardando più del dovuto su alcuni passaggi: lui digrigna i denti, lei sorride alle parole, divertita.
Uhm. È un verso gutturale, sordo. Zoro racimola un po’ d’aria in bocca e contrae le labbra per produrlo, quando si rende conto che quell’improvvisa lentezza è solo uno stratagemma con cui lei cerca d’irritarlo. E sfortunatamente ci riesce.
Uhm. È il suono dello stupore che gli si ristagna in gola. Dallo strascichio della sedia, intuisce che Robin si è alzata, ma aspetta a sollevare la palpebra per ottenerne conferma.
Uhm. È il rabbioso borbottio che Robin sente avvicinarsi, dietro alla porta. Appena svanisce, abbassa la maniglia.
Zoro se ne sta immobile, con le braccia incrociate al petto e un’espressione truce sul viso. Dovrebbe essere un rimprovero silenzioso il suo, ma a lei risulta tanto comico da trattenere, a stento, la risatina che le smuove lo stomaco, facendolo accigliare ancora di più.
Uhm. È il rantolio che si perde tra i respiri di entrambi.
Al risveglio, l’espressione stanca ed assonata di Zoro si contrae in una smorfia d’incredulità: Robin è ancora al suo fianco, supina tra le coperte.
Non capita spesso di poterla ammirare mentre dorme, coi capelli scarmigliati che le ricadono sulle spalle e i segni della notte trascorsa ancora visibili sul suo viso disteso e rilassato. Un sorriso gli allarga le labbra, morendo nell’istante in cui apre gli occhi.
Sono già incredibilmente limpidi, inquisitori, attenti anche quando lui punta lo sguardo altrove senza trovare nulla da dire né il tempo per riflettere.
Una mano fiorita tra le lenzuola, infatti, gli sfiora il mento e con delicatezza gli fa ruotare la testa. Zoro scorge solo un’ombra, prima di chiudere d’istinto gli occhi e sentire la bocca calda di Robin sopra la sua, le sue dita sulle guance, così leggere, il suo corpo contro il proprio.
È un bacio silenzioso, inatteso. Libera le labbra dal peso di cercare parole finché una non sfugge al controllo della lingua, riversandosi nell’aria come un gemito appagato. Uhm.
Angolo Autrice
Hola! Scusate per il ritardo, ma il tempo è quel che è...-.-
Comunque....siamo arrivati alla U e ciò significa che mancano solo due lettere! Wow! Cercherò di non metterci un altro mese a postare la V...! (che cavolo m'invento con la V?!?!?!?!? mmmmmmm...).
Come sempre grazie e alla prossima.
besos
Reik93