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Autore: Marauder_    08/02/2014    0 recensioni
Bree ha appena trovato una casa nella città di Swarton, dove andrà a studiare per l'università.
La cosa migliore di questa sua nuova vita, però, è il suo coinquilino, Jake Flock.
Questa è una storia felice, facile, un sogno che si avvera.
Bree è il prototipo di ragazza semplice, non troppo bella, che però riesce a trovare qualcuno che la trova perfetta così com'è.
Tutti coloro che leggeranno, sogneranno di essere Bree.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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TREDICI


Qualche sera dopo uscimmo insieme per andare in un bar a svagarci un po'.
Mi vestii bene e mi truccai (evento più unico che raro) e ci avviammo, a piedi, verso il centro.

"Questa sera tocca a te ubriacarti" mi disse Jake, ripensando a capodanno.
Al bar iniziammo a bere, ma nessuno dei due aveva intenzione di ridursi troppo male.
Dopo un po' Jake mi disse "Possiamo parlare un secondo?"
"Certo" dissi seguendolo nella terrazza del locale.
Mi passò le mani attorno alla vita: "Questa sera sei bellissima"
Me lo disse con una tale sincerità e serenità in viso che rimasi pietrificata.
Mi fissò per qualche istante, dopo di che avvicinò le sue labbra alle mie e io.. lo schivai.
"Andiamo dentro, fa freddo" dissi sorridendo e prendendolo per mano.
Sei pazza?! disse una vocina dentro la mia testa.
No risposi io è che questo non è né il momento né il luogo giusto.

 

Quella sera rimanemmo sempre insieme fino all'una, quando lui andò un attimo in bagno.
Un ragazzo che non avevo mai visto sfruttò l'occasione per provarci con me: iniziammo a ballare e lui mi spingeva sempre di più in un angolo del locale.
Provò a baciarmi, ma io lo evitai passandogli sotto al braccio.
Quando tornai tra la folla, vidi Jake che mi fissava con la bocca aperta.
Non capivo cosa stesse succedendo.
"Io voglio andare a casa, tu se vuoi rimani pure qui a divertirti" disse con una grande serietà.
Ogni segno di felicità che aveva di solito era svanito dal suo viso.
"No no, aspettami! Non me ne sto qui senza di te!"
E lo seguii, prendendo al volo il cappotto appeso all'entrata.
Rimanemmo zitti lungo tutta la strada di ritorno e quando io cercai di prenderlo per mano, lui si allontanò.
Quando eravamo ormai quasi a casa gli chiesi "Jake, che succede?"
"Niente"
"Non mentire"
"Lasciami in pace!"
"Jake!!" dissi stringendogli la mano per farlo fermare.
"Succede che ti ho visto!"
"Visto fare cosa? Ma cosa stai dicendo?"
"Sai benissimo cosa!" ed iniziammo a litigare, senza che nessuno dei due capisse esattamente cosa intendesse l'altro.
Ad un certo punto mi arresi e dissi "Va be, sto zitta, tanto non capisci"
"Ecco, brava, era ora che tenessi quella lingua un po' nella tua di bocca!"
Cosa?! Ho sentito bene?!
Mi veniva da piangere.
Feci gli ultimi metri prima del mio appartamento di corsa, per non fargli vedere le mie lacrime che scendevano.
Sbattei la porta e scoppiai a piangere come non mi succedeva da un sacco di tempo.
Mi aveva detto proprio una cattiveria.. Non me l'aspettavo da lui.

 

Alle due sentii bussare ed io aprii la porta finestra, per respirare un po' d'aria fresca: avevo appena smesso di piangere, non avevo certo alcuna voglia di vederlo.
Dopo dieci minuti di toc toc Jake si arrese ed io tornai dentro casa.
All'improvviso però vidi passare da sotto la porta un foglietto, che diceva Ti prego, scusami. Sono geloso e sono un cretino.
Lo rispedii indietro: non ero mai stata così arrabbiata e delusa.
Jake però, come era già successo un'altra volta, entrò dalla mia porta finestra.
Devo ricordami di chiuderla
Io gli diedi la schiena: ormai non avrei più potuto evitarlo.
"Bree.. scusami ti prego.. Ho sbagliato ad arrabbiarmi.. E sto troppo male all'idea di averti ferito.."
Quando mi accorsi che aveva la voce rotta dal pianto non resistetti e mi voltai, tenendo le braccia incrociate sul petto.
"Scusa io.. Non mi meriterei di essere perdonato, ma mi fa troppo male pensare di perderti.."
Anche a me fa male..

"E' che quando ti ho visto con quel tipo sono impazzito.."
Mi avvicinai e lo abbracciai, era più forte di me.
Scoppiammo entrambi a piangere, stringendoci come mai avevamo fatto prima.

 

Quando ci fummo calmati rimanemmo comunque abbracciati, per un tempo che mi sembrò brevissimo, anche se non lo era.
"Bree.. Sei la mia migliore amica" disse ad un certo punto lui, guardandomi negli occhi.
"E te ne sei reso conto litigando?" chiesi sorridendo.
"No, è un sacco di tempo che lo penso.."
"Anche tu sei il mio migliore amico"
Lentamente mi misi in punta di piedi e lo baciai, a stampo: durò un attimo.
Lui mi guardò, prima stupito, poi felice e ricambiò.
Questa volta però il bacio fu più lungo e intenso.
Ci baciammo per un sacco di tempo, prima in piedi, poi stesi sul mio letto.
"Perché prima al bar non mi hai voluto baciare?"
"Perché non ero me stessa in quel momento"
"Come no?"
"Io sono così" dissi indicando il mio pigiama "e così" indicando i miei occhi "senza trucco, con vestiti comodi.. Non com'ero conciata prima"

"Ma tu mi piaci sempre, con qualsiasi vestito addosso" e mi baciò ancora, accarezzandomi l'addome.

Immaginando dove voleva arrivare lo anticipai "E non sono nemmeno una ragazza che ha fretta.."

"Certo" rispose sorridendo "però continuerò a baciarti"

"Quello puoi farlo finché vuoi"

  
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