Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Clairebrr    09/02/2014    2 recensioni
"Devi insegnarmelo, Malfoy".
La sua voce risuonò decisa. Gli occhi rossi dalle lacrime.
"A fare che cosa, esattamente?"
"A non amarlo più. A non provare più nulla."
Draco Malfoy sorrise nella penombra, inumidendosi leggermente il labbro inferiore.
Sacrificheresti i tuoi sentimenti, pur di non provare più quello che provi ora?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo secondo


 Non appena Draco varcò la soglia dell'atrio, una luce soffusa e un dolce calore lo accolsero con piacere. I suoi occhi grigi si guardarono intorno, e una volta assodato che nessun ficcanaso fosse nei paraggi, si posarono sul volto della ragazza bagnata e fredda che teneva tra le braccia.
La pelle chiara, senza imperfezioni. Le piccole e chiare lentiggini sul naso affusolato. Le labbra sottili, leggermente dischiuse. Draco serrò la mascella osservando quel volto aggraziato e indubbiamente affascinante.


Due mani leggere e fredde si posarono sulle guance di Draco, svegliandolo da quello che fu un sonno assai poco riposante. Era stravaccato su una poltrona nella Sala Comune, con i capelli ancora umidi dalla pioggia della notte precedente, che non doveva essere passata se non da poche ore.
“Buongiorno”.
Pansy era di fronte a lui, con un lieve sorriso sulle labbra. “Ti aspettavo, ieri sera”.
Draco si sedette compostamente sulla poltrona e si massaggiò il collo dolorante per la scomoda posizione in cui si era addormentato.
“Che ore sono?” Chiese ignorando il suo commento.
“Le sei del mattino”
Draco annuì, sospirando.
“Ieri sera, Draco, io ti ho aspettato”
“Ho capito, e io ho avuto un contrattempo”, rispose senza interesse. Distolse lo sguardo dagli occhi scuri e stretti della ragazza di fronte a lui, che in risposta alzò aspramente un sopracciglio. “Che genere di contrattempo?”
Draco sospirò privo di pazienza, ricordando l'accaduto di poche ore prima.
“Non ero a conoscenza di dover fare rapporto a te per ogni mio movimento”. Il mantello della Serpeverde che se ne andava con uno stizzito “molto bene” gli sfiorò la mano. Era abituato alle sue lamentele, ai suoi continui “per me non ci sei mai”, e non dava mai davvero peso alle sue parole. Non che non gli importasse di lei, in fin dei conti la conosceva da prima che entrasse a Hogwarts. Ma quella ragazza dai corti capelli corvini aveva sempre provato per lui un affetto così grande ed eccessivo, una devozione tale che alla fine si era trasformata in un misero giocattolo da usare a proprio piacimento.
Draco si guardò intorno, spaesato, e i suoi occhi si posarono su una sagoma distesa sul divano di fronte a lui. Dalla coperta verde sbucava soltanto qualche ciocca di capelli ricci e castani, che sotto la luce della Sala Comune assumevano toni quasi dorati. Gli occhi girigi del ragazzo si spalancarono, e immediatamente si ricordò di che cosa era successo.


Parola d'ordine, prego?”
Quella maledetta signora grassa.
Non la so.”
Allora non puoi passare.”
Guarda che non devo entrare io, è lei che deve tornarsene a letto.”
Hermione, completamente bagnata, non dava segni di ripresa.
Se la ragazza non sa la parola d'ordine, io non posso farla entrare, sono regole.”
Draco alzò aspramente un sopracciglio.
E se la ragazza fosse svenuta che fai, la lasci dormire fuori?”
Senza parola d'ordine, lei non entra.”
Per tutti i troll! Dove diavolo la dovrei portare?”
La donna nel dipinto sbuffò scocciata.
Non sono problemi miei ragazzo.”
E detto ciò, scomparve.


Hermione Granger non possedeva una bellezza tale da attirare veramente l'attenzione. Aveva un fisico aggraziato e snello, un viso dai tratti lineari, leggeri, che non aveva bisogno di un solo ritocco. I capelli le ricadevano sulle spalle raggiungendo i seni, e quando camminava lungo i corridoi della scuola, con qualche libro in mano e la testa bassa, solo un occhio attento avrebbe notato come il connubio di intelligenza, astuzia e fascino, facesse di lei una delle più belle studentesse di Hogwarts.
Draco non avrebbe mai ammesso a nessuno che anche lui, da anni, l'aveva notata. Lasciava che gli altri, al di fuori del muro che aveva creato intorno a sé, continuassero a pensare che la distanza tra loro non permettesse alcun pensiero simile. Lasciava che gli altri, nell'illusione fatua di conoscere davvero chi fosse Draco Malfoy, la schernissero per compiacerlo.
Guardò Hermione dormire un sonno tranquillo, pensando che probabilmente non dormiva da molto tempo, viste le voci che giravano su lei e Weasley. Si diceva lui l'avesse lasciata per quella Katie Bell, una sciocca che di buono aveva soltanto un bel visino. E si diceva che Hermione, tutto questo, non lo avesse preso bene. Era evidente, pensò Draco osservando le occhiaie sotto gli occhi della ragazza e ricordando le sue frequenti assenze alle lezioni negli ultimi due mesi.


***


Aprì piano gli occhi, infastidita dalla luce intensa che vigeva nella stanza. Un leggero rantolo di tosse le uscì dalla gola dolorante. Come era arrivata la? La certezza di essere ancora viva, per un attimo, le riscaldò il cuore. Ricordò il freddo che la avvolgeva nella sua morsa, le sue gambe cedere per la stanchezza, i suoi occhi chiudersi. E poi due braccia, il suono leggero di un cuore che batte, un respiro lieve sul suo collo.
“Finalmente”
Una parola, una semplice parola le bastò per capire chi fosse il suo interlocutore. Quel tono assurdamente gelido, distaccato, aspro. Hermione guardò Draco Malfoy con disprezzo puro.
“Malfoy”, rispose con un sussurro chiaramente irritato, “che diavolo ci fai qui?”
Il ragazzo in piedi di fronte a lei inarcò un sopracciglio. “Qui?
“Sì, qui, Malfoy. Sala Comune dei Grifondoro, Hogwarts, Silente. Ti dice niente?”
Draco si limitò a fissarla divertito. “E adesso”, disse lei alzandosi dal divano, “se permetti, gradirei che ti levassi dai piedi”.
Hermione si guardò intorno, ignorando per un breve istante l'irritante e troppo vicina presenza di Draco al suo fianco. Le pareti della stanza erano quasi esclusivamente di pietra scolpita, sui cui lati fuoriuscivano serpenti dai lunghi canini appuntiti. La parete di fronte a lei, quasi interamente occupata da un imperioso camino acceso, vedeva ritratti le streghe e i maghi più famosi della casata Serpeverde. Il divano di pelle scura su cui aveva dormito, adesso aveva preso le forme del suo corpo, e la coperta color smeraldo era caduta ai suoi piedi.
Il silenzio cadde nella sala. Era ovvio che non si trovava dove credeva di essere, ed era ovvio che quella di troppo, era lei. Hermione si voltò verso Draco Malfoy, palesemente soddisfatto della sua espressione, che probabilmente doveva ritrarre puro stupore.
“Siamo nella tua Sala Comune”, sussurrò lei più a sé stessa che al ragazzo che le stava di fronte.
“Molto acuta”
“Perchè mi trovo qua, Malfoy?”
“Notte scorsa, pioggia, un freddo diavolo, tu che a quanto pare volevi morire. Ti dice niente?”
Hermione guardò il ragazzo di fronte a lei per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo, sospirando. L'amaro ricordo di Ron e Katie, lei che correva via, il più lontano possibile. Sì, a quanto pare voleva morire. “Tu... mi hai salvata”
Sulle sottili labbra di Draco comparve una smorfia di disapprovazione.
“No, non ti ho salvata, Granger. Ti ho soltanto impedito di fare una madornale sciocchezza”
Hermione sorrise tristemente. “Una sciocchezza” ripetè tra sé e sé.
“Sì, era quella che stavi facendo”
“Tu non hai idea di che cosa stessi facendo, Malfoy”
“No, ma so che non ne valeva la pena”
Hermione serrò i pugni. “Non è vero”
Di fronte a lei, il ragazzo dai capelli biondi e con gli occhi color del ghiaccio, rise aspramente.
“Invece sì, Granger. Per Weasley, sappilo, non ne vale la pena”
Lo spinse. Così, senza pensarci, probabilmente senza neanche sapere che cosa stava facendo. Ma come si permetteva di dispensare consigli su una situazione che nemmeno conosceva? E come si permetteva di riderle in faccia, di schernire il male che aveva dentro come se fosse tutto solo un gioco?
“Tu non sai nulla!”
La sua voce, colma d'ira, d'odio, di sentimenti repressi da tempo, si disperse nella sala. Draco Malfoy continuò a sorridere, noncurante della spinta poco convincente che gli era appena stata rivolta. Si schiarì la gola e guardò quel volto segnato da un visibile dolore.
“E' solo, Granger, che so cose che non hai voglia di ascoltare”
Il suo tono era tornato improvvisamente serio. “E dato che nessuno dei due ha voglia di portare avanti questa conversazione, perchè non te ne vai?”
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Clairebrr