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Autore: alaskha    09/02/2014    7 recensioni
In quel preciso istante sentii un bracco avvolgermi le spalle: il profumo era inconfondibile, ed il tono di voce suadente al naturale, lo era ancora di più.
“Malik, che diavolo vuoi?” ringhiai, sottovoce.
“Fingi entusiasmo – sussurrò lui tra i denti, mentre sorrideva falsamente – adesso sorridi e saluta con la mano”
Seguii il suo consiglio, stretta dalla morsa del diavolo.
“Ciao amore, ci vediamo presto” disse Perrie al suo dannatissimo baby Zayn.
“Ciao piccola” lui le mandò un bacio volante, ed io faticai a reprimere quei fastidiosi conati di vomito che mi colpivano ogni qual volta manifestassero il loro amore.
“Restate vivi!” urlò Perrie, mentre l’autobus si allontanava.
Io e Zayn continuammo a salutare con la mano, sorridendo come due idioti, abbracciati.
“Ok, adesso togliti”
Lottai contro di lui, cercando di divincolarmi dalla sua presa, ma lui premette ancora di più con il braccio sulla mia spalla.
“Tu non vai da nessuna parte” sussurrò lui, sulle mie labbra.
“Malik, levati, invadi il mio spazio vitale”
“Adesso ascoltami attentamente – non aveva intenzione di allontanarsi – ho giurato a Perrie che ci avrei provato, ad andare d’accordo con te”
“D’accordo, provaci” dissi stringendomi nelle spalle.
“Certo, ma tu dovrai collaborare”
“Costringimi”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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quando trovate l'asterisco ascoltate Teenagers dei My chemical romance 

Long live all the magic we made
Chapter nine - Teenagers

 
Non so quando, non so perché e non so neanche come, ma ero finita tra le braccia di Zayn e devo dire che stringevano parecchio forte. Ci stavamo abbracciando forse per la prima volta nella nostra vita e, detesto ammettere cose del genere ma, non era del tutto male. Quel ragazzo aveva sempre e perennemente quel suo odore di fumo ed altro ancora non ben identificato addosso. Era dolce, non so bene come spiegarlo, era come se tenesse tra le sue mani un mazzo di fiori, uno di quelli profumati, come se non avesse bisogno di nessun’altra fragranza, perché tanto c’era già la sua pelle.
“Ah bene, allora i miei trattamenti funzionano, potrei anche smetterla di fare il cantante e diventare uno psicanalista”
Niall irruppe nella stanza, beccandoci abbracciati: probabilmente eravamo arrivati in Scozia ed il genio aveva deciso che quella “tortura” da lui stesso ideata poteva anche finire.
“Si dice psicologo, Niall” lo avvertì Zayn, lasciandomi.
“Che importa? – domandò retorico Niall – vi stavate abbracciando comunque, no?”
“Come ti pare, Horan” lo assecondai io, alzandomi dal pavimento e raggiungendo gli altri.
“Beh, avete fatto pace per merito mio – continuò l’irlandese ad alta voce, mentre Liam metteva piede sul suolo scozzese per primo – vi siete dati il vostro primo abbraccio grazie a me!”
“Certo, Niall”
Zayn gli diede una pacca amichevole sulla spalla e Niall continuò a sentirsi compatito, mentre Louis ridacchiava ed Harry mi lanciava delle occhiate.
“Ragazzi, avete poco tempo per salutare i vostri fans, dobbiamo raggiungere l’hotel”
“Fans?” chiesi a Paul, sconcertata.
“Eh già piccola, siamo famosi, ricordi?” mi disse proprio Harry, lasciandomi scendere gli scalini del Tour Bus prima di lui da bravo gentiluomo.
Avrei avuto il primo riscontro con le directioners, tra poco meno di qualche secondo e mi sentivo vagamente nervosa.
“Piantala di tremare” mi sussurrò Zayn all’orecchio.
“Eh?” gli domandai spaesata, voltandomi verso di lui.
Ci ritrovammo occhi negli occhi, a pochi centimetri di distanza e quel suo profumo dolce mi entrò nuovamente nelle narici, facendomi socchiudere gli occhi dal piacere.
“Non agitarti, sono solo le nostre fans, non Satana” disse poi lui, divertito.
“Lo so, ma potrebbero anche odiarmi, ci hai pensato?”
“Odiarti? E perché?  - mi chiese lui, mentre gli altri ci sorpassavano, lasciandoci soli – mica ti conoscono, loro non lo sanno quanto odiosa, antipatica, arrogante ed egoista tu sia”
“Carino” finsi.
“No, dai, seriamente – disse poi, toccandomi il braccio con le dita – sta’ tranquilla, d’accordo? Tu stai vicino a me”
Annuii, mentre lui mi camminava davanti e mi trascinava per il braccio verso Satana.. eh, volevo dire le fans. E le directioners di Glasgow erano davvero rumorose, cavolo, ma quanto urlavano? Finalmente riuscimmo a vederle, ed erano veramente tantissime.
“Ma quante diavolo sono?”
“Un esercito - ridacchiò Zayn, senza lasciarmi – il nostro esercito”
Lo vidi salutare qualche fan con la mano, mentre loro piangevano, urlavano e, praticamente, morivano. E poi c’ero io, che abbozzavo qualche stupido sorriso qua e là, domandandomi quando sarebbe finita, fino a quando non sentii due braccia forti tirarmi su un macchinone nero.
“Volete uccidermi?” domandai, allarmata, prima di accorgermi che quelle braccia non erano che quelle di Liam e che insieme a me c’erano solo i ragazzi, più Paul.
Zayn rideva, ma perché rideva?
“Allora, è andata tanto male?” mi domandò Louis.
“Come faccio a saperlo?”
“È semplice – disse Harry – dobbiamo solo aspettare che qualcuno scriva qualcosa su Twitter”
Annuii, per niente rassicurata dalle loro parole, e Zayn sembrò accorgersene.
“Ti ho detto di piantarla di tremare, sei andata benissimo”
“Ma  se non ho fatto nulla” replicai.
“Beh, eri bellissima comunque”
Ma che diavolo..?
“Arrivati!” annunciò Niall, super eccitato come al solito.
Mi strinsi nelle spalle, lasciandomi aiutare da Liam a scendere da quel macchinone e indovinate cosa trovammo davanti all’hotel di Glasgow? Altre directioners!
“Ma come fate?” chiesi, stranita.
“A fare che?” mi domandò di rimando Lou.
“Ogni volta che scendete da una macchina trovate un gruppo di persone urlanti che vi aspettano”
Harry ridacchiò, camminando verso di loro per primo, iniziando a salutare esattamente come pochi minuti prima.
“Ci siamo abituati – rispose Louis, stringendosi nelle spalle – vedrai, sarà normale anche per te, tra poco”
Questo lo dici tu, Tomlinson.
 
 
 
 
 
“Uffa, ma siamo appena arrivati in hotel!” mi lamentai io, mentre Liam cercava di tirarmi su dal letto.
“Zafira, non fare la bambina ed alzati da questo fottuto letto” e lui stava perdendo la pazienza.
“No” dissi io convinta, incrociando le braccia.
“Ok, l’hai voluto tu, chiamerò l’artiglieria pesante”
Vidi Payne sparire, finalmente, così mi rilassai un po’ su quello che era il letto di Niall, nella sua camera.
“Lolita, siamo già in ritardo, datti una mossa”
E così comparve Malik, ed io scoppiai in una sonora risata, mentre l’altro componente della Ziam entrava nuovamente nella stanza.
“E sarebbe Bradford l’artiglieria pesante?”
Ma io continuai comunque a ridere, contorcendomi sul letto dell’irlandese. Vidi il pakistano voltarsi verso Liam, ed entrambi avevano un ghigno sul volto. Non riuscii a chiedere nulla a nessuno dei due, dato che vidi Malik avvicinarsi a me e prendermi in spalla, contro la mia volontà.
“Malik, mettimi giù!” urlai, picchiandolo sulla schiena.
“Ragazzi, forza, andiamo” disse lui, affiancato poi da Liam.
“Payne 1, Lopez 0”.
 
 
“Ora puoi mollarmi?” dissi io, ancora sulle spalle di Zayn, una volta arrivati allo Scottish Exhibition and Conference Centre.
“Ora sì”
Entrammo in quello che era un grande edificio, dove i ragazzi si sarebbero dovuti esibire quella sera stessa. Ma se ero già stanca io, loro, come si riducevano alla fine di ogni tour?
“Zafira, ehi, ciao”
Paul Roberts, il loro coreografo, mi salutò dolcemente.
“Cia’” risposi io, diretta al buffet di dolci che vedevo in lontananza.
“Chi l’ha fatta arrabbiare stavolta?” chiese Paul ai ragazzi, mentre Louis ridacchiava e Liam indicava Zayn.
Perché succedeva sempre così?
“Non prenderla sul personale Paul, lo sai che ti adoro – in effetti era proprio così, provavo anche un po’ di tenerezza nei suoi confronti, dato che i ragazzi non lo ascoltavano mai – ma essere trasportata sulle spalle di un pakistano a caso per un quarto d’ora, non mi sembra proprio il pomeriggio tipo di nessuno, o sbaglio?” dissi rivolta al coreografo, ma con lo sguardo fisso su Zayn.
“Io non voglio entrarci” disse Paul, con le mani alte in segno di resa.
Mi strinsi nelle spalle, mentre Zayn scuoteva la testa. Ma come diavolo si era vestito? Va bene che dovevano provare, ma quei pantaloncini colorati non li avrebbe mai messi neanche Louis.
“Niall, ti va di mangiare qualcosa?”
“Ovvio!”
Con lui era troppo facile.
“Ragazzi, vi voglio qui entro dieci minuti”
Niall liquidò Paul con un gesto della mano, mentre ci dirigevamo comunque verso il buffet di dolci.
“Quelle non sono crepes con la nutella, vero Horan?”
“Oddio, penso proprio di sì, Zafi”
Santo Dio, eppure lo sapevano che cosa provavo per la nutella, io! Adesso non mi sarei staccata da quel buffet neanche se Zayn fosse venuto a prendermi sulle spalle, un’altra volta.
“Quanto tempo abbiamo?” chiesi a Niall.
“Non lo so, Lou ed Harry si sono messi a giocare a calcio – disse, guardando circospetto l’ambiente – di tempo ne abbiamo”
Ci guardammo eloquentemente per qualche secondo, prima di fiondarsi su quelle povere ed indifese crepes.
“Forza ragazzi, iniziamo - provò Paul Roberts, il coreografo, non Higgins, il tour manager insieme a Silver e Stella – Louis mettiti sulla X e Niall.. un attimo, dov’è Niall?”
Io e l’irlandese avevamo preso posto su degli scalini e stavamo chiacchierando allegramente, con le labbra sporche di Nutella.
“Niall!” urlò Liam.
“Ehi, Ireland, aspettiamo solo te!” questo era Lou, che di andare sulla X, ne aveva veramente poca voglia.
“Arrivo”
Ed insieme ci dirigemmo al centro del palco, dove i ragazzi erano in mise parecchio ambigue e si stavano preparando ad eseguire la loro “coreografia”.
“E con chi poteva essere se non con lei?” disse Malik, simpatico come al solito.
“Perché indossi una camicia su dei pantaloncini? Sei anti estetico”
Zayn scosse la testa, lasciando perdere e liquidando il tutto con un sorriso divertito. Ma divertito da cosa? Da chi? Ma perché? Avrebbe potuto fare un programma su Real Time: “Gli enigmi della vita, con Zayn Malik”.
“Avanti ragazzi” riprovò Paul.
Loro odiavano ballare e riuscivano sempre a fare di testa loro, a divertirsi, ed ogni volta che assistevo ad una loro prova, non potevo far altro che morire dalle risate. Insomma, Harry senza maglietta che balla Gangnam Style, Niall che incita la folla inesistente e Malik che, beh, è Malik: lui non sapeva ballare, neanche un po’.
“Ehi, piccola, che hai da ridere tanto?” mi chiese Harry.
“Ma ti sei visto? – dissi, tra le risate, appunto – sei senza maglietta, con un cappello di lana imbarazzante e stai imitando un grasso cantante coreano”
“Psy non è grasso” lo difese Niall.
“Non insultare l’idolo di Niall, Zafira” scherzò Liam.
“Chiedo scusa”
“Vieni qui, dai” mi disse poi Harry, con tono suadente.
“Che vuoi fare?” gli chiesi, avvicinandomi.
“Ti faccio provare qualche passo”
Harry mi prese le mani, delicatamente tra le sue. Poggiò le labbra sul mio orecchio e sorrise, sentii i suoi denti sulla pelle.
“Chiudi gli occhi” mi sussurrò.
“Styles..” provai io, ma lui mi sussurrò uno “shh” intimidatorio che mi zittì.
“Adesso seguimi”
Harry iniziò a muovere il bacino avanti ed indietro, sensualmente, e non so neanche io che cosa provai. Era una sensazione strana, era la stessa identica sensazione che provavo ogni volta che le sue dita sfioravano le mie. Ed era bello, ed eccitante, soprattutto eccitante.
“Fa’ come me” continuò a sussurrarmi, mentre mi muovevo con lui.
“Ma se non c’è la musica non riesco a seguire nessun ritmo” gli spiegai, con gli occhi chiusi, come mi aveva consigliato lui.
“Affidati completamente a me”
Il mio corpo era del tutto premuto sul suo, ma a lui non sembrava creare alcun problema. Ed a me nemmeno, figurarsi, sarei rimasta così anche per tutta la vita.
Ma poi, improvvisamente, mi lasciò andare.
“Che fai?” gli domandai stranita.
Ma quando aprii gli occhi capii da sola: Louis era tornato a giocare a calcio, con Liam questa volta, e Niall era ancora al buffet dei dolci. Mancava qualcuno, però.
“Dov’è andato Zayn?”.
 
 
 
 
 
Il concerto era andato alla grande: le directioners scozzesi si erano divertite ed i ragazzi anche di più. Andava tutto benissimo, tutto normalmente: Louis era su di giri, Pez mi aveva chiamata nove volte, Liam e Niall stavano scappando da Paul ed Harry ballava in giro per la hall dell’hotel. C’era solo una cosa che non era al suo posto: Zayn.
“Bradford?”
Era da quel pomeriggio alle prove che non mi parlava, avevo anche provato ad augurargli buona fortuna come a Londra, come all’Arena, ma nulla. Mi lanciava solamente delle occhiate, che non sapevo decifrare.
“Malik, a cosa devo questo sciopero della parola?”
Niente, il nulla più assoluto, solo tanto silenzio.
“Zayn, ehi, va tutto..?”
Ma lui m’interruppe, quando si scostò da me, mentre avevo provato a toccargli il braccio. Si voltò verso di me, guardandomi dritto negli occhi: non l’avevo mai visto così. L’avevo visto arrabbiato con me tante volte, ma mai in quello stato.
“Cosa vuoi?”
“Perché fai così?”
“Io non faccio proprio niente”
Incrociò le braccia, assumendo l’espressione di un bimbo scontento, che non aveva ottenuto quello che voleva. Un bellissimo bimbo.
“Non lo so, non capisco, andava tutto bene fino ad oggi”
“Appunto”
“Ma appunto cosa?”
“Non ci arrivi, Lopez?”
Era tornato a chiamarmi Lopez ed urlarmi contro, avevamo fatto decisamente dei passi indietro. Speravo soltanto che Niall non ci avesse chiuso ancora nel Tour Bus, durante il viaggio per il Galles, la prossima tappa.
“Illuminami”
Si massaggiò gli occhi, come faceva quando stava per sbottare, quando era davvero stanco di qualcosa, di una situazione.. di una persona.
“Siamo stati bene, oggi, non è vero?”
Annuii.
“Perché hai complicato tutto, allora?”
“Ma tutto cosa? Che cos’ho fatto?”
Stavamo urlando, ed i ragazzi se ne erano accorti.
“Dovevi proprio fare la puttana con Harry, durante le prove?”
Rimasi spiazzata da quella sua domanda, ma non feci in tempo a dire nulla, dato che scomparve prima che potessi replicare, dire qualcosa, o semplicemente aprire bocca.
Mi aveva dato della puttana così facilmente, che riuscii solamente ad urlargli qualcosa di cattivo dietro.
“Stronzo!”
“Va’ al diavolo!”
Sbattei un piede per terra, stizzita, arrabbiata, vogliosa di rincorrerlo nella sua camera e prenderlo a pugni. Ma non lo feci, corsi, ma verso la mia, di camera. Mi buttai sul letto e decisi che non avrei pianto, decisi che non ne valeva la pena.
“Si può?”
Fino a quando non sentii quella voce, non feci neanche in tempo ad alzarmi dal letto, che Harry era già entrato nella mia camera.
“Sto bene, davvero, non c’’è bisogno che tu stia qui a consolarmi - lo rassicurai – torna pure di là”
“Non ho voglia di tornare di là – disse però lui, chiudendo lentamente la porta da cui era entrato – voglio stare qui, con te”
“Ok, allora – acconsentii – ma ti avviso, non sono molto di compagnia”
Harry esibì un mezzo sorriso, sedendosi di fronte a me, con il cappellino blu calato leggermente sulla fronte.
“Avete litigato ancora, eh?”
“Già”
“Per colpa mia?”
“No – scossi la testa, decisa, giocando con un filo del mio maglione bianco – è solamente colpa sua e dei suoi sbalzi di umore da rockstar lunatica quale è”
“Eppure il trattamento di Niall sembrava avesse funzionato”
“Non funzionerà mai nulla tra me e lui, Zayn Jawaad Malik è solo uno stronzo” sostenni.
“Ma voi..”
“Harry – lo interruppi – è uno stronzo, punto e basta”
“Ok, d’accordo – si arrese lui, dolcemente -  consolidato, Zayn è uno stronzo”
“Ottimo”
“Ma io no – disse poi – Harry Edward Styles è al tuo completo servizio”
“Ti chiami Harold”
“Vero”
“Ma io preferisco Harry” ammisi.
Così Harry sorrise, ed io lo guardai stranita.
*“Posso confessarti un segreto?”
“Che genere di segreto?” mi feci curiosa, mentre lui mi accarezzava le gambe con le sue lunghe dita.
“Sono contento che non abbia funzionato – mi confidò – l’idea di Horan, intendo”
Sorrisi, insieme a lui.
“Harry, ti ricordi cosa ti avevo detto prima di partire? A casa mia?”
“Che cosa?” mi chiese lui, confuso.
“Di non fare più quella cosa con le labbra”
Harry scoppiò in una risata, con la sua voce roca, bella da far paura.
“Scusa, mi viene naturale con te”
Ci avvicinammo di qualche centimetro, strisciando con i jeans sulle lenzuola bianche del mio letto.
“Perché Zayn non è come te?”
“In che senso?”
Le sue parole erano sussurrate sulle mie labbra, ed i suoi occhi verdi erano incastrati alla perfezione nei miei. Non li avevo mai visti così da vicino, ed erano mille volte più belli, mille volte più da brividi.
“Lui mi odia” dissi, togliendogli il cappellino dalla testa.
“Non ti basto io?”
Annuii, con una mano ad accarezzargli il viso.
“Decisamente”
Harry annullò la distanza tra le nostre labbra, spiazzandomi con un bacio mozzafiato. Ma com’era che quel contatto così enfatico tra le nostre bocche e le nostre lingue sembrava non bastarci?
Mi misi in ginocchio sul mio letto, mentre lui si alzava in piedi, barcollando leggermente sui suoi stivaletti neri eleganti. Mi circondò i fianchi con le sue mani grandi e con la sua presa decisa. I suoi baci e quel suo tocco così deciso, mi stavano facendo eccitare e non poco. Mi domandai se per lui fosse lo stesso.
“Wow, piccola”
Harry si staccò da me, con un mezzo sorriso pressoché malizioso sulle labbra.
“Oddio scusa, non avrei dovuto..”
Cercai di ritrarmi, sentendomi l’ultima delle cretine, ma lui mi afferrò un braccio, portandoselo dietro la schiena.
“Volevo solo dirti che sarà meglio chiudere la porta – sussurrò languido sulle mia labbra – lo sai com’è Niall, non bussa mai prima di entrare”
“Fai in fretta” dissi, mordendomi il labbro dall’eccitazione.
L’unico pensiero trascrivibile e non troppo volgare che riusciva a passarmi per la testa in quel momento era: “Stai per fare sesso con Harry Styles, mantieni la calma, dannazione”.
Ma quando, una volta chiusa a chiave la porta, si tolse la camicia di dosso, lasciando scoperti i suoi addominali pressoché perfetti, persi tutta quella dannata calma che avevo cercato d’impormi.
E mentre tentava di sfilarsi anche i jeans, lo tirai per un braccio nel letto, sopra di me. M’incastrai tra le sue gambe, mentre mordevo le sue labbra impegnate in un sorriso.
“Siamo i più piccoli qui, se non ci alleiamo tra di noi, a che serve?”
Risi insieme a lui, mentre gli abbassavo la zip dei jeans. Lui si era già liberato della mia maglietta e stava litigando con il mio reggiseno. Ringraziai Dio che quella mattina mi fossi messa un completino anche abbastanza sexy anche se, non avrei immaginato che poi, la stessa notte, mi sarei ritrovata a letto con uno come Harry Styles.
Le mie labbra lasciavano baci languidi sul suo collo, su quelle tela perfetta che era la sua pelle bollente. E quanto era bello giocare con i suoi capelli, mentre mi faceva lentamente provare i piaceri del paradiso.
E sperai che nessuno fosse nei paraggi della mia camera, in quel meraviglioso momento, perché non ci stavamo di certo risparmiando. La sua voce, mente gridava, era ancora più sexy e, chissà, forse anche la mia. Harry poi appoggiò la sua fronte sulla mia, lasciandomi un bacio a fior di labbra.
“Stai bene?”
“Adesso sì”
Si sdraiò accanto a me, facendomi spazio sul suo petto ed accogliendomi tra le sue braccia, mentre il suo respiro caldo s’infrangeva sul mio viso.
“Adoro cantare e fare concerti ma, questo mi piace decisamente di più”.

 





 
right now everything is new to me
ciao bimbe
sei giorni dopo ecco il nono capitolo, non vedevo l'ora di postarlo.
cioè, Harry e Zafira, Zafira e Harry, quante di voi se l'aspettavano?
e la canzone, dio, la canzone.
va beh, non dico più nulla, lascio i commenti a voi.
mi rintano a studiare.
vi amo un sacco, addio.



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