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Autore: Yuri Black    10/02/2014    1 recensioni
Non crediate che gli eroi siano unicamente persone dai poteri paranormali, anzi. Lui non è affatto un eroe, è solo un ragazzo comune con poteri che usa per sè stesso. Perché? Semplice, fa ciò che chiunque persona farebbe se avesse i poteri, siccome loro vengon poi considerati mostri e perciò pericolosi e Dimitri non è scemo, lo sa bene.
Inizia la storia di un non-eroe che vive la propria vita giocando coi propri poteri, ma magari qualcosa può farglieli usare per uno scopo preciso. Cosa sarà?
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Gender Bender, Violenza
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si ritrovò davanti all'aula di educazione fisica, si guardava attorno con fare interrogativo siccome si ritrovava lì da solo. Aveva controllato quattro volte se in quel martedì ci fosse stata ginnastica e il foglio glielo dimostrava ogni volta che i suoi occhi leggevano le scritte. Dove sono finiti tutti? Si guardò attorno sbuffando più e più volte per poi sedersi vicino alla porta di plastica degli spogliatoi, contemplando ogni tanto l'orologio. In lontananza si udirono voci sovrapposte, le sue orecchie acute ne riconobbero quelle di alcuni dei suoi compagni di classe, così si alzò in piedi nell'immediato, scrutando l'angolo di fronte a sé che dava alle scale per acceder alla palestra dall'istituto. Finalmente vide tre dei suoi compagni sbucare dall'angolo, erano sorridenti e parlavano ad alta voce. Ancora Dimitri non ne aveva imparato i nomi, non parlava con tutti, era più un tipo sulle sue benché fossero passate delle settimane dal suo arrivo.

-Dove sono tutti?- chiese a quello più alto, al centro dei tre ragazzi che alzò le spalle guardandosi attorno.

-Credevo fossero tutti qui...- rispose dopo aver constatato che erano i soli ad esser nei corridoi della palestra scolastica, così si sedettero come fece inizialmente anche Dimitri, attendendo l'arrivo di qualcuno.

-Siamo sicuri che sia giusto l'orario?- chiese uno dei ragazzi ai suoi amici che borbottavano tra di loro sull'argomento, visibilmente ansiosi.

-Ho controllato più di quattro volte l'orario ed è giusto. Il martedì alle prime due ore c'è educazione fisica e ci si ritrova in palestra alle otto del mattino precise.- intervenne Dimitri senza però guardarli, stava cercando altre forme di vita oltre a loro e iniziava a spazientirsi. Questi sono degli incompetenti, altro che docenti, manco il professore c'è.

Alle 9.10 della mattina erano arrivati tutti gli alunni e stavano aspettando l'arrivo del professore intrattenendosi con le più svariate delle attività. Dimitri invece stava fissando l'angolo delle scalinate, innervosito dall'attesa, finché non vide un uomo palestrato con una tuta da ginnastica nera ed attillata, i capelli erano castani e aveva gli occhi ambrati. Dimitri ringhiò impercettibilmente e, dopo l'apertura delle porte della palestra e degli spogliatoi da parte dell'insegnante, iniziò la lezione.

-Oggi la lezione riguarderà la resistenza fisica alla fatica. Ovviamente non sarà una prova semplice. Ho studiato la vostra struttura anatomica e per ognuno di voi ho deciso quale prova eseguire, mettetevi in fila per ordine alfabetico.-

Dimitri era penultimo e stava guardando verso il muro attendendo il proprio turno che, una volta arrivato, si ritrovò di fronte all'insegnante con le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.

-Dimitri Vlacovshky, per te una continua corsa del campus. Devi contarne i giri, mi raccomando.-

-Non mi dice quanti farne?-

-No, voglio testarti fino in fondo dato che sei nuovo di questo posto. Era la prova che avevo fatto ad inizio anno ad ognuno di loro.- il docente alluse ai compagni del ragazzo il quale si apprestò a far l'esercizio richiestogli senza particolare enfasi.

Durante la corsa attorno all'edificio il ragazzo passò vicino al campo d'addestramento esterno dove si fermò per osservarne l'allenamento che si stava svolgendo, nascondendosi all'ombra di una quercia. Stavano combattendo i ragazzi del terzo anno, tra cui vi era niente di meno che Krisa contro un tipo che pareva un Rockbreak pronto a colpirlo. Il potere che il compagno di stanza di Dimitri dimostrò superò le sue aspettative: sapeva manovrare sia acqua che fuoco, creando così un ibrido dei due elementi che riuscì a metter ko il proprio avversario come se nulla fosse. Non aveva avuto bisogno di muovere qualche muscolo oltre alle iridi che si ingrossavano focalizzandone il bersaglio e, senza esitazione alcuna, colpire in un punto preciso del corpo per facilitarne la perdita di conoscenza.

-Ottimo lavoro Krisa. Ed ora è il turno di Jack e Loren.- annunciò il professore, Mr. Esmerald, ai due candidati per l'incontro successivo. I due si guardarono attentamente negli occhi.

Jack era un tipo che a Dimitri ricordava l'amico defunto, Mirco, sia per i modi sia per aspetto, seppur con qualche anno in più, mentre Loren era un tipo schivo che passava facilmente inosservato. Era lui ad attirar l'attenzione di Dimitri, il quale pensava proprio che un tipo forte si nascondesse sotto ad un velo di silenzio e solitudine per celarne la realtà dei fatti. Il potere di jack era ben conosciuto da tutti, era un Phisics che mutava spesso e volentieri in persone care all'avversario per farlo titubare nell'attaccare; il potere di Loren era invece sconosciuto a Dimitri che si limitò a contemplarne la presenza in silenzio, attendendo che si svelasse ai suoi occhi, cosa che non attese molto a fare: era un Elemental sul tipo vegetale.

I rami dei due alberi, i quali crebbero dal terreno ad una velocità smisurata ai fianchi del ragazzo, si scagliarono contro braccia e gambe di Jack che tentò di usar i poteri della persona in cui si era trasformato, ovvero Loren stesso, tentando un contrattacco con una raffica di foglie taglienti, spezzando in parte i rami e giungendo a colpire la pelle di Loren, seppure di sfuggita.

 

-Oggi faremo una lezione sui Phisics.- aveva annunciato il professore dai lunghi capelli bianchi e gli occhi color smeraldo da cui prese il nome di Mr. Esmerald. I suoi alunni ne erano innamorati totalmente, le lezioni che trattava quell'uomo erano qualcosa di speciale per loro. Nessun docente in quell'istituto era tanto ambito e ascoltato, se non idolatrato addirittura, come il Mr. Esmerald. Il silenzio calò nell'aula, sui banchi di tutti gli studenti vi erano adagiati carta e penna per gli appunti e gli schemi che ne sarebbero seguiti alla spiegazione, in tutti i banchi fatta eccezione per quello di Dimitri. Lui non amava scrivere ciò che sentiva, aveva ottima memoria, poteva venir definito quasi il suo potere da quanto strabiliante era quella sua capacita di rimembrare cose così banali come il numero di una pagina letta tre anni prima in una determinata lezione in un determinato mese, giorno, ora, minuto, secondo. Le sue orecchie erano puntate sul suono che le labbra del bel docente pronunciavano.

-Partiamo con lo spiegare la loro nascita. Qualcuno di voi ne è a conoscenza forse?- i suoi occhi guizzavano da un ragazzo all'altro come ad interpellarne l'ignara mente cercando conferma al proprio quesito. Mr. Esmerald poteva legger nel pensiero con la telepatia poiché era uno Psycho, ogni pensiero non espresso a parole si poteva esser sicuri che lui lo poteva percepire, forse prima che l'autore stesso ne fosse a conoscenza. -Bene. Signorina Sephore?- incalzò una ragazza dei penultimi banchi, di fronte a Dimitri. Era una bella ragazza, attraente e ricercata da molti degli studenti di quell'istituto, di ricca famiglia e di ottimo intelletto. Appena fu chiamata si alzò in piedi annuendo ed a iniziare a gran voce a narrar la propria versione.

-Sì prof! I Phisics sono esseri nati dall'incrocio di due specie differenti! I più conosciuti sono quelli tra umani e animali, solitamente carnivori e di grande mole, prendendo le caratteristiche di ambi due e decidendo quando e come trasformarsi in loro. I primi Phisics erano primitivi, si trovavano nelle zone dei due poli terrestri dove la mancanza della popolazione, per questo anche di potersi riprodurre, scarseggiavano terribilmente.- tornò a sedersi, finendo di condividere ciò che sapeva in merito.

-Bene, una buona spiegazione, ma devo precisare che i primi in assoluto non erano affatto degli ibridi tra umani e bestie, bensì tra vegetali e funghi e dopodiché tra bestie di specie differenti come potrebbero essere un cane ed un gatto. Come ha già detto la vostra compagna Sephore, tra i Phisics è facile mischiarsi tra umani e belve.-

-Allora perché possono mutar forma e diventar altre persone che conoscono?- chiese un ragazzo ai primi banchi, attirando l'attenzione e la curiosità di tutti.

-Ottima domanda Trevor. Questa cosa è nata solo successivamente tramite l'unione dei primi Phisics, creando quindi umani in grado di trasformarsi in altri umani e non più in ibridi, poiché nella razza umana è maggiormente probabile ereditare i geni umani a quelli animali, ma non è detto che nascano solamente con sembianze tali. Ci sono infatti dei Phisics puri che nascono con sembianze animali in grado di trasformarsi in altri animali della stessa specie. Un esempio potrebbe essere quello di un cane: potrebbe nascere un Phisics puro con sembianze di un pastore tedesco marrone e nero che, trasformandosi, prende i colori di un altro pastore tedesco o addirittura riesce a mutare in un alano. È chiaro fino a qui?- mentre spiegava ai suoi allievi, Mr. Esmerald si sedette come suo solito sul legno liscio della sua enorme cattedra. Il suo viso non faceva mai traspirare alcuna emozione, alcuna sensazione, nulla, il che metteva sempre sull'attenti le persone che vi avevano a che fare. Notando che nessuno disse nulla, continuò con la propria spiegazione. -I principali poteri dei Phisics sappiamo che sono il mutare della propria forma e prender possesso anche delle capacità di ambe due le specie nel caso degli ibridi tra specie, mentre tra i quelli che si trasformano in altri esseri umani, o animali, è quello di prendere le caratteristiche, o i poteri, di quel preciso individuo per un lasso di tempo che varia a seconda dell'energia che il mutaforma ha a disposizione.-

-Quindi se un Phisics si trasformasse in lei, maestro, avrebbe i suoi stessi poteri?- intervenne Dimitri. Era l'unico a chiamare Mr. Esmerald “maestro” e altrettanto era l'unico a intervenire raramente durante le lezioni, ma doveva esser certo di ciò che aveva capito di quella lezione. Gli occhi brillanti dell'uomo si soffermarono su quelli celesti del ragazzo mentre il suo capo annuì.

-Esattamente, signorino Vlacovshky.-

 

Stare in quella scuola, per Dimitri, si rivelò una fonte di sapere che non avrebbe potuto nemmeno immaginare. Vide Loren venir travolto da un'ondata di verde fogliame che avrebbe potuto ridurlo in brandelli, se lui stesso non conoscesse il potere con cui aveva convissuto fino ad allora. Aveva contrastato l'attacco facendo crescere un albero ai propri piedi, era un castagno e lui era sui rami più alti. Guardava Jack che decise di scagliargli dei rami appuntiti che potessero colpirlo con più facilità rispetto a delle foglie, ma Loren preparò un attacco più veloce di quello del ragazzo. Nonostante Jack riuscì a colpire l'avversario, quest'ultimo fece crescere quattro enormi piante carnivore che si scagliarono su jack con aggressività colpendolo in pieno. Si sentì un urlo assordante di dolore quando le piante scomparvero e ne rimase il ragazzo svenuto al centro. Loren era ferito al braccio da uno dei rami scagliati dal mutaforma che nel frattempo era tornato con la propria forma reale. È questo che chiamano autocontrollo? Si chiese Dimitri per poi tornare alla propria mansione.

Era al trentesimo giro del perimetro in soli dieci minuti, il che era un'impresa assai ardua considerando la vastità del circondario istituzionale, ma ancora non si sentiva affaticato. La sua velocità era elevata ed il respiro era costante, alle volte rischiava d'inciampare perché non prestava attenzione a dove andava, ma anche se fosse caduto si sarebbe rialzato nell'immediato e senza dir nulla. Vedeva dalle finestre che davano alle aule i ragazzi lanciargli qualche occhiata interrogativa, sentiva qualche parola da parte dei tizi che incontrava nel cortile che stavano rientrando dagli addestramenti al di fuori dell'edificio e, seppur non fossero dei più gradevoli, Dimitri non vi diede peso e continuò il suo addestramento che terminò solo quando l'insegnante di educazione fisica non lo richiamò. Non aveva nulla di esageratamente affaticato, aveva solo un po' di fiato corto e del sudore che gocciolava lentamente lungo la pelle del volto.

-Dannazione ragazzo, quanti giri hai fatto?-

-Trentacinque in una decina di minuti.-

-Dieci minuti? E cosa hai fatto prima?- chiese l'insegnante rimanendo interdetto.

-Sì, ho guardato un addestramento di quelli di terza.- rispose senza menzogne il ragazzo, portando un braccio sulla propria fronte ad asciugarne le gocce che lo infastidivano, portando dopodiché la mano nella tasca dei pantaloni. L'insegnante sospirò e gli fece strada fino alla classe delle ore seguenti.

 

-Ti ho visto mentre guardavi la nostra classe al corso d'addestramento.- disse Krisa mentre accompagnava Dimitri verso la biblioteca scolastica. Quest'ultimo non rispose, i suoi pensieri erano chiaramente rivolti verso ad un futuro dove anche lui avrebbe combattuto contro qualcuno d'interessante. Era stanco di quelle lezioni teoriche e nulla più. Una volta terminato lo studio i due ragazzi si diressero verso il dormitorio e lì Dimitri ebbe la sua prima rissa.

-Sta attento a dove metti i piedi, primino.- lo avvisò, con una punta di cattiveria ed ironia, un ragazzo dell'ultimo anno dopo essersi scontrati con le spalle nel bel mezzo del corridoio traboccante di gente che si voltò verso loro due.

-Andiamo Nicolas, non ti ha spaccato un braccio e non ha nemmeno fatto di proposito.- Krisa tentò di calmar le acque, invano. Dimitri, infatti, si avvicinò terribilmente al tizio che l'aveva appena provocato, rimanendo faccia a faccia con lui.

-Vuoi far a pugni?- lo istigò nuovamente.

-Anche te sei uno Psycho?-

-No, ma si capisce benissimo dal tuo modo di guardarmi.- rispose Nicolas. Dimitri si spostò appena da lui voltandosi poi verso la calca di ragazzi formatasi attorno a loro due, una cosa abbastanza irritante per uno come lui. Qualcosa gli sfiorò i capelli quando capì che era il vento che si spostava per via del pugno stretto dell'altro che si stava scagliando sul suo volto, ma aveva una sensibilità oltre la media e quindi, grazie anche alla sua velocità anomala, riuscì ad evitare il colpo abbassandosi di scatto col busto.

-Un Rockbreak eh?- lo schernì nuovamente Nicolas, ma Dimitri non parlò e gli assestò un poderoso cazzotto in pieno ventre che fece piegare il tizio su se stesso mentre dalle labbra non uscivano altro che rantoli misti ad imprecazioni e bestemmie. Quando sollevò il capo i suoi occhi divennero del colore del sole e la sua pelle arrossava terribilmente, come se stesse per scoppiare e a Dimitri fu chiara una cosa: era un Elemental del fuoco. Delle vampate di calore gli toccavano la pelle che sarebbe dovuta finire ustionata, ma così non fu. Dimitri tenne fisso lo sguardo verso quel tizio quando, con la coda dell'occhio, notò che il sole stava per calare e per questo il potere del ragazzo di fronte a lui diminuiva lentamente.

-Non sono un Rockbreak.- puntualizzò dopo aver sferrato un altro colpo all'altezza della guancia, facendo barcollare Nicolas all'indietro di qualche passo. Tra le mani dell'avversario si creò un martello fatto di fiamme arance che colpirono Dimitri ripetutamente, facendogli perder l'equilibrio e finir così a terra. Proprio quando Nicolas stava per colpirlo alla testa, un urlo fuori dal comune uscì dalla bocca sbarrata del ragazzo a terra. Le onde sonore spensero le fiamme e sbalzarono l'avversario contro il muro, dall'altra parte del corridoio, dando così a Dimitri di alzarsi e ringhiargli contro, assumendo una posa d'attacco tipica di una qualche belva affamata.

-Che succede qui?!- proruppe però il preside Claiton seguito da due degli uomini puzzolenti, interrompendo il combattimento a favore di Dimitri.

-Mi ha provocato.- rispose freddamente il ragazzo assecondato dalla testimonianza di Krisa e degli altri studenti presenti in corridoio, ma il preside si arrabbiò notando i danni causati ai muri dalle onde sonore emanate da Dimitri.

-Nel mio ufficio. Tutti e due.-

I due ragazzi non aprirono bocca fino a che non vengono interpellati sulla realtà dei fatti.

Il preside storse la bocca ed esalò un lungo sospiro portandosi due dita al centro delle sopracciglia in un'espressione di esasperazione.

-In quanto preside dovrei espellervi entrambi, ma è la prima volta che vi riprendo, quindi per ora vi ho avvisato. Tornate nelle vostre stanze e che non si ripeta più.-

-Sissignore...- bisbigliò Nicolas mentre si voltava dando le spalle a Claiton e lanciando un'occhiataccia in direzione dell'altro ragazzo che non si trattenne a commentare:

-Stammi lontano prima che ti apri il culo.-

   
 
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