Capitolo 2: London
Attenta
nell'osservare il via vai che la circondava, si accorse che una donna
sventolava la mano verso la mia direzione e chiamava il suo nome,la
raggiunsi. La donna, Anne,amica di sua madre era colei che l'avrebbe
ospitato lì a Londra. Appena aveva sentito parlare da sua madre
della sua iniziativa, si era subito offerta liberamente. Anne le
sorrise
abbracciandola, anche se fino ad'ora non la conosceva personalmente, a
primo impatto aveva subito capito che era davvero una persona
amichevole.
"Oh tesoro, è un piacere conoscerti"le disse non appena scolsero l'abbraccio, Emmalyn le sorrise.
Nel tragitto verso casa sua, le aveva raccontato un pò della sua vita, le aveva detto che si era risposata con Robin, che avrebbe conosciuto in giornata, e che aveva un figlio della sua età, Harry che avrebbe avuto modo di conoscere non appena sarebbero arrivate a casa. Anne abitava in una graziosa villetta a due piani, l'interno era molto accogliente e ben arredato. Anne la invitò a seguirla, mostrandole ogni posto della casa, la quale era molto silenziosa, segno che evidentemente non ci fosse nessuno. In giardino si accomodorano sul dondolo, che era posto all'ombra sotto un imponente albero.
"Vieni cara accomoditi pure qui, vado a prenderti qualcosa da bere, gradisci un succo d'arancia?"
"Grazie mille, Anne", le sorrise dopodichè Anne sparì oltre la portafinestra, lasciandola sola lì. Emmalyn si guardò intorno, respirando la dolce brezza ancora estiva di quella giornata,il cielo sembrava apparentemente sereno, ma si sa che a Londra il tempo è imprevedibile.
" E tu chi saresti?", una voce la risvegliò dai suoi pensieri, ma la persona che la fronteggiava non era affatto Anne, ma un ragazzo, la capigliatura riccia, degli stupendi occhi verdi e uno sguardo...scocciato, posato su di lei. La ragazza era in completo imbarazzo e inspiegabilmente non riusciva a formulare una frase di senso compiuto.
"Ehm..io" cercò di dire, quando Anne arrivò in suo aiuto.
"Oh Harry, vedo che hai conosciuto Emmalyn", Anne le sorrise e la ragazza contraccambiò un pò più sollevata dal fatto di non essere più sola, con quel ragazzo, che con un solo sguardo la metteva in soggezione.
"Ora capisco, tu devi essere l'italianotta, comunque si io sono Harry, e no se pensi che per qualche motivo in particolare io debba essere gentile con te, beh scordatelo!" Dopodichè entrò in casa, così come se quello che avesse appena detto fosse di poco conto, ma non lo era affatto, le aveva detto di odiarla già prima di averla conosciuta. Si prospettavano davvero tanti guai.
Anne le rivolse uno sguardo rammaricato, le sorrise come per farle capire che ero tutto apposto, quando non lo era affatto.
Per smorzare la situazione, le mostrò la mia stanza e poi si congedò dicendo che avrebbe avuto tutto il tempo di sistemarsi fino all'ora di pranzo. La camera color panna , era molto grande e carina. Alla sua destra c'era il letto ad una piazza e subito dopo una scrivania, al di sopra del letto erano poste delle mensole che fungevano da libreria e dall'altra parte un armadio che occupava metà parete, ma la cosa che adorava di più era la grande portafinestra da cui avevi una meravigliosa vista di Londra. Emmalyn decise che ci avrebbe pensato dopo a disfare i bagagli, per il momento le bastava solo distendersi sul letto, per riposarmi un pò. Aveva deciso una volta che sarebbe partita, di cambiare vita e Londra era il posto adatto per avverare i suoi sogni, e nessuno avrebbe mai rovinato il suo soggiorno lì, nemmeno quell'affascinante, lo doveva ammettere, ricciolino dallo sguardo scocciato.
"Oh tesoro, è un piacere conoscerti"le disse non appena scolsero l'abbraccio, Emmalyn le sorrise.
Nel tragitto verso casa sua, le aveva raccontato un pò della sua vita, le aveva detto che si era risposata con Robin, che avrebbe conosciuto in giornata, e che aveva un figlio della sua età, Harry che avrebbe avuto modo di conoscere non appena sarebbero arrivate a casa. Anne abitava in una graziosa villetta a due piani, l'interno era molto accogliente e ben arredato. Anne la invitò a seguirla, mostrandole ogni posto della casa, la quale era molto silenziosa, segno che evidentemente non ci fosse nessuno. In giardino si accomodorano sul dondolo, che era posto all'ombra sotto un imponente albero.
"Vieni cara accomoditi pure qui, vado a prenderti qualcosa da bere, gradisci un succo d'arancia?"
"Grazie mille, Anne", le sorrise dopodichè Anne sparì oltre la portafinestra, lasciandola sola lì. Emmalyn si guardò intorno, respirando la dolce brezza ancora estiva di quella giornata,il cielo sembrava apparentemente sereno, ma si sa che a Londra il tempo è imprevedibile.
" E tu chi saresti?", una voce la risvegliò dai suoi pensieri, ma la persona che la fronteggiava non era affatto Anne, ma un ragazzo, la capigliatura riccia, degli stupendi occhi verdi e uno sguardo...scocciato, posato su di lei. La ragazza era in completo imbarazzo e inspiegabilmente non riusciva a formulare una frase di senso compiuto.
"Ehm..io" cercò di dire, quando Anne arrivò in suo aiuto.
"Oh Harry, vedo che hai conosciuto Emmalyn", Anne le sorrise e la ragazza contraccambiò un pò più sollevata dal fatto di non essere più sola, con quel ragazzo, che con un solo sguardo la metteva in soggezione.
"Ora capisco, tu devi essere l'italianotta, comunque si io sono Harry, e no se pensi che per qualche motivo in particolare io debba essere gentile con te, beh scordatelo!" Dopodichè entrò in casa, così come se quello che avesse appena detto fosse di poco conto, ma non lo era affatto, le aveva detto di odiarla già prima di averla conosciuta. Si prospettavano davvero tanti guai.
Anne le rivolse uno sguardo rammaricato, le sorrise come per farle capire che ero tutto apposto, quando non lo era affatto.
Per smorzare la situazione, le mostrò la mia stanza e poi si congedò dicendo che avrebbe avuto tutto il tempo di sistemarsi fino all'ora di pranzo. La camera color panna , era molto grande e carina. Alla sua destra c'era il letto ad una piazza e subito dopo una scrivania, al di sopra del letto erano poste delle mensole che fungevano da libreria e dall'altra parte un armadio che occupava metà parete, ma la cosa che adorava di più era la grande portafinestra da cui avevi una meravigliosa vista di Londra. Emmalyn decise che ci avrebbe pensato dopo a disfare i bagagli, per il momento le bastava solo distendersi sul letto, per riposarmi un pò. Aveva deciso una volta che sarebbe partita, di cambiare vita e Londra era il posto adatto per avverare i suoi sogni, e nessuno avrebbe mai rovinato il suo soggiorno lì, nemmeno quell'affascinante, lo doveva ammettere, ricciolino dallo sguardo scocciato.