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Autore: terrastoria    16/06/2008    9 recensioni
L’orologio battè le dieci.
L’osservò stancamente, sospirando. Sasuke non era ancora tornato a casa dal lavoro, come ogni sera, d’altronde. Posizionò meglio le posate sopra i candidi tovaglioli e cambiò daccapo la sistemazione della bottiglia di champagne.
Il suo stomaco brontolò dalla fame: unico spiacevole suono in un appartamento dal silenzio assordante.
“Quando arrivi?”

[Sakura- Sasuke]
Fan fic a due capitoli alla quale tengo molto... Buona Lettura
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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- …

 

SIMPLE LIFE…NOT FOR HER

[2nd part]

 

- …

- Dove è stato portato? Parla, Sas’ke!

- …lontano da qui

Le voltò le spalle, lasciandola gemere in quel letto d’ospedale, ad occhi sgranati e mani che strappavano i capelli rosa]

 

 

 

La macchina curvò bruscamente sulla sinistra e proseguì dritta, oltre la velocità consentita.

I tergicristalli servivano sempre meno, la pioggia si era fatta ancor più fitta.

Stavano dando proprio quella canzone, alla radio; ”Il mondo che vorrei” era una delle sue preferite, non si sarebbe stufata mai di ascoltarla, di giorno, di notte, ovunque, ma…ora no. Era diverso.

Si protese in avanti, nel tentativo di spegnere la dannata radio, che, come non farlo apposta, contribuiva ad aumentare la sua profonda insoddisfazione, ma si bloccò, con il braccio a mezz’aria. Sospesa.

“E alla fine non si perde neanche più…”

Gliel’aveva detto anche Naruto, tempo addietro.

Singhiozzò e ritrasse la mano, tornandola a posare sul volante.

La luce fioca dei lampioni ai bordi della strada le fece notare un cartello: cimitero, c’era scritto sopra, ed una grande freccia indicava di proseguire sulla destra, prendendo una stradina ghiaiosa.

Sobbalzò: era giunta lì senza rendersene conto; aveva agito il suo inconscio.

 

[-Uzumaki Naruto ci lascia all’età di ventidue anni…[…]

Si piegò su ste stessa, coprendosi il pallido volto con le mani fredde.

Non voleva guardare davanti a sé:

c’era soltanto una bara..

Non voleva più ascoltare il parroco:

erano soltanto parole inutili, ripetute.

Non voleva stare lì.

Si ritrasse di qualche passo e corse via, sotto gli sguardi cupi e compassionevoli dei presenti.

Naruto avrebbe capito]

 

 

Frenò bruscamente, una volta davanti all’enorme cancello del luogo a lei più familiare.

Scese dalla vettura, lasciando aperte la radio e la portiera, noncurante dell’acqua che sarebbe entrata da tutte le parti.

Era un mese che non lo andava a trovare, non perché non avesse voluto, semplicemente perché il lavoro e Sasuke le avevano assorbito tutto il tempo.

I cipressi circondavano il luogo sacro, imponenti e oscuri, mossi pericolosamente da un vento sferzante; li guardò per un istante, impaurita ed affascinata contemporaneamente da quella natura insolitamente agitata, e, a memoria, raggiunse la tomba.

Tra tutte spiccava una lapide in particolare, liscia, bianca alla luce del sole, quasi luminosa nel buio, un lumino ancora acceso le donava un aspetto divino, soprannaturale, emanando una luce tremula, ovattata, facendo risaltare la scritta in oro perfettamente incisa al centro di essa.

Se non smetterai mai di sperare, ciò che sembra impossibile farai.

Se non smetterai mai di amare, la gente ti amerà.

Se non smetterai mai di vivere appieno, la vita ti mostrerà le sue eterne meraviglie.

Questo è il credo di Naruto Uzumaki.

E sotto vi era stata affissa la cornice raffigurante un ragazzo sorridente che osservava lo spettatore con aria curiosa, vispa e felice.

Avrebbe messo buon umore a chiunque, quell’immagine, se solo fosse stata vista in un’altra occasione.

A lei metteva soltanto una profonda nostalgia.

Quel sorriso, quel volto, quel ragazzo le mancavano tantissimo.

Era difficile prendere coscienza di aver perso un dono di Dio.

Delineò la cornice con il dito indice e poi si chinò a baciare la foto.

 

“Sono tornata…”mormorò, inginocchiandosi davanti alla tomba, mentre la pioggia si divertiva a scalfirle il volto e il corpo, ostinata e irrisoria, portando con sé anche acuti e fastidiosi aghi di cipresso.

Congiunse le mani, le portò davanti al petto, abbassò il capo, e pregò, in un sussurro ipnotico, a ritmo delle gocce cadenti.

La sua, più che una preghiera, era un inno al passato concluso, una ricerca di particolari rincuoranti in ciò che fu per poter vivere ancora un minuto almeno in un presente schifoso.

 

[“E’ successo” affermò Sakura, puntando lo sguardo un po’ sognante nelle iridi azzurre del suo migliore amico.

“…lo avete fatto?” chiese malizioso costui, sporgendosi in avanti e schioccando il palato.

“Ma cosa dici?! E poi chi ti dice che non lo abbiamo mai…Oh! Ma che mi fai dire??!” sbottò, dandogli un buffetto piuttosto forte sulla spalla, il sopracciglio sinistro alzato e l’aria al metà tra lo scandalizzato, il divertito e l’arrabbiato.

“Quindi è così…e bravo Sasuke…”

“Ma la smetti?!

Sbuffò sonoramente e si lasciò cadere sul divano.

“Te l’ha chiesto, nevvero?”

Le si sedette affianco e le scompigliò i capelli con le sue grandi mani, facendola sorridere piano, un po’ bambina, e socchiudere gli occhioni color del bosco con fare da donna pronta alla vita.

“Ieri sera. Più che chiedermelo me l’ha…ordinato”

“Degno di lui. Non ho dubbi sulla tua cosiddetta risposta”

“E’ limitativo dichiarare che sono felicissima…”

“La sento la tua gioia, ed è limitativo dirti che non sai quanto stia gioendo per te”

“Sembriamo due filosofi!” Sakura si tuffò addosso al migliore amico, stringendolo con entusiasmo.

Andò a finire a risate e cuscinate, quel pomeriggio, come quasi tutte le volte che stava assieme a Naruto, d’altronde. Era come tornare per un istante bambina, spensierata, ritornare a fare cose sciocche, per liberarsi degli impegni da grande.]

 

 

Le campane della chiesetta del cimitero batterono la mezzanotte.

Le sembrava passato già un giorno da quando aveva abbandonato Sasuke, a nuotare in un mare tempestoso di rimorsi.

Si accorse che le labbra le pulsavano, a ricordo di quei baci forzati e dolorosi.

Era trascorsa soltanto un’ora e già lo pensava, riprendendo a tremare, anzi, continuando a tremare, scossa dai singhiozzi, amaramente cosciente che Naruto, di fronte a lei, avrebbe continuato a sorriderle, incondizionatamente, senza mai fine.

 

Naruto non le rispondeva, non faceva altro che sorriderle da una cornice; non si faceva vedere.

Non era ancora venuta a salvarla.

Nessuno voleva salvarla…

Battè un pugno a terra, poi un altro e un altro ancora, fino a farsi venire sangue, fuoriuscito dalle nocche percosse.

Che merda di esistenza stava conducendo?

Si portò le mani insanguinate ai capelli, a volerli strappare.

Che cazzo viveva ancora a fare?

Doveva averlo capito subito, nel letto d’ospedale dopo l’incidente, che non ci sarebbe stato più nulla da fare - riflettè, amaramente.

Tirò più forte quei banali capelli rosa.

Per chi stava vivendo? Per un angelo senza speranze? Per un morto?

Si alzò, d’un tratto, vincendo la gravità e la pioggia, la quale aveva cominciato a lavare via il sangue e le lacrime dal suo volto, a martellarle ancora e ancora sui capelli già sfregiati.

Perché continuare sulla via della disperazione?

Voleva svanire e allora perché non svanire veramente?

Su quella tomba, non aveva trovato alcuna soluzione, se non quella della liberazione dalla vita, se non un sorriso che, seguendo il suo folle ragionamento, avrebbe potuto rivedere presto.

Nessuno voleva tenerla con sé…

Voltò le spalle anche alla lapide, e ritornò sui suoi passi.

Musica triste vagabondava nell’atmosfera.

Una volta raggiunta la macchina, non vi salì, la superò piano e si diresse a passi lenti all’altro lato della strada, dove, al di là di una recinzione in metallo, il mondo sprofondava nel vuoto.

 

[…non è così il mondo che vorrei…]

 

Due anni prima…

 

Si guardò allo specchio, trovandosi incredibilmente cambiata.

Erano secoli che non aveva modo di soffermare l’attenzione a lungo sulla sua figura.

Quella riflessa era una donna piuttosto attraente, piena di vita, dallo sguardo estasiato con occhi color del bosco, verdi come la speranza che nutriva in corpo.

Non si era mai vista così…bella.

Non nel solito senso, però: bella perché aveva trovato una profonda sintonia anima – corpo.

Sorrise, allo specchio era apparso un uomo; le gote assunsero un vitale colorito roseo, mentre si lasciava cingere alla vita.

“Ciao…” sussurrò, girandosi e posando il mento sulla spalla del suo lui.

“Sei…pronta?” chiese Sasuke con voce non tanto ferma, accarezzandole quei capelli così profumati e morbidi.

“Sì…”

I loro corpi aderirono perfettamente l’uno all’altro, lei si alzò in punta di piedi per poter fare sue le labbra del gradito ospite, per quella notte.

Ogni bacio pareva sempre il primo.

Le trasmetteva sempre quel mix di emozioni uniche, anzi, più lo baciava e più le piaceva.

Delle volte pensava che se solo avesse potuto l’avrebbe baciato per tutta la vita, senza interruzioni…

Sasuke interruppe il bacio, prendendola a sorpresa in braccio.

“Oh! Ma peso!” si lamentò fintamente lei, divincolandosi un poco, divertita.

“Sei una piuma, Sakura…una piuma incantevole”

La portò nell’altra stanza, repentinamente, e la posò delicatamente sul letto, sorridendole nel suo modo particolare, con gli occhi neri socchiusi.

Lo adorava quando faceva così; si auto compiaceva per essere riuscita a scioglierlo. Un record soltanto suo.

Sospirò profondamente quando lui le fu addosso.

“Non cambiare mai, Sasuke…”

“E tu non arrenderti mai, Sakura…”

 

 

Guardò giù: il precipizio pareva non avere fine.

 

“E tu non arrenderti mai, Sakura…”

 

Si girò di scatto: le pareva di aver udito una voce.

Scrutò la semi oscurità: nessuna anima viva; soltanto pioggia e musica dalla sua vettura.

Non sarebbe venuto nessuno.

Addirittura la strada era desertica.

Non sarebbe passata nessuna macchina.

“E tu non arrenderti mai, Sakura…”

Tornò al suo precipizio, perdendosi nell’osservare il vuoto nero, nero come…quegli occhi.

No, non era la voce di Sasuke.

No, lui non l’avrebbe più voluta.

No, non era la voce, non era la voce di Sasuke Uchiha!

Scosse la testa, energicamente. Battè un piede a terra.

“E tu non arrenderti mai, Sakura…”

Tutte balle.

Stronzate.

L’amore ti salva, l’amore ti aiuta, l’amore…resiste.

Quel vuoto placido la invitava in maniera impressionante.

Si curvò leggermente.

Un’ondata di vento la mosse lievemente, facendo ondeggiare la veste e i capelli.

Mancava poco…e avrebbe rivisto Naruto.

Quanto a Sasuke…

Rimaneva un desiderio.

Ma…non sarebbe venuto a salvarla.

Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla natura infernale.

 

 

 

 

Si mosse un poco, numerose fitte lo scuoterono.

Erano due ore che si trovava inginocchiato a terra.

A fatica si tirò in piedi, su gambe non ferme.

“Sakura?” domandò all’aria, guardandosi intorno stordito.

Il groppo alla gola crebbe, salì.

Arrancò verso il tavolo, vi si appoggiò con la mano destra e vomitò.

Avrebbe buttato fuori tutto ciò che aveva dentro.

Imprecò, imprecò e si diede pugni allo stomaco.

Vomitò ancora e ancora pugni sul tavolo, calci ai mobili. Buttò per terra la tovaglia con ogni cosa che sopra vi si trovava; lo champagne andò in mille pezzi, schizzando liquido e schegge ovunque.

“Dove sei…andata?”

Attraversò la cucina, a grandi e stentati passi, controllò l’appendiabiti: il cappotto rosa era sparito.

Buttò giù anche quello.

“Non cambiare mai, Sasuke…”

Sobbalzò agitato, credendola improvvisamente lì, dietro il portone d’ingresso.

Ma quando l’aprì, con una fretta folle, si trovò davanti soltanto il pianerottolo squallido.

 

[Quattro mesi prima…

“Trattala bene”

“Per chi mi hai preso?”

Sasuke guardò accigliato Naruto.

“Altrimenti…”

“Sì?”

“Passerai sul mio corpo”

Gli diede un buffetto sulla spalla, ghignando divertito.

“Che paura…”

“Non è uno scherzo. Se tu me la tocchi senza rispetto, io…”

Si bloccò, d’un tratto serio e fissò l’amico nelle pozze azzurre.

“Tranquillo”]

 

Per un istante desiderò prendere un coccio di vetro e porre fine ad ogni cosa.

Ma quando s’inginocchiò ad afferrare la scheggia più grande ed appuntita, si bloccò, tremante.

Cosa credeva di fare?

Brividi di freddo lo colsero, cominciò a sudare. Afferrò la camicia e se la mise addosso, in fretta.

Un presagio.

Il volto di Sakura si fece largo nella sua mente: non sorrideva. Era circondata dal finimondo.

Ributtò fuori.

Cosa stava succedendo?

Sbarrò gli occhi.

“Sakura!”

Corse fuori.

L’utilitaria non c’era più.

Per la prima vera volta nella sua vita, provò paura.

 

 

[- Tu mi piaci.

- …

- Penso di…amarti.

- …

- …

Non disse niente.

Avvicinò il viso a quello di lei.

Chiuse gli occhi.

E la baciò.

Il loro primo bacio.]

 

 

Un signore che passava di lì osservò interrogativo l’Uchiha, e gli si fermò affianco, piuttosto preoccupato.

Ehy, amico, tutto bene?” gli mise una mano sulla spalla, reggendolo.

“Macchina” biasciò Sasuke, reprimendo la voglia di buttare fuori anche l’anima che ancora possedeva, una volta per tutte.

“Hai bisogno di un passaggio?” indicò la sua vettura viola, parcheggiata proprio lì vicino.

“Salvarla”

“Non ti capisco, ehy, allora di che hai bisogno?”

“La tua macchia. Andare a salvarla” Sasuke indicò le chiavi che il tipo reggeva in mano, e gli puntò addosso il suo sguardo disperato.

Il vecchio gli porse le chiavi, annuendo debolmente.

Ne aveva già visti in giro di giovani così.

Ne sarebbe venuto fuori sicuramente qualcosa di buono dando loro una mano.

“Buona fortuna, ragazzo”

 

 

[…ed è come quello che non c’è
che io rimpiangerei

quando penso che non è cosi il mondo che vorrei

non si può fare quello che si vuole
non si può spingere solo l’acceleratore
guarda un po’ ci si deve accontentare
qui si può solo perdere…]

 

Ma accontentarsi non gli era mai piaciuto.

Ma rimpiangere e lamentarsi non era mai stato nelle sue corde.

Ma fare cazzate non gli era mai andato a genio.

Ma perdere gli era sempre risultato impossibile.

Il mondo che voleva non di certo quello, ma era sempre stato dell’idea che bastava costruirselo piano piano, facendosi il culo, il mondo voluto.

D’un tratto, mentre guidava all’impazzata quella macchina della salvezza, tutte queste riflessioni gli tornarono in testa, incisive e immediate.

Come aveva potuto mandare all’aria la sua filosofia?

 

[“Sono stata da Naruto”

“Dalla sua tomba, vuoi dire”

“Non essere così…freddo”

“E tu non passare la tua vita in cimitero”]

 

Seppe dove andare e cosa fare.

Forse la sua anima non si sarebbe mai salvata, forse non sarebbe mai bastato per riaverla con sé; ma almeno ci avrebbe provato, a costo della sua stessa vita.

 

 

 

 

Udì lontanamente dei rumori, non si girò: non era niente; cosa voleva che fosse?

Avanzò di qualche centimetro, portando i piedi in bilico al bordo del vuoto. Allargò le braccia, come se fossero ali e le mando su e giù, preparandosi a spiccare l’ultimo volo.

Balzò, ma le ali si bloccarono.

Cercò di abbandonarsi alla caduta, ma i piedi toccarono abbondantemente terra.

Si aspettò il gelido vento e la forte gravità contro il corpo, invece un calore umano la inondò, una morsa la imprigionò, lacrime la bagnarono anziché le ultime gocce di pioggia.

“Sakura…”

“Tu…tu…Sasuke?”

Tastò l’individuo che l’aveva buttata a terra, sopra di sè e scoppiò in un pianto irrefrenabile.

“Sakura…così non deludi Naruto…lui non te lo avrebbe mai permesso”

Si sentì cingere da dietro, e baciare il collo, delicatamente, lasciandole una scia bagnata.

Lacrime?

Il cuore batteva velocemente, troppo, facendole mancare il fiato; ma, con la schiena appoggiata al torso dell’individuo, le sembrò di percepire anche altri battiti, s’è possibile più rapidi.

Il cuore di…?

Le sembrò di non aver mai ricevuto tanto calore in vita sua; si rese conto che il tepore di un corpo che la imprigionava affettuosamente era tutto ciò che, in ultimo, aveva desiderato guardando il freddo vuoto. Non aspettava altro che un corpo caldo la fermasse… Non aspettava altro che quel calore…Non c’era niente di più piacevole.

Sarebbe rimasta così per l’intera esistenza…

Ma, come un cucciolo sospettoso ed impaurito si divincolò.

“…perché…sei…qua?” mormorò, mordendosi il labbro inferiore, congiungendo le mani nuovamente in preghiera. Lui gliele prese nelle sue, restituendole energia; capace di una tenerezza unica, che mai avrebbe sperato più di vedergli.

Pensò di essere davvero caduta nel nulla.

E che quello era soltanto l’inizio del suo personalissimo paradiso.

Allora tutto si spiegava, anche Sasuke era…allora avrebbe rivisto…

Cominciò a ragionare freneticamente, ma fu fermata dalla voce piacevole dell’Uchiha, che le aveva avvicinato la perfetta bocca all’orecchio.

“Unicamente per te. Io…”

Lo sentì respirare affannosamente sul collo, reprimere male un singhiozzo, stingerle più forte le mani.

“Sono…morta?” chiese ingenuamente, alzando il capo al cielo, privo di stelle, privo di luna, denso di nubi nere.

Pioveva.

Era bagnata fradicia.

Lui cercava di farle scudo con il suo corpo.

A pochi metri da loro la terra sprofondava giù.

“Non permetterò mai che tu muoia”

“Perché…dici questo? Ora…tu…”

S’irrigidì: non era convinta, non era sicura, non…si fidava, come un animale tradito dal padrone attendeva il momento opportuno per rilassare i nervi.

“Io…ho sbagliato tutto con te. Io…

Posò la testa sul torso di lui, aderendo a quel corpo tanto amaramente conosciuto e così tanto follemente desiderato.

Un miracolo.

“Sa…su…ke…non illudermi ancora…io volevo svanire. Adesso io sarei…”

“Sono stato un…bastardo, Forse non mi potrai mai perdonare. Ma giuro su Dio che farò di tutto per dare un senso alla vita che stanotte ho salvato.

Ho fatto del male a te, a Naruto, al suo ricordo, a me stesso. Si può essere così…folle?”

“Sasuke…”

“Senza di te non vivo, Sakura”

E, cullata da tali parole, tale calore e tale amore, chiuse gli occhi, piano, infinitamente stanca.

Una piccola fiamma di speranza si accese nel suo essere, tra la dispersione e la paura, tra la rabbia ed il dolore.

Le forze non la ressero più.

Svenne.

Si abbandonò a quell’uomo, un po’ bambina spaurita, un po’ ragazza disillusa, un po’ donna troppo vissuta.

 

[“Ti amo”

“Sakura?”

“Sì?”

“Io…”

“Uhm?”

“Io ti amo”

“Lo so, Sas’ke, lo so”]

 

 

 

Se non smetterai mai di sperare, ciò che sembra impossibile farai.

Se non smetterai mai di amare, la gente ti amerà.

Se non smetterai mai di vivere appieno, la vita ti mostrerà le sue eterne meraviglie.

Questo è il credo di Naruto Uzumaki.

 

 

- Sa…su…ke…

Quando Sakura pronunciò quel nome qualcuno sobbalzò e fissò occhi neri e d’un tratto luminosi nei suoi.

- Sasuke…

Quando Sakura riaprì gli occhi qualcuno si stese a fianco a lei, sul letto, e la cinse da dietro.

Sempre quel qualcuno, prese a piangere sulla sua spalla, senza pronunciare alcunché.

Ma le lacrime di un uomo, e soprattutto di quell’uomo, significavano più di cento inutili parole.

[…e alla fine non si perde neanche più…]

 

***

 

Finale lievemente aperto.

Lieto…?

Sta a voi ipotizzare, in base alla vostra visuale delle cose.

Sicuramente la strada per il perdono è lunga, sicuramente il mondo che si vuole non esisterà mai veramente se non si fa qualcosa, nel proprio piccolo, per costruirselo.

Lo “squarcio”di realtà tramite Sakura e Sasuke si è concluso, mi auguro di avervi lasciato qualche cosa, qualche riflessione, qualche emozione.

Ci ho messo l’anima, in questa breve fan fiction, nata da molteplici esempi della vita nel mondo.

Ringrazio:

 

lilithkiuuby: grazie delle tue parole. Quando qualcuno legge così approfonditamente come te e capisce cosa voglio dire e dove voglio arrivare mi lascia sempre soddisfatta. Io queste fan fic le faccio anche per fare riflettere, certo, in modo non troppo drastico e soprattutto non esagerando. Sono pur sempre fan fiction ma una botta di realtà, ogni tanto, ci vuole. Non capita raramente di vedere tre amici di vecchia data sotto casa e poi, giorni dopo, notare che sono rimasti in due, a litigare, e poi è rimasta solamente lei, che corre a perdifiato piena di rabbia e disperazione…e anche la voglia di farla finita, per molta gente, sfortunatamente, c’è, ed è pericolosa. Ho voluto fare un lieto fine almeno nel mondo delle fan fiction, come hai detto tu, ci sta, ci vuole, dato che nella realtà non sempre è presente…. Aspetto un tuo commento, è importante, affettuosi saluti, e chissà, magari alla prossima storia…

 

Talpina Pensierosa: grazie ^//^ assai triste e drammatica anche questa fan fic, come avrai notato sono orientata su questi generi qui…è che il realistico è il mio preferito e penso che sia anche quello che mi riesce, come dire, meglio…anche se sta a voi lettori dirlo… Sei sempre molto gentile, è un piacere ricevere una tua recensione!

 

Samy1987: grazie, sono contenta che la prima parte ti sia piaciuta e ti abbia lasciato qualcosa, spero di non aver deluso le tue aspettative con la seconda…sarebbe l’ultimissima cosa che vorrei…fammi sapere se puoi…

 

Rory_chan: accidenti adoVata sono proprio felice che l’inizio ti sia piaciuto *_* Per me il tuo parere è stra importante. Stavolta mi sono buttata su tematiche forti (bè, sì, non è la prima volta…), ma io Sakura e Sasuke ce li vedo anche e soprattutto in situazioni così, loro due sono una coppia significativa, con la quale ti puoi sbizzarrire in centomila modi, basta avere l’ispirazione giusta, vero mia Rory??

Forse oggi ti rispondo via mail, scusa il ritardo, bè, allora ci sentiamo lì adoVatissima mia *_*

 

Jenna Uchiha: innanzitutto bel nick name, mi piace.

Poi ti ringrazio davvero per la significativa recensione, ne ho bisogno di commenti come il tuo, ben fatti e che ti fanno capire che uno ha letto e ha capito la ff. E’ una delle prime volte che m’imbatto in un tuo commento, ho notato invece che ogni tanto recensiamo le stesse storie, come quella di Arwen e Bambi se non sbaglio…spero di “imbattermi” in qualche tua preziosa opinione anche nelle mie future fan fic. Alla prossima, quindi. ^^

 

SakuSery: grazie mille. La realtà ha fatto da padrona, anche in questo capitolo, ho cercato di non calcare troppo la mano e di non andare sul banale, (guai a me…) che mi dici del capitolo? Ovviamente, come ho già detto, ci ho messo l’anima. Affettuosi saluti.

 

Stakuro: sentivo che avrei ricevuto una tua preziosa recensione *_* Credimi, mi hai fatto ben capire cosa ne pensi della storia, e mi ha anche illuminato la domenica (sì perché l’ho letta ieri la rece).

Sasuke è un personaggio per il quale “provo” amore ed odio; e penso che in questa storia lo si capisca, avrei voluto lasciarlo al suo cupo destino, non dargli un’altra chance con Sakura, ma poi…non ce l’ho fatta e la ff si è conclusa così. Anche se il finale, come detto, è aperto; tu cosa pensi che sia successo dopo? Per te c’è stato davvero un riscatto dell’anima dell’Uchiha?

Un bacione

 

 

Grazie anche a coloro che hanno solo letto e alle persone che hanno messo/metteranno questa fan fic fra i preferiti: se volete farmi sapere qualcosa al riguardo…(solito mio appello, mai non tanto ascoltato, ahimè. ).

Per me le vostre recensioni sono importantissime in ogni mia storia e mi spiace quando pubblico un “lavoro” che credevo discretamente buono e giudicavo positivo e ricevo un esiguo numero di commenti…ho l’autostima pari a 0 e cado subito in una mezza depressione post pochi commenti…penso che ho scritto a vuoto… che ci posso fare? ç_ç

 

Grazie a coloro che si faranno sentire, affettuosi saluti a tutti

Alla prossima

Vostra

Terrastoria o terra_chan

   
 
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