“Mi
stai dicendo che con molte
probabilità quel figlio non è tuo?”
chiese Efestione mentre si
infilava la lunga tunica di color avorio.
“Proprio così, il che mi altera
particolarmente.” annuì Alessandro, seduto sul
letto, mentre si
grattava lievemente il mento fissando i giardini al di fuori della
finestra “ma non perché io sia geloso, ma per il
fatto che io sia
stato pugnalato alle spalle, che lei mi abbia raccontato una marea di
bugie pur di tenermi attaccato a se.” continuò
spostando lo
sguardo sul ragazzo, che tirava fuori i capelli, rimasti pizzicati
sotto il collo della tunica.
“Lo so Alessandro. E so' quanto a te
tutto questo ti rechi molto fastidio.” disse Efestione
voltandosi
verso il re e gli si avvicinò, posando una mano sulla sua
guancia
scrutandolo a fondo negli occhi.
Alessandro lo lasciò fare,
ricambiando lo sguardo, poi tutto ad un tratto si ritrovò a
sorridere.
“Come mai sorridi ora?” proseguì
Efestione, stupito di quel cambio di umore.
Alessandro appoggiò una mano sulla sua
e poi si alzò dal letto, tirando a se il ragazzo
“Perchè ora,
nonostante tutto, sono felice. Ora anche se subisco un qualche torto,
dentro di me mi sento carico di gioia ed è tutto merito
tuo.”
sorrise ancora.
“Smettila Alessandro, stai diventando
troppo romantico.” rise il ragazzo spingendolo leggermente e
voltando un'attimo il capo, poi tornò a guardarlo.
Alessandro
spalancò le braccia alzando appena le spalle senza smettere
di
guardarlo.
“Aaaah Alexandré..” continuò
Efestione scuotendo il capo, prendendolo per due lembi della tunica
all'altezza del petto e lo strattonò verso di se, premendo
con forza
le labbra sulle sue, respirando contro il suo naso e chiudendo per
un'attimo gl'occhi. Alessandro di contro risposta, passo le mani tra
i suoi capelli che strinse, spingendo ancora di più le
labbra sulle
sue, emettendo un piccolo sospiro.
Quando entrambi di staccarono
scoppiarono a ridere.
“Avanti andiamo, che sicuramente ci
staranno aspettando.” disse Alessandro prendendo la mano di
Efestione mentre procedeva verso la porta.
“Se contesteranno il nostro ritardo
dirò che è colpa tua e dei tuoi zuccherini
imbevuti nel miele.”
annuì il ragazzo, seguendo il re fuori dall'alloggio.
Il
banchetto finì, come sempre, con
qualche litigio per il cibo ma per fortuna della servitù,
non ci fu'
molto da pulire.
Alessandro istituì un'assemblea nel
salone principale del gran palazzo reale e vi erano invitati tutti i
generali e la principessa Ezira, con i suoi relativi generali.
Il re
fu' l'ultimo ad arrivare, accompagnato ovviamente da Efestione, ormai
sempre al suo fianco.
“Bene, vi chiederete il perché di
questa assemblea giusto?” chiese Alessandro sorridendo,
mentre si
mise a sedere sul piccolo trono eretto per l'occasione, Efestione
rimase in piedi alla sua sinistra.
Tutti i generali, compresa Ezira
annuirono, alcuni incrociarono le braccia al petto pronti per
ascoltare, altri si guardavano attorno.
“Ho bisogno di alcune cose da voi,
Ezira..” proseguì indicando la ragazza con una
mano “..e alcune
cose da voi miei amici.” indicando con l'altra mano i suoi
generali.
“Chiedi pure e se ne sarò in grado
farò ogni cosa in mio potere.” annuì
Ezira facendo un passo
avanti così da attirare l'attenzione di Alessandro su di se.
“Da te ciò che voglio è molto
semplice” pronunciò appoggiandosi le mani, che
prima erano
puntate, sulle cosce “Voglio che tramite le tue
più remote
conoscenze venga alla scoperta di dove risieda ora il re Alazir, di
quanti uomini il suo esercito dispone e infine gli farai sapere della
mia presenza nel suo regno e nella tua dimora.”
continuò il re
senza distogliere lo sguardo dalla ragazza, che quest'oggi sembrava
una Dea della Guerra greca.
“Solo questo, mio sire?” chiese
seria la fanciulla.
“Solo questo Ezira. Ma gradirei che
mi arrivassero al più presto notizie di quello che ti ho
chiesto.
Non amo aspettare.” annuì Alessandro sorridendole
delicatamente.
Lei ricambiò il sorriso e dopo aver fatto un'inchino con il
capo
tornò al suo posto, con le braccia incrociate dietro la
schiena.
Alessandro successivamente spostò lo
sguardo sulla parte sinistra del salone, dove vi erano i generali uno
di fianco all'altro.
“Nearco?”
“Comandi sire.” rispose l'uomo
facendo un passo avanti, così come aveva fatto
precedentemente
Ezira.
“Voglio che tu raggiunga, insieme
alla tua squadriglia, la città di El Jubayl sul mare
persiano e
vorrei che tu mi ponessi sicura la possibilità di un
possibile
sbarco di eserciti alleati, proprio da quella parte.” disse
il re,
guardando attentamente uno dei suoi più fidati generali.
“Senz'altro sire, vedrai che nessuno
opporrà resistenza al mio fascino.” rispose Nearco
ridendo,
seguito dalle risa di mezza sala.
“Grazie Nearco, puoi congedarti.”
sorrise ampiamente Alessandro facendo un cenno con il capo. Nearco
annuì e fece un passo indietro.
“Leonnato.”
“Comandi sire.” disse il ragazzo,
facendo a sua volta un passo avanti.
“Voglio che invece tu raggiunga
nuovamente Rafha e che consegni una lettera che ti darò il
giorno
della partenza, in più voglio che tu controlli nelle
più strette
vicinanze dove vi siano dei pozzi di acqua pulita o oasi”
esclamò
il re, inclinando appena il capo da una parte.
“Nessun problema Alessandro, lo
farò.” annuì Leonnato facendo
un'inchino con il capo e tornò al
proprio posto.
“E infine, a tutti gli altri generali
chiedo un'unica cosa.” disse andando a guardare ogni generale
negli
occhi “Addestrate al meglio i vostri uomini, poneteli davanti
a
enormi fatiche, fategli patire la fame e la sete per qualche giorno,
preparateli alle intemperie più assurde “
continuò Alessandro
mentre si mise in piedi “perché qui non siamo in
Grecia e nemmeno
in Egitto, qui non combatteremo con piccole tribù o insipidi
eserciti, qui la storia è diversa. Qui noi scriveremo un
pezzo della
nostra storia!” esclamò e il salone fu' immerso da
un forte boato
e da applausi vari. Alessandro si avvicinò ad Efestione e
gli
sorrise prima di tornare a guardare il resto della gente.
“E ora
andate figli di buona donna e mi raccomando, conto su di
voi.”
annuì ancora e incrociò grandi sorrisi e gente
che si inchinava a
lui mentre la gente iniziava a defluire fuori dal salone.
“Alessandro” disse Tolomeo
arrivando alle spalle del re, appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Oh mio buon Tolomeo.” rispose
Alessandro, voltandosi verso l'amico.
“Ho alcune notizie da darti”
continuò il ragazzo sorridendo lievemente al re
“ma non qui, non
voglio che altri colgano le mie parole” replicò
guardandosi
attorno.
Alessandro annuì e poi fece cenno al ragazzo e ad Efestione
di seguirlo, uscì dal salone e li condusse nei giardini
reali sotto
un grande albero.
“Riguarda quello che ti ho chiesto?”
chiese subito Alessandro voltandosi verso i due generali.
“In queste ore ho tenuto sotto
controllo quasi tutte le persone che maggiormente ti gravitano
attorno e ho notato alcuni sguardi compiaciuti.”
annuì Tolomeo con
una sorriso sulle labbra.
A quelle parole Efestione corrugò la
fronte incrociando le braccia al petto, poi si guardò con
Alessandro
che pareva parecchio curioso.
“Tra chi Tolomeo?” chiese Efestione
tornando a guardare il generale.
“Cassandro e Roxane” sussurrò il
ragazzo guardandosi velocemente attorno. Ma a quelle parole, invece
che una risata, dalla bocca di Alessandro uscì un ghigno
isterico.
Poi scosse il capo stringendo le mani a pugno.
Efestione se ne
accorse e appoggiò subito una mano sulla spalla del re.
“Alessandro calmo. Sin da subito
avevo dubitato su di lui.” pronunciò quest'ultimo.
“ Quell'impostore. Ha sempre cercato
di mettermi i bastoni tra le ruote, ha sempre sabotato ogni mia cosa
e non mi stupirei se dietro a quei tentativi di uccidermi ci sia la
sua mente corrotta.” sospirò Alessandro tornando a
guardare i due
ragazzi.
“Adesso non possiamo fare niente Alessandro, non
abbiamo prove, non abbiamo nulla in mano che attesti il
tradimento.”
disse Tolomeo, avvicinandosi al re “Ma ti giuro che prima o
poi
avrai tutto ciò nelle tue mani e potrai fare di lui quello
che
ritieni più giusto” proseguì.
Alessandro annuì guardando negli
occhi l'amico e poi Efestione, ed è proprio alle spalle di
quest'ultimo che video Roxane parlare con uno dei servitori
più
fidati di Cassandro.
Allora il re fece un cenno il capo ed Efestione
insieme a Tolomeo si voltarono, assistendo alla scena.
Roxane, coperta da un lungo velo color
blu notte, passò velocemente una lettera dalla sua mano alla
mano
del servitore che con un'inchino si congedò.
Alessandro preso
dalla collera improvvisa fece per andarle incontro, ma Efestione
passò una mano intorno alla sua vita e lo fermò
subito “No
Alessandro, non ancora.” gli sussurrò vicino
all'orecchio,
appoggiando la fronte contro la sua tempia.
“Ha ragione, abbi pazienza te ne
prego.” chiese Tolomeo ponendosi davanti al re.
“Non so' fino a quanto potrò
resistere.” gemì a denti stretti Alessandro
appoggiando una mano
sul braccio di Efestione che strinse con forza.
“Alessandro non sei più solo ora, ce
la puoi fare.” sussurrò ancora Tolomeo e poi li
lasciò soli dando
alcune pacche al re, sulla spalla ma prima scambiò un rapido
sguardo
con Efestione che gli stava regalando un sorriso enorme.