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Autore: Leptine    11/02/2014    5 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Mi stai dicendo che con molte probabilità quel figlio non è tuo?” chiese Efestione mentre si infilava la lunga tunica di color avorio.
“Proprio così, il che mi altera particolarmente.” annuì Alessandro, seduto sul letto, mentre si grattava lievemente il mento fissando i giardini al di fuori della finestra “ma non perché io sia geloso, ma per il fatto che io sia stato pugnalato alle spalle, che lei mi abbia raccontato una marea di bugie pur di tenermi attaccato a se.” continuò spostando lo sguardo sul ragazzo, che tirava fuori i capelli, rimasti pizzicati sotto il collo della tunica.
“Lo so Alessandro. E so' quanto a te tutto questo ti rechi molto fastidio.” disse Efestione voltandosi verso il re e gli si avvicinò, posando una mano sulla sua guancia scrutandolo a fondo negli occhi.
Alessandro lo lasciò fare, ricambiando lo sguardo, poi tutto ad un tratto si ritrovò a sorridere.
“Come mai sorridi ora?” proseguì Efestione, stupito di quel cambio di umore.
Alessandro appoggiò una mano sulla sua e poi si alzò dal letto, tirando a se il ragazzo “Perchè ora, nonostante tutto, sono felice. Ora anche se subisco un qualche torto, dentro di me mi sento carico di gioia ed è tutto merito tuo.” sorrise ancora.
“Smettila Alessandro, stai diventando troppo romantico.” rise il ragazzo spingendolo leggermente e voltando un'attimo il capo, poi tornò a guardarlo. Alessandro spalancò le braccia alzando appena le spalle senza smettere di guardarlo.
“Aaaah Alexandré..” continuò Efestione scuotendo il capo, prendendolo per due lembi della tunica all'altezza del petto e lo strattonò verso di se, premendo con forza le labbra sulle sue, respirando contro il suo naso e chiudendo per un'attimo gl'occhi. Alessandro di contro risposta, passo le mani tra i suoi capelli che strinse, spingendo ancora di più le labbra sulle sue, emettendo un piccolo sospiro. 
Quando entrambi di staccarono scoppiarono a ridere.
“Avanti andiamo, che sicuramente ci staranno aspettando.” disse Alessandro prendendo la mano di Efestione mentre procedeva verso la porta.
“Se contesteranno il nostro ritardo dirò che è colpa tua e dei tuoi zuccherini imbevuti nel miele.” annuì il ragazzo, seguendo il re fuori dall'alloggio.


Il banchetto finì, come sempre, con qualche litigio per il cibo ma per fortuna della servitù, non ci fu' molto da pulire.
Alessandro istituì un'assemblea nel salone principale del gran palazzo reale e vi erano invitati tutti i generali e la principessa Ezira, con i suoi relativi generali. 
Il re fu' l'ultimo ad arrivare, accompagnato ovviamente da Efestione, ormai sempre al suo fianco.
“Bene, vi chiederete il perché di questa assemblea giusto?” chiese Alessandro sorridendo, mentre si mise a sedere sul piccolo trono eretto per l'occasione, Efestione rimase in piedi alla sua sinistra.
Tutti i generali, compresa Ezira annuirono, alcuni incrociarono le braccia al petto pronti per ascoltare, altri si guardavano attorno.
“Ho bisogno di alcune cose da voi, Ezira..” proseguì indicando la ragazza con una mano “..e alcune cose da voi miei amici.” indicando con l'altra mano i suoi generali.
“Chiedi pure e se ne sarò in grado farò ogni cosa in mio potere.” annuì Ezira facendo un passo avanti così da attirare l'attenzione di Alessandro su di se.
“Da te ciò che voglio è molto semplice” pronunciò appoggiandosi le mani, che prima erano puntate, sulle cosce “Voglio che tramite le tue più remote conoscenze venga alla scoperta di dove risieda ora il re Alazir, di quanti uomini il suo esercito dispone e infine gli farai sapere della mia presenza nel suo regno e nella tua dimora.” continuò il re senza distogliere lo sguardo dalla ragazza, che quest'oggi sembrava una Dea della Guerra greca.
“Solo questo, mio sire?” chiese seria la fanciulla.
“Solo questo Ezira. Ma gradirei che mi arrivassero al più presto notizie di quello che ti ho chiesto. Non amo aspettare.” annuì Alessandro sorridendole delicatamente. 
Lei ricambiò il sorriso e dopo aver fatto un'inchino con il capo tornò al suo posto, con le braccia incrociate dietro la schiena.
Alessandro successivamente spostò lo sguardo sulla parte sinistra del salone, dove vi erano i generali uno di fianco all'altro.
“Nearco?”
“Comandi sire.” rispose l'uomo facendo un passo avanti, così come aveva fatto precedentemente Ezira.
“Voglio che tu raggiunga, insieme alla tua squadriglia, la città di El Jubayl sul mare persiano e vorrei che tu mi ponessi sicura la possibilità di un possibile sbarco di eserciti alleati, proprio da quella parte.” disse il re, guardando attentamente uno dei suoi più fidati generali.
“Senz'altro sire, vedrai che nessuno opporrà resistenza al mio fascino.” rispose Nearco ridendo, seguito dalle risa di mezza sala.
“Grazie Nearco, puoi congedarti.” sorrise ampiamente Alessandro facendo un cenno con il capo. Nearco annuì e fece un passo indietro.
“Leonnato.”
“Comandi sire.” disse il ragazzo, facendo a sua volta un passo avanti.
“Voglio che invece tu raggiunga nuovamente Rafha e che consegni una lettera che ti darò il giorno della partenza, in più voglio che tu controlli nelle più strette vicinanze dove vi siano dei pozzi di acqua pulita o oasi” esclamò il re, inclinando appena il capo da una parte.
“Nessun problema Alessandro, lo farò.” annuì Leonnato facendo un'inchino con il capo e tornò al proprio posto.
“E infine, a tutti gli altri generali chiedo un'unica cosa.” disse andando a guardare ogni generale negli occhi “Addestrate al meglio i vostri uomini, poneteli davanti a enormi fatiche, fategli patire la fame e la sete per qualche giorno, preparateli alle intemperie più assurde “ continuò Alessandro mentre si mise in piedi “perché qui non siamo in Grecia e nemmeno in Egitto, qui non combatteremo con piccole tribù o insipidi eserciti, qui la storia è diversa. Qui noi scriveremo un pezzo della nostra storia!” esclamò e il salone fu' immerso da un forte boato e da applausi vari. Alessandro si avvicinò ad Efestione e gli sorrise prima di tornare a guardare il resto della gente. 
“E ora andate figli di buona donna e mi raccomando, conto su di voi.” annuì ancora e incrociò grandi sorrisi e gente che si inchinava a lui mentre la gente iniziava a defluire fuori dal salone.
“Alessandro” disse Tolomeo arrivando alle spalle del re, appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Oh mio buon Tolomeo.” rispose Alessandro, voltandosi verso l'amico.
“Ho alcune notizie da darti” continuò il ragazzo sorridendo lievemente al re “ma non qui, non voglio che altri colgano le mie parole” replicò guardandosi attorno. 
Alessandro annuì e poi fece cenno al ragazzo e ad Efestione di seguirlo, uscì dal salone e li condusse nei giardini reali sotto un grande albero.
“Riguarda quello che ti ho chiesto?” chiese subito Alessandro voltandosi verso i due generali.
“In queste ore ho tenuto sotto controllo quasi tutte le persone che maggiormente ti gravitano attorno e ho notato alcuni sguardi compiaciuti.” annuì Tolomeo con una sorriso sulle labbra. 
A quelle parole Efestione corrugò la fronte incrociando le braccia al petto, poi si guardò con Alessandro che pareva parecchio curioso.
“Tra chi Tolomeo?” chiese Efestione tornando a guardare il generale.
“Cassandro e Roxane” sussurrò il ragazzo guardandosi velocemente attorno. Ma a quelle parole, invece che una risata, dalla bocca di Alessandro uscì un ghigno isterico. Poi scosse il capo stringendo le mani a pugno.
Efestione se ne accorse e appoggiò subito una mano sulla spalla del re.
“Alessandro calmo. Sin da subito avevo dubitato su di lui.” pronunciò quest'ultimo.
“ Quell'impostore. Ha sempre cercato di mettermi i bastoni tra le ruote, ha sempre sabotato ogni mia cosa e non mi stupirei se dietro a quei tentativi di uccidermi ci sia la sua mente corrotta.” sospirò Alessandro tornando a guardare i due ragazzi.
“Adesso non possiamo fare niente Alessandro, non abbiamo prove, non abbiamo nulla in mano che attesti il tradimento.” disse Tolomeo, avvicinandosi al re “Ma ti giuro che prima o poi avrai tutto ciò nelle tue mani e potrai fare di lui quello che ritieni più giusto” proseguì.
Alessandro annuì guardando negli occhi l'amico e poi Efestione, ed è proprio alle spalle di quest'ultimo che video Roxane parlare con uno dei servitori più fidati di Cassandro.
Allora il re fece un cenno il capo ed Efestione insieme a Tolomeo si voltarono, assistendo alla scena.
Roxane, coperta da un lungo velo color blu notte, passò velocemente una lettera dalla sua mano alla mano del servitore che con un'inchino si congedò.
Alessandro preso dalla collera improvvisa fece per andarle incontro, ma Efestione passò una mano intorno alla sua vita e lo fermò subito “No Alessandro, non ancora.” gli sussurrò vicino all'orecchio, appoggiando la fronte contro la sua tempia.
“Ha ragione, abbi pazienza te ne prego.” chiese Tolomeo ponendosi davanti al re.
“Non so' fino a quanto potrò resistere.” gemì a denti stretti Alessandro appoggiando una mano sul braccio di Efestione che strinse con forza.
“Alessandro non sei più solo ora, ce la puoi fare.” sussurrò ancora Tolomeo e poi li lasciò soli dando alcune pacche al re, sulla spalla ma prima scambiò un rapido sguardo con Efestione che gli stava regalando un sorriso enorme.

   
 
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