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Autore: Milck    11/02/2014    0 recensioni
Ti piace leggere!?
Ami l'emozione!?
Allora questa storia fa per te!
Non ho bisogno di convincerti di nulla, non mi reputo una scrittrice, solo una ragazza che ama scrivere.
Questo racconto è una raccolta di one-shot, scritte da me, talvolta prendendo spunto da altri.
Insomma, se hai voglia di leggere qualcosa di diverso, questo è quello che fa per te.
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Doccia insomma! È la quarta volta che ti dico di non fissarmi mentre sto... va beh, hai capito. Dai basta! Non vedi il bidet? Lui si fa gli affari suoi.- sgrido la vasca da bagno.
No, non sono impazzita, giuro. Chiedo solo un po’ di privacy!
Possibile che non possa nemmeno occuparmi… dei miei bisognini in santa pace!?
Ok, forse non riuscite a capire, ma tranquilli, non è poi così difficile.
È iniziato tutto sei mesi fa, mia madre stava mettendo a lavare, come al suo solito, i panni sporchi, riponendoli dentro la lavatrice. Beh, nulla di strano, o almeno, non lo sarebbe stato se la lavatrice non si fosse ribellata, ‘sputando’ fuori i vestiti.
Mia madre, la solita curiosa, ci ha infilato la testa per guardare se qualcosa non andasse, ricevendo in cambio una botta dall’oblò sulla nuca.
Dopo un urlo di dolore, è caduta per terra di sedere, leggiadra tanto quanto un sacco di patate. -Ma come ti permetti!? Sono zone private quelle!-
Mia madre tutta agitata si è guardata intorno, possibile?! Non c’era nessuno.
-Sono qui, davanti a te! Ma come fai a non vedermi!? Eppure sono bella grossa eh!-
Convinta fosse uno scherzo giocato dalle ciambelle di troppo che aveva mangiato a pranzo, dopo essersi rialzata da terra si è avvicinata al lavabo per sciacquarsi un po’ la faccia.
Mentre stava girando la manopola ha sentito di nuovo: -Oh, ma allora non mi riconosci proprio eh! Bene, bel ringraziamento e io che lavo tutti i giorni i le mutande e i calzini puzzolenti. Pfff… mi ripaghi così?!-
-Sto impazzendo.- mia madre si è portata una mano alla fronte: no, niente febbre.
-Comunque, abbiamo deciso uno sciopero collettivo.-
-Cosa?! - non era ancora chiaro se fosse più spaventata dal fantomatico sciopero o dal fatto che stesse parlando con la lavatrice.
-Si, uno sciopero! Guarda qui, mi hai aperto per far uscire l’acqua e non l’hai ancora chiusa! Ma se non ti serve perché la lasci scorrere!? Faccio ore extra di lavoro in questo modo, sai?!- si, anche il rubinetto aveva iniziato a parlare.
Quella sera la povera donna aveva fatto il pieno di camomilla, noi pensavamo veramente fosse impazzita. Dai, com’era possibile che avesse parlato con la lavatrice!?
Poi però, mentre mio padre sparecchiava, anche la lavastoviglie ha iniziato a lamentarsi.
-Hei, hei, fermi tutti! Togli quella schifezza! Guarda che io lavo i piatti, non butto la spazzatura! Quella foglia di insalata va nel cestino. E anche quelle lische di pesce tutte ciucciate. Ma dico, scherziamo?!-
Papà è sobbalzato.
Noi, che eravamo in sala, avendo sentito tutto ci siamo avvicinate all’elettrodomestico.
-Hai visto Fabio!? Non sono pazza!! Quella cosa parla!- mia madre puntava l’indice contro la lavastoviglie.
Io iniziavo a pensare che in quell’obbrobriosa minestrina che avevamo mangiato ci fosse stata una sostanza allucinogena.
Forse mamma faceva uso di droga e l’aveva scambiata col sale.
- Senti bella, intanto ti calmi! Io ho un nome sai!? ‘Cosa’ lo dici a quella palla di pelo inutile che quando mi trova aperta si intrufola dentro e mi fa starnutire. Sono allergica ai gatti!-
Eravamo tutti a bocca aperta.
Ora, non per dire, ma come reagireste voi se ogni doccia, ogni lavandino, ogni lavatrice, lavastoviglie, computer, ogni cellulare prendesse vita?
Comunque c’è da dire che in sei mesi ci siamo abituati. Più o meno.
Viviamo una convivenza pacifica, anche se la vasca da bagno è una guardona…
Sono anche simpatici se vogliono, ma Dio… quanto si lamentano!
Dicono che sia importante economizzare tutto.
La doccia, ad esempio, fa uscire solo acqua fredda. Odiosa.
La lavastoviglie, lava quando le pare.
Il rubinetto si chiude da solo se lo lasci aperto per più di cinque secondi. Lavarsi i denti è un’impresa! E non parliamo dei cellulari! Il mio si spegne dopo un’ ora di utilizzo. Poi devo aspettare il giorno dopo perché si riaccenda.
Una volta stavo scrivendo un messaggio dolcissimo per il mio ragazzo, sapete no, quei papiri inutilissimi, che se te ne arriva uno già da quanto è lungo ti viene voglia di spararti un colpo in testa.
Comunque, ero lì, tutta presa e questo cosa fa!? Si spegne.
Mi è salito l’omicidio.
Anche il computer. Funziona esclusivamente per i compiti scolastici.
Dico, ma davvero è convinto che io mi sforzi di accenderlo per una cosa insignificante come la scuola!?
Bah, illuso!
Abbiamo anche provato a dirlo ai vicini… ma… non è andata molto bene.
Ci hanno cacciati via, terrorizzati. E hanno anche usato parole poco carine…
Ma in fondo chi crederebbe ad una storia simile?!
  
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