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Autore: Yu_Kanda    14/02/2014    9 recensioni
Da quanto tempo fissava quella macchia lassù, sul muro della sua prigione? Quante ore erano trascorse? Quanti giorni, da che era stato rinchiuso lì dentro? Aveva cercato di tenere il conto delle ore, ma non era servito; il dolore, i ricordi, i sogni tormentati che lo perseguitavano se si addormentava, gli avevano fatto perdere ogni riferimento temporale.
Perché non poteva semplicemente smettere di pensare? Il modo in cui li avevano arrestati, il disgusto nei loro occhi nel trovarli teneramente abbracciati, nudi sotto quelle lenzuola impregnate dell'intenso odore di sesso e sudore, l'umiliazione del processo, la disperazione della condanna.
Riviveva tutto quanto a ciclo continuo.
[YAOI, LaviYuu]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “In Direzione Ostinata e Contraria” indetto da darllenwr sul Forum EFP]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “Scegli il tuo Prompt” indetto da Fabi_ sul Forum EFP]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “Everything Good” indetto da Akira Haru Potter sul Forum EFP]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “La Tavola Periodica delle Fanfiction” indetto da Midori_chan sul ForumEFP]

[Fanfiction Classificata 2° al contest "Beating of your heart” indetto da My Pride sul ForumEFP]
[Fanfiction Classificata 2° al "Prompt's Contest” indetto da Lady Athena sul forum]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, ma ho una bella bambolina woodoo... prima o poi funzionerà!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!





Speranza Senza Redenzione


Capitolo 8 : Ultimo Atto

 

Nella grande sala era improvvisamente calato il silenzio, dopo l'affermazione minacciosa appena proferita dal Consigliere, in quel suo tono freddo e noncurante. L'uomo appariva così sicuro del finale che avrebbe avuto l'udienza che presiedeva, da ostentare la crudeltà espressa dalle proprie parole spacciandola per giustizia.

“Morirete,” aveva detto senza alcuna emozione, neanche stesse parlando del tempo; Kanda si sentì ribollire dentro.

- È esattamente questo il punto! - tuonò, assumendo una posizione di attacco.

Bookman scambiò uno sguardo d'intesa con Lavi, che avanzò di un passo, posando una mano sulla spalla di Kanda, facendogli capire che non era ancora il momento di tentare mosse disperate.

- Ci volete indietro come Esorcisti? - domandò, sapendo esattamente quale tasto andava a toccare. - Accettate il nostro legame! Altrimenti, preferiamo morire che essere separati di nuovo.

- Non facciamo concessioni agli eretici. - li informò un altro Consigliere in tono aspro. - Voi appartenete all'Ordine Oscuro, non avete diritto di contestare le nostre decisioni!

Kanda spostò lo sguardo in sequenza dal primo all'ultimo dei Crow che poteva controllare senza voltare la testa, Mugen pronta a colpire al minimo movimento dubbio. Vide con la coda dell'occhio Bookman che avanzava per protestare, subito zittito da un gesto imperioso di quella stessa mummia che aveva appena parlato.

- Tch. - gli sfuggì dalle labbra, mentre avvicinava la schiena a quella di Lavi, anch'egli pronto a difendersi.

- Vi abbiamo controllato per due anni, lo faremo anche adesso. - disse l'ultimo Consigliere, chiamando poi in causa il Crow che era stato il sorvegliante di Kanda in quei due lunghi anni. - Non è forse vero, Ispettore Link?

La donna avanzò oltre il cerchio di guardie Crow, portandosi sotto gli scranni del consiglio.

- A essere precisi, signori, Kanda è scappato appena ha scoperto che il suo amante era in vita. - dichiarò in tono piatto.

I Consiglieri si scambiarono sguardi confusi.

- Cosa intende dire con questo? - chiese uno di loro a nome di tutti.

- Kanda non si è mai sottomesso a voi. - rivelò la donna, ricevendo occhiate stizzite dai cinque anziani, sebbene nessuno interruppe la sua esposizione. - Ha cercato di restare ucciso in ogni scontro con gli Akuma, finché credeva Lavi morto; ed è fuggito immediatamente, quando, in qualche modo, gli è giunta notizia che era vivo.

Ci furono dei borbottii concitati fra i Consiglieri, che si protrassero per qualche minuto, prima che uno di loro rispondesse con una certa irritazione: - Perché non ci è stato riferito di questo!

- Con il dovuto rispetto, cosa potevate fare? - obiettò l'Ispettore, mantenendo inalterata la propria compostezza. - Ordinargli di smettere? Imprigionarlo di nuovo? Avreste affidato a me il compito di impedire a Kanda di cercare la morte; compito che ho svolto anche senza disturbarvi per fare rapporto.

La donna rimase immobile sotto lo sguardo indagatore dei Consiglieri, in attesa della domanda successiva che le avrebbero posto. Non avrebbe mai creduto di arrivare a testimoniare in favore di Kanda e del suo amante, ma al punto in cui erano non poteva evitarlo. Non desiderava che il giovane fosse giustiziato, non più.

Lavi impiegò qualche momento a processare le informazioni appena ricevute; trattenne il fiato, abbassando la sua arma e voltandosi verso il giovane dietro di lui. Dovette afferrarlo per una spalla per ottenere che anch'egli si girasse a guardarlo, tanto era preso dai loro attuali nemici.

- Cercavi di farti ammazzare? - sussurrò con orrore, supplicando con lo sguardo Kanda di negare. Lui esitò, un'espressione indecifrabile sul viso. - Yuu! - Lavi allora lo scosse appena. - Perché?

Non era certo quello il momento più adatto per discutere di una cosa del genere. Eppure, ecco che in un modo o nell'altro Lavi riusciva a trascinarlo con sé e a costringerlo a fornire anche quelle risposte che lui non avrebbe mai voluto dare. Kanda poteva leggere la dolorosa attesa nello sguardo di lui e quelli di coloro che li circondavano puntati addosso; e fu l'ultima goccia, quella che mandò in frantumi il suo autocontrollo.

- Credevo fossi morto! - esplose, alzando involontariamente il tono della voce.

- Silenzio!

L'ordine rimbombò nella sala, producendo un'eco sinistra. Entrambi gli accusati tacquero, le armi abbassate e l'attenzione ora rivolta al Consiglio, in attesa di udire ciò che quegli uomini spregevoli avrebbero deliberato.

- Ispettore, state cercando di dirci che non ritenete possibile continuare a gestire Kanda? - fu chiesto invece alla donna, ancora ferma, immobile, davanti ai loro seggi dorati.

Lei prese un profondo respiro. Quello che stava per dire poteva rovinarla insieme a Kanda, eppure intendeva esporre ugualmente la sua soluzione per risolvere quella crisi.

- Potete trarre le vostre conclusioni da soli, signori. Separateli, e cercheranno con qualunque mezzo di rivedersi; giustiziatene uno, e l'altro proverà a togliersi la vita a ogni occasione. - affermò. - Non avete scelta: li giustiziate entrambi oppure passate sopra all'accusa di sodomia e gli concedete, diciamo, una deroga.

Se ami qualcuno devi essere disposto a lasciarlo libero, dicevano; per lei era giunto il momento. Sapeva di non poter nutrire alcuna speranza e voleva che Kanda fosse felice.

L'esclamazione irata di uno dei Consiglieri la fece quasi trasalire.

- Questo è inammissibile! - gridò l'uomo, le vene della fronte che gli pulsavano talmente da sembrare sul punto di esplodere da un attimo all'altro.

Un mormorio sommesso si sovrappose al rifiuto sdegnato del Consiglio.

- Yuu... Hai davvero cercato di morire? - chiese ancora Lavi, l'espressione sinceramente addolorata. - Io ho sopportato di perderti perché tu vivessi anche per me, per quello che c'è fra noi! Credevo avresti fatto lo stesso...

Kanda roteò gli occhi, esasperato. Ne aveva abbastanza di quell'interrogatorio senza fine, se dovevano condannarli di nuovo che lo facessero in fretta, così non avrebbe dovuto anche subire le lamentele di Lavi!

- Se ho provato a farmi ammazzare? - sibilò, fronteggiando il giovane a muso duro. - Ogni fottuta volta! - aggiunse a denti stretti. - Non intendo vivere un maledetto minuto senza di te! E lo rifarei senza alcun rimpianto! - pronunciò le ultime due frasi quasi gridando, il che riportò l'attenzione dei presenti su di loro.

- Chiudete il becco, tutti e due! - s'intromise infine Bookman, che aveva assistito in silenzio allo svolgersi delle trattative, mantenendosi neutrale, in attesa del momento giusto per far valere le proprie ragioni. Quel preciso momento, appunto. - Questo risolve la questione, immagino. - sentenziò, un ghigno scaltro sul viso segnato dalle rughe. - Non vi ubbidiranno; mai. Come ha appena detto l'Ispettore Link, le vostre opzioni sono soltanto due: condanna ed esecuzione, ma in questo caso perdete due Esorcisti di indubbio valore, oppure grazia, però ciò significa avallare il loro Peccato. La decisione è vostra.

I cinque inviati del consiglio confabularono nuovamente fra loro in tono sempre più alterato. Era chiaro che avessero capito di trovarsi con le spalle al muro.

- Bookman ha ragione, non possiamo privarci di nessun Esorcista... - disse il primo.

- Come giustificheremo ciò che commettono con la Sede Centrale? - ritorse il secondo.

- Non hanno bisogno di saperlo. Sono sicuro che qui alla Sede Europea possono gestire questa 'deroga' e mettere tutto a tacere. - suggerì il terzo.

- Questi due hanno nascosto il loro crimine per chissà quanto senza destare sospetti, possono continuare. - puntualizzò il quarto.

- Deroga sia. - annunciò infine il quinto.

Bookman distese le labbra in un sorriso compiaciuto, congratulandosi mentalmente con sé stesso. Manipolare questi cinque idioti non poteva essere più facile per uno come lui. Avrebbe riavuto indietro il suo apprendista, anche se con uno scomodo compagno di letto incluso nel pacchetto.

- Bene, saggia decisione. - si complimentò, annuendo in segno di approvazione. Scambiò uno sguardo d'intesa con Leverrier; l'uomo annuì, altrettanto soddisfatto. Due preziosi Esorcisti tornavano sotto il suo comando.

- Ispettore, voi resterete qui. Kanda rimane affidato a voi, ne risponderete in tutto e per tutto. - continuò il portavoce del Consiglio.

- Bookman, il vostro apprendista invece è responsabilità del clan. - ordinò invece uno degli altri membri. - Non fateci mai più sentir parlare di questa storia.

- Siete congedati. - disse infine l'ultimo, con un grazioso cenno della mano grassoccia.

I due 'graziati' tirarono un lungo respiro di sollievo, scambiandosi occhiate complici, ma non osando abbracciarsi. Bookman rivolse a entrambi un eloquente cenno del capo, facendo strada.

Stavano per rompere il cerchio di guardie Crow che ancora li attorniava, quando il primo membro del Consiglio lo fermò.

- Bookman - esordì in tono grave - gradiremmo parlarti ancora un momento in privato, riguardo l'abiura che i due Esorcisti dovranno sottoscrivere per poter essere perdonati. Il tuo apprendista e il suo... amico aspetteranno nella sala adiacente con alcune delle guardie.

Alla menzione della parola 'abiura' Kanda si voltò di scatto, lanciando uno sguardo di sfida alle cinque cariatidi paciosamente sedute sui rispettivi scranni. I suoi lineamenti s'irrigidirono per un momento, quindi fece per aprire bocca e dir loro ciò che meritavano, quando venne afferrato da dietro e zittito con una mano. Lavi lo fissò con aria quasi spaventata, tirandolo verso di sé.

- Shh, Yuu, con calma... - disse a bassa voce all'orecchio di lui. - Non dovrai firmare nessun documento, penserà a tutto il vecchio. Lascialo fare, va bene? - Kanda annuì, sebbene i suoi occhi continuassero ad avere una luce truce. La mano che gli copriva la bocca si allontanò, ricadendogli sulla spalla, mentre Lavi continuava a tenerlo agganciato per il collo con il gomito. Gli sorrise, prima di aggiungere: - È solo una formalità.

Il Crow incaricato di sorvegliare Kanda s'avvicinò, facendo cenno di seguirlo e altre due guardie si avviarono dietro di loro. Una volta nella sala adiacente a quella in cui gli inviati del Consiglio si erano riuniti, una delle guardie Crow si sfilò il cappuccio, mostrando il suo volto e prendendo in disparte quella che aveva testimoniato poco prima in favore dei due imputati.

- Ann, perché? - chiese; la donna non rispose, anzi voltò il viso leggermente di lato, evitando d'incontrare lo sguardo di lui. - Annabel Link, rispondi a tuo fratello, per la miseria! - disse questi fra i denti, contenendo il volume della voce così che nessun altro a parte lei lo udisse. - Perché hai difeso un... due sod... - s'interruppe, notando che l'espressione di lei era diventata d'un tratto proibitiva. Aveva usato quella parola lei stessa in diverse occasioni, perché adesso le dava fastidio sentirla? - Due eretici. - concluse, scuotendo leggermente la sorella per le spalle.

Lei rimase in silenzio, l'aria mortificata, come se si sentisse in colpa. In colpa per cosa? Cos'era successo? Possibile che... si fosse affezionata a Kanda più del dovuto? Sapeva di dover mantenere le distanze, che diventare troppo intima del suo sorvegliato poteva portare a non essere più obiettivi nel compiere il proprio dovere.

- Mi dispiace, Howard. - disse infine lei, scuotendo piano la testa. Gli offrì un sorriso mesto, e lui capì che quello che domandava di sapere forse era troppo grave per poter essere detto.

- Ann... - mormorò, non sapendo che altro dire.

- Chiederò di essere rimossa da questo incarico. - annunciò lei, scrollando le spalle.

A quelle parole Howard Link sgranò gli occhi, sorpreso, aspettando che la sorella glie ne spiegasse la ragione. Lei si girò verso Kanda, incerta se comunicargli ora la sua decisione oppure aspettare un sostituto, ma il giovane le dava le spalle; incontrò invece lo sguardo di Lavi, che la osservava con interesse.

Appariva curioso, probabilmente di sapere come avesse potuto sopravvivere due anni insieme a Kanda senza farsi ammazzare da lui, ma la sua espressione cambiò di colpo dopo che lei si fu voltata.

Fece un passo in avanti, poi si fermò, il sorriso sul suo viso che lasciava il posto a un'aria dispiaciuta. Come se sapesse, come se avesse letto in quell'attimo che l'aveva guardata in faccia il segreto che nascondeva nel cuore.

- Lavi? - Kanda si era reso conto in quel momento che l'altro giovane guardava altrove; vide che era rivolto verso il suo guardiano e gli strattonò un braccio per riscuoterlo. Lavi gli sorrise, con quel suo sorriso ebete che non mancava mai di mandarlo in bestia.

Kanda sbuffò, contrariato, e fece per avvicinarsi ai due Crow. Link vide la sorella irrigidirsi ed ebbe conferma dei suoi sospetti.

- L'ammazzo... - mormorò Howard Link con rabbia, stringendo i pugni e apprestandosi a lanciarsi su Kanda.

- No! - proibì lei, prendendolo per un braccio e costringendolo a tornare a guardarla. - Non è colpa sua, Howard. Solo mia.

Forse aveva ragione a volersene andare, dopotutto, se davvero aveva permesso che i suoi sentimenti avessero il sopravvento.

- Non credevo che avresti parlato in nostro favore. - disse Kanda, nella voce un lieve indizio di meraviglia.

"Nemmeno io," voleva rispondere la donna, invece si limitò a scrollare le spalle, mostrandosi indifferente. Anche lei sapeva fingere, se necessario.

- Lo so. - disse semplicemente.

- Grazie.

Nell'udire una parola di ringraziamento provenire dalla bocca di Kanda fu il fratello di lei a sollevare un sopracciglio con aria sorpresa. Stava per iniziare a interrogare Kanda per bene riguardo il suo comportamento durante il periodo in cui era sotto la sorveglianza della sorella, quando Bookman li raggiunse, interrompendo bruscamente la conversazione.

- Voi due, con me. - ordinò, il tono severo e l'espressione indecifrabile.

- Com'è andata là dentro, vecchio? - volle sapere subito Lavi; ricevette in risposta un'occhiata molto scontenta.

- Le vostre malefatte sono state cancellate - disse l'uomo - ma ora devi prendere una decisione. È l'unica ragione per cui ti ho aiutato.

Lavi lo fissò. Sapeva bene a cosa il vecchio si stesse riferendo e sapeva anche che la sua risposta non gli sarebbe piaciuta affatto. Cionondimeno, non intendeva cambiarla. Sentì Kanda stringergli forte il braccio.

- Non voglio lasciare né Yuu, né il clan. - rispose, sostenendo lo sguardo del mentore. - Sono sicuro che possiamo far funzionare le cose. Yuu non ha legami che con l'Ordine Oscuro; se viene con noi a fine guerra la storia non sarà inquinata.

Bookman scosse la testa, contrariato. Cocciuti tutti e due; tuttavia, non nutriva dall'inizio l'illusione che, dopo quanto aveva fatto per riunirsi a lui, Lavi rinunciasse a Kanda. Ora non gli restava che testare la reale determinazione dietro le sue parole.

- Non puoi avere entrambe le cose. - ammonì, le labbra divenutegli una linea sottilissima sul volto.

Lavi rispose con un sorriso scaltro, come se avesse previsto la dichiarazione del vecchio mentore. Ci fu un attimo di silenzio, poi il sorriso sul viso di Lavi s'allargò; Bookman sollevò un sopracciglio, in attesa, con l'aria di chi si aspetta di ricevere una richiesta impossibile. Le regole del clan erano molto chiare in proposito, il suo apprendista ne era perfettamente conscio, eppure voleva piegarle, come aveva fatto per quelle dell'Ordine Oscuro.

- Sono sicuro di sì. Mettimi alla prova. - chiese infatti.

Lavi era un ottimo successore per il clan. Possedeva tutte le qualità richieste per i compiti cui un Bookman era destinato; non aveva mai inteso di perderlo, però sperava di poterlo dissuadere da questa follia. A quanto pareva si era sbagliato e non poteva evitare il compromesso. Con qualche accorgimento, nemmeno il clan avrebbe mai saputo di quella piccola 'trasgressione', considerò Bookman.

- Staremo a vedere. - disse, prendendo Lavi per un orecchio. Lo trascinò con sé, seguito in silenzio da Kanda, il quale non appariva troppo contento di doverlo 'dividere' con il vecchio, a giudicare dallo sbuffo seccato che gli era appena sfuggito dalle labbra.

Tutti contenti e nessuno soddisfatto, come si suol dire.

 

 

Appena fuori della stanza li attendeva la sezione scientifica al gran completo con Komui in testa, ogni Esorcista presente al Quartier Generale in quel momento e persino un nutrito gruppetto di Finders.

- Che hanno detto? - chiese una fanciulla con indosso l'uniforme di Esorcista, i lineamenti orientali contratti in un'espressione preoccupata, scansando un ciuffo del suo caschetto di capelli neri dietro un orecchio.

- Siamo liberi, Lenalee. - rispose Lavi, offrendo a tutti uno dei suoi migliori sorrisi di circostanza. - Siamo di nuovo a casa.

Un uomo dalla carnagione scura, alto e magro ma con un fisico atletico, emerse dal gruppetto di scienziati, sorridendo dietro i suoi bizzarri occhiali a specchio.

- Meraviglioso! - esclamò. - Ho giusto preparato qualcosa di speciale, seguitemi in caffetteria!

Tutti i presenti espressero in coro incondizionata approvazione per la proposta del cuoco, attorniando Lavi per dirgli quanto fossero felici di vederlo vivo, di riavere lui e Kanda lì con loro. Il giovane appariva frastornato dal ricevere tante manifestazioni di affetto. Si voltò verso Bookman, che scrollò le spalle, a significare un burbero 'fai come ti pare'.

- Lavi! - lo chiamò Allen, tirandolo per un braccio. - Andiamo!

Kanda si limitò a fissare il comitato dei festeggiamenti con aria contrariata. Se c'era una cosa che non sopportava erano le feste di bentornato. Così, quando vide Lavi praticamente trascinato via, incrociò le braccia al petto, sbuffando irritato.

- Tch.

Diede loro le spalle, con l'intenzione di rintanarsi nella propria stanza, ma aveva fatto soltanto un passo che una voce a lui ben nota lo richiamò.

- Yuu! - esclamò Lavi, il tono piuttosto deluso. Kanda si voltò a metà, sollevando un sopracciglio con aria molto eloquente, ma l'idiota continuò a insistere. - Non hai più bisogno di comportarti così, sai? Ormai non è più un segreto. Vieni...

Lavi tese le braccia verso di lui, l'espressione speranzosa. Doveva cedere? Kanda scosse la testa e curvò le labbra in un lieve sorriso. Sarebbe stata dura abituarsi a questo. Emise un altro rumoroso sbuffo di disapprovazione, lanciando a Lavi un'occhiataccia. Lentamente, si girò del tutto, tornando sui propri passi e, quando ebbe raggiunto il giovane, gli permise di abbracciarlo.

 

Questo è il punto in cui volevo arrivare.

Ci sarà sempre qualcosa che potrà essere lasciata indietro, ma io non voglio dimenticare.

Non il nostro sogno, non le tue parole... o il battito del nostro cuore.

Bentornato.

 

   
 
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