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Autore: BlackRose96    15/02/2014    4 recensioni
Siamo noi a scegliere chi amare o è l'amore a scegliere noi?
A tentar di risolvere questo dilemma è proprio Draco Malfoy, da sempre abituato a non provare sentimenti per nessuno, che costretto ad affrontare una maledizione scagliata contro la sua famiglia secoli fa, capisce che la sua unica ancora di salvezza è lei: la lurida mezzosangue.
Dal prologo:
"Guardai la luna, l’unica compagnia che avevo durante la prigionia, oltre ai miei carnefici. Era pallida, circondata dagli astri e dalle costellazioni. I miei occhi ne scorsero una in particolare. La costellazione del drago. Un momento di lucidità. Le sue azioni non potevano restare impunite. Mi sarei vendicata, non m'importava se quando sarebbe successo il mio corpo sarebbe diventato cenere da secoli o da millenni. Me l’avrebbe pagata, in un modo o nell’altro.
Eravamo arrivati sul patibolo, centinaia di persone mi guardavano, ma non m’importava, il mio sguardo era concentrato solo su uno. Draco Malfoy. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Cedric Diggory, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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             Capitolo  13



Salve :3 mi sono resa conto che il sito non ha riportato la scritta dell’annuncio alla fine del 12esimo capitolo, quindi rimedio riportandolo qui sotto, portate pazienza J
Per quanto riguarda il capitolo che state per leggere, presa da un momento di ispirazione ho deciso di concedermi un altro po’ di tempo per dedicare questo capitolo  a un’idea che mi è appena passata per la testa e che mi piace da morire…spero che piaccia anche a voi allo stesso modo, detto ciò vi lascio alla lettura mentre mi mangio le mani in attesa di sapere cosa ne pensiate…. Un bacione a tutte! :*




Un’antica pergamena appesa in malo modo alla logora parete di un locale da quattro soldi ritraeva alla bell’e meglio una ragazza dalla bellezza stupefacente.
Stando al disegno, la ragazza aveva un paio di enormi occhi color zaffiro, valorizzati dalle lunghissime e folte ciglia nere. Il viso di un ovale perfetto, circondato dai lunghi boccoli corvini.
Sopra al ritratto, una scritta a caratteri cubitali diceva:


1000 galeoni di ricompensa a chi la trova.

Draco e Hermione, constatarono, a malincuore, che doveva essere a forza quello ciò che guardava il Draco del passato il giorno prima: era l’unico annuncio su quella parete.
Deglutirono, non doveva essere facile trovarla, non mentre si stava nascondendo da colore che le davano la caccia.
«Sai che significa?» chiese Hermione cupa, distogliendo Draco dai suoi pensieri.
«Cosa?»
«Che per prenderla dovremo aspettare che la trovino prima loro.»


Hermione  e Draco tornarono nella loro tenda quando il sole ormai stava per calare, e i colori scuri delle tenebre stavano succhiando via quelli luminosi del giorno.
Era il crepuscolo, e osservando il sole che stava scomparendo, sovrastato dal cielo violaceo e blu scuro, Hermione, sedendosi a terra, con la schiena poggiata a una quercia, pensò che non ci fosse spettacolo più bello, ma allo stesso tempo più triste.
La fine del giorno, l’inizio della notte. La luce che scompariva per lasciare il proprio posto alle tenebre, e per Hermione le tenebre non erano qualcosa di positivo, anzi. Era sinonimo di cattivo, malvagio, oscuro. E guardando lo spettacolo che le stava offrendo il cielo, pensò stupidamente che forse per quello i cattivi erano attratti dal lato malvagio della realtà: c’era qualcosa di dannatamente affascinate nell’oscurità.
«A cosa stai pensando?» la voce di Draco la sorprese da dietro, facendola sussultare dallo spavento e interrompendo il filo dei suoi pensieri.
«A tante cose.» rispose Hermione spostandosi di lato per fargli posto.
Draco non si fece pregare e si sedette immediatamente accanto a lei per godersi gli ultimi istanti del crepuscolo, anche a lui, come Hermione, quel momento della giornata piaceva dannatamente.
«Vuoi?» le chiese gentilmente il ragazzo porgendole un bicchiere dal liquido chiaro, tenendo sempre gli occhi fissi sull’orizzonte.
Hermione constatò che quello era sidro di mele, e accettò volentieri.
»Grazie.« sussurrò mentre iniziò a sorseggiare il sidro, fissando ancora pensierosa l’ultimo spiraglio di luce scomparire nel buio della notte.
«Allora?» chiese il ragazzo impaziente. «Mi vuoi dire o no con cosa si sta torturando quella tua testolina complicata?»
Hermione arricciò il naso nell’udire quelle parole.
«La mia testa non è complicata, ma complessa. E’ ben diverso.» protestò ridendo la grifondoro.
«E’ che mi sento un po’ demoralizzata.» continuò poi tornando seria.
«Siamo qui da due giorni e siamo ancora al punto di partenza. Non mi aspettavo di trovate tutto e subito, e di tornare a Hogwarts già questa sera, questo assolutamente no. Ma speravo di trovare subito un punto di partenza, qualche indizio da cui cominciare. Invece non c’è niente che ci possa aiutare. La ragazza che stiamo cercando è una fuggitiva, e se intervenissimo potremmo anche peggiorare la situazione.
Al contrario, se lasciassimo svolgere i fatti nel loro corso naturale, potremmo non avere possibilità di avvicinarci a lei senza farci scoprire e quindi tutto questo sarebbe inutile.»
Draco ascoltò in silenzio quel fiume in piena appena uscito dalla bocca della mezzosangue, non potendo non concordare con lei e capire la sua rassegnazione.
«Mi sento così inutile, Draco. In più c’è stato quel sogno… detesto sentirmi così debole e inutile!»
«Mezzosangue, io detesto fare complimenti, poi se la persona a cui rivolgerli sei tu peggio che peggio…per cui apri bene le orecchie, perché te lo dirà una volta sola…»
Hermione si asciugò le lacrime che le stavano inumidendo gli occhi, mentre vide Draco sospirare. Era evidente che lo sforzo che stava facendo il serpeverde era enorme.
«Tu non sei inutile, chiaro? Hai avuto quest’idea folle di tornare nel passato, ed è stata più che un’idea intelligente, perché, se non te ne sei accorta, appena siamo arrivati abbiamo subito visto il mio antenato e abbiamo scoperto che aspetto aveva quella strega. Abbiamo scoperto che non l’hanno ancora presa e che quindi abbiamo tempo per escogitare qualcosa. Se non te ne sei accorta, questo è già un ottimo punto di partenza.
Si dice che sei la strega più intelligente che Hogwarts abbia mai visto, per cui perché non tiri fuori il vostro stupido ottimismo grifondoro e non la smetti di piagnucolare inutilmente? Vedrai, insieme troveremo una soluzione, per il momento abbiamo ancora tempo.»
Hermione fissò con gli occhi sgranati e la  bocca spalancata il ragazzo al suo fianco.
Faceva difficoltà a credere che quello fosse Draco Malfoy, il ragazzino idiota e antipatico che sprecava la sua vita per rovinare quella degli altri, in particolar modo la sua.
«Però! Sei saggio per essere un serpeverde!»
Draco scrollò le spalle, ignorando volutamente quel commento, che a parer suo, era del tutto fuori luogo.
«Sai che penso?» chiese d’un tratto il biondo.
Hermione scosse la testa, ancora sotto shock per la conversazione precedente.
«Che dovremmo svagarci.» si alzò e le porse la mano, per aiutarla a fare altrettanto.
«E in che modo, di grazia? Ti ricordo che siamo nel medioevo.» Hermione sbuffò, ricredendosi su quello che aveva pensato  fino a un attimo prima. Possibile che a quel ragazzo  interessasse solo divertirsi?
«Ti fidi di me?» le chiese, trattenendo con scarsi risultati un ghigno.
Hermione strinse le braccia al petto e assottigliò le labbra a tal punto da somigliare incredibilmente alla McGrannitt, il che, per il biondo, era inquietante.
«Sinceramente?» rispose Hermione portandosi a un passo di distanza da lui in modo da poterlo guardare  diritto negli occhi. «No.»
«E dai, mezzosangue, così mi ferisci!» ghignò il biondo divertito, guadagnandosi un cazzotto in pieno petto da parte di Hermione.
«Ahi!» si lamentò, massaggiandosi il torace.
«Te lo meriti.»
«Senti, solo per questa volta, fidati. Non ho in mente niente di rischioso. Voglio fare qualcosa di diverso, per svagarci. Ne hai bisogno.» le disse, porgendole nuovamente la mano. Stavola Hermione la accettò, e non fece neanche una piega nel vedere il biondo puntarle contro la bacchetta e avvolgere  intorno al loro collo la giratempo.

«In che anno siamo?» chiese Hermione meravigliata mentre faceva una giravolta per osservare meglio il suo abito in tulle bordeaux impreziosito dalle frange che rendevano il vestito svolazzante dalla vita in giù.
«Ma che hai fatto?» chiese ancora incredula. Non poteva credere ai suoi occhi.
«Ho trasfigurato i tuoi vestiti in quelli degli anni ’30, e non solo. » rispose Draco, accennando alla lunga collana di perle che Hermione aveva intorno al collo e alla fascia che circondava dalla quale si ergeva una lunga piuma dorata, che si intonava perfettamente alle scarpe.
«Siamo negli anni ’30?» chiese la grifondoro entusiasta «Adoro quest’epoca!»
«Non è stata un’idea poi così cattiva, no?» chiese il biondo puntandosi la bacchetta al petto e trasfigurando anche i suoi abiti, che da medievali si trasformarono in un elegante smoking nero, tipico dell’epoca.
«No, Malfoy, almeno questo ti deve essere riconosciuto.» sorrise Hermione raggiante.
«Senti senti! Hermione Granger, la perfettina grifondoro so-tutto-io ha appena dato ragione a Draco Malfoy. Questo è per davvero un evento storico!» la prese in giro Draco, guadagnandosi il suo secondo pugno della giornata.
«Ok tregua, siamo qui per divertirci, mezzosangue, quindi cosa ti va di fare?»
«Siamo negli anni ’30, quindi non abbiamo molta scelta direi.» sorrise Hermione indicando un locale notturno sotto la collina sulla quale si erano materializzati.
«Non possiamo rischiare di smaterializzarci e farci da vedere da qualcuno, quindi dovremmo scendere a piedi a valle, prendere una carrozza e farci accompagnare al locale più vicino.»
Hermione annuì e insieme si incamminarono lungo il sentiero che portava a valle, ridendo e scherzando come se fossero amici di vecchia data.
In quel momento non erano una grifondoro e un serpeverde che si facevano la guerra da anni, ne un purosangue e una mezzosangue che si disprezzavano a vicenda e non perdevano occasione per insutarsi.
In quel momento erano semplicemente un ragazzo e una ragazza che si trovavano da soli e spaesati in un’epoca diversa, un’epoca a loro sconosciuta, e che per la prima volta si stavano conoscendo davvero senza badare ai reciproci pregiudizi, per la prima volta si guardavano con occhi nuovi, diversi.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso, Draco trovò che la compagnia di Hermione dopo tutto era piacevole, e che la ragazza fosse davvero brillante. Con lei potè dar voce a qualsiasi suo pensiero senza sentirsi stupido, e affrontare qualsiasi argomento senza sentirsi giudicato, cosa che, con la maggior parte dei suoi amici non era possibile.
Con lei poteva parlare apertamente. Le raccontò della sua infanzia, di quanto fosse stato schifosamente viziato e di quanto i suoi genitori in realtà lo avessero trascurato, di come non gli facessero mancare niente, a parte le attenzioni e il tempo che un bambino della sua età desiderava.
Hermione ascoltava il ragazzo interessata e un po’ sorpresa. Non si aspettava che si aprisse così tanto con lei, che le confessasse le sue paure e i suoi dispiaceri più grandi.
Si sorprese che ascoltarlo le veniva naturale, che lo trovasse piacevole, e scoprì che provava pietà per quel ragazzo, il quale era diventato quel che era solo perché i suoi genitori, insensibili ed egoisti, lo avevano plasmato in questo modo.
Draco le raccontò del suo rapporto con la madre, del fatto che lei gli volesse bene ma che non sapeva dimostrarglielo. Di quante volte la vedeva arricciare il naso mentre il padre gli insegnava come doveva comportarsi con gli altri, ma alla fine non diceva niente. Di quante volte avrebbe voluto giocare con lei, da piccolo, ma lei lo lasciava con i suoi amici mentre lei prendeva il the con le madri di essi.
Hermione si trovò a pensare che forse Draco non era una persona negativa come pensava, che forse con un po’ di aiuto e con la spinta giusta sarebbe potuto diventare addirittura gradevole.
E così, fra tante  chiacchiere di varia natura e genere, arrivarono a piedi senza neanche accorgersene di fronte al locale che avevano visto dalla collina.
«Ma come? Siamo già arrivati?»
«Così pare.» rispose Draco evocando con la bacchetta un sigaro che aveva visto in mano a un signore intendo ad accenderselo.
«Malfoy!» lo rimproverò Hermione dandogli una sberla sul braccio. «Vuoi farti scoprire? E poi ti sembrano modi?»
«Non iniziare a rompere, mezzosangue, avevi appena finito.» rispose strafottente Draco.
«Forse perché tu avevi smesso di comportarti da idiota!» sbottò la grifondoro.
«Questo è quello che pensi tu. Puoi precedermi dentro, se vuoi. Io devo fumare.»
«Non vieni a ballare?» chiese Hermione con una punta di delusione che traspariva dalla voce.
«Io? Ballare con te? Tse! Continua a sognare, mezzosangue!»
Hermione girò i tacchi e entrò a passo di marcia nel locale, furente.
Possibile che quel ragazzo soffrisse di personalità multipla? E possibile avesse la capacità di farla passare dalla pace dei sensi a uno stato di ira con un record di 10 secondi?
Senza pensarci prese si sedette su uno sgabello al bancone, cercando di riacquistare la calma.
«Posso offrirle qualcosa, signorina?»
A parlare fu un ragazzo, che doveva avere al massimo quattro anni più di lei.
Era un giovane di bell’aspetto, dai grandi occhi blu e dai capelli neri, ben ordinati.
La mascella quadrata e un lieve accenno di barba rasata da poco ai bordi del viso.  
«Che maleducato, non mi sono neanche presentato. Mi perdoni, signorina.
Io sono Andrew Smith, al suo servizio.»
Oltre che bello è anche simpatico ed educato. Pensò Hermione, e non potè evitare di fare confronti con un certo biondino scorbutico e maleducato che le faceva compagnia giusto pochi minuti prima.
«Hermione Jane Granger, lieta di conoscerti.»
«Posso farle compagnia?» chiese il moro, indicando lo sgabello vuoto a fianco al suo.
«Certo, prego.»
«Allora, Hermione…oltre a essere una bellissima hai un gran bel nome! Non mi sembra di averti mai visto da queste parti.»
«Si infatti non sono di qui… sono venuta a fare giusto un giro, stasera..» rispose Hermione, con le gote imporporate per il complimento appena ricevuto.
«Ma non vedo nessuno con te… Una ragazza dolce e indifesa come te sola in giro a quest’ora? Non mi sembra una buona idea.» la rimproverò dolcemente Andrew scuotendo lievemente la testa.
«No, infatti non sono sola… Sono accompagnata da un amico. In questo momento è fuori a fumare.» disse Hermione lanciando un’occhiata alla porta.
«Non vorrei sembrarti indiscreto… ma per caso è il tuo fidanzato?»
«Assolutamente no! Ecco io… non ho il fidanzato.» rispose Hermione contrariata all’idea di avere Malfoy come ragazzo e all’idea di fidanzato stesso. Poi, tornando con i piedi per terra, si ricordo che quella davvero era un’altra epoca. Le ragazze probabilmente non uscivano di sera con gli amici.
«Beh in questo caso ti andrebbe un giro?» le propose il ragazzo sorridendo e indicando la pista da ballo, alzandosi in piedi e porgendole la mano dopo un lieve inchino.
«Certo.» la ragazza gliela porse volentieri mentre il ragazzo le faceva un vero e proprio baciamano, mentre Hermione pensò con amarezza che quelli erano davvero tempi andati, nella sua epoca gesti così galanti si vedevano di rado.
Andrew la guidò nella sala, aprendo un varco nella folla fino a condurla proprio  al centro della pista.
«Allora Hermione…» sussurrò mentre le cingeva la vita con un braccio e attirava l’esile corpo di Hermione sul suo petto «Parlami di te.»
«Cos’è che vuoi sapere?»
«Io voglio sapere tutto di te.» le sussurrò il ragazzo con un sorriso. «Ma immagino che dobbiamo iniziare dalle basi. Qual è il tuo colore preferito?»
Hermione scoppiò a ridere.
«Con tante domande da farmi per conoscermi, ti è venuta in mente proprio questa?»
Andrew rise contagiato da lei.
«Si immagino di si. Penso che il colore che più ci piace sia quello che riflette la nostra personalità.» Continuarono a ballare in silenzio in mezzo alle altre coppie, mentre chiunque li guardasse  dava per scontato che i due fossero sposati, o almeno, fidanzati.
Il quadretto non sfuggì nemmeno agli occhi di un biondo, che, appena entrato, cercò subito la sua compagna nella sala e la vide tra le braccia di un damerino babbano.
Hermione si sentì strattonare da qualcosa, si voltò e vide cos’era che aveva interrotto quella specie di sogno a  occhi aperti ; o meglio, chi. Draco Malfoy la fissava adirato mentre cercava di portarla via dal locale, ma Andrew non fece una piega e afferrò prontamente Hermione per un polso, in modo che la ragazza fosse, quasi letteralmente, divisa tra due fuochi.
«Lasciala.» sibilò Draco furente.
«Solo se Hermione è d’accordo. Lo sei?»  chiese Andrew calmo, mentre si rivolgeva alla ragazza.
Hermione non seppe che rispondere. Voleva continuare a ballare con Andrew e mandare al diavolo quello stupido furetto, ma dall’altra parte non voleva far adirare Draco ancora di più, in quel momento dovevano cercare di non farsi la pelle a vicenda e tollerarsi, anche se non si spiegava il motivo di quel gesto, né la sua rabbia. Infondo, non stava facendo niente di male.
Vedendo Hermione esitare, Draco la strattonò ancora di più facendole perdere l’equilibrio e facendola finire sul suo petto.
«Levati dai piedi, non fartelo ripetere.» minacciò in direzione del moro.
«Hermione?» insistette Andrew. Non voleva lasciarla andare così.
«Andrew…» sussurrò Hermione facendo un passo verso di lui. «E’ meglio che vada. Scusami.» Hermione si avvicinò per abbracciarlo, e quando il ragazzo, affranto, ricambiò la stretta, la ragazza sussurrò al suo orecchio. «Il rosso. Il mio colore preferito è il rosso.» gli sorrise  e si sciolse dall’abbraccio, mentre raggiungeva Draco e lo seguì fuori dal locale.

«Mi spieghi cosa diavolo ti è preso? Quel è il tuo problema?» gli urlò dietro Hermione mentre il biondo si accendeva l’ennesima sigaretta della giornata.
«Tu! Sei tu il mio fottuto problema! Ti perdo di vista cinque minuti e  vai a ballare col primo rampollo che capita!»
«E quindi? Cosa ti  importa?» gli urlò senza abbassare il tono a un passo dalla sua faccia.
«Mi importa dal momento che siamo nel passato, che abbiamo una missione che purtroppo dobbiamo affrontare insieme, e che se non ti avessi più trovata avrei avuto due opzioni: o rimanere in questa epoca di merda a cercarti o lasciarti qui. Che dici, ho il diritto di essere incazzato oppure no?»
«No. Non ce l’hai.» sibilò Hermione voltandogli le spalle per andarsene, ma, per l’ennesima volta quella sera, si sentì fermare da una mano sul suo polso.
Non si girò neanche tanto era arrabbiata, finchè Draco con un gesto stizzito non l’afferrò per il bacino e la fece voltare verso di sé, facendo in modo che si trovassero faccia a faccia, occhi che ardevano come il fuoco incontrarono occhi di ghiaccio.
E tutti sanno cosa accade quando il fuoco e il gelo si incontrano: scoppiò la tempesta, mentre sulle labbra di entrambi compariva un piccolo arcobaleno. Le loro lingue si intrecciarono, così, all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno. E così fecero le loro mani, i loro corpi, tutto di loro si fondeva con l’altro fino a quando non sembrarono una cosa sola.  Ma come tutte le tempeste, anche questa cessò, e i due si fissarono negli occhi stupefatti e ansimanti, nel tentativo di riprendere fiato.
Hermione si sfiorò le labbra, come in cerca di una prova che quello che era appena successo non fosse  stata solo un’allucinazione.  Draco si passò le mani nei capelli,  come a cercare di venire a patti con le sue stesse azioni.
«Senti…» bisbigliò il ragazzo. «Io non so perché ho fatto quello che ho fatto, a cominciare dal perché mi sono arrabbiato nel vederti con quel tizio a finire con questo bacio. Io non capisco nulla di questa roba, sentimenti, attrazioni, e cose del genere… però posso dirti che è l’emozione che ho provato è stata la stessa della prima volta che sono salito su una scopa e mi sono sollevato metri e metri da suolo. »
Hermione lo guardò con gli occhi sgranati, non sapeva cosa rispondere. Si limitò ad annuire mentre il ragazzo, dopo aver fatto un respiro profondo, continuò:
«Ed è strano che io provi questo con te. Insomma, guardaci. Ci siamo odiati per anni, non andiamo d’accordo neanche mettendoci d’impegno… io e te insieme non potremmo mai funzionare… sono consapevole di questo, eppure ho ancora quella sensazione di pace che ho avuto quando ti ho baciata.»
«E’ vero, Malfoy, noi litighiamo. Tu pensi di insultarmi chiamandomi mezzosangue e io penso che tu sia un imbecille irrecuperabile. Ma anch’io ho provato quella sensazione baciandoti, e questo forse vuol dire qualcosa. Si, noi siamo l’esatto opposto, ma forse è proprio per questo che insieme potremmo funzionare: insieme ci compensiamo.»
«Granger, se un giorno qualcuno verrà a sapere di quello che sto per dirti, sappi che negherò di averla detta. Ma penso tu abbia ragione, con te mi sento una persona diversa, nuova, migliore. Tu mi completi.»
Hermione sorrise e lo abbracciò, mentre gli accarezzava i soffici capelli biondi.


 
  
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