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Autore: altovoltaggio    17/06/2008    3 recensioni
tenten è una prostituta di cui neji si innamora in un'occasione alquanto particolare; ma quando riusciranno ad amarsi oltre le apparenze, il destino sconvolgerà il corso degli eventi.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Sorpresa, Tenten
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Anche se forse si dovrebbe fare alla fine, vorrei cominciare col rispondere ai commenti:

videl the best: mi hai semplicemente anticipato!già avrei voluto scrivere la sua storia nel capitolo precedente ma l’avrei allungato troppo!!!

Elinn: beh come già c’è scritto nella nota di questa fanfiction, il finale sarà drammatico ma se saranno in tanti a preferire il lieto fine potrei anche provare a cambiare la struttura della trama.

ramiza: grazie per i commenti sempre così entusiastici! E grazie per la risposta. Credo che Neji sia un po’ OOC e spero non dispiaccia anche perché mi sembra ovvio che, vista la condizione sociale, debba essere lui ad assumere delle posizioni.

Nenenene:grazie per il commento, spero che continuerai a leggere e a recensire. Sarei felice se mi arrivassero dei suggerimenti per migliorarla!

Celiane4ever:in futuro hyashi avrà quello che si merita ma non in questo capitolo.

brideOfTheWind:grazie per i complimenti e per la delucidazione!!!mi scuso con te e con tutti per il ritardo con cui ho aggiornato…troppo studio :-(

Grazie…e ora il capitolo!

 

CAPITOLO IV

Storie

 

-TI AMO

Questa volta nessun tocco delicato potè frenare le lacrime di Tenten. Ma un sorriso illuminato di gioia rassicurò Neji.

-è davvero incredibile quello che hai detto! Non mi conosci nemmeno e riesci a provare interesse per una che è…beh quello che sono…

-non dire così: sono certo che sei diversa da quello che sembri; quando ti guardo io non vedo una comune prostituta, ma una ragazza la cui presenza riempie il mio vuoto. Quello che dici è vero, io non ti conosco realmente ma “amore ” è anche scoperta dell’altro e, se me lo permetti, vorrei conoscere la Tenten che eri prima.

-beh è naturale che ci si domandi cosa spinga una ragazza ad accettare una vita come la mia…ho visto ragazze farlo per scelta ma, ed è il mio caso, il più delle volte è un’esigenza dettata dalle circostanze.

Fino agli undici anni ho vissuto nella periferia del paese vicino; io e i miei genitori vivevamo in una casetta di campagna, costruita sulla collina che dominava la vallata.

Accanto alla casa c’era un enorme castagno secolare che, ti sembrerà strano, consideravo il mio migliore amico.

Passavo le giornate estive nascosta in un incavo della corteccia sussurrando i miei segreti al vecchio tronco o giocando a tiro al bersaglio.

Benché di modeste condizioni, vivevamo serenamente senza grosse preoccupazioni. I primi problemi iniziarono quando mio padre cominciò ad arricchirsi.

Vedi, lui faceva il mercante e con una serie di affari fortunati cominciò ad allargare il commercio.

Il pese non era particolarmente ricco e la fortuna di mio padre non passò inosservata.

Un pomeriggio ero nascosta nel mio castagno a giocare quando sentii i miei urlare…le grida provenivano dalla casa ma non feci in tempo ad entrare che la vidi ardere tra le fiamme. Istintivamente cercai di fare quel poco che la mia età mi consentiva ma non ci fu nulla che potè impedire il disastro. Vidi due uomini correre via con dei sacchi pieni di oro e mercanzia e compresi quello che era successo. In quel momento odiai con tutta me stessa il denaro e l’abisso in cui mi ero ritrovata per la cupidigia di due manigoldi.

Non potei nemmeno seppellire i miei genitori per mancanza di mezzi. Mi ritrovai a vagare in cerca del nulla…non avevo più lacrime da versare né alcuno a cui rivolgermi: i miei unici parenti erano morti.

Dopo due giorni sono arrivata in questo villaggio; a trovarmi fu Tsunade, la padrona della casa. Già all’epoca esercitava il suo mestiere ma quando mi raccolse per la strada mezza morta di fame non pensò minimamente che in futuro sarei diventata una delle sue ragazze.

Per anni mi ha cresciuta come la figlia che non ha avuto. Ma i tempi sono peggiorati: più gente come tuo zio si arricchiva, più gente di mal’affare come noi doveva sottostare a questo potere nascente.

Ultimamente la situazione economica stava peggiorando e quando lui ha fatto la sua richiesta specifica, non mi sono potuta tirare in  dietro: dovevo tutto alla mia Nana e mi sarei sdebitata nell’unico modo in cui potevo…

Un’altra lacrima a rigarle il volto.

Hmm…i soldi…non immagini nemmeno quanto questo ci accomuni. Il mio passato è legato ad una storia di potere e prevaricazione.

Come già sai mio zio è molto ricco ma non devi credere che il suo patrimonio derivi dalle nobili origini: fino a prima che nascessi il clan Hyuuga era  destinato ad un declino inesorabile.

Tuttavia mio padre, il gemello di mio zio, contribuì in modo ammirevole alla scalata economica, investendo tutte le sue energie per regalare alla nuova generazione una vita più agiata.

Secondo le leggi dinastiche, però, sarebbe stato il primogenito, Hiashi, ad assumere il ruolo di capofamiglia. Mio padre non si oppose minimamente pur essendo conscio dell’inadeguatezza del fratello, troppo legato agli anacronistici modelli nobiliari. Ciò che chiese fu solo che almeno a me venisse riconosciuto un ruolo nella gestione del capitale.

Quando ormai la casata aveva riacquistato prestigio, mio padre perse la vita in un incidente per salvare quella di mio zio.

Puoi ben immaginare il dolore che provai quel giorno: avevo solo cinque anni e per la prima volta realizzai  di essere rimasto solo al mondo.

Mio zio mi tenne in casa con sé ma non ho mai ricevuto una parola d’affetto…per anni non ha fato altro che riversare odio e rancore. Ti chiederai il motivo di questo astio…il fatto è che aveva una figlia ma l’ha sempre ritenuta indegna della gestione della famiglia perché era una donna e per di più, essendo più giovane di me, la precedevo nella linea dinastica: lui voleva che lei fosse tutto ciò che ero io…ciò che meglio seppe fare della sua vita fu rovinargliela.

Cinque anni fa, si presentò l’occasione di entrare in affari con un ricco proprietario terriero che però in cambio della fusione dei capitali chiese la mano di mia cugina.

Lei era davvero una ragazza incantevole: lunghi capelli notte, pelle neve e naturalmente, gli occhi degli Hyuuga.

Come Ifigenia, fu sacrificata per un “bene superiore”. Il giorno delle nozze fu per lei più triste di un funerale, per me fu peggio che morire: quel giorno, dopo anni di silenzi, mio zio pronunciò il nome di mio padre. “Mi aspetto che tu faccia per la famiglia, e quindi per lei, ciò che ha fatto Hizashi”. Fu esattamente questo quello che disse. Nessun segno di commozione al ricordo del fratello, nessun rimorso per il sacrificio che stava imponendo a me.

Un anno dopo mia cugina morì di parto e con lei il bambino. Aveva solo sedici anni ed io ero da poco entrato nella maggiore età.

Il vecchi bastardo sciolse la società con mio zio ma questo non influì sulle nostre finanze che ancora ad oggi sono inimmaginabili.

Mio zio fu costretto ad affidarmi metà del captale ma da quel giorno, anche più di prima se possibile, ha tentato in tutti i modi di distruggermi.

Per quanto riguarda lui, è diventato un dissoluto che ciò che tocca rovina…da quando è morta Hinata, mia cugina, ha iniziato a frequentare i postriboli della città sacrificando vergini in un rituale ossessivo.

Tu sei l’ultima di molte altre ragazze cui ha tolto la verginità. Ogni anno le sceglie di età diverse, non so se mi spiego ma anche mia cugina questo anno avrebbe avuto venti anni…

Eppure tu hai segnato una svolta: non aveva mai frequentato la stessa ragazza per più d una volta, ma credo di aver capito la sua decisione: tu ricordi molto Hinata…capelli lunghi e scuri, incarnato  candido ma soprattutto un’aria verginale che non ha eguali. Il tuo candore e la tua grazia sono stupefacenti…inizialmente anche io mi sono sorpreso di come potessi mantenere la tua purezza dopo essere stata contaminata da mio zio.

Tu non ti abbassi alla libidine di un uomo privo di dignità; mantieni altissima la tua e ti chiudi in un dolore che non meriti: è ciò che ti ha resa speciale ai miei occhi, ed è ciò che mi spinge a preservarti e ad amarti per quella che sei.

 

Un abbraccio profumato che inebria i sensi e un delicatissimo sfiorarsi di labbra unirono i giovani.

-Grazie.

Fu lei ad avere l’ultima parola prima di allontanarsi dall’amato spinta via dal chiarore del nuovo giorno.

 

Please commentate e fatemi sapere cosa ne pensate…sarò felice di provare ad accontentare eventuali richieste!!!grazieeeee!!!!

  
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