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Autore: Red_Roses    15/02/2014    1 recensioni
Questa storia è stata completamente scritta da me, non prometto aggiornamenti costanti, vi mentirei, però vi prometto di finirla.
Questa è una storia che parla di un amore materno e di sacrifici. Non sarà una storia felice. Non aspettatevi questo, ma non sarà neanche una storia triste, o almeno, non troppo.
Spero che la leggerete numerosi e che la recensirete in molti. Non mi aspetto commenti positivi, solo commenti.
Non vi lascio spoiler perchè è più bello leggerla da soli.
Ok, ora sto sproloquiando,
baci baci,
S
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta una strega, ma non era una strega normale, non era né brutta e brufolosa con un naso appuntito e un neo peloso né bella ed etera, intoccabile e irraggiungibile.

Effettivamentela strega non ERA propriamente, era piuttosto una sorta di non-essere a metà tra un'anima e un vero corpo.

Viveva in una caverna, o un castello, o un bosco, precisamente non si sa dove vivesse, ci sono un infinità di versioni di questa storia, ma, personalmente, quella che preferisco è quella del bosco...

Allora, stavo dicendo, insomma, c'era questa strega che non ERA propriamente e viveva in una caverna nel profondo di una castello formato dagli alberi di un bosco (vi piace così? Ho unito tutte le versioni!). Questa strega era molto arrabbiata con il mondo, il perchè non ci è dato a sapere, o meglio secondo la leggenda era invidiosa dell'essere altrui, ma insomma, parliamoci chiaro, chi sarebbe invidioso di una vita monotona come quella normale?

Insomma questa strega era arrabbiata un po' con tutti perchè era una stupida che non era felice del suo non-essere, e decise di lanciare una maledizione. La maledizione era una di quelle solite in cui diceva che il suo animo non sarebbe mai morto e sarebbe vissuto nell'animo di una giovane ragazza fino a che essa non avrebbe trovato il vero amore e bla bla bla bla...

Ok dai non prendiamoci in giro! Vi pare che vi avrei raccontato una leggenda così pallosa? Si? Si vede che non mi conoscete ancora! Tanto per precisare, non l'avrei mai fatto! Giusto per il gusto della precisazione.

Allora ricominciamo, e questa volta senza interruzioni:

La leggenda narra che un giorno nacque una bambina, era piccola, indifesa, adorabile, con due occhi grandi, due occhi pieni di meraviglia, due occhi in cui si leggeva la voglia di scoprire il mondo, di trovare la propria strada e successivamente di trovare l'amore della sua vita. Era già tutto previsto, la sua vita sarebbe stata perfetta, il suo Destino era scritto nelle stelle: due figli, un marito e una famiglia grande che l'avrebbe sempre amata. Ma a quanto pare il Destino aveva deciso che era una vita troppo perfetta perchè andasse così.

A volte il Destino muta, non si sa come, non si sa quando, non si sa perchè, alcuni pensano che il Destino cambi per mettere quello che alcuni chiamano il sale della vita, altri pensano che muti a causa di qualcosa, o qualcuno. In ogni caso il Destino di quella bambina mutò, radicalmente, venne riscritto completamente, come se quello di prima non fosse altro che carta straccia. E fu così che quella bambina divenne la strega della nostra storia, il nostro essere-non essere che odiava il mondo. Odiava il mondo perchè rappresentava quello che lei non aveva mai avuto, rappresentava una famiglia, dei figli, delle persone a cui raccontare una storia, delle persone con cui sedersi accanto al fuoco la sera per parlare della giornata, delle persone che subivano delusioni, che le superavano e passavano oltre.

Ma lei non portava rancore a queste persone, dopotutto certamente non era colpa loro se lei er lì, in un limbo, con dei poteri che non era in grado di gestire, dei poteri troppo grandi per lei che era solo una ragazza, certo, una ragazza matura, ma pur sempre una ragazza fragile e indifesa che non sapeva come comportarsi nei confronti della vita, delle relazioni, ma soprattutto che non era in grado di confrontarsi con delle lusinghe, con un corteggiamento. E fu così che quando arrivò il momento, non seppe cosa fare si fronte a quell'uomo così affascinante che la faceva sentire desiderata, che le diceva parole dolci, che le diceva che era normale, bellissima e importante per lui.

E fu così che cedette alle lusinghe, si lasciò convincere e si innamorò perdutamente di lui, si innamorò di quel ragazzo che le aveva promesso il mondo e il mondo le aveva dato. Che le aveva promesso l'amore e l'amore le aveva dato, che le aveva promesso un corpo e che aveva trovato un modo per darglielo.

Quale fosse quel modo però non l'aveva mai saputo, quale fosse il prezzo da pagare per ciò non l'aveva mai saputo, e fu così, che infine, si trovò impreparata davanti a ciò che successe, si trovò impreparata a tutto quel dolore che la travolse improvvisamente. E ciò la devastò, perchè il prezzo era troppo alto, davvero troppo troppo troppo alto, anche per lei, che non aveva fatto altro che pagare prezzi per cose che non aveva fatto durante la vita, pressi che il Dstino le aveva imposto.

E fu così che morì lasciando sola al mondo l'unico frutto di quell'amore talmente grande e intenso che non era destinato ad esistere.

Morì raggiungendo il suo amore nell'unico posto in cui il Destino non poteva separare il loro amore, morì raggiungendo quella persona che l'aveva amata talmente tanto da morire per concedere a lei quell'esistenza che tanto agognava, morì non sapendo che il loro amore aveva superato una delle barriere che mai non sarebbero mai potute essere abattute.

Morì non sapendo che il fruttto del loro amore viveva nella sua compagna e si sacrificò. Purtroppo le cose non andarono esattamente come voleva lui. Infatti sacrificandosi per il suo Amore non uccise solo se stesso, uccise anche lei, uccise il suo spirito, la sua voglia di vivere, cosicchè visse solo il tempo necessario per dare alla luce la bambina e poi morì, se per sua scelta non si sa, anche se tutti sospettarono che ci fosse lo zampino del Destino in quella morte, così tragica, così prematura.

Una vita per una vita.

Era questo il dogma del Destino.

La vita di lui per completare quella di lei, la vita di una madre per quella di una bambina che mai sarebbe dovuta nacere.

Una vita per una vita.

Nessuno sarebbe sfuggito a quella maledizione.

La vita di una madre per quella di una figlia.

Una figlia condannata a essere una strega, condannata a vivere emarginata fino a che non avesse concepito a sua volta un'altra figlia, e poi condannata a morire, in modo che la figlia potesse vivere per subire a sua volta il Destino della madre.

Una vita regolata dal Destino, che era diventato rigido e imperscrutabile da quando era comparsa quella bambina, data alla luce grazie a un amore che aveva creato nuovi sentieri, diversi da quelli che il Destino aveva previsto per esso. Un Destino che non poteva essere rotto, non di nuovo.

O, almeno, così racconta la leggenda.

   
 
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