Capitolo 4
Sospetti e piani geniali
Giorno 3 - giorno
Diverse macerie avevano reso tutto trascurato, come se a nessuno importasse più di quel villaggio che li aveva sempre ospitati.
Hiruzen contemplava la distruzione di quello che era casa sua, di ciò che doveva proteggere…
Schivò un attacco e sentì la rotula scricchiolare. Era troppo vecchio per una guerra. A sua volta immobilizò il nemico che aveva davanti, ma neanche un secondo dopo ne aveva di fronte altri due. Questo ritmo lo sfiancava, come potevano loro reggerlo essendo anche di meno? Era diventato cosi vecchio? Quando riuscì a sistemare anche quei due si rispose che forse non era poi da buttare. La guerra era caos, lo ricordava, e, nonostante tutto, riusciva ad aiutare quelli che avevano bisogno. Ma ciò che vide gli raggelò il cuore. C'erano dei civili, civili che non dovevano essere li, due bambini e la madre, da soli, in pericolo. Il terzo si lanciò verso di loro. Doveva proteggerli, era suo compito d'Hokage.
Grazie al doryu heki1 riuscì a proteggerli dal gokakyou che altrimenti li avrebbe investiti. I bambini piangevano disperati e la madre cercava di consolarli.
"Andate." disse solo Hiruzen, quelli l'ascoltarono e pochi secondi dopo sparirono tra le case. Ritirò lo scudo davanti a sè, il nemico che aveva davanti si sentiva elettrizzato, aveva l'occasione di far vedere a tutti la sua forza.
"Katon: hosenka no jutsu!2" disse e una miriade di proiettili fiammeggianti gli si diressero contro ma il terzo la schivò saltando in alto. In quel frangente usò contro il suo nemico i kawara shuriken3. Il nemico ne schivò la maggior parte, solo una gli colpì il braccio, riuscendo tuttavia a romperglielo.
Il terzo atterrò e sentì dietro di sè la figura rassicurante di un ANBU. L'Uchiha dilaniato dalla frustrazione gli lanciò un kunai con il braccio buono. Successe tutto in una manciata di secondi, Hiruzen evitò il kunai, ma sentì comunque qualcosa colpirlo di striscio al fianco. Ciò che l'aveva colpito veniva dalle sue spalle. Si sentì tradito inizialmente, poi si disse che le cose non potevano essere come sembravano. Ormai, però, dietro di lui non c'era nessuno. L'ANBU se ne era già andato. Hiruzen iniziò a sentirsi male, la testa gli girava, niente stava più fermo. Crollò in ginocchio, non sapeva quanto sarebbe riuscito a rimanere cosciente. L'esercito alleato scorse, come fosse un sol uomo, la sua caduta. L'Uchiha vedeva, ora, la sua possibilità di eterna gloria, gli lanciò contro una tecnica del loro elemento distintivo: il fuoco. Il colpo non lo colpì mai, decine di muri protettivi si alzarono in sua difesa, i ninja di Konoha a proteggevano il loro capo. Si erano ripromessi di proteggerlo, come lui aveva fatto con loro. Il Sandaime fu portato via velocemente, ma i ninja persero subito la loro determinazione iniziale. Se gli Uchiha avevano colpito un Hokage, come avrebbero potuto vincere?
***
Minato era sull'altro fronte quando gli giunse la notizia. Il terzo era stato ferito e l'altra parte dell'esercito stava perdendo.
Gli Uchiha avevano sempre provveduto a spezzare le loro forze, intuendo che per loro sarebbe stato troppo complicato affrontare due Hokage assieme. Ora più che mai l'esercito aveva bisogno di una guida, su tutti e due i fronti, ma ora come ora, l'importante era ridare sicurezza all'altro lato. Lasciò uno dei suoi kunai su quel fronte e corse verso l'altro.
La situazione era più disperata di quanto s'aspettasse. Gli Uchiha erano quasi riusciti a chiuderli in un cerchio e i caduti erano circa un terzo del contingente che si trovava lì la mattina. Se ci fossero riusciti le loro probabilità di riuscire a sopravvivere sarebbero drasticamente calate e gli Uchiha avrebbero vinto. I primi ad accorgersi di Minato furono proprio i nemici. Le reazioni furono diverse: passavano dalla convinzione di poter uccidere pure lui al terrore puro. Minato non badò a tutto questo e si tuffò nella mischia accanto ai suoi compagni. L'esercito sembrò come se pian piano riprendesse colore, come se qualcuno gli avesse restituito la voglia di credere. Potevano vincere.
***
Naruto era seduto sul letto della sua stanza. Era irrequieto. Sapeva che fuori c'era la guerra e sapeva pure che il suo papà stava combattendo. Era pericoloso combattere, sapeva che papà era forte, ma anche lui poteva farsi male, gli altri ninja non sapevano guardagli le spalle. Era sicuro che lui e il padre assieme sarebbero stati imbattibili, lui era l'unico capace di combattere al suo fianco. E quindi non riusciva a capire perché la mamma si ostinasse a non mandarlo. Poi gli venne un idea...
Naruto si sedette davanti alla madre con le braccia conserte, il suo sguardo era serissimo. Kushina non potè che sorridere di fronte alla sua espressione.
"Che cosa c'è Naruto-chan?" gli chiese. Naruto divenne ancor più serio. Come poteva la mamma non capire la serietà della situazione? Lui era un vero ninja e lo capiva.
"Mamma, tu vuoi bene a papà?" Kushina rimase sorpresa da questa domanda, chissà dove voleva andar a parare quella piccola peste...
"Certo che si, Naruto-chan." Naruto, se possibile, assunse un espressione a metà tra il soddisfatto e l'irrequieto. L'aveva incastrata.
"Allora, se vuoi bene a papà, devi lasciarmi combattere. Io posso salvarlo!" Il suo ragionamento nella mentalità infantile era molto logico, la mamma non sarebbe riuscita a smontarlo. Sorrise soddisfatto aspettando la sua risposta.
"Naruto, non dire sciocchezze, tebane! Minato è in grado di salvarsi da solo e poi tu sei troppo piccolo per combattere!"
"Non è vero! Io sono un ninja qualificato! Vado pure all'accademia!" rispose il biondino sbattendo le manine sul tavolo. Come potevano gli adulti non capire la sua forza?! Tutto quello che riuscì a guadagnarsi fu un pugno in testa. Kushina si era davvero arrabbiata.
"Ora basta Naruto! Questa guerra non è un gioco. E' una cosa da adulti e tu sei un bambino, dattebane!" Naruto s'imbronciò. Lui voleva bene alla mamma, ma spesso lei non capiva che ormai non aveva più sei anni. Era diventato grande. Avrebbe parlato con papà, lui era più ragionevole.
***
L'atmosfera della tenda medica era sobria e sterile. Il lettino del terzo era come isolato dagli altri. I ninja medici vi si affaticavano attorno senza riuscire a concludere nulla.
"Il Sandaime-sama è stato avvelenato. Il veleno che lo ha colpito è molto potente, se l'ago l'avesse centrato sarebbe morto in pochi minuti, per nostra fortuna la dose di veleno che è entrata nel suo corpo è minima." disse un ninja medico. Minato era molto serio, questo veleno poteva essere pericoloso non solo per il terzo, ma anche per l'esercito se il possessore avesse deciso di distruggerlo.
"Non è possibile trovare un antidoto?"
"Ci stiamo provando, ma nessuno dei nostri tentativi è andato a buon fine. E' un veleno che non ho mai visto prima, terribilmente complesso, temiamo di non riuscire a sintetizzare l'antidoto. " Minato temeva di ricevere una risposta del genere.
"Se solo avessimo più medici! Anche solo quelli che gli Uchiha tengono in ostaggio! Magari potremmo..." Già, c'era anche questa. Dopo aver fatto il conto delle vittime dell'ospedale si erano accorti che mancava gente. Anche gli Uchiha avevano bisogno di cure.
"Minato..." un lieve sussurro. Hiruzen aveva ripreso conoscenza e faticosamente voleva riferire qualcosa al suo collega.
"Non si affatichi a parlare!" gli disse il medico allarmato. Il terzo ignorò il suo commento e continuò.
"Un ANBU..." disse ansimando " un ANBU mi ha colpito" riuscì a concludere. Minato valutò l'informazione. Che motivo poteva avere un ANBU per uccidere l'Hokage?
"E' un falso." continuò Hiruzen, sbattè la palpebre cercando di tenere gli occhi aperti. Perse la battaglia e ricadde in un sonno profondo. Aveva perso di nuovo conoscenza.
Minato non sapeva che pensare. Sapeva però che non avrebbe lasciato la questione in sospeso.
***
"Minato-sensei, mi hai mandato a chiamare?" disse la figura di Kakashi. Non aveva idea di quello che il sensei volesse chiedergli, ma ne aveva, in un certo senso, paura.
"Si. Kakashi devo affidarti una missione." Minato era molto serio, doveva vedere chiaro in questa faccenda.
"Di che si tratta?" Kakashi fu contaggiato dallo stato d'animo del maestro, aveva capito che questa era una cosa importante.
Minato iniziò a camminare nervosamente.
"Come saprai il terzo Hokage è stato ferito." esordì, Kakashi annuì, ormai la notizia si era diffusa in tutta Konoha. Minato sospirò, questa faccenda gli pesava, gli pesava sapere che avevano altri nemici all'interno di Konoha. Non era riuscito bene nel suo sogno dunque.
"Il colpo non è partito da un Uchiha. In un attimo di lucidità mi ha detto che è stato un ANBU a colpirlo. Ha anche aggiunto che era un falso, ma non so se imputare quest'ultima affermazione alla sua buona fede. Per un Uchiha non avrebbe senso travestirsi, se si esponessero in prima persona ne ricaverebbero solo vantaggi. Voglio che tu investighi su questa faccenda essendo ANBU sei la persona giusta." Kakashi annuì, avrebbe cercato di chiarire la questione.
2: Arte del fuoco: pioggia di fuoco degli artigli rossi
Angolo d'Autrice
Eccomi di nuovo qui. Anche ad un orario improponibile! Che ve ne pare di questo capitolo? Naruto vi ha fatto ridere o vi è sembrato solo ridicolo? Che cosa pensate che succederà al terzo? Chi l'ha colpito? Un piccolo parere è sempre gratuito.
Alla prossima
thera