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Autore: ImPeach    15/02/2014    5 recensioni
[..] Philo, mia sorella.
La persona più saccente, noiosa, petulante, lamentosa e guastafeste che possa esistere. [..]
[..] Lilith, mia sorella.
La persona più egoista, antipatica, incosciente, irresponsabile e bambina che possa esistere.[..]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lilith
Mi ritrovo mia sorella nel suo pigiama davanti alla porta di casa aperta. Stropiccio gli occhi per mettere meglio a fuoco la figura dietro di lei.
Niall, con una guancia rossa e un cipiglio arrabbiato sul viso.
Non appena il suo sguardo si sposta sulla mia figura, una delle mani con cui si stava massaggiando la guancia mi indica. Gli occhi ancora più grandi per via dello stupore, la bocca spalancata e una reazione decisamente troppo esagerata:«Merda, ma siete due!» Esclama.

Sveglio il ragazzo, eh?

«Lo conosci?» La fastidiosa voce di Philo mi chiede.
«Per mia sfortuna, si.» Le rispondo, mentre mi avvicino alla soglia di casa nostra.
«Ma come cavolo è possibile?!?» Il ragazzo – decisamente poco perspicace – continua a spostare il sguardo da me alla mia perfetta copia alla mia destra.
«Si chiamano parti gemellari, idiota.» Sputa Philo precedendomi.


Una delle poche cose che abbiamo in comune io e mia sorella è il nostro terribile carattere appena sveglie. L’acidità ci accomuna.
 
La mia gemella, girandosi nella mia direzione, incrocia le braccia al petto «Ti informo che il qui presente… Uhm, come ti chiami?» Gira la testa verso il ragazzo.
«Niall»
«Ti informo che il qui presente Niall è venuto qui per effettuare una analisi notturna più accurata delle tue labbra. Peccato abbia sbagliato gemella.» La acidità di questa ragazza non smetterà mai di stupirmi.
«Che?» Un momento... «L’hai baciato?» Non posso fare a meno di lasciarmi scappare una risata.
«Correggo, lui ha baciato me. E ti sembra il momento di ridere, Lil?! Uno sconosciuto mi ha appena baciato! Ti sembra normale!?» La sfuriata che Philo sta inscenando davanti all’uscio di casa mi sta davvero urtando il sistema nervoso, smorzando il divertimento provocato da quella assurda situazione.
 
Ahah, però l’ha baciata. Ahah.
 
«Mi stai ascoltando?» Dio ti prego, falla smettere. Mi scoppia la testa. Odio questo suo tono acido.
Mi porto due dita alla tempia «Philo ti prego, non urlare. Mi scoppia la testa.»
La voce bassa e sommessa di Niall – del quale mi ero completamente dimenticata – attira la nostra attenzione «Bene, forse è meglio che io vada via… Buonanotte!»
«Tu non vai da nessuna parte, Horan. Entra dentro, sei venuto per parlarmi, giusto?» Dio, mi scoppia la testa.
«Io non lo voglio dentro casa.»
 
Philo ti prego, piantala. Qualcuno le dia una padellata in testa. Mi sta davvero facendo scoppiare la testa. E terminare la pazienza. 


«È anche casa mia, Mena.» Le dico ferma. Sono stufa del suo continuo controbattere «Entra Niall, la strada la sai.» Dico infine facendo un cenno di capo al ragazzo rimasto sulla soglia di casa ad assistere alla litigata tra me e mia sorella.
 
 
Philo
«La strada la sai.» Dice Lilith e Niall passa tra di noi, dirigendosi con le mani in tasca in camera di mia sorella.
“La strada la sai”
Che diavolo…
«Che significa che sa già la strada?» Domando.
«Significa che è già stato qui, Mena. Ora, se non ti dispiace, tornerei a dormire. Dovresti fare la stessa cosa anche te.» La ragazza davanti a me si massaggia la testa, scompigliandosi sempre di più i capelli. «Buonanotte.» Dice infine, dandomi le spalle e tornando in camera sua.
«Lilith, stai scherzando?» La raggiungo e la afferro per un braccio. «Io non dormo con uno sconosciuto nell'altra camera, anche se quest’ultimo dovesse essere il tuo fidanzato o qualcosa di simile!»
  
Certo no? Portiamo sconosciuti nel nostro appartamento e lasciamoli dormire in casa nostra. Ovviamente.
  
Il viso di mia sorella è sempre più vicino al mio, il suo sguardo duro mi coglie sprovvista «Lui non è il mio fidanzato. Non ripetere più una cosa del genere.» Agita bruscamente il polso, liberandosi della mia presa. «Non dormirà qui, se non nel caso in cui sia strettamente necessario. Vedrò cosa vuole e lo manderò via. Ora, ti pregherei di andare a dormire, Philomena. Non sono in vena di litigate e mi sta scoppiando la testa. Buonanotte.»
  
Rimango da sola in mezzo al corridoio.
Lilith non mi chiama mai per nome intero, se non quando è davvero infastidita o arrabbiata.
Io davvero non capisco più come funzioni questa ragazza.
  
Per tutti quelli che dicono che i gemelli hanno una specie di contatto telepatico, una sottoforma di legame indissolubile, sappiate che probabilmente quello mio e di Lilith si era disintegrato già nel liquido amniotico.
 
Mi trascino in camera mia, chiudendo la porta della mia camera dietro di me. Non che non mi fidi di Lilith, ma mi sento più sicura con la porta della camera chiusa.
Come se una porta chiusa possa fermare qualcuno.
 
Mi infilo sotto le coperte e cerco di riordinare i pensieri.
Nell’arco di meno di un’ora ho litigato con Lilith, perso la pazienza, sono stata baciata da uno sconosciuto e dopo l’ho preso a sberle.
Ripensando al bacio ricevuto poco prima, mi accorgo del sapore sulle mie labbra.
 
Dannazione, ho il suo sapore in bocca.
 
Mi alzo e corro al bagno. Abbasso la maniglia della porta e mi ritrovo il ragazzo di poco prima, senza maglia, davanti al lavandino con uno spazzolino in mano.
Il mio spazzolino.
  
Ovviamente. Ovviamente mi dovevo ritrovare un ragazzo senza maglia in bagno.
Ovviamente.
Questi clichè da telefilm americano mi stanno davvero dando sui nervi.
  
«Ti serve il bagno?» Dice, mentre si infila lo spazzolino giallo in bocca e comincia a lavarsi i denti. La normalità con cui dice la frase come se fosse il suo bagno mi fa davvero venire voglia di sbatterlo fuori casa.
Un momento…
«Ma te non dovevi andartene?» Chiedo, cercando di non guardare la figura a torso scoperto davanti a me.
«Lil ha detto che posso rimanere per questa notte. Vivo dall’altra parte della città e mi sono fatto portare qui da un amico.» Dice, con la bocca piena di dentifricio. Sono sicura che in questo momento ha tutta la faccia sporca della sostanza al sapore di menta, ma evito di alzare lo sguardo.
Ho già visto più di quanto avrei voluto vedere.
«Chi ti ha detto di usare quello spazzolino?» chiedo acida, senza però alzare la testa.
«Tua sorella ha detto di prenderne uno a caso, così ho preso questo.» Sento dire tra una passata di spazzolino e l’altra.

Ovviamente ha preso il mio di spazzolino, altrimenti dove sarebbe stato il triste clichè tipico di questa assurda situazione da romanzo per ragazzine adolescenti disperate?
 
Nota per Philo: Comprare uno spazzolino nuovo.
Nota bis per Philo: La prossima volta che Lilith promette qualcosa, non fidarsi mai.
  
Lo sento sputare nel lavandino e sciacquarsi la bocca «Allora, ti serve il bagno?» Chiede il mio “ospite” con un tono un po’ troppo infastidito «Perché dovrei usarlo ancora per qualche minuto.»
«Non serve più, tranquillo. Buonanotte.» Mentre mi giro e cerco la maniglia della porta, il rumore di una zip che si abbassa mi fa affrettare i movimenti, chiudendomi con un po’ troppa violenza la porta dietro di me. Il rumore di una risata proveniente dall’altra parte della parete di legno mi fa avvampare.
 
Merda, si è accorto che ho affrettato a chiudere la porta. Lo odio.
 
Respiro profondamente e decido di andare in cucina: se non posso togliermi il ricordo del sapore di Niall lavandomi i denti, mangerò qualcosa. Magari dei biscotti o la fetta di torta che mi ha portato Louis. No, la torta me la riservo per domani mattina a colazione.
Vada per i biscotti.
Mi bagno le labbra con la lingua e sento di nuovo il sapore del bacio di prima. È forse birra e menta questo sapore che sento?
Qualunque cosa sia, fa schifo ugualmente.
Afferro il pacco di biscotti nella credenza e noto con immensa gioia che la scatola è ancora piena, segno che Lilith ancora non ne ha fatta razzia. Annuso la scatola portandomela alle narici e inalando l’odore di cioccolato e biscotto.
Una cosa che amo fare con i biscotti, oltre a mangiarli, é odorarne la scatola.
Si, sniffo scatole di biscotti.
Prendo i piccoli oggetti dolci e ipercalorici e li porto alla bocca, uno dietro l’altro. Sono decisamente nervosa e il cibo, dopo il violino, sono le uniche cose su cui posso sfogarmi.

Ci sarebbe anche la faccia di Niall, volendo. Riempiendolo di pungni potrei scaricare un bel po’ di rabbia…

In questo momento vorrei davvero suonare il mio violino. Però mettersi a suonare Vivaldi nel bel mezzo della notte non è proprio una delle idee più brillanti che potrei avere.
 
Non mi accorgo che ho terminato la scatola di biscotti se non solo quando non trovo più nessun dolcetto da mangiare per placare il mio nervosismo e capisco che è giunta l’ora di tornare a dormire.
Cammino verso la mia camera e mi rimetto sotto le coperte, spegnendo il cervello e accorgendomi troppo tardi di avere ancora il ricordo delle labbra di Niall sulle mie.
 

 
Lilith
Quando mi sveglio, mi ritrovo il braccio di Niall che circonda la mia vita.
Che cosa diavolo.
«Togli questo braccio.» Sbuffo, mentre mi tolgo il peso morto dalla vita.

L’unico motivo per cui l’ho lasciato dormire a casa è perché… Ok, non c’è un motivo ben preciso.
Non volevo sentirlo lamentarsi o sentirlo parlare mentre si giustificava o inventava scuse per quello successo al locale; l’unica cosa che volevo è che si stesse zitto e che non tornasse sull’argomento
Praticamente neanche abbiamo parlato, visto che io ho fatto finta di dormire quando lui è rientrato in camera dopo aver usato il bagno. L’ultima cosa che desideravo era parlare con lui nel bel mezzo della notte.
 
E poi ammettiamolo, farlo dormire qui è anche un buon modo per dar fastidio a mia sorella.

Guardo l’ora e mi accorgo di essere in ritardo.
Perfetto, Sasha mi ucciderà, ma non mi importa.
Mi trascino fino al grande armadio davanti al letto e ne apro un’anta, non incrociando la mia figura riflessa nello specchio alla mia destra. Recupero un paio di pantaloni e un maglione e mi dirigo in bagno.
Avrei davvero voluto dormire di più, ma non voglio avere noie con Shasha: non sono in vena di ascoltare altre lamentele da parte di qualcuno su quanto siano insoddisfatti dei miei comportamenti.
A causa del poco tempo a mia disposizione mi toccherà fare colazione per strada. Potrei andare in quel piccolo bar all’angolo, quello con le mura esterne tutte blu.
Così, una volta vestita, recupero il cappotto e borsa e esco di casa, non curante del fatto che sto lasciando a casa Niall insieme a Philo.


 
Philo
Il rumore di vetro infranto mi fa aprire gli occhi. Lilith avrà fatto cadere un bicchiere.
«Merda!» sento dire dalla cucina. Da una voce maschile
Ma cosa…
Afferro gli occhiali lato del letto e trovo la forza per alzarmi. In poco tempo ricollego tutti i pezzi dei ricordi della mia bizzarra serata e riconosco la voce che ha imprecato.
Niall.
Il contatto con il pavimento freddo con le piante dei miei piedi mi fa svegliare definitivamente.
Arrivata in cucina devo sbattere più volte le palpebre per accertarmi che non stia ancora dormendo.
Niall è al lato della mia cucina sopra i resti di quello che, una volta, doveva essere un bicchiere.
«Mi spieghi che cosa stai facendo?» Do voce ai miei pensieri.
«Cercavo un bicchiere per bere.» Dice il ragazzo girato di spalle. Mi accorgo solo ora che il biondo è in mutande e calzini.
  
Davvero, sei semiuno nella cucina di qualcuno e rimani con i calzini?
È troppo assurdo, vi prego ponete fine a questo triste scherzo.
  
«Ok ok, fermo. Prima di tutto vieni via di lì se non vuoi un pezzo di vetro conficcato nel piede, e ti assicuro che io non ti ci porto all’ospedale.» Dico, indicando i pezzi di vetro sul pavimento. «Seconda cosa: mettiti qualcosa addosso.»
 
Perché sono circondata da persone che girano seminude per casa?!?
 
Il ragazzo, ancora di girato di schiena e con le braccia in alto alla ricerca di un nuovo bicchiere, gira il capo nella mi direzione e mi guarda da dietro una spalla. Sul suo volto è dipinto un ghigno strafottente. «Hai dimenticato qualcosa…»

Che ti ridi, idiota? Giuro che se non si toglie quel ghigno dalla faccia, gli do un pugno.
 
«Per favore.» Dico ferma. Vedo Niall saltellare tra gli spazi vuoti tra i vetri per terra e venirmi incontro.
«Mi ero dimenticato che non sei Lilith» dice ad una distanza decisamente troppo vicina.
 
Oh, ma che cavolo vuole questo tizio da me?
 
«Senti, non i interessa se ti diverti con mia sorella, ma gradirei che tu ti vesta, pulisca il casino che hai combinato nella mia cucina e te ne vada.» Dico, facendo un passo indietro e portandomi le braccia al petto. Cerco di sostenere il suo sguardo, per evitare di guardare il suo corpo scoperto.
«Divertirmi con tua sorella? Ah, fidati, sono secoli che ci provo!» Dice ruotando gli occhi esasperato e alzando il braccio destro.
«Beh, non mi interessa. Vestiti e vattene.»
«Cercavo solo qualcosa da bere per buttare giù quella fetta di torta che ho mangiato.» dice lui, con un mezzo sorriso.
  
Giuro che sono la pianta, prendo il primo oggetto che ho vicino e gli rompo la mascella. Ho parlato 10 minuti con questo ragazzo e mi sta davvero dando sui nervi.
Un momento. La fetta di torta? La MIA fetta di torta?!?
Ho bisogno di un oggetto appuntito. Uno con cui possa fargli tanto male.

C’è un’altra persona al mondo che mi infastidisce così tanto.
Ed è Lilith.
 
«Mi dispiace, ti rimarrà tutta in gola» “e magari soffochi” aggiungo tra me e me «ora vattene!» Dico alzando un po’ troppo la voce «Per favore.» Aggiungo dopo.
Lo vedo dirigersi verso la camera di mia sorella e gli sento fischiettare una canzone che non conosco. Pochi minuti dopo, mentre io sono in cucina a raccogliere tutti i pezzi del bicchiere disintegrato da quel deficiente nell’altra stanza, lo vedo tornare e sostare sulla soglia della stanza.
«Io…» La sua voce è flebile mentre si gratta il retro del collo con una mano «Io volevo scusarmi… Per il bicchiere e per il disturbo…» Una leggera tinta rosa si fa strada sulle sue guance. Sta arrossendo?
«Ok, va bene, ora vattene» lo liquido.
«Uhm… Ok.» L’ho devo aver colto di sorpresa, vista l’espressione sul suo viso. «Allora, ci vediamo.» Dice, girandosi.
«Non credo proprio.» Dico ridendo sarcastica. Mi alzo da terra e lo raggiungo alla porta.
«Cosa?» si rigira.
«Che ci rivedremo. Non credo proprio succederà. E comunque non ti sei scusato per il bacio.»
«Chi ti dice che non ci rivedremo?» Il fastidioso ghigno è ricomparso sul suo viso.
«Te lo dico io. Ora esci.» Apro la porta di casa e indico la strada con il braccio libero.
Provoco una risata nel mio interlocutore che, dopo aver abbassato la testa e infilato le mani nei suoi jeans supera la soglia, ancora ridacchiando e lasciando sfuggire un sospiro.
«Ah, Philo?» Mi chiama quando è alla fine delle scale e sbuffo.

Che cosa vuole ancora?!? Qualcuno lo porti via da casa mia, vi prego!

«Cosa?» sputo acida.
«Non mi sono scusato per il bacio di proposito. Ci vediamo.» E detto questo si gira, con il suo solito mezzo sorriso sul volto, lasciandomi basita e con una rabbia crescente.


   



AWAWAWAWAWAAA!!
Ma quanto sono brava che ho aggiornato di Sabato sera tardi in modo da rovinarvi la Domenica? Sono o non sono troppo brava?
Bene, questo capitolo… Mmmmhh…
Non mi convince proprio tantissimo, ma spero vi piaccia!
Vi voglio dire una cosa: la maggior parte dei cliché che vedrete in questa storia sono assolutamente voluti. A volte saranno anche tremendamente esagerati ma è un effetto voluto! :D
 
Lasciatemi una recensione se volete! :D
Peach.


Se vuoi farmi qualche domanda sono su ask: http://ask.fm/impeachefp
Aggiungimi anche su facebook: https://www.facebook.com/impeach.efp
  
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