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Autore: Nembayo    16/02/2014    1 recensioni
Ambientata in un ipotetico futuro "felice", dove non esiste alcun Sebastain, e dove i personaggi di TMI sono cresciuti e hanno avuto figli. Figli che, ormai adolescenti, si trovano alle prese con amori, amicizie, guerre esteriori e personali.
Una "baraonda" (così come vengono definiti dall'ormai nonna Maryse) sta prendendo il sopravvento dell'Istituto di New York.
E quando Zoe e suo fratello Zaccaria, due Nephilim italiani spediti ad addestrarsi in America, faranno irruzione nelle loro vite, il caos aumenterà ancora di più. E quando antichi fantasmi risorgeranno e cercheranno di distruggere tutto ciò che è conosciuto, e quando i vampiri, inaspettatamente, diventeranno vivi, allora tutto si complicherà.
"La tristezza di una partenza
non è proporzionata;
non puoi sapere se all'arrivo sarai felice"
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BERSAGLIO MANCATO


La mattina dopo Zoe si alzò aspettandosi il sole e il canto degli uccellini, e il pianto roco di Malcom che si era svegliato male, o la sua risata. Niente, l'unica cosa che sentì furono i clacson giù in strada, le urla della gente, e un casino di rumori in corridoio. Con il cuscino si tappò le orecchie, ma i rumori continuarono. Sentì bussare alla porta. Senza curarsi di avere i capelli in disordine e di indossare soltanto una felpa lunga, andò ad aprire.
Si ritrovò faccia a faccia con una ragazza biondissima, con un viso talmente bello da lasciare senza fiato, e due grandi occhi verdi incastonati nel mezzo.

-Dio, sono le dieci e volevo vederti!- sorrise raggiante, tirandola per un braccio e conducendola in corridoio. -Così tu sei Zoe? Mio fratello ha detto che sembri una tigre, ma forse me l'ha detto solo per dispetto.- la ragazza non era altissima, ma era davvero bella. Zoe non riusciva a pensare a chi potesse essere suo fratello. Aveva parlato solo con Henry e Liam, e lei non somigliava a nessuno dei due. Anzi, in quel momento non riusciva proprio a pensare. Vedeva soltanto facce, capelli rossi, scuri, biondi, occhi curiosi, infastiditi, annoiati, azzurri, verdi, scuri.

-Oh mio Dio.- sillabò in italiano, facendo un passo indietro, cercando di tornare in camera. La ragazza sorrise nuovamente raggiante, e Zoe notò che aveva i denti bianchissimi e affilati.

-Io sono Camille, comunque. Illa, se vuoi. Sono una strega.- spiegò, tendendo la mano.
Zoe cercò di annuire, ma riusciva soltanto a pensare a quanto fosse assurda quella scena, e che era praticamente nuda davanti a tutta quella gente.

-Mio fratello, se non lo sai, è Liam. In realtà non siamo fratelli, anche perché lui è un Nephilim. I papà ci hanno adottati da piccoli, quindi..- sorrise nuovamente, spostandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio. Zoe notò che le orecchie erano tonde e pelose, a strisce nere sul castano arancio. Ha detto che sembri una tigre, ma forse me l'ha detto solo per dispetto.
Il segno distintivo di quella strega erano le zanne e le orecchie da tigre, ok.
-Io.. chi siete e cosa volete?- chiese Zoe, arrotolandosi una ciocca di capelli attorno al dito, nervosamente.

-Oh, loro sono..- e Camille ripeté tutti i nomi che Zoe aveva sentito la sera prima. Non erano tutti, e cercò di associarli.

C'era Liam, alto e con gli occhi di quell'azzurro innaturale, e c'era l'esile e composto Henry. C'era la ragazza con i capelli rossi e gli occhi dorati, che si chiamava Alexandra, e c'era quella con i capelli castani, che si chiamava Rebecca. Poi c'era un'altra ragazza, con i capelli castani lisci, le forme del viso dolci e delicate come quelle di Henry e gli occhi scuri: Charlotte. C'era un tipo alto, pelle chiara e colori scuri di occhi e capelli, un sorriso smagliante, inarcato più verso destra che verso sinistra: Max. C'era un'altra bionda, occhi azzurrissimi, grigi più vicini alla pupilla, viso elegante e sorridente, che doveva essere Cecily, una di quelle che non vivevano là e che quindi non sarebbe dovuta esserci alle dieci di mattina, no?. E c'era un ragazzo alto e biondo, con gli occhi di un verde smagliante e la pelle bronzea, Jonathan Cristopher, detto Chris.
-Ok, mi fate paura. Posso andarmi a vestire?- chiese, con incertezza e acidità sputate insieme. Camille, senza smettere di sorridere, annuì. Appena si fu richiusa la porta alle spalle, udì un brusio di voci. Sospirò, decidendo che ci avrebbe messo almeno un'ora per lavarsi e vestirsi.

Quando uscì in corridoio c'era ancora Camille, con quel viso mozzafiato e una coda alta che mostrava le orecchie da tigre. Zoe continuava a chiedersi come mai una strega abitasse nell'Istituto, che di norma doveva ospitare soltanto shadowhunters. Ma dato che i proprietari non avevano niente in contrario, non vedeva perché dovesse essere lei a protestare. Accanto a Camille, appoggiata al muro, c'era Alexandra, la rossa con gli occhi dorati. Alexandra ostentò un'espressione impassibile, ma Camille sorrise, come sempre.

-Zoe! Vieni, gli altri sono ad addestrarsi.- disse, afferrandola per il polso. Zoe cercò di sgusciare via dalla sua presa, per non doversi allenare con una baraonda del genere (ormai si riferiva a loro a quel modo: baraonda).
La cosa che la faceva arrabbiare di più, poi, era che suo fratello si trovasse bene in mezzo a tutto quel caos. E che non le avesse ancora chiesto che cosa ne pensasse di stare là. Era il fratello maggiore o che cosa? Non doveva certo chiederglielo lei!

Imboccarono le scale e si ritrovarono davanti ai due corridoi, quello che dava alla cucina, e quello che doveva portare alla sala addestramenti. Zoe era riuscita a districarsi dalla stretta ferrea di Camille, ma a una sua occhiata aveva deciso di seguirla ugualmente. La vedeva parlare a testa china con Alexandra, i capelli rossi della seconda a coprire i loro volti. Bisbigliavano.

-Eccoci.- disse improvvisamente Camille, spingendo la porta alta e di legno senza girarsi indietro. Zoe avvertiva un fracasso disumano all'interno. Quando entrò, notò che ci aveva azzeccato.
Secondo i suoi calcoli della sera precedente, i ragazzi là dentro, secondo i nomi detti da Liam, sarebbero dovuti essere nove, più Cecily, l'altra bionda, che per qualche motivo era là pure lei. Più Zoe e Zack, si arrivava a dodici. Con un mugolio di disgusto Zoe entrò nella stanza, incontrando qualche volto nuovo, ma senza soffermarsi.
Henry la vide e sorrise, interrompendosi nel movimento di lanciare un coltello verso la parete opposta. Si avvicinò sinuoso, sorridendo.

-Zoe.- le prese la mano e la baciò. Zoe fu tentata di dargli un pugno, o di gridare, o di battere i piedi come una bambina piccola, ma si trattenne. Un sorriso tirato le si formò sul viso.

-Henry. Penso che impazzirò.- sussurrò, guardandosi attorno. Lui rise dolcemente. Zoe trovava che la sua risata fosse così cristallina e tenera da essere irreale. Completamente diversa da quella di Liam, che era invece terribilmente odiosa.

Zoe lanciò un'altra occhiata per la stanza, e notò che un uomo stava insegnando alla ragazza simile a Henry, sua sorella probabilmente, a tenere uno spadone in mano. Non era una delle armi più comode, ma tutto poteva essere utilizzato. L'uomo aveva i capelli e gli occhi dorati, la pelle bronzea, e un sorriso obliquo sul volto. Una leggera barbetta bionda gli spuntava sulle guance. Poco più in là la donna che parlava con Alexandra la sera prima, minuta e con una nuvola di capelli rossi, rideva insieme al biondo, Jonathan Cristopher.
Zoe schivò qualcuno che le era corso praticamente addosso, e si incamminò per la stanza, seguendo Henry. Il ragazzino le stava parlando di qualcosa, muovendo le mani. Zoe notò il suo anello di famiglia, una C e delle torri merlettate.

-C, starebbe per..?- chiese, sentendosi stupida per non saperlo. In effetti non conosceva quasi nessuno dei cognomi di shadowhunters non italiani, ed era brutto, perché praticamente tutti i cognomi da nephilim erano in inglese.

Henry si voltò, sorridendo -Carstairs. Mio padre si chiama James Carstairs, e mia madre è una strega, Tessa Gray.-
Le sopracciglia di Zoe si alzarono quasi fino all'attaccatura dei capelli. Una strega? Gli stregoni non potevano categoricamente avere figli, era impossibile. Nessuno stregone. Mai. Che la stesse prendendo in giro? Si sentì offesa, e arricciò le labbra, avvicinandosi al muro e afferrando un arco. Oh, gli archi! In Italia aveva imparato ad usare ogni tipo di arma, ma la sua preferita rimanevano gli archi. Il peso bilanciato, la corda sottile, le frecce di adamas. Fece scorrere le dita lungo il dorso dell'arma, ma poi optò per una spada. Si voltò, e Henry sorrise.

-Pure tu vuoi iniziare subito ad allenarti?- indicò con il pollice Zack, impegnato in un duello di lotta libera contro un ragazzo moro che non aveva mai visto.
Zoe scrollò le spalle, annuendo e soppesando la spada. Non era angelica, affilata a doppia lama, bella.

-Ciao, tu sei Zoe?- la voce di un uomo, alle sue spalle, la fece voltare. Il biondo che stava insegnando alla sorella di Henry a tenere lo spadone, ora si trovava alle sue spalle.

-Sì.- rispose.

-Io sono Jace Herondale, istruttore dell'Istituto di New York.- sorrise -Beh, uno dei tanti.-

-Avete.. più istruttori, qua?- chiese incredula. Abituata com'era al vecchio Corvofiore e basta, non aveva pensato che negli altri Istituti potessero avere molti istruttori, magari uno per ogni argomento? C'erano forse lezioni fisse? Non le avrebbe decisamente seguite, anche perché si era sempre allenata quando aveva voglia e studiato ancora meno. Lezioni fisse erano roba da mondani.

-Purtroppo sì, anche se ho implorato più volte Maryse di lasciare la mia magnificenza a lavorare da sola, ma..-

-Jace!- una voce lo richiamò, vicina. Era la donna minuta, rossa e con gli occhi verdi. -Ti prego, scusalo. È un pazzo egocentrico che pensa di essere ancora un adolescente, tutto qua.- spiegò lei, sorridendo sotto il mare di lentiggini. Zoe annuì semplicemente, inarcando un sopracciglio.

Se ne erano tutti andati, fortunatamente. Era l'ora di pranzo, ma Zoe non aveva fame. Appena la porta si era chiusa dietro Camille, era corsa ad afferrare l'arco. Se l'era passato di mano in mano, aveva carezzato le frecce leggere, e aveva iniziato a colpire i bersagli al muro, in movimento, ferma, saltando. Tutti finivano al centro. Rise, come non rideva da giorni, e saltò sulle travi per l'allenamento nei salti. Iniziò a tirare pure da là, saltando e risalendo, durante il rimbalzo. Quando mancò il bersaglio di pochi centimetri imprecò in italiano. Anzi, dato che era, finalmente, da sola. Iniziò a parlare in italiano al nulla, come impazzita.
Alla fine scivolò a terra, si sedette su uno dei tappeti flessibili, con l'arco in grembo.

-Perché me ne sono andata?-
-Non capisco l'italiano, ma devi essere parecchio frustrata. Che cosa ti hanno mai fatto, quei muri?- una voce ironica la colpì. Perché diamine in quel posto tutti dovevano parlare alle spalle, e poi presentarsi? Era odioso, veramente. Si voltò per l'ennesima volta verso una voce sconosciuta, e incontrò il ragazzo con cui suo fratello stava combattendo prima. Indossava una camicia bianca che lasciava ben poco alla fantasia, e i pantaloni di una divisa, neri. Ai piedi soltanto un paio di calzini bianchi. Un asciugamano attorno al collo.

-Cosa mi hanno fatto le persone, non i muri.- disse ad alta voce, senza essere capita. -Niente.- concluse in inglese. Zoe alzò lo sguardo sul suo volto. Aveva la pelle chiara e piccole lentiggini sul naso. I capelli erano color inchiostro, e gli occhi di un celeste glaciale, chiarissimi.
-Mi immagino se ti avessero fatto qualcosa, allora.- disse con un sorriso sghembo. -Ti avverto che ne hai mancato uno.- indicò le due frecce più vicine, una conficcata nel centro, l'altra in un punto indistinto del muro.

-Grazie dell'informazione, non me n'ero accorta.- rispose acida.

-Hai mangiato pane e acidità, per colazione?- sbuffò il ragazzo, incrociando le braccia muscolose davanti al petto. Lei inarcò le sopracciglia.

-In effetti non mangio da quando sono in Italia, non ho intenzione di mangiare con tutto questo caos. Mio padre ha sempre detto che il cibo si gusta in silenzio, perciò..-

-Perciò farai lo sciopero della fame finché non diventeremo silenziosi? Oh, accomodati pure, ma dovrai aspettare per molto tempo.- rise lui, allargando le braccia. -A meno che tu non inizi a mangiare in camera tua, ma mi sembra così solitario e da asociali.-

-Sono sempre stata solitaria e asociale, in Italia eravamo in meno di dieci, nell'Istituto.- rispose, cercando di iniettare ancora più acidità nella sua voce.

-Per l'Angelo, che razza di arrogante sei! Io comunque sono Kyle Herondale.- si presentò con una smorfia, come se non fosse poi così importante. Beh, tante grazie. Ovvio che non era importante. Zoe assottigliò lo sguardo.

-Il figlio dell'egocentrico istruttore, Jace?-

-Sì, e anche dell'altra istruttrice, la piccoletta rossa,- ghignò -Clary. E fratello di Alexandra e Jonathan Cristopher, se è per questo. Devo anche dirti il mio parabatai, i miei “finti” cugini, dato che papà considera come fratelli i figli di Maryse, ma non lo sono, o puoi limitarti a sapere il mio nome?-

-Oh, Raziel, ma parli sempre così tanto?- Zoe si incamminò a grandi passi a posare l'arco alla parete, staccando le frecce dal muro con foga.

-Già, fossi in te mi ci abituerei.- rispose lui urlandole dietro.
Zoe grugnì in italiano, qualcosa che racchiudeva una serie di parolacce che avrebbero fatto rabbrividire la povera Christiane.

Quando la porta della stanza si aprì, Zoe pensò che sarebbe sprofondata. Chi altri era, adesso?
 

**Angolo di One**
Ok, non ho niente da dire. Come avete scoperto, Henry è un Carstairs, e non starò nemmeno a rimettere una foto di Liam, vi dico soltanto che è un Lightwood (è stato adottato da Magnus e Alec, era un mondano che è asceso con la coppa mortale; lui ha preso il cognome di Alec e l'altra bambina che hanno adottato, una strega, quello di Magnus).
Adesso metto tutte le foto dei personaggi, e vi dico i loro cognomi, e vi spiego di chi sono figli, perché SO, che è tutto un casino.
E ho postato così presto pure il secondo capitolo perché ce l'ho già pronto, e perché boh.
Vi lascio alle descrizioni,
One

Questa è Camille (Illa) Bane:
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Questa è Carhlotte (Lottie) Sophie Carstairs (sorella di Henry e figlia di Jem e Tessa):
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Questa è Alexandra (Lexy) Herondale (figlia di Jace e Clary):
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Questo è Jonathan Cristopher (Chris) Herondale (figlio di Jace e Clary):
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Questo è Kyle Herondale (figlio di Jace e Clary):
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Questo è Woolsey (Wool) Kyle (figlio di Maia e Jordan):
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Questo è Maxwell (Max) Lewis (figlio di Izzy e Simon):
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Questa è Rebecca (Beck) Lewis (figlia di Izzy e Simon):
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Questa è Cecily Penthorn (figlia adottiva di Aline Penhallow ed Helen Blackthorn):
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