La nebbia stanotte sbatte
sui pali della luce, che
hanno lampadine mute.
Muta è la cattedrale. Così
muta e surreale è questa
strada.
Passi passeggiano sulla ghiaia
senza destinazione, verso la collina.
Ho con me solo vecchi epitaffi a farmi compagnia,
i miei amici silenziosi, che sussurrano, bisbigliano
di vecchie storie lontane, cianciano ancora segreti
di come avrebbero ancora giocato con la vita.
Dimentica, siamo dimenticati su questa collina.
“ ricorda: i vivi sono sciocchi. Avete troppa
fretta, amici miei, fretta di far scorrere il
presente. Troppa paura...”
Ma io son sorda a tal parole, poiché già
Qualcos'altro ha ingabbiato la mia attenzione:
È una rosa secca che è restata rossa,
quella macchia nel suo nero marmo
tinta con fosco dolore di questa
madonna china sulle pietre:
spezzate, piccole e bianche...
No, non sono sassi.
Sono piccole ossa:
Perse, mescolate in una fossa.
Mangiato dalla muffa il nome
ma sono rimaste le date:
15/1/1927 - 29/1/1943
"... di ricordare"
sui pali della luce, che
hanno lampadine mute.
Muta è la cattedrale. Così
muta e surreale è questa
strada.
Passi passeggiano sulla ghiaia
senza destinazione, verso la collina.
Ho con me solo vecchi epitaffi a farmi compagnia,
i miei amici silenziosi, che sussurrano, bisbigliano
di vecchie storie lontane, cianciano ancora segreti
di come avrebbero ancora giocato con la vita.
Dimentica, siamo dimenticati su questa collina.
“ ricorda: i vivi sono sciocchi. Avete troppa
fretta, amici miei, fretta di far scorrere il
presente. Troppa paura...”
Ma io son sorda a tal parole, poiché già
Qualcos'altro ha ingabbiato la mia attenzione:
È una rosa secca che è restata rossa,
quella macchia nel suo nero marmo
tinta con fosco dolore di questa
madonna china sulle pietre:
spezzate, piccole e bianche...
No, non sono sassi.
Sono piccole ossa:
Perse, mescolate in una fossa.
Mangiato dalla muffa il nome
ma sono rimaste le date:
15/1/1927 - 29/1/1943
"... di ricordare"